Sovente mi è stato chiesto cosa fare a Vercelli. Forse perché sono cresciuto a poca distanza da questa città, o forse perché spesso la gente vede Vercelli come una città piatta e circondata da risaie, non so bene quale sia il motivo, ma pochi conoscono le bellezze che la città conserva e in questo articolo voglio svelartene qualcuna.
Come sempre sostengo che prima di etichettare un luogo è bene conoscerlo un po’ a fondo, le impressioni limitate alla superficie, infatti, possono spesso essere errate e questo di certo è ciò che è sempre successo a me con Vercelli, città della quale ignoravo la ricca realtà artistica.
Vercelli è una cittadina non molto grande e adagiata nella pianura padana piemontese. È spesso conosciuta per il suggestivo panorama delle risaie allagate, vasti appezzamenti di terreno, delimitati da argini, nei quali si coltiva la risorsa primaria della zona, il riso.
Questa particolare conformazione territoriale, durante l’inizio della cultura risicola, appare totalmente allagata. Ci si trova in un paesaggio in cui il cielo si rispecchia sulla ‘laguna a quadretti’, così è stata battezzata, e suscita surreali emozioni per la vastità che l’orizzonte assume in un territorio così piatto e uniforme.
Cosa fare a Vercelli, itinerario di visita nei musei
Il modo migliore per conoscere la cultura vercellese è quello di visitare la città con delle guide locali. Per questo le mie guide in questa giornata a Vercelli sono Sabrina, Dario e Massimo, dell’associazione Terreriflesse.
In loro compagnia, passeggiando per le vie della città, ho potuto scoprire parte della grande ricchezza artistica e culturale che la città conserva.
Museo Borgogna, l’arte del Rinascimento piemontese
Per fare un balzo nell’arte classica ti consiglio di visitare l’affascinante Museo Borgogna, uno dei migliori musei di Vercelli. Esso è annoverato tra le più importanti pinacoteche del Piemonte ed è aperto al pubblico dal 1908 per volontà del proprietario.
Antonio Borgogna è un avvocato vercellese e appassionato di viaggi, egli visitò musei e gallerie d’arte in molte parti del mondo e, grazie alla frequentazione di esposizioni e accademie, sviluppò la passione per il collezionismo di opere d’arte di fine ‘800.
La sua dimora divenne quindi un vero e proprio scrigno per le opere in suo possesso. Come ci spiega Cinzia Lacchia, nostra guida al suo interno, la residenza venne aperta, grazie al suo pregio, agli artisti dell’Istituto di Belle Arti di Vercelli che la resero un campionario inestimabile.
Dopo alcuni anni dall’apertura al pubblico, in due riprese, l’edificio venne ampliato con l’aggiunta di ampi saloni più moderni e l’aggiunta di nuove collezioni oltre a quelle possedute da Antonio Borgogna.
In un’esposizione distribuita su tre piani è oggi possibile trovare una vasta collezione di pitture italiane, tele e tavole tra cui spiccano noti artisti locali o soggetti strettamente legati alla realtà vercellese. Penso in questo caso al tondo del Sodoma, divenuto simbolo del museo, o al caratteristico dipinto del Morbelli che ritrae le mondine al lavoro nella risaia, immagine che ben rende il significato di terre riflesse.
Molto significativa è anche la raccolta di affreschi murali, molti dei quali ancora attaccati al proprio blocco di muro, provenienti dai cascinali, dalle chiese o dai paesi disseminati nella pianura vercellese.
Il repertorio è in continua evoluzione. Proprio durante la nostra visita, infatti, fissato a un robusto supporto, si trova un blocco di muro dal quale, la restauratrice Maria Grazia Ferrari, sta abilmente recuperando un dipinto murale proveniente dal comune di Pezzana.
Ai piani superiori invece si trovano collezioni provenienti da altri paesi europei, in particolar modo i dipinti fiamminghi, molto apprezzati dal Borgogna, e una vasta collezione di tavole lignee.
Gli arredi e le sculture, sapientemente distribuiti all’interno della struttura, ci trasportano quasi in un’atmosfera d’altri tempi, un luogo in cui, se lo si desidera, è possibile passare le ore a meditare sulle sensazioni trasmesse dalle opere esposte.
Pop Art all’Arca con la Collezione Guggenheim
Notevolmente più moderna invece è l’esposizione visitabile presso l’Arca, salone espositivo situato in centro Vercelli, all’interno dell’antica Chiesa di San Marco restaurata. In questa chiesa sono stati scoperti pregevoli affreschi che ne decoravano le volte intonacate e verniciate durante un primo restauro che la tramutò in un mercato coperto.
Al momento della mia visita all’Arca era ospitata la Collezione Peggy Guggenheim, una bizzarra esposizione di quadri e sculture che riassumono le tendenze artistiche della Pop Art degli anni ’60.
Personalmente ho sempre trovato l’arte moderna, sopratutto quella troppo astratta, di ostica comprensione. Ho quindi molto gradito la nostra guida, un ragazzo davvero preparato, che ci ha spiegato il significato, che spesso ho ritenuto ipotetico, di molte opere a dir poco controverse.
Con un excursus che spazia nell’arte di questo decennio è possibile apprezzare tre filoni fondamentali, correnti artistiche che superano l’arte informale alla ricerca di nuovi segni e spazi. Parallelamente si può ammirare lo studio spaziale e monocromatico, mentre al termine dell’esposizione è possibile apprezzare la rivoluzione iconica e mediatica della Pop Art che volge alla rivalutazione della forma visiva.
Per le mie personali conoscenze, una mostra davvero ‘difficile’, della quale spesso ho comunque apprezzato i toni provocatori e innovativi. In ogni caso ritengo che, per avere una completa panoramica sui musei di Vercelli, non vi si possa rinunciare.
Al fondo dell’area espositiva si trova un piccolo shop in cui è possibile reperire libri inerenti la Pop Art oppure gadget, quali borse di tela o magliette o soprammobili, che si rifanno allo stile della Pop Art degli anni ’60.
Massimo ci presenta inoltre il nuovo ‘Vercelli Shoots‘, una selezione di cartoline che ritraggono gli angoli tipici della provincia. Indubbiamente un piacevole ricordo di una giornata vercellese.
Città del Riso: lo shop dei prodotti vercellesi (chiuso)
NOTA BENE: la Città del Riso come museo non si trova più a Vercelli, attualmente trovi il Museo del Riso presso il Museo Etnografico di Casalbeltrame (NO).
Uscendo dall’Arca, proprio al fianco destro della piazza, ci si trovava innanzi alla Città del Riso. Per certi aspetti questo poteva essere considerato un museo della tradizione culinaria di Vercelli e di tutto il vercellese, ma era anche un punto vendita in cui trovare tutti i prodotti che fanno grande questa terra: il riso in primis.
Oltre alla varietà di prodotti a base di riso esposti, per i curiosi e per coloro che poco conoscono il processo di lavorazione risicola era possibile assistere a una breve dimostrazione di come avvenga il passaggio dal riso grezzo, il cosiddetto risone, al riso brillato, ovvero privato della buccia, la lolla che viene destinata a impieghi differenti da quello alimentare.
Un’avventura che mi ha permesso di conoscere meglio le tecniche di preparazione e selezione di uno degli alimenti più consumati al mondo e che con rammarico apprendo essere stata cessata.
Insomma che sia di arte classica, moderna o di alimentazione, i musei di Vercelli ti aspettano per raccontare il territorio.
Per avere altri spunti su cosa fare a Vercelli puoi leggere anche:
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Itinerario di visita a Vercelli, tour per scoprire le terre riflesse – clicca qui;
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Visitare Vercelli, itinerario d’arte nel cuore delle Terre Riflesse – clicca qui;
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Cosa vedere a Vercelli, 4 esperienze da fare per vivere la città – clicca qui;
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Fotografie di Vercelli – clicca qui.
Quanto hai ragione! Spesso per fretta e per pigrizia ci soffermiamo alle “apparenze” di un luogo senza davvero conoscerlo. Io stessa devo ammettere che non conosco ancora perfettamente la mia città sebbene abbia un sacco di cose tutte da scoprire. Complimenti per la tua presentazione magistrale
Grazie Lara, contento ti sia piaciuta! 🙂
Vercelli, al di la dell’aspetto piatto conferito dalla pianura circostante, è davvero una città tutta da scoprire! 🙂