Il nostro arrivo nel piazzale di sosta degli autobus a Phang Nga non è stato dei migliori. Sogno di visitare questa località da prima della partenza, ma, dopo le due ore di bus abbondanti che la separano da Krabi, ad accoglierci troviamo uno dei temporali più forti che abbiamo mai visto. Ma andiamo con ordine, ti spiego come arrivare a Phang Nga Bay e come ho organizzato la mia escursione nella baia.
Uno dei lati positivi del viaggiare in Thailandia è il basso costo con cui ci si può spostare. Si può dormire e mangiare spendendo davvero poco e il biglietto del pullman, ad esempio, non è da meno. Il bus da Krabi aeroporto a Phang Nga ci è costato poco meno di 2€ a testa, per questo se mi domandi come arrivare a Phang Nga Bay il mio consiglio è sicuramente:prendi l’autobus. Il mezzo, contrariamente a quel che si può pensare, era comodo, forse non troppo pulito, ma confortevole.
Ho ancora impressi nella memoria un gruppetto di funghetti che trova buon terreno nella gommapiuma che fuoriesce da uno strappo nella fodera in finta pelle del grande sedile posteriore, appena li ho visti non ci volevo credere. Ma anche questo fa un po’ parte del folklore locale e ha suscitato in noi qualche vivace risata.
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Come arrivare a Phang Nga Bay
La prima cosa che non potrei mai scordare è il nostro arrivo a Phang Nga. Seduti comodamente sul sedile, semi appisolati dopo il volo da Chiang Mai e la strada da Krabi, rinveniamo quando l’autista comincia a urlare ripetutamente il nome della fermata successiva, Phang Nga appunto.
All’esterno il cielo e la terra sono acqua, il temporale non accenna a diminuire intensità e i nostri bagagli sono nel bagagliaio. Inoltre il dubbio che mi assilla, viste le condizioni meteo, è: come diavolo facciamo a trovare l’agenzia turistica consigliata dalla guida, una tale Sayan Tours?
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Non c’è tempo per pensare, quindi non aspettarti qualche consiglio intelligente. Il bus frena e si ferma, noi quasi trattenendo il fiato ci immergiamo nella pioggia battente, seguendo la fiancata apro la stiva e, afferrate le due valigie, ci fiondiamo al riparo entrando nei primi due negozi che ci capitano a tiro.
Mentre Valentina mi chiama da un piccolo minimarket, io finalmente all’asciutto alzo lo sguardo e sulla mia testa vedo un’insegna che non mi sarei aspettato di vedere nemmeno se l’avessi combinato apposta. Sono corso proprio dentro la Sayan Tour.
I titolari di questa piccola agenzia sono una coppia giovane, non ricordo i loro nomi, ma sono stati davvero gentili con noi. Un po’ disorientati chiediamo informazioni sulle escursioni disponibili, sono quasi le due del pomeriggio e io temo di dover attendere fino alla mattina successiva.
In effetti le escursioni di poche ore nella baia sono tutte terminate per oggi, ma i ragazzi ci spiegano che per assaporare al meglio l’atmosfera del luogo è meglio prendersela comoda.
Siamo ancora in tempo per organizzare la nostra escursione a Phang Nga Bay, alle 16 del pomeriggio c’è la possibilità di partire in long tail boat, le imbarcazioni tipiche del posto, e fare un breve giro tra le mangrovie per poi raggiungere un villaggio, pernottare e proseguire la visita il giorno successivo. Il tutto con pasti compresi.
Non occorre pensarci troppo su, l’idea di una crociera simile ci piace, non credevamo di averne il tempo, ma nessuno ci corre dietro e, inoltre, paghiamo soltanto 25€ a testa.

Un pasto insolito a Phang Nga
Attendendo di partire domandiamo dove sia possibile mangiare qualcosa e la ragazza ci indica una tettoia, all’altro lato della piazza, dove potremo trovare del cibo.
Incerti se correre nuovamente sotto la pioggia esitiamo, ma gentilmente gli agenti ci prestano un piccolo ombrellino appartenente alla figlia. Non ti dico le risate ad attraversare a passo spedito il piazzale cercando di coprirci la testa sotto quel piccolo riparo dagli orli bordati di pizzo, fu un vero spasso.
Arrivati sotto la tettoia ci troviamo davanti un ristorante improvvisato e la cuoca ci domanda cosa gradiamo mangiare. Incerti e desiderosi di un piatto sostanzioso ordiniamo riso fritto che, a quanto ci dice la cuoca, è un piatto tipico di Phang Nga.
Ci accomodiamo a un tavolino e solo allora realizziamo la scarsa pulizia del luogo. Restiamo impressionati dalle sedie bianche ormai marroni e dal frigo dei gelati su cui a mala pena si legge la scritta ‘Coca Cola’.
Sempre più dubbiosi attendiamo che la cuoca finisca di rimestare in una grande padella unta di olio addensato e, quando poco dopo ci serve, con molta esitazione cominciamo a mangiare.

Incredibile quanto buono fosse quel riso fritto, il migliore che io abbia mai mangiato e, a questo punto incuranti dell’igiene, lucidiamo i piatti.
Dispiaciuto di non aver tempo per un bis mi complimento con l’oste, che ricambia con un solare sorriso che le illumina il volto. Paghiamo un conto di circa 1€ prima di recarci alla partenza del tour.
Escursione all'Isola di James Bond nella Baia di Phang Nga
Si parte per la baia di Phang Nga
Alle 16, puntualissimo, il pulmino parte. Fino al porticciolo ci saranno 20 minuti di strada circa, ma questo ci permette di conoscere i nostri compagni di viaggio, tre signore davvero molto simpatiche che arrivano dall’America.
All’imbarco ci attende il nostro barcaiolo, un signore di mezza età piuttosto robusto, vista la media dei residenti. È un tipo di poche parole e ci indica di accomodarci. I motori si accendono quasi subito e, in breve tempo, vediamo la foresta di mangrovie scorrere al nostro passaggio.
Ah, il temporale! Come se lo sapesse, pian piano la pioggia si è fermata, l’aria umida ci rinfresca il viso mista agli spruzzi del mare contro la prua della barca.
Siamo diretti a Koh Panyee, dove si trova il villaggio dei pescatori, detto anche degli zingari del mare, e Phang Nga Bay è magnifica.
Scopri il villaggio di pescatori di Koh Panyee

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