L’isola di Shikoku è la terza per dimensione tra le isole del Giappone, un territorio prevalentemente montuoso e ancora molto legato alle tradizioni. In questo post voglio parlarti di cosa fare a Shikoku e, in particolare modo, ti parlerò di 3 esperienze da vivere nella prefettura di Kagawa, tappa del mio recente viaggio in Giappone.
La prefettura di Kagawa è la più settentrionale dell’isola, rivolta verso il Mare Interno di Seto, è collegata a Honshu tramite il Great Seto Bridge che collega Kurashiki, nella prefettura di Okayama, a Sakaide.
Il Great Seto Bridge è una delle meraviglie architettoniche del Giappone, un ponte lungo 13 Km che si snoda appoggiandosi ad alcune delle isole minori. Il panorama che ne risulta è veramente suggestivo, tanto che spesso i viaggiatori si fermano sulle isole minori per scattare fotografie o, magari, per osservare il tramonto all’orizzonte.
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Cosa fare a Shikoku, mangiare gli udon
Una delle esperienze che potrai vivere a Shikoku è quella di gustare un delizioso (o anche più di uno) piatto di udon.
Gli udon sono un tipo di pasta lunga, simile a spaghetti, ma decisamente più spessi. Una pasta che si presta per numerose preparazioni, anche se quelle più frequenti sono in brodo e accompagnate da ingredienti da aggiungere secondo il proprio gusto. Alcuni esempi possono essere la pancetta, oppure l’uovo crudo, o anche le spezie.
Lungo il mio itinerario di viaggio ho fatto tappa a Sakaide, una cittadina prevalentemente industriale situata proprio all’estremità del Great Seto Bridge.
Questa cittadina, seppur poco interessante dal punto di vista architettonico, può essere un’ottima tappa logistica per gustare questa specialità della cucina giapponese e anche per vivere un’altra esperienza della vita in Giappone, gli onsen.
Gli udon, qui a Kagawa, si trovano praticamente ovunque, sempre ottimi a prescindere dal locale che li serve.
Passeggiando tra i fabbricati industriali nei dintorni del Sakaide Grand Hotel, dove ho pernottato, ho trovato infatti un caratteristico ristorante/self service che, a prima vista, può sembrare non raccomandabile. A convincerci a entrare è stata la grande affluenza di clienti giapponesi, avventori di ogni età, che aspiravano con gusto gli udon da fumanti piatti dalle abbondanti porzioni.
Qui ho mangiato il mio primo bukkake udon, rigorosamente in brodo con verdure tagliate sottili, un uovo in camicia, rapa grattugiata a crudo e il katsuo, un condimento ottenuto essiccando un tipo di pesce (la palamita) che poi viene grattugiato e utilizzato per insaporite i cibi. A condire il piatto anche una fettina di limone e l’accompagnamento con tè caldo come bevanda.
Se non avessi voglia di andare alla ricerca di un ristorante, anche quello interno all’hotel è molto consigliato. La cucina è tipica giapponese e anche qui puoi trovare gli udon, magari gustandone un’altra versione, che può essere lo shoyu udon, ovvero insaporiti con salsa di soia.
Piccola parentesi sugli onsen, ovvero le tradizionali terme naturali giapponesi, visto che li ho nominati. L’esperienza in un onsen è quanto di più tradizionale si possa vivere in Giappone, una pratica legata profondamente alle tradizioni e insita nella cultura locale.
Proprio il forte legame alle tradizioni fa si che il tatuaggio sia spesso associato a ambiti corrotti dalla mafia giapponese, per questo nella maggior parte degli onsen è vietato l’accesso se si hanno tatuaggi.
In alcuni casi, per tatuaggi di piccole dimensioni, è concessa tolleranza, oppure sono forniti particolari cerotti utili a coprire il tatuaggio. Avendo io due tatuaggi piuttosto grandi (25-30 cm) non ho potuto accedere all’onsen di Sakaide.
Dopo la notte trascorsa a Sakaide ci spostiamo per continuare la visita di Shikoku e scopriamo che anche la città di Takamatsu offre un ottimo panorama gastronomico, ma qui si trova anche un altro luogo molto interessante.
Visitare i Ritsurin Garden di Takamatsu
La città di Takamatsu è famosa per ben altro che il cibo, qui si trova uno dei giardini giapponesi più belli della nazione, un luogo di relax e che regala scorci molto suggestivi.
Il Ritsurin Garden ha una storia di oltre 300 anni e venne realizzato dalla potente famiglia samurai dei Matsudaira.
Il significato del nome è Bosco di Castagne, anche se di alberi di castagne se ne incontrano ben pochi, e si sviluppa su 13 collinette che abbracciano 6 laghetti artificiali realizzati in stile kaiyushiki, ovvero progettati al fine di poter ammirare la natura.
All’interno del parco si sviluppano molti sentieri, cammini adatti a passeggiate rilassanti e intervallati da scorci che lasciano col fiato sospeso. I laghetti e la vegetazione sono stati disposti e realizzati ad arte e, con l’ausilio di ponticelli, lanterne, piccole pagode e case tradizionali, il Ritsurin Garden si rivela una vera opera d’arte.
Gli alberi sono prevalentemente conifere, sopratutto attorno ai laghi, potate e sagomate con precisione per dare ai rami sinuosità e armonia. L’effetto è quello di passeggiare tra giganteschi bonsai che si abbracciano, si protendono sull’acqua creando bellissimi riflessi e fanno da cornice a viali e vedute mozzafiato. Il tutto per un’estensione di 160.000 metri quadrati.
Proprio affacciata su uno dei laghetti maggiori si trova la Kikughetsu-tei, una tradizionale e suggestiva casa da tè.
Al suo interno si trova una piccola esposizione di oggetti legati alla cerimonia del tè e alla tradizione connessa a questa bevanda, ma sopratutto si trova un’atmosfera quasi surreale in cui è possibile ordinare un tè matcha da sorseggiare osservando i riflessi delle coloratissime carpe koi che nuotano sotto il pelo dell’acqua.
Attorno alla casa da tè si trovano anche alcuni angoli di giardino privo di erba e il cui fondo è formato da candida sabbietta rastrellata, livellata e disposta con somma precisione in una sorta di fusione con lo stile dei giardini zen, che però non hanno vegetazione.
Se ti stai chiedendo ancora cosa fare a Shikoku il Ritsurin Garden è sicuramente una delle risposte esatte.
Visitare il Konpira Gu
Percorrendo alcuni chilometri e attraversando la vasta zona urbanizzata di Kagawa (essendo una delle più vaste aree pianeggianti del paese qui la densità di popolazione e urbanizzazione sono molto elevate) ci spostiamo a Konpira, località situata al limitare della pianura e ai piedi dei monti che occupano il cuore dell’isola.
Il Konpira Gu è un importante tempio shintoista dell’isola di Shikoku situato sulle pendici dei monti, un luogo molto venerato dai fedeli che vi si recano numerosi in pellegrinaggio.
La salita al tempio comincia in città, dove un torii indica la presenza di un luogo sacro. Qui le gradinate, alternate da tratti di camminamento in piano, sono fiancheggiate da negozi e luoghi di ristorazione che nei giorni di grande affluenza sono molto affollati.
A mano a mano che si prosegue gli edifici scemano, lasciando spazio alla natura e facendo si che la gradinata, sempre più ripida, si snodi tra una rigogliosa vegetazione.
Il numero totale dei gradini è 1368, suddiviso però in 3 tratti intervallati da alcune suggestive postazioni.
Dopo i primi 300 gradini si trova infatti un piccolo piazzale sul quale sorgono alcuni templi molto caratteristici. In questa zona, da cui si inizia a godere di uno splendido panorama, si trovano anche alcuni altari singolari, come quello sovrastato da una grande elica o come quello dedicato al migliore amico dell’uomo, il cane.
L’altare dedicato al cane è un importante segno della cultura locale, estremamente rispettosa degli animali, a tal punto da accettare che un cane svolga il pellegrinaggio e la salita al tempio in vece del proprietario nel caso ne sia impedito.
Superata questa prima tappa, i gradini proseguono nel loro suggestivo percorso e, dopo aver salito un totale di circa 700 gradini, si arriva ad un nuovo piazzale molto panoramico e dal quale si vede un vasto panorama a valle.
In questa zona vi sono alcuni templi molto caratteristici, edifici imponenti e maestosi davanti ai quali i fedeli si inchinano a pregare. In questa zona si trova anche un padiglione dedicato agli ex voto, luogo in cui sono esposti numerosi oggetti regalati dai fedeli in segno di riconoscenza per grazie ricevute.
A questo punto il cammino prosegue, ma purtroppo è vietato scattare fotografie in quanto ci si addentra nella zona più sacra. Il percorso sale ulteriormente, divenendo sempre più panoramico e suggestivo. Tuttavia la difficoltà del cammino aumenta in modo tale da comportarne la chiusura dopo periodi di forte pioggia o condizioni meteo avverse.
Nel complesso il Konpira Gu è stato il tempio più grande e complesso che ho visitato in Giappone, sicuramente il più spettacolare e, se ti domandi cosa fare a Shikoku, non può mancare nella tua lista di viaggio.
La prefettura di Kagawa è solo una parte dell’isola, quindi ridurre la lista di cosa fare a Shikoku solamente ad essa rischia di essere riduttivo. Tornerò comunque a parlare di questa parte del Giappone, una regione che riserva ancora molte sorprese.
Questo viaggio è stato realizzato in collaborazione con Japan National Tourism Organization
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