Viaggiando on the road in Spagna alla scoperta di località autentiche e meno conosciute dal turismo ci dirigiamo a Cuenca, cittadina forse poco conosciuta ma che riserva piacevoli sorprese. Ecco cosa fare a Cuenca durante un soggiorno di due giorni, tra meraviglie naturali e strani edifici da scoprire.
Situata nella parte nord-orientale della regione di Castilla-La Mancha, quindi per capirci a est di Madrid, Cuenca è una città ricca, molto bella e sorprendentemente incantevole.
Costituita, nel suo centro storico, da suggestivi edifici di epoca medievale è conosciuta principalmente per le particolarissime casas colgadas, ovvero case pensili che sorgono arroccate al di sopra delle profonde gole che circondano la città. Per questi elementi di prestigioso interesse tutto il centro storico è stato inserito dall’UNESCO nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità.
La parte nuova della città è decisamente meno tipica, sorge ai piedi della collina del centro storico e si espande verso le pianure al terminare della vallata.
Alloggiamo poco distante dal centro, nella parte nuova di Cuenca. Qui è possibile trovare sistemazioni a buon prezzo e sopratutto è possibile arrivare con la macchina senza dover risalire le ripide vie della collina. Purtroppo questa volta, però, la fortuna non ci ha assistito. La camera è piccola, a mala pena riusciamo a passare lungo un fianco dell’unico letto, è buia e umidissima. Siamo praticamente in uno scantinato, infatti l’unico accesso all’aria aperta è proprio sopra la testata del letto, ma al livello dei marciapiedi. In sintesi decidiamo di non arieggiare, nessun riparo divide la strada dalla camera, ci diamo una lavata nel bagno quasi inesistente e usciamo a prendere un po’ d’aria. Cose che capitano, ma che non ci impediranno di esplorare la città.
Prima giornata alla scoperta di Cuenca
Essendo metà pomeriggio decidiamo di esplorare le vie dei dintorni della pensione e scopriamo quindi che Cuenca è una città molto animata, ma che mantiene un ritmo pacato e rilassato.
Facciamo uno spuntino presso uno dei tanti bar della zona pedonale e poi ci dirigiamo verso il centro storico.
Non conoscendone la disposizione, una volta raggiunto il fossato che scorre lungo il fianco della collina decidiamo di seguirlo e ammiriamo gli antichi ponti di pietra che permettono di oltrepassarlo. Decidiamo quindi di affrontare la salita, siamo praticamente dietro la collina, lungo il versante che da verso la valle, e qui si trova un ampio parcheggio per i turisti. Risaliamo i vicoli sovrastati da questi edifici che si ergono a strapiombo sulle stradine, il luogo è davvero molto suggestivo.
La strada è più ripida di quanto pensassimo e prosegue a zig zag con curve molto strette, per la fatica siamo costretti a fermarci un paio di volte, non siamo allenati a camminare, ma la pausa ci permette di fare due risate osservando gli automobilisti che cercano di svoltare lungo i tornanti evitando le macchine parcheggiate a lato.
Raggiungiamo la vetta in Plaza Mayor, che troviamo inaspettatamente sbucando da un vicolo pedonale, alla nostra sinistra una strada entra in piazza passando al di sotto di un pittoresco arco sopra al quale si trovano delle abitazioni, gli edifici della piazza, risalenti all’epoca medievale, sfoggiano colori vivaci e trasmettono allegria a questa piazzetta di per se piuttosto spoglia.
Nei pressi dell’arco la piazza si restringe e da ambo i lati si trovano dei bar ristoranti da cui si gode un’ombra rinfrescante, anche a Cuenca il sole è implacabile e nonostante ci si trovi più a nord picchia inesorabile, sopratutto nelle ore pomeridiane.
Dopo esserci rigenerati bevendo acqua freschissima facciamo due passi nella zona alta, una strada lascia la piazza verso nord dalla parte opposta all’arco e prosegue attraversando Cuenca fino al quartiere che sorge sulla collina alle sue spalle. Sul lato orientale si trova invece un’imponente cattedrale, la sua facciata non rappresenta uno stile specifico, gran parte venne restaurata nel novecento, ma si può ancora intravedere qualche carattere della sua origine gotica; precedentemente in questo luogo sorgeva una moschea.
Lasciamo la piazza da nord e poco dopo ci addentriamo in un vicolo, al di sotto di un portone, che ci conduce sulla strada panoramica orientale. Prima di vederla è impossibile capire quanto sorprendente sia questa vallata.
Eroso negli anni dai corsi d’acqua che scorrono a valle, il Rio Jucar e il Rio Huécar, questo canyon circonda la vecchia Cuenca da entrambi i lati, le pareti dei dirupi, consumatesi nel tempo, ricordano tantissimo le rocce di Meteora viste l’estate scorsa in Grecia, dal parapetto della strada è possibile ammirare un panorama mozzafiato sul fondovalle decine di metri più sotto.
Proseguendo lungo questa via panoramica notiamo vari percorsi che si snodano sulle colline circostanti e dall’altro lato della vallata, molto più in alto rispetto a noi, si erge il Cristo del Socorro, una statua del Cristo che veglia al di sopra delle valli.
Scendendo lungo la strada centrale ci ricolleghiamo a Plaza Mayor e avvistiamo finalmente le indicazioni verso le casas colgadas. Siamo curiosi di vedere queste abitazioni, abbiamo letto varie descrizioni e visto alcune fotografie, ma non riusciamo a capacitarci del perché riscuotano tutto questo successo.
Da una piccola piazzetta si svolta a sinistra e si discende leggermente trovandosi nuovamente su una balconata esterna della città, più avanti vediamo il suggestivo Puente de San Pablo, un ponte in metallo e legno, non carrabile, che oscilla sotto i passi dei visitatori e attraversa la valle in un punto molto profondo. Facciamo qualche passo verso il ponte in cerca delle case pensili, ma le scopriamo solo girandoci indietro. Alle nostre spalle infatti si ergono questi spettacolari edifici costruiti sull’orlo del precipizio e risalenti al XVI secolo, il piano terra è in corrispondenza del dirupo, mentre i piani superiori, a balze, fuoriescono verso il vuoto con balconate sempre più sporgenti.
È una vista davvero impagabile.
Risaliamo verso la città, ormai è ora di cena e vogliamo preservare per domani la contemplazione delle casas colgadas.
Ceniamo in un ristorantino della città bassa, rientriamo presto, vogliamo preservare le energie per la giornata di domani.
Cosa fare a Cuenca, percorsi trekking nella vallata
La mattina seguente, complice la scomodità del letto, ci svegliamo piuttosto presto. Presso un bar vicino ai poco distanti giardini facciamo colazione con cafè solo, croissant a la plancha, marmellata e succo d’arancia, un pasto sfizioso e carico di energia che ha spesso accompagnato i nostri risvegli qui in Spagna.
Decidendo di variare il percorso rispetto a ieri, passando dal parcheggio per turisti ai piedi della collina, risaliamo lungo il versante orientale del canyon. La strada conduce a un affascinante monastero che sorge sullo strapiombo da questo lato della valle, vicino ad esso si trova il Puente de San Pablo.
Visto da quest’angolazione il ponte è molto più suggestivo e la vallata sembra proprio tanto profonda. Oltre di esso si scorgono le casa colgadas appese sul vuoto.
Poco oltre il monastero troviamo il principio di un sentiero, il percorso è ben segnalato e, passando in mezzo alla vegetazione in ambienti davvero stupendi, risale la collina fino a giungere al Cristo del Socorro circa un’ora e mezza più tardi. Proprio qui si trova un mirador, ovvero un punto panoramico.
Cuenca, là in fondo alla valle, sembra davvero piccola; la gola scavata dal torrente si dirama in varie spaccature del terreno che formano tante piccole valli e rendono questo luogo incredibile. Il Cristo, immerso nel silenzio d’alta quota, osserva tutto ciò silenzioso.
La discesa è più semplice, meno faticosa e perfino più rapida, in circa 45 minuti siamo di nuovo al Puente de San Pablo.
A questo punto siamo pronti ad ondeggiare nel vuoto, percorriamo i pochi gradini all’inizio del ponte e procediamo sulle tavole di legno. La sensazione è impressionante. Il ponte ondeggia lentamente in senso orizzontale a causa dell’aria che spira in valle, ma quel che più ci impressiona è l’onda prodotta ad ogni passo, se calcoli che oltre a noi due sul ponte c’erano altre 8 persone beh… si ballava davvero tanto!
Dal centro della vallata si gode della vista ideale sulle casas colgadas, alcuni ragazzi hanno attaccato dei lucchetti con incisi i propri nomi lungo la ringhiera in segno d’amore e quasi tutti cerchiamo di trovare l’equilibrio per scattare qualche foto non mossa.
Proseguiamo fino al fondo e, giunti a terra, svoltiamo verso destra. Da questa parte si trova un sentiero e, osservandolo dall’altro lato della valle, abbiamo notato che segue un percorso che, passando accanto ad alcune rovine, giunge sopra la collina.
Infatti, dopo i primi metri di discesa, la via riprende a salire. In alcuni punti sterrata, in altri a gradini e in altri facendo slalom su rocce lisce e scivolose, risaliamo cercando di non catapultarci di sotto.
Più o meno a metà della salita si trova una grande casa, il giardino antistante sporge a balconata sul vuoto, nella parte anteriore si trovano antichi portici colonnati. Scopriamo che era di un artista, pare fosse un poeta, ma non capiamo il perché la struttura sia stata abbandonata. Senza nessuno a prendersene cura il tetto sta ormai crollando, le balconate idem e vari cartelli avvertono di non avvicinarsi troppo.
Continuando a salire si percorre un tratto molto panoramico dal quale si gode della vista di tutto il versante posteriore della collina, da qui sempre salendo si giunge a un piazzale dotato di un grande parcheggio. Ci sediamo su delle panchine e osserviamo il panorama, sotto di noi come sospesi vediamo il monastero a sinistra, poco dopo il Puente de San Pablo e alla sua destra le casas colgadas in lontananza.
Ci troviamo nella parte alta di Cuenca dove, dopo una breve passeggiata sui torrioni e sulle mura, rientriamo in città percorrendo la via panoramica occidentale, che guarda verso l’altra vallata. Sebbene meno suggestivo, questo lato è comunque straordinario, la valle molto larga sul fondo ci offre un paesaggio molto piacevole.
Sulle colline, ad una quota poco più alta della nostra, scorgiamo gli occhi della montagna dipinti nella roccia per osservare la città.
Tramite alcuni vicoli ci ritroviamo in Plaza Mayor e ci rifocilliamo al Bar La Tinaja, di fianco alla cattedrale, sorseggiando sangria freschissima e sbocconcellando formaggio stagionato e jamon iberico, davvero divino!
Scendiamo nuovamente alla città nuova per farci una doccia, e camminando camminando siamo già a metà pomeriggio. Dopo esserci rinfrescati usciamo per la cena e riconfermiamo la nostra impressione che nei bar ristoranti vicino al Parque de San Julian si mangia davvero bene.
Approfittando della frescura serale, e qui a Cuenca è davvero fresca, risaliamo per rimirare le casas colgadas illuminate nella notte, forse il momento più suggestivo e romantico per salire sul ponte.
Cuenca, città di cui non avevamo mai sentito parlare, è stata una piacevole scoperta, semplice e molto caratteristica ci ha regalato bellissimi paesaggi e momenti indimenticabili. E dista solo 2 ore e 30 di bus o di treno da Madrid!
Ora che sai anche cosa fare a Cuenca non ti resta che farci un salto e se vuoi darci qualche altro consiglio per visitare questa località puoi lasciare un commento al fondo di questa pagina.
immagini bellissime di un luogo poco conosciuto che regalano l’emozione di scoprire un paesaggio affascinante in particolar modo le casas colgadas con la loro architettura la cui vista “notturna” è davvero fantastica!
Immagino poi cosa si possa provare ad attraversare il ponte con i suoi ondeggiamenti…(per me sarebbe una bella sfida visto che soffro di vertigini eh heee)