Alcuni giorni fa siamo stati invitati dallo staff di TurismoTorino a vivere un’esperienza luculliana nella piacevole cittadina di Carmagnola, a circa un’ora dal capoluogo piemontese. Carmagnola è da sempre conosciuta per l’eccellenza di uno dei suoi prodotti, un ortaggio che in questa zona è il re della tavola, il peperone.
Già l’anno scorso siamo stati alla Sagra del Peperone, un evento che ricorre ogni anno e durante il quale potrai trovare, oltre a una piccola fiera-mercato dei prodotti tipici locali, anche molte occasioni di gustare il pregiato peperone in molte preparazioni che ne esultano il sapore e che lo fanno diventare davvero il re di un banchetto tipicamente carmagnolese.
Il peperone qui è storia locale, è tradizione e cultura. Coltivato storicamente in quest’area che ne favorisce la crescita grazie al terreno piuttosto sabbioso e dai valori ideali per lo sviluppo della pianta, oggi questo ortaggio costituisce una delle principali risorse agricole di questa parte del torinese.
Di certo non sono mancati i problemi legati agli insetti o alle malattie che affliggevano le coltivazioni, ma oggi tutto quanto è combattuto e debellato con tecniche biologiche e sopratutto con l’inserimento di insetti buoni che riescono a cacciare e liberare le piantagioni da quelli dannosi per il prodotto.
Ma torneremo a parlare del peperone più avanti perché la nostra giornata a Carmagnola non è stata solo questo, ci siamo anzi immersi nella scoperta di alcuni prodotti davvero eccellenti e ormai diventati anch’essi tipici.
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Mozzarelle di bufala di Carmagnola
Parlare di mozzarella di bufala in Piemonte forse può sembrare strano, è per questo che siamo stati di persona a scoprire l’allevamento di bufale dell’Azienda Agricola Chicco Luca, situata poco in periferia del comune di Carmagnola.
Meravigliati dalla scoperta di questo prodotto a così poca distanza da casa, ricorda che noi viviamo nel Biellese, è stato per noi un piacere fare due passi tra i box dove le bufale vengono allevate in conformità alle norme. I box sono infatti vaste aree recintate dove i capi di bestiame possono girare senza essere costretti in spazi ristretti. Certo possono sembrare sovraffollate, ma è un’impressione soltanto, infatti, nonostante lo spazio, per istinto e abitudine, le bufale si raggruppano tutte assieme quasi ammassate.
Osserviamo quegli occhioni languidi e colmi di curiosità che ci scrutano mentre scattiamo qualche foto, non sapevo che le bufale fossero così curiose, quasi sembra si mettono in posa. Il signor Chicco ci guida facendoci vedere il bestiame suddiviso in base all’età, i piccoli vitellini sono adorabili e teneri, mentre gli adolescenti sono un po’ più irrequieti, ma comunque sempre pacifici.
La famiglia Chicco ci accompagna nel caseificio, nelle sale dove il latte viene naturalmente tramutato in mozzarella. Le tanto amate mozzarelle di bufala che, ora ne abbiamo la certezza, sono proprio di Carmagnola. Esse sono solo uno dei prodotti che nasce qui, una parte del latte viene utilizzata per produrre formaggi, ricotte o anche per essere venduto sfuso, come alternativa al latte tradizionale.
La nostra visita si conclude con un assaggio, le piccole ciliegine di mozzarella, una bontà squisita che ci stuzzica l’appetito… e non vorremmo più andare via.
Prodotti della terra, ma non solo peperoni a Carmagnola
La seconda tappa della nostra giornata a Carmagnola è all’Azienda Agricola Fratelli Crivello, una delle varie aziende di Carmagnola dedita alla coltivazione e produzione del re peperone, l’ortaggio tipico di questa località.
In questa zona il peperone cresce rigoglioso e prospero grazie al terreno molto sabbioso e particolarmente favorevole perché drenante, questo evita alle radici marcescenze che si ripercuoterebbero sulla qualità dei frutti. Il cambiamento del clima, ci spiegano i fratelli Crivello, ha modificato anche le abitudini di coltivazione del peperone, che un tempo veniva riparato con semplici reti antigrandine, mentre ora viene coltivato sotto serre ricoperte da telo plastico che viene opacizzato con la calce, questo per filtrare i forti raggi solari che altrimenti brucerebbero la superficie dei frutti macchiandoli.
Nel rispetto dell’ambiente e della genuinità dei prodotti, alla piantagione non vengono dati pesticidi, le infestazioni di parassiti e malattie o funghi che potrebbero danneggiare il raccolto vengono combattute in maniera biologica con l’inserimento di insetti ‘buoni’ che debellano quelli dannosi, o di spore benefiche che allontanano lo svilupparsi di funghi.
Un grande alleato in questa lotta è l’Orius Niger, questo è il nome di un piccolo insettino amico delle serre, circa 500 individui ogni 500 metri quadri per garantire la qualità degli ortaggi senza impiegare veleni o sostanze chimiche.
Oltre ai peperoni, che in assoluto predominano in tutte e quattro le varietà carmagnolesi (Quadrato, Corno, Trottola e Tomaticot), l’azienda produce altri ortaggi quali le melanzane, i pomodori e quanto di buono la terra può offrire. Non solo peperone quindi, iniziamo a comprendere la ragione di questo viaggio tra i sapori di Carmagnola.
Birra artigianale da Have a Nice Trip
Prima di dirigerci a cena (ci aspetta un banchetto davvero speciale), facciamo un’ultima tappa, è l’ora dell’aperitivo e qui a Carmagnola scopriamo un locale davvero speciale, già solo il nome mi ispira un sacco: Have a Nice Trip.
Have a Nice Trip è un birrificio artigianale nato dalla passione di un gruppo di amici per la birra, dai primi esperimenti, ci racconta Luca Monterzino (uno dei soci), si è subito capito che l’amore per la birra era tale da volerla produrre in quantità. Per questo è nata quella che oggi è un’azienda in costante crescita.
Luca ci accompagna nello stabilimento di produzione della HNT (Have a Nice Trip) spiegandoci nel dettaglio il processo di produzione, da quando si prepara la miscela fino alla sua maturazione, prima nei barilotti d’acciaio e poi in bottiglia. Le birre prodotte sono state modificate secondo ricette che l’azienda tiene segrete, sia per differenziarsi dagli altri che per dare un sapore più caratteristico alla propria etichetta.
Così nascono la bionda Piedmont e la rossa Sardinia, due birre che abbiamo potuto degustare durante la visita e, tra le quali, non per essere di parte, preferisco la Sardinia. In occasione di questa giornata in anteprima per la Sagra del Peperone è stata inoltre ideata una birra ottenuta da una miscela speciale, la Renaissance, che ci viene donata come omaggio. L’abbiamo stappata poi a casa, è una birra scura e a Lele non è piaciuta molto, io invece ho molto gradito.
C’era una volta una ricetta… alta cucina del territorio
Dopo un pomeriggio di visite e minuziose spiegazioni cominciamo a sentire lo stomaco che reclama il suo tributo, è quasi ora di cena e siamo attesi da C’era una volta una ricetta, un posto dove siamo stati già lo scorso anno in occasione della Sagra del Peperone.
Nel corso di questo ultimo anno trascorso l’azienda ha accresciuto il proprio mercato, i prodotti genuini piacciono e la bravura di Chiara in cucina è davvero una garanzia. Anche suo figlio sta impegnandosi ai fornelli e da bravo imprenditore governa le redini aziendali.
La novità da C’era una volta una ricetta è ora la possibilità di poter mangiare, così, mentre l’anno scorso abbiamo solo degustato alcuni prodotti, quest’anno troviamo ad attenderci una tavola imbandita per una cena che già mi stuzzica al solo pensiero.
Ci rinfreschiamo prima con i dolci succhi di frutta naturali, un goccio di prosecco assieme e l’aperitivo è vincente, che sia fragola, pesca o mela.
Mentre in cucina si è già alle ultime battute, ci accomodiamo a tavola e diamo il via alla cena con alcuni antipasti sfiziosi. La battuta di manzo è una delizia, io la prendo senza granella di nocciole per scongiurare crisi allergiche. Il peperone inizia a farsi vedere, prima preparato con l’acciuga, poi ripieno della tipica bagna caoda, piatto tutto piemontese.
Golosità assoluta è il primo piatto, i tajarin (spessi e ruvidi come tradizione piemontese vuole) insaporiti con salsiccia, peperoni e gorgonzola. La ricetta avrebbe voluto l’aggiunta di panna da cucina, ma visto il periodo estivo il condimento risultava già abbastanza sostanzioso con il gorgonzola.
Un vero spettacolo architettonico è il dolce, un classico tiramisù che ci lasca a bocca aperta per la sua composizione. Nessuno riesce a rifiutarlo, anche questa volta la delizia del palato ci dice che la genuinità degli ingredienti è sinonimo di successo in cucina.
Lasciamo C’era una volta una ricetta consapevoli di essere un po’ in ritardo, tuttavia non potevamo esimerci dall’assaggiare tutto. Ci spostiamo in centro per visitare l’Antica Torrefazione che ancora oggi miscela i caffè per realizzare le migliori miscele made in Carmagnola.
In questo punto vendita, oltre al caffè venduto sfuso, a peso, è possibile trovare alcuni prodotti di pasticceria secca e caramelleria, i vasi di bon bon coloratissimi sono in bella mostra sugli scaffali che fanno sembrare il negozio una di quelle antiche drogherie di spezie d’altri tempi.
Una pausa caffè nel dehor è quello che serve, ci svegliamo con le forti note dell’arabica e ci prepariamo allo spettacolo finale che ci aspetta in piazza.
Giochi di luce aspettando la sagra a Carmagnola
La nostra intensa giornata è ormai al termine, ci dirigiamo nella piazza centrale della città, quella caratteristica attorno a cui si snodano stradine dagli scorci suggestivi e sulla quale si affaccia la Chiesa di Sant’Agostino, la parrocchiale cittadina.
Cammino fin davanti al suo portale ammirandone l’imponenza, mi volto e vedo centinaia di persone già sedute in attesa che lo spettacolo cominci. La folla vocifera grandi cose, pare che i preparativi procedano da tempo e che le aspettative siano grandi.
Ci schieriamo nel buio totale cercando di capire, ad un tratto si accendono le luci e la chiesa ne è avvolta, i raggi luminosi definiscono i profili delle colonne, del portale, del frontone e ad un tratto tutto l’edificio comincia a danzare.
Lo spettacolo è davvero emozionante, più che altro strano e incredibile. I giochi di luce proseguono e seguono i ritmi della musica finché non cala di nuovo il silenzio.
In questo momento un faro illumina una finestra alla sinistra della piazza, si affaccia un violinista, è Edoardo De Angelis che con le sue corde di violino ci incanta, catalizza l’attenzione della piazza costringendo tutti con il naso all’insù.
Alla fine della sua esibizione scrosciano gli applausi e pochi giochi di luce arrivano per salutarci e augurare la buona notte. Questo era lo spettacolo Renaissance tanto atteso.
Ripartiamo alla volta di Torino, è ora di rientrare, ma questo assaggio della sagra ci ha messo davvero la voglia di tornare durante lo svolgimento della Sagra del Peperone, perché la sagra qui non è solo peperoni, ma è tradizione e sapori da scoprire, un mix di usanze e gusti che evolvono e che rendono Carmagnola un’esperienza imperdibile.
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