Il comune di Benna è situato nel Biellese, vicino alla pianura, e conserva sul suo territorio paesaggi suggestivi e immersi nella natura. Come la Baraggia, luogo in cui si respira la vita rurale di questo territorio e dove l’acqua ha dato vita a importanti legami.
Un elemento di certo importante della nostra visita a Benna è la natura. La natura è un elemento costante che circonda il centro abitato e che si mostra in tutta la sua regalità nei campi verdeggianti e nella boscaglia che si sviluppa verso la Riserva delle Baragge.
Come la storia ci narra, in passato ma ancora oggi, buona parte della popolazione bennese si è sempre distinta per la grande intraprendenza e la voglia di lavorare. Sopratutto nei decenni passati, quando la vita di campagna era fondamentale per sfamare la propria famiglia e i terreni erano simbolo di ricchezza, il lavoro della terra era diffuso e importante.
Come già accennato nel post ‘Cosa vedere a Benna, piccolo comune del basso Biellese‘, anche i monaci cluniacensi che un tempo vivevano presso la Chiesa di San Giovanni Evangelista erano dediti al lavoro dei campi. Le testimonianze di molti documenti raccontano i frequenti conflitti che si verificavano con i paesani che ne usurpavano i terreni, confermando la prevalenza e diffusione di questo tipo di attività.
Benna: la Cascina Armondà
Uno dei luoghi che ancora oggi è esempio della vita bennese del passato è la Cascina Armondà. A questo grande cascinale fanno riferimento molti terreni circostanti. È una struttura le cui proprietà hanno confinato per secoli con il territorio della Baraggia, un tempo proprietà della famiglia Avogadro, e la cui conformazione era molto differente da quella odierna.
Il lavoro di molte generazioni bennesi si è succeduto nel conquistare al bosco spazi da dedicare alle coltivazioni, al pascolo e ai prati. L’area è stata così bonificata e oggi è fertile e gli attuali proprietari la sfruttano per l’agricoltura.
La struttura attuale della cascina risale al XIX secolo, periodo in cui sono state aggiunte le stalle e i fienili, creando così una corte chiusa. La strada che oggi conduce qui fu costruita tra il XIX e il XX secolo per volere della famiglia Rota Zumaglini, che era proprietaria.
Attualmente la Cascina Armondà è sede di un’azienda agricola gestita dall’ospitale famiglia Ramella Pralungo composta da Enrica e Pier Giorgio e dai figli. La figlia maggiore è veterinaria mentre la minore, abile cuoca, sforna eccellenti crostate fatte a mano.
La famiglia ci accompagna in visita alle stalle dove numerosi bovini vengono alloggiati e accuditi per la produzione di latte, o carne e anche per riproduzione. Grazie ai vasti terreni circostanti l’alimentazione dei capi di bestiame è quanto più possibile naturale e genuina.
L’antico mulino
Altra realtà, esistita fino quasi ai giorni nostri, è quella legata ai mulini. Queste attività, delle quali attualmente restano solo due esempi, erano legate al lavoro dei campi. Gli stessi mulini facevano parte di aziende agricole che, utilizzando le granaglie, producevano farina e che prestavano servizio alla comunità macinando il grano portato dagli agricoltori non in possesso di un proprio mulino.
Scendendo verso la Baraggia si può trovare una di queste strutture dove, fino alla metà del 1900, era presente la pala che sfruttava la forza dell’acqua della Roggia della Marchesa per azionare gli ingranaggi e muovere la ruota della macina interna all’edificio.
Oggi questo antico mulino produce ancora una minima quantità di farina ed è gestito da un’anziana coppia che vive nell’adiacente cascina.
Benna e la Baraggia
La vicinanza con la Baraggia ha creato un forte legame tra il paese e quella che oggi è una Riserva Naturale.
I terreni di questa zona erano concessi ad uso dei bennesi a cui era concesso coltivarli. Sebbene oggi questo non sia più possibile, molti sono ancora i residenti di Benna che si recano qui a piedi per passeggiare in questo paesaggio suggestivo.
Camminare liberamente qui non è sempre possibile, la riserva naturale orientata delle Baragge infatti è oggi utilizzata per gli addestramenti militari. La particolare conformazione di questo territorio si presta allo svolgimento di questo genere di attività che purtroppo, inevitabilmente, lasciano il segno.
A chi si recasse in visita nelle giornate di addestramento sarà vietato l’accesso alle strade che conducono alle zone a rischio. Tuttavia un tentativo di visita per vedere l’eccezionale paesaggio della brughiera è molto consigliato. Qui la particolare vegetazione è molto suggestiva e formata da felci, erica e arbusti che sono propri e caratteristici di questo luogo.
Benna e il legame con l’acqua
Il legame che congiunge il comune di Benna all’acqua è dovuto innanzitutto alla sua posizione geografica. Il territorio è piuttosto pianeggiante, ricco di campi e percorso da numerosi corsi d’acqua che si rivelano utili alleati per la fertilità e l’irrigazione di quest’area.
Questo è il paleo-alveo del Torrente Cervo, oggi ridotto a una piccola roggia. Il Rio Ottina è l’antico corso seguito dal torrente nei secoli passati. Di lui rimangono oggi solo dei piccoli ruscelli e rigagnoli, tuttavia i corsi d’acqua sono sovente un’arma a doppio taglio. In caso di forti precipitazioni infatti, se l’alveo del loro corso non riuscisse a contenere il volume d’acqua in arrivo, essi esonderebbero causando allagamenti, disagi e, nei casi più gravi, l’alluvione.
Per far fronte a simili eventualità, il comune di Benna, unitamente agli altri comuni della pianura biellese e vercellese, ha partecipato alla realizzazione di un sistema di canali e di vasche di laminazione il quale scopo è proprio di evitare le inondazioni.
Le vasche di laminazione, visibili vicino ai campi lungo la strada che da Benna conduce alla Baraggia, sono capienti bacini di raccoglimento in cui viene convogliata l’acqua piovana.
In periodi di secca queste vasche non sono altro che depressioni del terreno dove crescono giunchi e canneti. Tuttavia, durante le forti piogge, esse si riempiono riuscendo a contenere migliaia di litri d’acqua e, nel caso traboccassero, l’acqua in eccesso verrebbe riversata in un canale che la farebbe defluire verso i grandi corsi d’acqua evitando che crei problemi.
Questo sistema di canali e vasche sul territorio è stato realizzato partendo da Buronzo e passando per Benna. Oggi tocca quasi i confini della città di Biella.
Il gemellaggio che lega grazie all’acqua
L’acqua e il modo in cui va contenuta e gestita sono stati gli elementi che hanno rafforzato e fatto da legante per il gemellaggio che lega Benna al comune di Lentigny. Un legame di fratellanza con un comune che si trova oltralpe, in Francia. Un legame forte che dura ancora oggi e che porta scambi annuali di ospitalità, e non solo, tra i residenti di entrambi i comuni da oltre 30 anni.
Ma questa è un’altra storia, una storia che racconto nel resoconto del mio viaggio nei paesi gemellati. Proprio con Benna, ma anche con il comune di Cerrione, mi sono recato a Lentigny, Villerest e Roanne per raccontare l’unione che ha fatto diventare queste comunità simili a una grande famiglia.
Potrai seguire quest’avventura sui social network con l’hashtag #gemelliperlacqua.
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