Il nostro viaggio in Cina comincia dalla Venezia d’Oriente, ecco cosa vedere a Suzhou. È il mese di giugno, e questa è la nostra prima volta in estremo oriente, in un paese lontano migliaia di chilometri da noi, e lontano anni luce dalla nostra cultura, culla di un impero che per secoli ha dominato la regione orientale dell’Asia: la Cina.
Tocchiamo terra a Shanghai, ma la prima meta del nostro tour è Suzhou, una città poco distante che raggiungeremo in auto. Non facciamo in tempo nemmeno a cercare di orientarci che la nostra guida, viso tondo ed occhi a mandorla, sbracciandosi tra la folla ci accoglie e disinvoltamente ci conduce al di fuori del caos dietro i vetri fumé della vettura.
Ancora dovevo innamorarmi delle avventure fai da te, ma ci sarebbero voluti solo pochi giorni, e inoltre questo era il mio viaggio di nozze, motivo per il quale avevamo preferito un tour organizzato: ad oggi non lo ripeterei mai! E non perché non mi sia piaciuto, ma perché vorrei costruirmelo per conto mio.
Comunque ci accomodiamo a bordo e, osservando curioso e meravigliato la città che scorre fuori dal vetro, sento la voce fuori campo della gentilissima guida, il cui nome (probabilmente italianizzato) suonava tipo LuiSa, spiegarci che avremmo impiegato circa un’ora e mezza per raggiungere Suzhou, città di periferia famosa per le bellezze architettoniche che conta la modesta cifra di 6 MILIONI di abitanti.
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Nella mia mente sento come un nastro audio incepparsi e stridere, forse non avevo compreso bene… così la guardo, per la prima volta cogliendone gli allegri occhi neri ed il sorriso che le illuminava il volto, e le chiedo: 6 milioni??
E lei come se nulla ci fosse di strano ribadsce: si 6 milioni di persone, circa 4 volte meno che Shanghai.
Forse fu in quel momento che realizzai effettivamente, quanto diversa fosse la realtà cittadina cinese dalla nostra. Sei milioni di abitanti sono una metropoli e Shanghai, con più di 20 milioni, era sbalorditiva.
Quasi in tono di sfida riesco a ribattere: Beh, la nostra provincia, Biella, ha circa 50.000 abitanti. Per sentirmi rispondere, con tono ancora più stupito di quanto non fossi io, che Biella per loro sarebbe stato un villaggio di pescatori.
Eh si, la concezione e la proporzione di villaggio, città, paese sembrano essere notevolmente soggettive. Quella che per noi è una cittadina non molto grande, per loro è considerata un villaggio.
Dentro di me cresce la curiosità.
Cosa vedere a Suzhou
Abbiamo poco tempo per visitare Suzhou, conosciuta anche come la Venezia d’Oriente per i molti canali che la attraversano, e mentre cerco di cogliere sprazzi di vita per la strada già siamo giunti alla nostra prima visita: il Giardino dell’Umile Amministratore.
Città importante a livello commerciale nella produzione della seta, Suzhou in passato fu dimora di molti personaggi di riguardo, quel che ci resta di loro sono i sontuosi giardini, adiacenti alle abitazioni, che oggi sono un’importante risorsa turistica.
Ricchi di lussureggiante vegetazione e laghetti colmi di boccioli di loto, i Giardini di Suzhou sono come un portale verso i tempi passati e portano vari segni, negli affreschi e nell’architettura, che rimandano alla cultura dell’epoca dei samurai.
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Lo stesso si può dire del Giardino del Maestro di Reti, situato poco distante, dedicato ad un pescatore del quale in città si tramanda la storia.
Terza tappa, memoria dell’industria della seta, ancora oggi in fervente attività, veniamo accompagnati a visitare una fabbrica (ne parlo nel dettaglio in questo post) in cui ci viene spiegato tutto il procedimento di bollitura dei bachi, di recupero della seta e della produzione del filo.
Il passaggio successivo, realizzato con dei grandi telai, sarà quello della tessitura, che due simpatiche ragazze cercano di spiegarci mostrandocela per mezzo di due antichi telai di bambù a mano.
Le visite, svolte con molta calma, ci impiegano quasi tutta la giornata e nel pomeriggio siamo ospiti di una fabbrica di produzione di perle di fiume. Anche qui ci viene spiegato il sistema di produzione, che a me sembra un po’ crudele, ci viene spiegata la differenza tra i vari tipi di perle ricavate e come riconoscere le perle vere.
La prima serata cinese è ricca di scoperte, il cibo è ottimo e ci diverte assaggiare tutti i piatti che ci vengono proposti. Purtroppo il jet lag è in agguato e prima di poter uscire a divertirci siamo crollati dal sonno.
Continua la scoperta di Suzhou
Il secondo giorno l’esplorazione prosegue. Molto suggestivo e meritevole di una visita è il Giardino dei 1000 Bonsai, un tempo proprietà di un appassionato coltivatore, ma oggi divenuto quasi un tempio per queste piccole piante in miniatura. Dalla Cina arrivano da ogni dove per portare un bonsai in dono.
A pochi chilometri da Suzhou, a dividere la città dal vicino lago Taihu, si trova la Collina della Tigre, luogo sacro in cui si trova l’antica tomba del re He Lu. Un tempo zona ricca di edifici molto caratteristici, oggi la collina è un piacevole parco in cui passeggiare. Sulla vetta si trova ancora la Pagoda della Tigre, di sette piani, pendente (chiamata anche la Torre di Pisa cinese), prezioso reperto della cultura cinese antica, dalla caratteristica architettura e all’interno della quale furono rinvenuti importanti reperti.
L’itinerario sarebbe terminato, ma fin qui ci siamo sentiti fin troppo ‘guidati’ e legati ai luoghi più turistici. Chiediamo così di poter visitare un mercato, se ce ne sono.
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LuiSa, molto disponibilmente, si offre di accompagnarci, ma ci dice che dovremo andare in barca in quanto il mercato si trova in una zona più facilmente raggiungibile con questo mezzo.
Trovata una barca-taxi dall’aspetto piuttosto rustico imbocchiamo il canale imperiale e sfrecciando tra i vari canali secondari raggiungiamo l’attracco vicino a un ponte molto originale.
Scesi nuovamente a terra ci troviamo immersi in uno dei più singolari mercati alimentari che abbia mai visto. I banchi sono molto elementari e quasi tutti privi di frigorifero, ma la merce ha un aspetto davvero fresco.
Questo vale per la frutta, la verdura e naturalmente la carne, anche perché molti animali vengono venduti vivi. Poco distante infatti vediamo polli e anatre appesi per la zampe e addirittura in qualche banco, chiusi in bisacce di rete, anche dei serpenti vivi.
L’odore forte degli escrementi animali si mischia con i profumi della cucina di strada, vi è infatti una zona ricca di bancarelle che preparano spaghetti saltati o carne alla piastra, e sebbene io sia dilaniato dalla curiosità di assaggiare tutto, la mancanza di tempo ci intima di fare in fretta.
Riusciamo ad acquistare una pagnottella di pane al vapore, una sfera morbidissima e lattiginosa, spumosa, di pane cotto all’interno di una vaporiera. Dopo attimi di indecisione osservando l’unto della vaporiera e facendoci convincere da decine di cinesi che si fermano e acquistano, decidiamo di assaggiarlo.
Il pane al vapore è squisito e ben presto ci accorgiamo di averne acquistato troppo poco, il dolce e tiepido sapore ci resterà nella memoria e cercheremo di ritrovarlo durante tutto il resto del viaggio.
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Ancora una volta immersi nel traffico rientriamo al nostro hotel, una sola notte e domani si riparte, Shanghai ci aspetta ed è raggiungibile anche in treno.
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Suzhou si trova non molto distante da Shanghai, il metodo migliore per raggiungerla sono quindi il treno o l’auto (circa 1 ora e 30).
Ti ricordo che l’aeroporto di Shanghai è collegato con tutto il mondo e vi si trovano spesso voli a prezzi interssanti.
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