Adagiato sul pendio di un versante della Valtiberina, nella bassa Toscana in provincia di Arezzo, si trova Anghiari, un borgo che conserva i segni della sua antica storia ed è oggi annoverato tra i più belli d’Italia e insignito della Bandiera Arancione del Touring Club.
Ho avuto la fortuna di passeggiare tra queste vie in una mattina di fine estate, mentre ero ospite a Sansepolcro, che dista meno di 10 Km, invitato da Advertigo per vivere una Time Travel Experience, ovvero un salto nel passato per sperimentare e vivere i luoghi e le tradizioni che in essi sono radicate.
Il borgo di Anghiari mi ha colpito da subito per le sue alte mura, imponenti e di pietra, che non sono esattamente quelle che ci si aspetterebbe dall’antica cinta muraria di un borgo; gli alti bastioni infatti sono i basamenti su cui si sviluppa la città soprastante, un gruppo di case di pietra tra le quali si articola un labirinto di viuzze.
A passeggio tra le vie del borgo di Anghiari
Dal momento che le vie del centro storico sono piuttosto strette e talvolta a gradini, è meglio e doveroso lasciare il proprio veicolo in uno dei molti parcheggi che si trovano in periferia.
Se partite la vostra visita dal posteggio rivolto verso la pianura, di certo noterete l’alto campanile che svetta e domina il pendio, sfido chiunque a non alzare lo sguardo al suo tetto, ma sappiate che questa non è la sola attrazione di questo piccolo piazzale.
Risalite la Via di Ronda, svoltate verso destra e rimarrete senza fiato… di fronte a voi si estende una vasta pianura, oltre di essa in lontananza vi sono dei monti e, in determinati orari, il tutto è velato da una leggera nebbiolina che rende la vista suggestiva e rilassante.
In questa piana ebbe luogo, nel 1440, la battaglia di Anghiari, che vide schierati l’esercito fiorentino, difensore della Santa Sede, contro quello milanese ambizioso di espandere i propri domini.
La passeggiata lungo il belvedere è molto piacevole, rallegrata qua e la da alcune facciate di abitazioni ornate da una grande varietà di fiori colorati, seguendo la camminata si giunge alle vie interne del borgo, capaci di regalare scorci suggestivi e di trasportare i visitatori indietro nei secoli con l’immaginazione.
Come in ogni borgo che si rispetti, lungo le strette vie, incontriamo varie botteghe, negozi di souvenirs e negozietti di oggetti artigianali, tra cui molto mi colpisce quello di un giocattolaio che realizza piccole balestre in bambù, indizio che ci fa capire quanto sia influente anche qui, come nella vicina Sansepolcro, la tradizione legata all’utilizzo di quest’arma.
Visitata la chiesetta del paese risaliamo verso Palazzo Pretorio, antico palazzo del vicario e oggi sede del municipio, esso presenta un’originale facciata sulla quale sono riportati gli stemmi degli antichi podestà di Anghiari.
Impossibile descrivervi la bellezza degli angoli di questo paese, di certo il miglior modo per scoprirli è quello di visitarlo, vi assicuro che ne resterete stupiti, come del resto si resta stupiti guardando dall’alto la Ritta di Anghiari, il lungo rettilineo che scende verso valle e prosegue fino ad arrivare a Sansepolcro.
Nostalgie biellesi tra i tessuti di Busatti ad Anghiari
Azienda storica che di certo merita di essere visitata, è Busatti, produttrice di tessuti artigianali dal 1842, vanto di Anghiari e della provincia di Arezzo, dalla cui terra e dai cui particolari, i titolari, prendono spunto per ideare nuovi motivi e nuove trame per adornare i loro prodotti.
Oltre all’assortito negozio, in cui si può ammirare una grande esposizione di articoli, è di grande interesse il reparto produzione, che si trova nel seminterrato, e in cui si possono vedere all’opera macchine tessili storiche, la più vecchia datata 1880 circa, e antichi telai che tuttora vengono utilizzati per la lavorazione di lino, lana, canapa e cotone e la produzione dei tessuti.
Da sette generazioni orgoglio del Made in Italy, la famiglia Busatti ha da sempre mantenuto rapporti commerciali con i maggiori poli di produzione tessile e un velo di nostalgia traspare quando rivelo loro di provenire da Biella, un tempo principale polo per la fornitura di lana.
Manifestazioni, appuntamenti e spiriti goliardici di Anghiari
Tra tanta bellezza non potete perdervi di certo le persone, i cittadini che popolano Anghiari, solari, socievoli e spesso, a loro dire, molto mattacchioni.
Di certo a loro non manca l’iniziativa e molti sono gli appuntamenti annuali in cui unire alla visita del borgo anche la curiosità di assistere alle tradizioni e alle usanze dei suoi abitanti.
Occasione per scoprire i prodotti del territorio è il ‘Mercato degli Artigiani‘ che si svolge ad aprile/maggio, mentre se amate gli eventi enogastronomici e volete deliziarvi con i sapori locali non potete perdere la ‘Tovaglia a Quadri‘ nel mese di agosto.
Un evento folle, permettetemi il termine, è la Scampanata, ma badate bene si verifica solo una volta ogni cinque anni, durante questa giornata è possibile gustare appieno la simpatia di questa parte della Valtiberina.
Tutti i partecipanti si danno appuntamento alle 6.30 del mattino ed è importantissimo essere puntuali! L’ultimo che arriva diventa infatti lo zimbello del paese e, caricato su di un carro, viene portato in giro per le vie e deriso pubblicamente dai concittadini.
Simpatici direte voi, ma sarebbe troppo semplice se fosse tutto qui… per fare in modo di non arrivare per ultimi infatti, i partecipanti organizzano ogni genere di scherzo per rallentare i rivali, se ne vedono davvero delle belle… 🙂
Su due ruote, l’Intrepida di Anghiari
Altra manifestazione degna di nota è l’Intrepida, una sorta di gara ciclistica atipica… più precisamente si tratta di una ciclostorica d’epoca per la quale vengono utilizzate tutte biciclette datate, ma ben tenute o restaurate, proposta nel mese di ottobre.
Anche l’abbigliamento non è la solita divisa da ciclista, la maglia ufficiale dell’Intrepida è realizzata sullo stile dei tempi passati, tessuta in lana e forse un po’ troppo calda al tatto, ma davvero una bellezza.
Prendendo parte alla competizione si avrà l’occasione di pedalare lungo un percorso, a tratti un po’ arduo, che si snoda tra le campagne permettendo di godere di paesaggi mozzafiato. La nostra pedalata, proposta in versione ‘soft’, ci ha portati lungo le rive del Tevere, nell’Area Protetta della Golena, lungo percorsi ben segnalati, prevalentemente pianeggianti e immersi nella natura.
Affascinante particolarità della campagna in questi paraggi sono le vaste piantagioni di tabacco, foglie di tabacco a perdita d’occhio in alcuni tratti, tanto suggestive da ricordare i paesaggi esotici del Sud America, ma cosa ci fa il tabacco qui?
La bassa Toscana è la patria in cui nasce il sigaro toscano, apprezzato e ricercato dagli intenditori, la coltivazione e la produzione delle preziose foglie costituisce gran parte della coltivazione agricola locale.
Durante la pedalata ci viene spiegato che le piante sono di due differenti varietà, il tabacco bianco, prevalentemente utilizzato per i sigari, e quello nero, che una volta macinato viene utilizzato per produrre le sigarette.
Strada facendo ci imbattiamo anche in un essiccatoio, dove i gentili proprietari ci propongono una rapida e improvvisata visita guidata, abbiamo così potuto vedere le varie fasi di essiccazione delle foglie prima di essere lavorate.
Se avete intenzione di passare da queste parti ricordate, ad ottobre con l’Intrepida potreste avere un occasione particolare e divertente per esplorare i dintorni.
Colture biologiche da Ortobono a San Leo di Anghiari
Un’ultima chicca da non perdere ad Anghiari è l’Azienda Agricola Ortobono, una realtà a gestione familiare che si impegna nella produzione di prodotti biologici e nelle serre della sua coltivazione coltiva gli ortaggi, ma anche la frutta, nel modo più naturale possibile.
Del resto si sa, i frutti maturati sulla pianta sono sempre i più buoni e personalmente sono rimasto sbalordito dalla dolcezza dei pomodori datterini, davvero ottimi.
All’interno dello stabile vi è una piccola area didattica, una zona in cui le scolaresche possono imparare, tramite esercizi elementari, molte nozioni importanti riguardanti la natura e l’agricoltura fatta nel modo giusto per rispettarla.
In una stanza adiacente si trovano invece le cucine… e qui viene il bello, direttamente dalla terra al consumatore, qui alcuni dei prodotti di Ortobono diventano sfiziosi spuntini, in un breve corso/esempio di cucina biologica davanti ai nostri occhi si sono materializzate delle piccole bruschette con pomodoro rosso e giallo (sensazionale!), un grande tegame con pastasciutta condita con pomodorini freschi e rucola e una grande vaschetta di patate fritte.
Delizia per il palato e per lo spirito, Ortobono, a San Leo di Anghiari, è una tappa indimenticabile.
Che altro dire… per un motivo o per l’altro ad Anghiari devi venire! 🙂
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