Dell’Infiorata di Noto sento parlare fin da quando ero ragazzino, i miei parenti residenti in Sicilia spesso decantavano questo evento come un’esplosione meravigliosa di colori e arte che pervadeva la cittadina portando tra le vie una folla di visitatori curiosi di poter assistere. Ebbene questa volta sono stato a Noto e questo è il backstage dell’Infiorata di Noto.
Non ricordo esattamente, ma parecchi anni fa, forse era il 2002, è arrivata a casa dei miei genitori una fotografia di Via Nicolaci ricoperta da un manto di fiori colorati, petali, foglie, farine e altri elementi naturali disposti a creare disegni e motivi davanti ai quali rimanere incantati. La prova di tanta bellezza sono le numerose persone che risalgono da entrambe i lati la via per gustare questo spettacolo in tutta la sua estensione.
Tanti anni di curiosità e ammirazione di fronte a quel quadro hanno maturato in me la convinzione di voler vedere di persona e vivere in prima linea l’entusiasmo che lega i nuticiani, ma non solo, a un’opera artistica che ha davvero dell’incredibile.
La grande sorpresa di questa edizione è la partecipazione di una delegazione giapponese di infioratori. Dopo 34 anni l’Infiorata di Noto diventa così un importante evento di coesione e gemellaggio tra popoli e culture che provengono da realtà molto lontane dalla nostra. Questa coesione dona nuova ispirazione all’arte degli infioratori locali che hanno creato un mix di tecnica ormai consolidata su schemi e motivi tipici del popolo del Sol Levante.
Alcuni numeri sull’Infiorata di Noto
Il desiderio di vivere dalla base la nascita dell’Infiorata di Noto ci ha portati in città dal pomeriggio del giovedì, giornata in cui i preparativi durati mesi per rendere reali questi momenti cominciano a prendere forma.
L’organizzazione dell’Infiorata do Noto non è cosa che si sbriga in pochi giorni e, come ci spiegano l’Assessore al Turismo di Noto Frankie Terranova e il Presidente dell’Associazione CulturArte Valentina Mammana, sono necessari vari mesi per coordinare i gruppi di lavoro, organizzare la logistica dell’evento e predisporre la dovuta accoglienza alle 16 squadre partecipanti.
L’emozione è forte osservando Via Nicolaci ancora spoglia e segnata da linee bianche sul selciato. I 120 metri di lunghezza da infiorare sono stati suddivisi in 16 sezioni, ognuna destinata a una squadra di infioratori, e alcune di esse presentano a terra il disegno di riferimento su cui verranno disposti i petali e gli altri materiali che compongono il capolavoro finale.
Gli artisti locali, per portarsi avanti, hanno cominciato martedì a disegnare sulla strada, mentre, come scopriremo il giorno successivo, le squadre giapponesi, arrivate all’ultimo momento, hanno preparato il disegno da infiorare su lunghe strisce di carta che vengono unite poco prima di cominciare l’opera. In questa edizione 8 bozzetti sono opera di maestri infioratori netini e gli altri 8 sono opera degli artisti giapponesi.
Alcune squadre locali sono ancora al lavoro per ultimare il proprio disegno, tutti i bozzetti vengono disegnati e disposti lungo la via e quando tutto è pronto l’infiorata inizia simultaneamente.
Backstage dell’Infiorata di Noto
Risaliamo fino a raggiungere i piedi della Chiesa di Montevergine, che si trova proprio in cima alla salita di Via Nicolaci, e Valentina ci accompagna in un edificio che si trova alla sinistra della chiesa.
Si tratta di una vecchia scuola ora adibita a locali comunali utilizzati durante gli eventi cittadini ed è qui, come si può immaginare dal mucchio di steli recisi davanti all’ingresso, che decine di volontari residenti a Noto si occupano di tagliare i petali in modo da preparare la parte più colorata del fiore per divenire l’inchiostro che darà vita alle immagini dei bozzetti.
Per noi è tutto nuovo e curioso. Stanze piene di vasi di fiori ancora da tagliare e, nella sala più grande, un lungo tavolo in cui si ricavano il rosso, il bianco, il rosa, il viola, il verde dalle foglie delle piante e dal finocchietto. Dove insomma si ricavano, dai vegetali, le materie prime necessarie agli infioratori.
Ci viene spiegato che il fiore che più si presta a questo scopo è il garofano, il cui profumo pervade le ex aule dell’edificio. Ma sovente vengono utilizzate anche le gerbere e i crisantemi poiché hanno colori molto vivaci.
Mentre siamo assorti nell’osservazione delle operazioni di tagliatura, alle quali fanno da contorno le decine di aiutanti che si occupano di raccogliere gli steli, insaccarli e buttarli all’esterno, arrivano anche gli inviati RAI che con fare invadente sollevano un po’ di agitazione tra i presenti in sala. Cosa comprensibile, anche io di fronte alla telecamera mi emoziono sempre.
Palazzo Nicolaci
Lasciamo i volontari al lavoro per tornare in Via Nicolaci. Tra gli artisti all’opera troviamo anche l’Assessore Frankie Terranova che si dice contento della nostra presenza all’infiorata e ci concede una breve intervista in cui esprime la propria fiducia nei nuovi mezzi di promozione online. Dopo averci presentato la manifestazione, invita tutti quanti a seguire e venire a vedere di persona l’Infiorata di Noto che avrà luogo il giorno successivo e quelle che la tradizione proporrà negli anni venturi.
Grazie al suo benestare possiamo accedere a Palazzo Nicolaci, antica residenza del re qui a Noto, solitamente chiuso all’accesso del pubblico.
Quest’antica residenza mostra ancora i segni dello sfarzo in cui viveva la famiglia Nicolaci, il lusso e la raffinatezza sono palpabili fin dalla scalinata che mi colpisce per il rivestimento in marmo bianco su pareti e soffitto e nero per ricoprire le colonne.
I saloni del piano superiore sono di una bellezza gradevole e portentoso è l’affresco che ricopre le pareti e il soffitto della sala delle conferenze.
Dai balconi è possibile vedere la via dall’alto, uno spettacolo che permette una visuale d’insieme dei bozzetti ancora in attesa di essere ultimati. Vedere il tappeto fiorito da qui dev’essere davvero eccezionale.
Diamo uno sguardo su Noto affacciandoci dalle balconate dell’altro lato dell’edificio e poi scendiamo al cortile interno. È una residenza davvero d’effetto, ma l’elemento che più colpisce l’attenzione sono gli elaboratissimi balconi barocchi che affacciano su Via Nicolaci, decorati con motivi differenti. Essi riportano le figure di cavalli, cani, leoni e sagome antropomorfe che reggono sulla schiena il balcone.
Impossibile descriverne la bellezza a parole, è necessario vedere quanta gente ne resta incantata per capire a fondo la meraviglia che suscitano.
Tra gli ultimi preparativi il giovedì volge al termine, il grande giorno è vicino, quando finalmente vedremo l’arte prendere vita nel centro di Noto.
L’Infiorata di Noto attira ogni anno sempre più visitatori e vivendola in diretta vogliamo scoprire quale sia il suo segreto, oltre ovviamente allo splendido palcoscenico barocco che la città, con le sue chiese e i palazzi sette e ottocenteschi, propone.
Per informazioni e aggiornamenti sull’Infiorata di Noto più vicina: Comune di Noto – Eventi e Manifestazioni
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