Torniamo a parlare degli Stati Uniti d’America e questa volta ti portiamo in Arizona a poca distanza dalla città di Page. Qui la natura, da abile architetto, ha plasmato il terreno dando origine ad uno scenario meraviglioso quanto mozzafiato: l’Antelope Canyon.
L’Arizona è una delle terre benedette degli Stati Uniti, e la piccola cittadina di Page è uno dei luoghi che più beneficiano di tale fortuna.
A breve distanza dal paese si trova uno dei luoghi più ricchi di magia dell’intero, immenso ovest americano, l’Antelope Canyon. Esattamente sono due, denominati Upper and Lower, a poca distanza l’uno dall’altro.
Tecnicamente, si tratta di “slot canyon”, ferite strettissime e non troppo alte fra la roccia compatta, scavate principalmente dall’acqua piovana che approfitta di zone dove la celebre terra rossa dell’ovest si presenta più debole e quindi più malleabile. Il risultato sono feritoie alte fino a una trentina di metri, ma in certi punti larghe appena un metro.
Io ho avuto la fortuna di visitare l’Upper Antelope Canyon, il più celebre dei due. È il paradiso dei fotografi e di tutti coloro che riescono ad apprezzare e immortalare i fasci di luce solare che penetrano nel canyon creando degli effetti a dire poco fantasmagorici.
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Come visitare l’Antelope Canyon
Il canyon si visita solo accompagnati dalle guide Navajo, organizzate in agenzie turistiche a Page e che offrono servizi di prenotazione via internet. È obbligatorio riservare parecchi mesi prima se si vuole a tutti i costi entrare all’orario più gettonato, quello prossimo a mezzogiorno. Altrimenti si può anche tentare e assumere una guida in prossimità dell’ingresso ma, in ogni caso, l’accesso da soli non sarà consentito. Per i locali si tratta di un business lucrativo e, in ogni caso, serve anche a scongiurare possibili sciagure.
L’America è famosa per l’estrema variabilità meteorologica, che in questa zona si manifesta con piogge torrenziali improvvise (incredibile a dirsi la zona è considerata monsonica), estremamente pericolose quando ci si trova nei canyon: nel 1997 sono morte 11 persone.
La guida ti caricherà su dei pickup accomodandoti sul cassone, seduti in 12 circa in senso trasversale al senso di marcia, e si lancerà a folle velocità prima sulle strade di Page e poi sulle piste di sabbia: sii pronto allo stridio delle gomme, ai sobbalzi improvvisi e alla sabbia che ti penetrerà fino nelle ossa. L’intera esperienza dura circa 20 minuti, ma ne vale assolutamente la pena.
L’ingresso è simile all’Orecchio di Dionisio di Siracusa, ma più stretto e ovviamente incastonato nella roccia rossa: quasi anonimo, quasi nascosto. Il passaggio dall’esterno all’interno, invece, è da brivido.
Io ci sono andato di luglio e ricordo come se fosse adesso la sensazione di stordimento provata nel passare istantaneamente dalla luce più violenta all’atmosfera più diffusa, dal caldo torrido alla frescura dell’interno.
Poi, mano a mano che ci si addentra nelle “stanze”, ecco che si viene proiettati in un mondo dove tutto è possibile grazie alla luce che entra fioca dall’alto e zampilla sulle pareti creando un’atmosfera magica, che ti porta nelle fiabe da 1000 e una notte e crea un ambiente rilassante.
Escursioni per visitare i canyon
Impossibile rimanere insensibili alle forme delle rocce avvolte nel manto dorato della luce, sembra quasi di trovarsi in un’antica basilica cristiana, con la luce tenue che invita alla meditazione e alla preghiera.
Santuario è l’unica parola adatta per descrivere l’Antelope Canyon.
Il testo e le fotografie di questo post sono stati realizzati per Viaggia e Scopri da Marco Scandali.
Ciao Marco, complimenti per il tuo blog, davvero enorme e veramente ben fatto! L’Antelope e Page sono stati una delle cose più belle che abbia visto in assoluto. Ne parliamo anche noi sul nostro blog, ma da un punto di vista esclusivamente fotografico. Te lo segnalo sperando ti piaccia 😉
Ciso ragazzi e grazie per il commento, Viaggia e Scopri contina a crescere sopratutto grazie ai suoi lettori e Marco con i suoi racconti sugli States ci ha fornito un importante contributo. Tornate a trovarci, a presto, Gian.