Nascosto tra le pieghe morbide delle colline toscane, Pieve Santo Stefano è uno di quei luoghi che ti entrano dentro piano, quasi in punta di piedi, ma poi non ti lasciano più. Lo incontri per caso, magari mentre percorri la Valtiberina in direzione di Sansepolcro o Anghiari, e ti chiedi se valga la pena fermarsi. La risposta è sì. Fermati. Respira. C’è una bellezza silenziosa in questo borgo ricostruito dopo la guerra, una bellezza fatta di memoria, accoglienza e autenticità. Scopri con me cosa vedere a Pieve Santo Stefano.
Durante un viaggio in collaborazione con Insolita Italia ho avuto modo di viverlo e oggi voglio raccontarti cosa vedere e fare in questo paese che vale davvero la pena inserire nel tuo itinerario in Toscana.
Perché visitare Pieve Santo Stefano
Pieve Santo Stefano non è un borgo da cartolina, con casette in pietra e viuzze medievali. Anzi, la guerra lo ha profondamente segnato: i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale rasero al suolo quasi tutto, lasciando alle generazioni successive il compito non solo di ricostruire, ma di ricomporre un’identità.
È proprio da qui che nasce un progetto bellissimo: la Memory Route, un percorso culturale ed emotivo che attraversa la Valtiberina e che a Pieve trova una delle sue espressioni più profonde. Qui la memoria è patrimonio, è vita, è qualcosa da condividere, non da conservare sotto vetro.
Se stai visitando la Toscana il modo migliore per visitare questi luoghi è noleggiare un’auto, in questo modo potrai muoverti liberamente e goderti meglio il territorio.

Il Piccolo Museo del Diario: un viaggio nell’anima degli italiani
Un museo unico al mondo
Se dovessi indicare un solo motivo per visitare Pieve Santo Stefano, direi il Piccolo Museo del Diario. Mai nome fu più azzeccato: è piccolo, sì, ma carico di emozioni, di storie vere, di frammenti di esistenza che parlano direttamente al cuore.
Qui sono custoditi oltre 10.000 diari, lettere, memorie autobiografiche di persone comuni. Contadini, soldati, donne, emigranti, bambini, anziani. Gente vera che ha sentito il bisogno di raccontarsi, spesso senza sapere che quelle pagine sarebbero diventate un giorno testimonianze preziose della nostra storia collettiva.
Entrando al museo, l’atmosfera cambia. C’è silenzio, c’è rispetto. Ti senti ospite in case che non hai mai visto, compagno di viaggio di vite che non ti aspettavi.
Le voci della memoria
Una delle installazioni che più mi ha colpito è quella dei jukebox della memoria: dispositivi che, inserendo un CD, ti permettono di ascoltare voci narranti stralci di diari. È come viaggiare nel tempo, lasciandoti guidare da chi ha vissuto la guerra, l’emigrazione, le difficoltà della vita quotidiana.
Ogni voce ti arriva diretta, senza filtri. Alcune ti fanno sorridere, altre ti stringono lo stomaco. Ma tutte ti lasciano qualcosa.

Il lenzuolo di Clelia Marchi: poesia e dolore
La sala più toccante è senza dubbio quella dedicata a Clelia Marchi. Rimasta vedova dopo una vita vissuta accanto al marito, Clelia comincia a scrivere un diario. Ma quando finisce la carta, prende il lenzuolo del letto matrimoniale e continua a scrivere lì, riga dopo riga, pagina dopo pagina.
L’installazione è poetica: sei oggetti illuminati nella penombra attivano, uno a uno, la voce di Clelia che racconta il passato. Non è solo un racconto d’amore, è un grido dolce e disperato di chi non vuole dimenticare. Mi ha emozionato profondamente. Ti consiglio di sederti in quella sala, restare in silenzio e ascoltare. È un momento che non si dimentica.
Info pratiche
- Via Cesare Battisti, 10
- Orari: variabili, meglio consultare il sito ufficiale
- Prezzo: biglietto intero con riduzioni disponibili
- Durata della visita: circa 1 ora – ma potresti volerci restare di più
La visita si conclude nella stessa sala che funge anche da ingresso dove, attorno a un grande tavolo, c’è la possibilità di sedersi e chiacchierare sull’esperienza vissuta.
Sono inoltre a disposizione delle cartoline del Piccolo Museo del Diario che possono essere compilate e indirizzate a chi più si desidera. Il museo si occuperà della spedizione.

Pranzo all’Enoteca Simoncelli: sapori veri, accoglienza di cuore
Quando il cibo racconta una storia
Uscendo dal museo, con l’anima ancora piena di parole e volti, l’ideale è fermarsi a mangiare in un posto che sappia di casa. L’Enoteca Simoncelli è molto più di un ristorante: è una tappa esperienziale lungo la Memory Route, dove anche il cibo racconta un pezzo di Toscana.
L’ambiente è intimo e rustico, con scaffali di bottiglie a perdita d’occhio e tavolate condivise che creano un senso di famiglia, anche tra sconosciuti. Io ci sono arrivato affamato, ma me ne sono andato col cuore pieno. E con qualche etichetta in valigia.
Il menù della tradizione
Il menù varia secondo la stagione, ma i piatti della memoria non mancano mai: crostini neri, panzanella, tortelli fritti, salumi e formaggi locali, funghi e tartufo se è il periodo giusto. Da provare l’accostamento tra pera e gorgonzola, un’esplosione di sapori inaspettata.
A fine pasto, chiedi di visitare la cantina. È un piccolo angolo magico, dove si respira la passione di chi ha fatto di questo luogo una missione culturale e gastronomica.

Altri luoghi da scoprire nei dintorni
L’Eremo di Cerbaiolo
A pochi chilometri dal paese si trova l’antico Eremo di Cerbaiolo, un luogo mistico immerso nel verde, un tempo abitato da San Francesco. Oggi è raggiungibile con una breve escursione panoramica e rappresenta una tappa spirituale e naturalistica ideale per chi cerca silenzio e pace.
Il panorama da lassù è impagabile: la valle del Tevere si apre sotto i tuoi occhi e, nei giorni limpidi, sembra di toccare l’Umbria con un dito.
Il Lago di Montedoglio
Ami la natura e vuoi concederti un momento di relax? Il Lago di Montedoglio, poco distante da Pieve, è il posto giusto. Con le sue sponde tranquille, è perfetto per una passeggiata, una pedalata o anche un semplice picnic al tramonto. Se ami pescare, porta con te l’attrezzatura: è uno dei laghi artificiali più pescosi della regione.

Eventi a Pieve Santo Stefano da segnare in agenda
Premio Pieve Saverio Tutino
Ogni settembre il borgo si anima con il Premio Pieve, l’evento letterario dedicato alla scrittura autobiografica. Durante il festival si tengono letture pubbliche, laboratori, spettacoli teatrali e incontri con gli autori. È un’occasione speciale per vivere il borgo nel suo momento più autentico.
Festa della Madonna dei Lumi
Tra il 7 e l’8 settembre, Pieve celebra la sua patrona con la Festa della Madonna dei Lumi. La processione, il Palio dei Lumi tra i rioni e l’atmosfera popolare riportano in vita tradizioni antiche, perfette per scoprire il lato più vivo e partecipato del paese.
Dove dormire a Pieve Santo Stefano
Vuoi fermarti una notte per vivere il borgo anche al tramonto? Puoi cercare online la disponibilità nei B&B del centro o degli hotel a gestione familiare. Consulta la mappa per vedere la posizione e trovare quello che fa al caso tuo.
Cosa vedere a Pieve Santo Stefano: un viaggio dentro la memoria
Pieve Santo Stefano non è solo un luogo: è un viaggio dentro la memoria collettiva italiana, un’esperienza che ti arricchisce e ti resta dentro. Se ami le storie vere, i piccoli gesti, i paesi sinceri e accoglienti, qui troverai tutto questo e molto di più.
E tu? Sei mai stato a Pieve Santo Stefano? Hai vissuto la magia del Piccolo Museo del Diario? Scrivimi nei commenti o raccontami la tua esperienza. I ricordi sono fatti per essere condivisi.

Ma a Pieve S. Stefano esistono altre cose che dimostrano la voglia del paese di dimenticare due gravi eventi: otre il passaggio del fronte durante il quale non fu bombardata, ma minata, trovandosi sulla Linea Gotica, nel 1855 una frana scesa dal Poggo di Belmonte chiuse il Tevere e fece del paese un grande lago. Quell’evento fu l’inizio della fine del paese. Oggi però non avete visto il Centro studi storici e ricerche archeologiche, la Mostra dela civiltà contadina “Dina Dini, la Biblioteca privata “Pannilunghi-Fontana” che due pensionati, a loro spese, hanno messo a disposizione del paese, degli sudenti e dei ricercatori; le poche cose che sono rimaste: il Santuario della Madona dei Lumi con le pitture dell’Ademollo, la Chiesa Collegiata con le Robbiane, il Tempietto del Colledestro di cui si trova traccia in un disegno di Piero dlla Francesca nel “De prospectiva pingendi”. Insomma vi tocca tornare e aggiornare il vostro blog!
Buongiorno Elda e grazie per questo commento, gli spunti suggeriti di certo completano una panoramica da me solo abbozzata. Il mio compito, spero, è quello di incuriosire nella visita del luogo e a Pieve Santo Stefano il Piccolo Museo del Diario è di certo una cosa unica che vale la pena venire a visitare. Non ho avuto tempo ne conoscenza, durante la mia visita, per venire a scoprire tutti gli altri luoghi elencati, ma questo vuol dire che avrò una buona ragione per tornare ancora 🙂 A presto quindi!