Il Casentino è una zona d’Italia dai paesaggi che trasmettono pace. Le Foreste Casentinesi occupano un’area fra Toscana e Emilia Romagna in cui si trovano valli verdeggianti ricche di percorsi e itinerari da percorrere in cammino, come quello da Casa Santicchio a Frassineta.
Già ti ho parlato di Casa Santicchio, la nostra base da cui abbiamo visitato la Vallesanta. Proprio dai confini del suo terreno partono sentieri immersi nel verde che permettono di vivere esperienze immersi nella natura.
Con la guida di Andrea Gambassini e Mattia Speranza della Cooperativa ‘In Quiete’ partiamo nel primo pomeriggio imboccando un sentiero che risale la montagna. Il silenzio ci circonda, rotto soltanto dal rumore dei passi tra l’erba e le risate dei bambini che, euforici, ci saltellano attorno.
Casentino, una foresta da conoscere
Strada facendo Andrea ci spiega alcune cose riguardanti la Foresta Casentinese. Lo sapevi che è la foresta con la più alta densità forestale in Italia e una delle maggiori in Europa?
Il primo tratto di cammino segue un percorso dove la vegetazione non è molto alta. In prevalenza ci circondano bassi arbusti e questo ci consente di godere del panorama a mano a mano che saliamo di quota.
Proprio mentre seguiamo il crinale del monte ci fermiamo a osservare le cime del versante opposto della valle. Il bosco ricopre interamente il panorama e, in distanza, intravediamo un monte dal profilo irregolare, la cui cima è massiccia anziché appuntita. È il Monte della Verna, inconfondibile si delinea all’orizzonte.
Andrea a questo punto sfodera un libercolo datato. È una raccolta di poesie di autori che qui hanno vissuto o che comunque di qui sono passati. Il Casentino fino a cento anni fa non aveva strade che lo collegassero con il resto della regione e i viaggiatori dovevano obbligatoriamente attraversarlo lungo i sentieri e in cammino, imparando a conoscerlo a fondo e restando così colpiti dalla sua bellezza come si legge nei loro testi.
Incuriositi da alcune palline simili a bacche legnose presenti sugli alberi ci fermiamo ancora una volta a osservare. Andrea e Mattia ci spiegano che quelli non sono frutti, sono in realtà delle formazioni chiamate galle, sono create dalla pianta per difendersi da alcuni tipi di insetti che le infestano.
In pratica, dove un insetto punge la corteccia l’albero comincia a secernere una sostanza protettiva che pian piano lo avvolge. Dopo aver imprigionato l’insetto, la sostanza si secca diventando una sorta di cella d’isolamento per limitare i danni dei parassiti che ne escono forandolo una volta sazi.
Un’altra osservazione è legata ai licheni che spesso ricoprono i rami delle piante. Si tratta di una specie di ‘muschio’ verde grigiastro che spesso erroneamente è ritenuto infestante e dannoso.
Il suo nome specifico è polmonaria ed esso è in realtà un indicatore di buona salute dell’ambiente. In sua presenza si è certi che l’aria è pulita e le piante sono sane, in caso contrario i licheni non potrebbero crescere.
Un altro indicatore di buona salute del bosco sono i tronchi e i rami di legna morta nel sottobosco. Apparentemente sono sintomo di incuria, invece sono la dimora ideale per molti insetti benefici per la foresta e ne indicano quindi lo stato di buona salute.
Un cammino adatto a tutti
Dopo la prima parte più allo scoperto ci addentriamo nella vegetazione e anche qui notiamo alcuni tronchi caduti a terra, qualche galla sui rami e, in alcuni casi, i licheni. Ma adesso lo sappiamo, questi sono segni positivi.
Ce la siamo presa con calma, ma in ogni caso questo sentiero non è difficoltoso. Seguiamo le nostre guide che ci indicano come sono segnalati i percorsi nel Casentino, cartelli e frecce aiutano a non smarrirsi negli incroci. I bambini sono i più curiosi e ci precedono distaccandoci di parecchi metri. Usciamo di nuovo allo scoperto e, attraversando un pendio erboso, arriviamo in vista di Frassineta.
Risaliamo l’ultimo tratto, forse il più ripido, senza fatica e a questo punto possiamo ben dire che il percorso non è difficoltoso e può essere percorso praticamente da chiunque.
Frassineta e il Granaio di Narciso
Giungiamo infine al borgo di pietra di Frassineta provenendo da una strada sterrata. Passiamo davanti ad alcune casette chiaramente destinate ai turisti che vogliono passare qui qualche giorno immersi nella quiete della valle.
Passiamo vicino alla chiesa e notiamo che tutto è molto caratteristico. Ogni edificio è talmente intonato con il resto del paese che sembra essere quasi finto. Ci viene spiegato che in realtà questo era l’aspetto del borgo agli inizi del 1900 e la popolazione si adopera attivamente per preservare l’aspetto caratteristico.
Tra le vie ci attende il signor Angiolo Fani che ci accoglie con un sorriso mostrandoci una vecchia slitta di legno utilizzata per trasportare le merci durante gli inverni. Ci fermiamo incuriositi, sopratutto i bambini, siamo arrivati al ‘Granaio di Narciso‘, un ecomuseo realizzato dal signor Angiolo che porta il nome del suo babbo.
In questo edificio, suddiviso in due stanze, Angiolo ha radunato una gran varietà di oggetti d’epoca ormai caduti in disuso. Non solo attrezzi agricoli (che costituiscono la maggior parte dell’esposizione) ma anche una culla, accessori per la casa, pentole e stoviglie di vario genere. In pratica qui è raccontata la vita rurale del Casentino.
Una particolarità che mi colpisce nella seconda stanza è l’accostamento di due fotografie che ritraggono Frassineta. In quella più vecchia si vedono molti prati i cui confini sono ben visibili, mentre nell’altra, più recente, il pendio è ricoperto dal bosco.
In entrambe le foto, Angiolo ha scritto in corrispondenza di ogni appezzamento di terreno il nome che lo distingue. In questo modo, anche con lo scomparire dei prati, i campi vengono ricordati con i nomi che un tempo li distinguevano.
Lasciamo Frassineta mentre la sera si avvicina. Ci allontaniamo in auto osservando il profilo del borgo che sparisce dietro la montagna, Casa Santicchio ci aspetta.
L’itinerario è consigliato agli amanti della natura, non occorre essere esperti camminatori in quanto il livello di difficoltà è basso. È un’occasione per restare incantati dalla foresta scoprendola in lentezza. Un’esperienza che si rivela anche introspettiva e per questo notevolmente appagante. Il modo migliore di vivere il Casentino.
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