Continuano gli scritti d’autore firmati Elena Serrani, la guida turistica certificata che ci racconta il Biellese con il suo preparato occhio professionale. Una serie di appuntamenti volti a farci scoprire i tesori nascosti nei dintorni di Biella, e che oggi ci portano a scoprire cosa vedere a Netro.
Un gruppo di appassionati del territorio biellese si è ritrovato per visitare e conoscere alcune gemme della Valle Elvo. In una piacevole escursione organizzata dai consoli del TCI di Biella, Alberto Cerruti e Carlo Bozzalla Pret, l’itinerario è stato variegato e ci ha portato a conoscere tanti aspetti, dalla storia dell’arte a quella dell’industria locale, passando per la tradizione gastronomica biellese.
Cosa vedere a Netro
1. Chiesa di Santa Maria Assunta
La giornata è iniziata con la visita alla chiesa di Santa Maria Assunta di Netro, oggi chiesa del cimitero del paese, un po’ defilata dal centro e che spesso passa inosservata a chi transita in queste zone.
La bella chiesa invece merita davvero una fermata per la sua storia e per i tesori di pittura quattrocentesca che si possono ancora vedere al suo interno, nel catino absidale, che abbiamo potuto ammirare accompagnati dalla guida Cinzia Lacchia, che ci ha illustrato vicende storiche e artistiche del monumento.
La Chiesa come la vediamo oggi è il risultato di fasi costruttive successive e di modifiche nella funzione. Creata come parrocchiale del centro abitato, essa risale al periodo Romanico come fondazione, a cui si sono aggiunte nel XV secolo le due navate laterali. Questo intervento si può leggere anche dalla muratura della facciata a capanna, dove si vede chiaro il profilo del nucleo più antico.
Con lo spostamento del centro abitato più in alto (nella posizione attuale di Netro, forse per esigenze difensive, visto che la zona era soggetta a transiti commerciali verso la Val d’Aosta, ma anche di incursioni di briganti come ci dicono le fonti storiche) dal 1622 la chiesa perde la sua centralità a favore della nuova chiesa, l’attuale parrocchiale.
Da allora l’Assunta conosce lunghi periodi di abbandono e degrado che hanno portato alla perdita degli arredi interni e delle pitture murali, di cui oggi appunto rimane traccia nella zona absidale.
Fortunatamente l’intervento di restauro e di recupero del sito, a partire dagli anni Ottanta, ha permesso di restituire fascino e bellezza all’edificio, uno dei pochi di origine romanica sul territorio biellese insieme a San Secondo di Magnano e San Giacomo della Bessa a Sala.
La facciata oggi è stata ripristinata, anche se sono ancora visibili alcuni buchi, ricordo di quando sulla parete erano state affisse lapidi e targhe commemorative, oggi ricollocate sul muro a lato del monumento.
2. Il Mulin dla Sareja di Netro
Conclusa la visita all’Assunta continuiamo a scoprire cosa vedere a Netro. Il gruppo si è spostato lungo i pendii della vallata per raggiungere, in frazione Cereia, il mulino ad acqua, il “Mulin dla Sareja”, da cinque generazioni gestito dalla famiglia Martinetto.
Qui ci accoglie la signora Rosanna Martinetto, al lavoro presso la macina a pietra con cui produce farina di mais giallo e bianco per polenta, con una media di circa 80 kg giornalieri.
Tutti i giorni Rosanna aziona la macina con la forza della ruota mossa dall’acqua, come avveniva 3 secoli fa quando il mulino fu costruito. E la fedeltà alla tradizione premia, vista la richiesta di farine che non vede crisi; anzi, la farina del Mulin dla Sareja arriva anche a Eatly a Torino!
Per chi vuole fare compere, le farine qui prodotte si possono acquistare in alcuni negozi di Biella, come Fileppo in via Serralunga; o la puoi gustare già pronta, presso il ristorante Ca’ dla Pulenta a Roppolo.
3. La fattoria del signor Albertini
Dopo aver salutato la gentilissima e simpatica Rosanna Martinetto, avendo fatto un bel po’ di scorta di farina, il gruppo si sposta per il pranzo presso la Fattoria Albertana, situata in un bel pianoro in mezzo ai boschi sopra il paese di Netro.
Il signor Albertini da anni ha avviato una bella attività di allevamento di capre e produzione di formaggi caprini apprezzati non solo a Biella, ma sull’intero mercato nazionale.
Nella fattoria ha realizzato il proprio laboratorio e una sala è stata adibita alla ristorazione. Proprio nella sala ricca di quadri e cimeli che ricordano il volo, il signor Albertini ci offre un menù Tutto Caprino, con un buon accompagnamento di vino bianco e rosso.
Anche qui non si possono evitare acquisti di prodotti che meritano davvero l’attenzione, per l’abilità con cui sono prodotti e il livello qualitativo garantito.
4. Officine Rubino, ecomuseo del ferro di Netro
L’ultima sosta della comitiva Touring Club viene fatta presso le Officine Rubino di Netro, industria di produzione di oggetti in ferro che hanno caratterizzato la storia e la società di questa zona del Biellese.
Fondate nell’Ottocento da Giovanni Battista Rubino, queste officine hanno impiegato manodopera locale per tutto il Novecento, e anche oggi i locali più recenti sono sede dell’attività della Società Bono.
La visita viene guidata dal signor Ugo Garzena, legato professionalmente e affettivamente a questa struttura (già il padre vi lavorava), che anni fa insieme ad altri appassionati ha dato il via al recupero delle strutture e delle attrezzature storiche e dei documenti d’archivio delle Officine Rubino.
Oggi il sito è diventato cellula dell’Ecomuseo Biellese dove attraverso un percorso tra documenti, fotografie d’epoca e disegni progettuali veniamo in contatto con le vicende dell’industria. Abbiamo il piacere di esplorare questi tesori grazie a uno dei fondatori del museo, ma anche con la compagnia del signor Leo Ceschin, classe 1926, che per anni ha lavorato nelle Officine come disegnatore di attrezzi qui prodotti.
Lo spazio alla creatività era importante, poiché i prodotti delle Officine erano “customizzati” in base alle richieste della clientela.
Del signor Ceschin è esposto un progetto pionieristico di decespugliatore datato al 1953!
Il percorso espositivo si snoda nell’area più antica delle Officine, dove sono esposte le macchine e gli utensili storici, che si possono ammirare camminando al piano terra, ma anche percorrendo dall’alto la passerella che attraversa tutto l’alto salone.
Una seconda ala è invece dedicata all’esposizione di oggetti qui prodotti negli anni, simili ma tutti diversi, fuoriusciti dalle forge di questa industria, o dalle altre piccole officine che costellavano la valle dell’Ingagna.
Le esperienze e i racconti di chi qui ha lavorato sono state raccolte da studi e anche da alcuni filmati realizzati anni fa e oggi proiettati in questo sito per i visitatori. Si tratta di una documentazione davvero unica e toccante che consigliamo a chi voglia conoscere la storia delle Officine Rubino e non solo, la storia di una gran parte del Biellese!!
La cellula dell’Ecomuseo è aperta il sabato e la domenica da giugno a ottobre.
Ringraziamo Elena Serrani per questa interessante panoramica del paese alla scoperta di cosa vedere a Netro, località che di certo non mancheremo di visitare quando ne avremo l’occasione.
Non conoscevo le bellezze del territorio biellese ed ho letto con interesse il Suo articolo. Ero partito in verità da una ricerca sulle antiche officine metallurgiche Rubino di Netro (di cui mi son trovato un cimelio tra le mani). Complimenti ancora per la Sua attività di divulgazione del patrimonio culturale italiano!
Pasquale Angelillo – Bari
Grazie mille Pasquale per questo commento, la provincia di Biella è davvero ricca di meraviglie da scoprire e cerchiamo di farla conoscere quanto più possibile. Speriamo che un giorno avrà il piacere di visitarla e di fare una capatina a Netro.
Gian Luca
Cara Elena,
i miei più sinceri complimenti per quanto hai scritto sul mio amato paese Netro, 1000 grazie.
Vorrei tanto saper scrivere e descrivere così bene come te, ma ormai ho perso la speranza!
Un cordiale saluto.
Grazie Paola per i complimenti, fanno davvero piacere soprattutto poiché arrivano da un’abitante del luogo…grazie di nuovo!