Siamo in Thailandia, un Paese che mi ha molto emozionato e che ricordo sempre con un pizzico di nostalgia. La Thailandia è un mondo che ti cattura e ti affascina e, grazie alla sua storia molto ricca e ad una natura rigogliosa e dirompente, offre sempre un giusto mix che accontenta sia gli amanti della spiaggia o delle escursioni all’aperto, sia chi ama le visite di scoperta o le esplorazioni cittadine e lo shopping. In questo articolo ti racconto cosa vedere a Sukhothai.
Lungo il mio viaggio verso nord in treno da Bangkok a Chiang Mai, percorso lungo cui ho scoperto la stupenda Ayutthaya, c’è un altro importante sito storico che merita di essere visitato, sto parlando del Parco Storico di Sukhothai, prima capitale della Thailandia.
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Arrivo e soggiorno a Sukhothai
Il periodo che vide Sukhothai come capitale (da metà XIII secolo alla fine del XIV) viene definito il periodo d’oro nella storia della Thailandia, proprio per questo non bisogna meravigliarsi se il parco archeologico è oggi uno dei luoghi più visitati e presenta esempi di architettura sacra che sono ritenuti l’espressione più classica tra gli stili del paese.
Questa località non si trova, tuttavia, lungo il tragitto ferroviario che punta verso nord. Se sti viaggiando in questo modo ti sarà necessario fermarti a Phitsanulok, una cittadina piacevole e piuttosto moderna che può costituire un’ottima base (io ho soggiornato qui grazie alle numerose soluzioni low cost proposte dalle strutture cittadine) per visitare Sukhothai.
Se sei in dubbio sappi che Phitsanulok, che sorge lungo il corso del fiume Mae Nam Nan, se di giorno può sembrare poco caratteristica e impersonale, di notte si anima regalando la possibilità di vivere il vivace night market, il mercato notturno, che prende vita proprio sul lungofiume.
La visita di Sukhothai può essere organizzata in giornata da qui, il mezzo di trasporto più comodo è il bus che raggiunge il parco archeologico in un’ora, le corse partono da Phitsanulok (e viceversa) ogni 30 minuti.
L’altra alternativa può essere quella di soggiornare direttamente a Nuova Sukhothai, cittadina tranquilla che poco ha del suo storico passato, ma che può comunque essere una scelta valida. Io optai per Phitsanulok sia per i costi inferiori delle sistemazioni che per il fatto che Nuova Sukhothai dista comunque circa 12 Km dal parco archeologico, che quindi è improponibile raggiungere a piedi.
Visita al Parco Storico di Sukhothai
La città vecchia di Sukhothai, la meuang kào, si estende su un’area di 45 kmq ed è completamente punteggiata da antiche rovine, ruderi e templi dai quali traspare il fascino della storia. La parte più significativa per la visita, anche in funzione del tempo a disposizione, è il cuore racchiuso tra le antiche mura. Queste sono le rovine di Sukhothai, sito protetto dall’UNESCO e località tra le più suggestive della Thailandia.
Il biglietto d’ingresso non è molto caro (150 Bath per il biglietto complessivo, che al tempo della mia visita corrispondevano a circa 3€ – il parco è diviso in 5 zone per le quali si pagano, volendo, biglietti separati del costo di 30 B – 40 B per la zona centrale) sopratutto se ti accontenterai di visitare solo la zona centrale, quella che possiamo definire più integra e caratteristica, che ospita ben 21 siti e 4 grandi stagni.
Nel raggio di 5 Km si possono trovare altri 70 siti d’interesse, se hai tempo a disposizione e vorrai visitarli tutti, compresi i musei, sappi che il biglietto cumulativo ha una validità di 30 giorni.
Una soluzione utile per velocizzare la visita del parco può essere quella di noleggiare una bicicletta (le noleggiano proprio vicino alle casse), in questo modo si possono percorrere maggiori distanze, senza privare la visita di un tocco di lentezza che permette di apprezzare al meglio questo luogo.
Tour in bicicletta nel Parco Storico di Sukhothai
Rovine di Sukhothai
Potendo disporre di una sola giornata di tempo mi sono concentrato sulla visita della parte centrale del parco, le rovine racchiuse dalle mura. Cercando cosa vedere a Sukhothai mi sono poi accorto che ci sarebbero tantissime altre cose da mettere il lista, quindi se puoi ti consiglio di dedicare almeno un paio di giorni a questa località.
Dopo aver noleggiato una bicicletta (per la quale si paga un piccolo supplemento sul biglietto e della quale consiglio di testare prima la comodità del sellino) ho varcato le mura del cuore dell’antica città e mi sono letteralmente perso tra le sue bellezze.
Sono un amante dell’architettura orientale e poter finalmente vedere di persona un sito che ho tanto sognato mi riempie di gioia, ma anche di infinita meraviglia, sopratutto perché non ho avuto alcun motivo per rimanerne deluso.
Seguendo un itinerario consigliato su una guida cartacea che avevo trovato, decido di affrontare la visita da solo, sebbene sia possibile avere con se una guida. Tuttavia il mio opuscolo mi sembra molto dettagliato e decido di volermi muovere liberamente per dedicare tempo ai diversi siti in base alle sensazioni che mi trasmettono.
Occorre prestare attenzione al percorso per orientarsi, l’area è caratterizzata dalla presenza di numerosi chedi dalla caratteristica forma a bocciolo di loto (non mancano anche alcuni stili successivi che vennero introdotti sempre durante il periodo storico) e cercare di utilizzarli come punto di riferimento dopo un po’ tende a confondere.
Il più grande di questi templi è il Wat Mahathat, circondato da mura di mattoni venne ultimato nel XIII secolo ed è un ottimo punto di partenza per la visita del sito. Il Wat Mahathat è il più grande dei templi dell’antica Sukhothai, considerato il cuore della città antica, con i suoi 198 chedi e, sparpagliate qua e la, alcune imponenti statue del Buddha che presentano i segni del tempo. Tra i camminamenti, il fossato e i resti delle antiche strutture gli scorci mozzafiato sono in ogni dove. E questo è solo l’inizio.
Proseguo la mia visita seguendo un itinerario che mi porta alla scoperta di tutti i 21 siti di questa sezione del parco, il Wat Trapang Ngoeng mi ha colpito per le sue architetture, mentre del Wat Si Sawai sono da ricordare le tre torri in stile khmer, davvero da non perdere.
Molto particolare è il Wat Sa Si, chiamato anche Monastero dello Stagno Sacro. Esso sorge su una piccola isola, a poca distanza dal monumento bronzeo dedicato al Re Ramkhamhaeng, di per sè molto semplice ma significativo, è costituito da un wat nello stile classico di Sukhothai che ospita una grande statua del Buddha, un chedi e, a rendere più suggestiva la scena, le colonne del wihâan in rovina.
Questi sono solo alcuni dei siti presenti internamente alla cerchia di mura, di tanto in tanto durante il percorso, tra i verdeggianti viali e i sentieri, troverai qualche chiosco e al centro delle rovine si trova anche un punto informazioni dove potersi orientare.
Cosa vedere a Sukhothai fuori dalle mura
Tempo permettendo, i siti esterni alle mura, sovente più trascurati, avvolti dalla vegetazione e difficilmente raggiungibili, tendono a regalare suggestioni inestimabili, poiché la loro condizione di isolamento e trascuratezza tende a renderli più affascinanti, quasi custodi del tempo che fu.
Pedalando svelto, per sfruttare al meglio il tempo a disposizione, mi sposto all’esterno delle mura, alcuni siti non troppo distanti sono compresi nell’area centrale del parco. Costeggiano il cuore della città antica ne oltrepasso i limiti alla ricerca di un tempio raccomandato per il panorama che si può godere sulle rovine dalla collina su cui sorge.
Dopo un po’ di ricerca e aver domandato ad alcuni contadini riesco a individuarlo, il Wat Saphan Hin, con le sue colonne in rovina, sorge in cima a un piccolo colle la cui salita, dopo tutta la giornata in sella, mi sembra una scalata interminabile.
Salgo il più leggero il possibile, senza voltarmi per non rovinare l’emozione. Finalmente sono davanti ai gradini di pietra, consumati e pieni di muschio, e davanti a me, oltre le due file di colonne laterali, alcune delle quali cadute, vedo un alto Buddha che mi osserva tenendo sollevata la mano destra.
Lo guardo per qualche secondo recuperando il fiato, è bellissimo. Mi giro e rivolgo lo sguardo dietro di me, verso le rovine, e lo spettacolo è mozzafiato. Vedere dall’alto il cuore dell’antica Sukhothai sprigiona in me emozioni talmente forti da farmi a stento trattenere qualche lacrima. Sukhothai è meravigliosa.
Passeggio un po’ in questo piccolo tempio e scatto qualche foto, più e più volte mi giro verso di lui e lo guardo, il Buddha, mentre il cielo si oscura a causa del temporale in arrivo.
Proprio le gocce di pioggia mi convincono a rientrare, mi rendo conto di non aver visto tutto, ma mi ritengo molto soddisfatto di quanto ho potuto vedere, pedalo più svelto che posso e riconsegno la mia due ruote poco prima che il diluvio decida di fare sul serio.
In cerca di riparo corro sotto a degli ombrelloni che stanno vicino a un piccolo chiosco, mi siedo e ordino una bibita e, annusando il profumo che proviene dalla piastra stuzzicandomi l’appetito, azzardo a ordinare un pad-thai al volo.
Non potrò mai dimenticare questo pranzo, sotto la pioggia battente, consumato con un foglio di giornale come tovaglietta e osservando le grandi gocce che scrosciano torrenziali nel fango e nelle pozzanghere tutte intorno a me. Non lo potrò mai dimenticare perché è stato uno dei migliori pad-thai della mia vita!
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