Quello che più mi ha colpito della mia permanenza a Bocca di Magra sono le molteplici sfaccettature con cui questa piccola località si presenta al visitatore. Non parlo della sua mutevolezza in base alle condizioni atmosferiche, mi riferisco al modo in cui muta la percezione di questo luogo a mano a mano che lo si conosce più a fondo. Oggi ti parlo di cosa fare a Bocca di Magra.
La differenza che ho notato tra questa e altre località liguri può essere puramente un fatto soggettivo, ma mi ha colpito il fatto che, nella sua semplicità, Bocca di Magra può essere una meta di vacanza adatta a tutti in ogni stagione.
Arrivare a Bocca di Magra e sentirsi al mare
Arrivando alla sera alla ricerca della struttura in cui avremmo soggiornato, A Cà da Tirde, una casa vacanza posta a pochi passi dal porticciolo turistico locale, osservo le luci riflesse sull’acqua. La strada costeggia la riva e io, ma anche Luca che viaggia con me, mi trovo a pensare quanto sia bello il lungomare di questo paesino.
Ad accoglierci è Giorgio, il proprietario di A Cà da Tirde, e, come ti ho già raccontato in precedenza, ci accompagna in una casa del paese dove un gruppo di persone, amanti di questa terra, ci accoglie come se fossimo cari amici che non si incontrano da tempo.
In questo clima, subito familiare, non perdiamo l’occasione di fare i complimenti per il lungomare appena percorso, ma subito veniamo redarguiti: il passeggio alberato e romantico che si estende tra l’acqua e Via Fabbricotti a Bocca di Magra è in realtà un lungofiume.
Con un pizzico di imbarazzo faccio mente locale… eh si, in effetti ripensando alla cartina il mare si trova più avanti. Questa meraviglia serale è in effetti l’ultimo tratto del fiume Magra che sfocia nel mediterraneo, fattore che di tanto in tanto mi capita di dimenticare durante la mia permanenza qui.
Cosa fare a Bocca di Magra, il fascino del mare invernale
La mattina seguente, prima che gli altri si sveglino per colazione, come per confermare quanto mi è stato raccontato, esco di buonora per una passeggiata sul molo. Appena fuori dall’uscio mi colpisce l’aria pungente, il cielo è coperto da nuvoloni grigi e minaccia pioggia. Come spesso di dice dalle mie parti il tempo peggiore per andare al mare.
Faccio alcuni passi, fino davanti alle rovine dell’antica Villa Romana Marittima, una residenza che doveva essere lussuosa, della quale restano poche mura tra le quali si mettono in scena manifestazioni e rappresentazioni e dove, la sera talvolta, pascola tranquillo un cinghiale.
Nonostante il forte vento e l’oscillazione delle barche, lungo il molo l’acqua non sembra essere troppo movimentata e, verso la fine del camminamento, comincio a sentire le prime goccioline d’acqua che mi colpiscono il viso.
Non è la pioggia, non piove ancora. Il forte rombo delle onde che si frangono sulla roccia non lascia dubbi, è il mare.
Mi avvicino per vedere meglio, oltre la barriera frangiflutti si vede il Mediterraneo, scuro, grigio più del cielo e, a quanto pare, arrabbiato oltre misura.
Alte onde si rincorrono fino a riva e urtano i macigni che proteggono il molo, le bianche creste si frangono e minuscole gocce polverizzate riempiono l’aria, è uno spettacolo formidabile.
Mi riunisco al resto del gruppo, siamo diretti al Bar Tortuga che sta proprio vicino al lungofiume. È un locale giovane e pitturato con colori vivaci, gli arredi ricordano i locali sulle spiagge caraibiche, ma al posto delle noci di cocco in vetrina si trovano invitanti croissants e brioches. La più sensazionale è la torta di mele di Milena che, accompagnata al caffè o al cappuccino, ti fa iniziare per il verso giusto la giornata.
Dopo l’alluvione del 2011
Mentre la pioggia comincia un poco a farsi sentire passeggiamo lungofiume. Giorgio ci racconta delle difficoltà che questa zona ha dovuto affrontare a causa dell’alluvione del 2011, un evento che ha segnato profondamente Bocca di Magra, ma che sopratutto ha risvegliato la volontà nei residenti di far tornare questo territorio ai fasti passati, come lo descriveva il Montale nelle sue composizioni poetiche.
Uno dei danni più ingenti è stato l’abbattimento del Ponte della Colombiera, unico viadotto che permetteva di passare alla sponda opposta del fiume dove si trova frazione Fiumaretta.
Attualmente è possibile attraversare per mezzo di un piccolo battello che fa servizio navetta tra le sponde, ma il disagio resta grande. In condizioni di maltempo, come oggi ad esempio, le imbarcazioni non navigano e chi per necessità dovesse recarsi a Fiumaretta o viceversa è costretto a risalire il Magra fino al ponte più vicino. Il che comporta un tragitto di circa 20 chilometri, ovvero 40 chilometri per andata e ritorno.
Nella speranza che l’amministrazione riesca a ultimare in breve tempo i lavori, garantendo anche un più facile accesso dalla Toscana, ben quindici enti locali, tra cui associazioni, commercianti e privati, si sono uniti in un’associazione volta a rilanciare l’immagine turistica del luogo, sto parlando di Boccadamare.
Grazie all’impegno e alla collaborazione tra gli associati si organizzano, piuttosto frequentemente, delle manifestazioni rivolte ai bambini, alle famiglie o ad un pubblico di tutte le età. Alcuni esempi sono i mercatini delle pulci di cui Giorgio ci parla, oppure gli episodi musicali con tanto di danze, vedere il lungofiume come pista di ballerini di Tango dev’essere molto emozionante, o ancora le sedute di massaggi shiatsu in relax sul prato.
La storia del campo sportivo salvato
Il grande amore per la propria terra si trova anche nella storia del campo sportivo di Bocca di Magra, un’area svago che l’alluvione e le frane avevano distrutto e sepolto. Questo terreno, come ci racconta Giuliano, è stato bonificato e sistemato grazie al lavoro di molti volontari e oggi, lui e altri due ragazzi, Nicolò e Daniele, cercano di tenerlo in buone condizioni per offrire un’area sportiva ai giovani del paese.
Giuliano è un uomo socievole, dalla sua voce traspare la passione e, durante la nostra visita, ci racconta di un paese provato nel passato fin dai tempi dalle guerre. Essendo zona costiera e strategica, gli eserciti edificarono trincee e postazioni di vedetta sui colli a ridosso di Bocca di Magra, luoghi ancora visitabili che affiorano tra la vegetazione lungo i numerosi sentieri.
E mentre, in tono allegro, ci dice che i monti qui attorno sono come un gruviera, ci mostra degli archi in muratura risalenti al passato e altri più recenti in cemento che di certo risalgono alla guerra. Il sottosuolo in questa zona è pieno di cunicoli e passaggi.
Sotto l’ombra delle piante, recuperando i tronchi degli alberi abbattuti dalle intemperie, si sta cercando di creare una piccola oasi. Un’area picnic dove le famiglie o i gruppi di amici possano trovare svago e momenti di aggregazione.
Di certo il brutto tempo non ci aiuta ad apprezzare le bellezze paesaggistiche, ma il mare d’inverno ha un grande fascino e la tranquillità dei viali, benché sferzati dal vento, offre occasioni per meditare e concedersi del tempo per pensare.
Incanto d’estate tra sole e mercatini
Come se ci fosse stato un balzo di sei mesi, il giorno successivo al risveglio ci attende un’alba da cartolina. Certo il sole sorge dietro i monti, ma il cielo è terso e solo qualche piccola nuvola bianca vaga solitaria in contrasto con l’azzurro.
Il fiume scorre piatto verso la foce e, facendo due passi, risalgo la banchina per vedere il mare, calmo, che lambisce la piccola spiaggia scura su cui sono ammassati i detriti trasportati dalle intemperie e dal fiume nella stagione invernale da poco terminata.
Tra meno di un mese, sotto i raggi caldi del sole, immagino i bagnanti rilassati nel tentativo di ravvivare la tintarella. È un pensiero automatico che mi sorge osservando i numerosi camerini che contornano la spiaggia che, di certo, è molto apprezzata dai villeggianti.
Approfittando del sole ci dedichiamo al trekking e lasciamo Bocca di Magra per alcune ore. Al nostro ritorno, a metà pomeriggio, il lungofiume è pieno di vita, la gente passeggia, alcuni mangiano, forse, il primo gelato della stagione e i locali sono affollati.
Nei pressi del porticciolo è stato allestito un mercatino, bianchi gazebo e banchetti attorno ai quali passeggiano molti visitatori, incuriositi dalla merce esposta nel relax di una giornata domenicale.
Per noi è ora di ripartire ed è un peccato, proprio adesso che il lungofiume è così vivo e la giornata non è ancora giunta al termine.
Certo, non siamo riusciti a vedere Fiumaretta, ma questo è un buon motivo per tornare e completare la nostra visita in futuro, del resto un paio di giorni sono troppo pochi per scoprire cosa fare a Bocca di Magra, perché qui c’è ancora molto altro da scoprire.
Complimenti bellissimo articolo
Presto andrò a vedere con i miei occhi cosa ho letto, splendida descrizione Grazie
Grazie Sonia, lieto tu abbia apprezzato. Bocca di Magra fu davvero una piacevole scoperta 🙂
Un ringraziamento speciale per aver visitato il campo sportivo ed aver raccontato una breve, ma intenso riassunto di ciò che stiamo realizzando.
Grazie ancora!
Grazie a voi tutti per l’ospitalità che ci avete riservato, è lodevole il vostro impegno nel lavoro di ricostruzione e ritorno alla normalità dopo l’alluvione passata! Complimenti!