Una mattinata fredda e umida ci attende al Brich di Zumaglia, quando decidiamo di salire in collina per visitare il castello che sulla sua cima sorge. Una mattinata ricca di sorprese che ci ha portati a contatto con il calore delle tradizioni della gente di questo paese in provincia di Biella.
Chi conosce il biellese lo sa, la nebbia in questa zona è una condizione meteo ben poco presente. Mentre nelle pianure vercellesi, per gran parte dell’autunno e dell’inverno, la foschia è talmente fitta che i detti popolari dicono ‘si possa tagliare con il coltello’, più ci si dirige verso Biella, le colline e le montagne circostanti, e meno è probabile incontrarla, spinta verso la pianura dalle correnti d’aria montane che scendono a valle.
Ebbene, in questa mattinata di inizio primavera, in via del tutto eccezionale per la nostra provincia, l’atmosfera non è delle più terse. Le montagne sono ammantate dalle nubi e le colline sprofondano le loro basse cime nelle grige nuvole che giungono fino a valle. Capiamo al volo che il panorama favoloso dal Brich di Zumaglia, oggi non sarà visibile.
Saliamo il colle passando da Ronco Biellese e svoltando a sinistra all’inizio del paese, questa è la strada più veloce per raggiungere il maniero. Attraversando una zona residenziale composta da villette e alcune palazzine, si raggiunge il bosco che fa da confine tra i comuni di Ronco e Zumaglia, i quali territori si incastrano come tessere di un puzzle comprendendo i 19 ettari di terreno che compongono l’area del Brich, antica tenuta del Castello di Zumaglia.
Il Brich di Zumaglia
Il piccolo piazzale sterrato di fronte ai cancelli non è dei più agibili, l’umidità e la pioggia hanno lasciato dietro di se grosse pozzanghere e gran parte del terreno è molliccio e fangoso. Il grande cancello, del quale immagino sempre il cigolio dei cardini arrugginiti e fermi da tempo, ci attende avvolto dalla nebbia con un aspetto sinistro e anche un po’ tetro.
Un viale di ciottoli dalla forma irregolare risale fino alle mura del castello. È una salita poco faticosa, ma è meglio prenderla con calma.
Il bosco, in pendenza, è immerso in una fitta coltre candida e gli alberi più distanti di un paio di metri si fanno evanescenti scomparendo alla vista e regalandoci un’atmosfera da film horror molto suggestiva. A quanto pare il Brich di Zumaglia sa stupire anche con le condizioni meteo meno favorevoli.
La nebbia pare diventare più spessa a mano a mano che risaliamo la strada e, giunti in vista del torrione, siamo costretti ad aprire gli ombrelli perché inizia a piovigginare leggermente.
Aggiriamo la base delle mura di pietra osservando quello che, oggi, sembra un isolotto sospeso nel vuoto, occultato alla vista dalle nuvole e immerso nell’ovattata sensazione di silenzio che trasmettono. Il piccolo castello, con la sua porta a grate metalliche che conduce alla corte interna, sembra appositamente addobbato in una gotica rappresentazione e grande è lo stupore quando troviamo, poiché all’interno, ad attenderci, dei pittoreschi figuri in veste medievale che ci danno il benvenuto.
Accoglienza medievale all’interno della corte
Incuriositi e affascinati dalla terrazza aperta che sembra venire da una dimensione parallela, ci disponiamo in cerchio a osservare le nostre guide locali. I membri delle pro loco di Zumaglia e Ronco Biellese, vestiti da dame, cortigiani e giullari, ci accolgono in una piccola rievocazione medievale molto piacevole.
L’umidità è veramente tanta e, sebbene la spiegazione e il saluto del giullare di corte siano molto interessanti, decidiamo di spostarci tutti all’interno del salone del castello. Lo stanzone principale costituisce quasi per intero lo spazio interno del maniero. Qui si trova un grande camino adornato da alcuni affreschi raffiguranti i paesaggi dei dintorni e solitamente visibili dalla terrazza superiore.
Ai due lati del camino, disposto centralmente lungo il lato stretto della sala, si trovano due porte che conducono a due piccole stanze oggi adibite a disimpegno/magazzino e a un piccolo bagno.
Il clima dentro a queste spesse mura rocciose è comunque fresco, ma è sufficientemente asciutto per permetterci di scaldarci un poco dopo l’umida salita. Nel frattempo le dame del castello ci allietano raccontandoci la storia di questo edificio, in passato di proprietà del crudele conte Ferrero Fieschi che inflisse dure tasse e vessazioni alle popolazioni locali.
Un dominio tanto crudele da essere ancora oggi ricordato nelle leggende del Brich di Zumaglia, che parlano dello spirito di un caprone nero, così veniva raffigurato il conte, che vaga senza pace tra i boschi della sua antica proprietà.
Si parla poi delle masche, streghe che vivevano sole nei boschi e si dice si cibassero dei bambini neonati, e parallelamente a queste, che forse sono le leggende più spaventose, si narra anche la storia della sanguinaria lavandaia, condannata a lavare e stendere i panni degli abitanti del Brich perennemente macchiati di sangue a causa delle tante crudeltà subite negli anni.
Intorno alla corte del Ferrero Fieschi non ruotano solo storie di sangue e, oltre alla storia del ‘murato vivo’ ritrovato nelle prigioni del castello, al quale veniva passato il cibo tramite un’apertura sulle pareti del pozzo, si narra anche di bizzarri folletti che nella notte usavano intrecciare i capelli delle belle fanciulle. Famosa è anche la storia di un incendio che scoppiò talmente violento da costringere, in mancanza dell’acqua, i paesani a utilizzare il vino per riuscire a estinguerlo.
Le leggende del passato e i racconti misteriosi mi affascinano sempre molto. Staremmo ore ad ascoltare i cortigiani moderni raccontare le tradizioni del Brich e osservare i nostri oratori passarsi la macchina fotografica per farsi scattare una foto ricordo di questa giornata singolare.
Paolo Zanone e i progetti di Ars Teatrando
A proseguire la conversazione interviene un alto signore bruno di capelli, il viso apparentemente austero nasconde in realtà un gran cuore e un profondo amore per questo luogo, per la collina del Brich e le sue sorti future: è Paolo Zanone, presidente di Ars Teatrando, compagnia teatrale che, proprio il giorno prima, ha ottenuto in gestione i 19 ettari dell’area verde del Brich di Zumaglia (attualmente il Brich non è più sotto la gestione di Teatrando).
Paolo ci parla di una risorsa che per troppo tempo è stata poco valorizzata, di un parco con delle strutture interne troppo a lungo poco curate che sarebbe bello poter recuperare e rilanciare con iniziative che possano attirare nuovi visitatori.
L’idea del presidente di questo gruppo di attori per passione è quella di creare un polo culturale che possa attirare proprio qui i curiosi e i visitatori in cerca di qualcosa di più delle semplici passeggiate sul colle, che saranno comunque sempre il metodo migliore per gustare a fondo la natura che qui raccoglie specie vegetali insolite per la zona, portate nel passato dai nobili residenti.
La Cascina Alè, di un paio di curve sottostante al castello, dopo una fase di restauro, è stata riaperta come agriturismo, come già voluto dal vecchio proprietario che qui allevava e accudiva un gran numero di animali tra cui anche un lama. Ora vi si trovano un punto di ristoro, un’area d’accoglienza in cui i viandanti possano trovare ospitalità e, se vogliono, dedicarsi alla cura dell’intelletto e della cultura.
In totale un progetto straordinario e ambizioso che per lunghi anni è stato un mezzo tramite cui promuovere e far conoscere al mondo le bellezze del Brich di Zumaglia.
Discesa tra la natura del Brich di Zumaglia
Ultimiamo la visita salendo sulla terrazza immersa nella nebbia, il panorama oggi è inesistente, e poi scendiamo nel sotterraneo dove un tempo si trovavano le vecchie carceri di cui oggi poco resta, se non un suggestivo cunicolo che conduce a due antri che un tempo fungevano da celle.
Il tempo stringe, purtroppo quando ci si diverte e si trova qualcosa di interessante da fare, sentire e vedere, pare che trascorra ancora più veloce, e siamo costretti a congedarci, ma Paolo si offre di accompagnarci, assieme ad alcuni collaboratori della pro loco, nel nostro cammino verso valle che ci porterà a Ronco Biellese.
Ascoltando i sogni futuri di Paolo Zanone ci incamminiamo lungo il sentiero. I ciottoli irregolari non sono molto comodi per la discesa, appunto nella memoria di procurarmi scarponcini o scarpe da trekking più comode per la prossima volta, quando ad un tratto il gruppo si blocca.
Attoniti osserviamo increduli un signore che tranquillamente sta seduto su una tazza del water sotto a una pianta. Mentalmente mi chiedo: ma proprio oggi questo pazzo doveva venire qui a espletare i suoi bisogni?
Ci metto alcuni minuti a capire che è un attore della compagnia Teatrando, Frank Juch, che con la sua performance originale e inaspettata si esibisce in un soliloquio che catalizza totalmente la nostra attenzione e esprime sagge considerazioni sulla natura e quanto sia importante preservarla.
Un applauso per Frank, per la sua geniale esibizione e per averci fatto scordare per alcuni minuti che la pioggia sta continuando a scendere lentamente e la nebbia si fa sempre più pesante.
Nonostante il tempo poco favorevole, il Brich di Zumaglia ha saputo regalarci emozioni e atmosfere uniche e d’altri tempi. Un’avventura che non scorderemo di certo, come del resto è difficile scordare la stupenda vista che da qui si gode nelle giornate in cui il cielo terso permette di spaziare con lo sguardo giù attraverso la Pianura Padana fino a vedere il profilo degli appennini liguri.
Un sentito ringraziamento alle Pro Loco di Zumaglia e di Ronco Biellese e allo staff di Ars Teatrando per aver reso unico tutto questo.
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