Le testimonianze del passato di Terezin non si trovano solo nel campo di lavoro della Fortezza Minore, tutta questa località trasuda ricordi e pullula di edifici e eventi che rimandano la memoria alle guerre che l’hanno straziata, sfruttata e dilaniata, come la Fortezza Maggiore. Scopriamo assieme cosa vedere a Terezin.
Le grandi mura della fortezza abbracciano complessivamente sia la Fortezza Minore che la Fortezza Maggiore. Queste due zone, separate da un corso d’acqua, hanno avuto nei secoli funzioni ben distinte e, mentre la Fortezza Minore si è presto tramutata in un carcere, la Fortezza Maggiore ha assunto dei connotati più civili e, pur essendo parte del complesso di detenzione, ha avuto basi tali da ospitare al giorno d’oggi il paese di Terezin.

Cosa vedere a Terezin, la Fortezza Maggiore
Edificata nel 1780 al centro della Boemia per volere dell’imperatore, questo baluardo di roccia noto in origine come Theresienstadt (città di Teresa), rievoca tutti i più tragici eventi dell’Europa centrale. In realtà essa non fu mai usata per resistere ad assedi in tempo di guerra e venne convertita in carcere intorno alla metà del XIX secolo.
Qui morì nel 1918 Gavrilo Princip, colui che assassinò l’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo scatenando la Prima Guerra Mondiale e, nel 1940, la Gestapo istituì un carcere all’interno della Fortezza Minore e l’anno seguente i nazisti evacuarono il borgo per istituire, nella Fortezza Maggiore di Terezin, un centro di transito per gli ebrei deportati e destinati ai grandi campi di concentramento.
Le armate naziste cercarono di preservare una parvenza di normalità a Terezin, per questo motivo i detenuti ‘di passaggio’ erano stimolati ad intraprendere attività intellettuali. Molti dei prigionieri infatti erano artisti, musicisti e scrittori, personaggi provenienti da ricche famiglie ebree che diedero vita a una florida vita culturale all’interno delle mura.
Testimonianza più importante di quegli anni è il Vedem (letteralmente ‘Nel Piombo‘) realizzato grazie al contributo, con disegni e poesie, di oltre 100 ragazzi che frequentavano lezioni d’arte e intraprendevano attività clandestine all’insaputa delle guardie.

Di essi solo 15 si salvarono al genocidio, gli altri furono deportati ad Auschwitz, e i loro manoscritti furono scoperti solo dopo la fine della guerra e raccolti in un opera dal nome: ‘We are children just the same: Vedem, the secret magazine of the boys of Terezin‘ (‘Siamo bambini anche noi: Vedem, la rivista clandestina dei ragazzi di Terezin‘).
Questo passato ricco di cultura, nonostante le circostanze, è ben visibile ancora oggi attraverso le costruzioni, i monumenti e i musei che si trovano in paese, visitabili con un biglietto unico acquistabile presso le biglietterie.
La struttura di sicuro più imponente è costituita dalle possenti mura e dal fossato della fortezza principale, di cui possiamo apprezzare la grandezza e la particolare conformazione stellata solamente tramite una veduta aerea. Da terra possiamo capire quanto fossero massicce le mura, ma ciò non è sufficiente a capire quanto risultassero efficacemente micidiali.

Visitare il paese nella Fortezza Maggiore
Il paese in se non offre molte cose da vedere, ma sull’ordinaria sembianza del luogo spicca la grande Chiesa della Resurrezione. Tutto intorno si trovano caseggiati e portici, piuttosto impersonali e austeri, che paiono serbare misteriosi segreti.
Di particolare interesse sono, a sud della piazza, i resti di un antico binario, costruito dai prigionieri, su cui transitavano i vagoni carichi di deportati.
In paese aleggia un’atmosfera prevalentemente triste, percorrendo le vie prevale il silenzio e le scure statue presenti nei parchi alberati sembrano incarnare un monito per i visitatori.
Visitiamo durante il primo pomeriggio il Museo del Ghetto distribuito in due sedi differenti.

La parte principale si trova in paese, all’interno dell’ex scuola locale, e in essa si possono trovare immagini, oggetti e manoscritti che trattano l’ascesa del nazismo e la vita nel ghetto di Terezin. L’esposizione dai caratteri molto duri e veritieri presenta documenti toccanti ed evocativi. Le immagini che decorano tuttora le pareti furono dipinte dai ragazzini, dai 10 ai 15 anni, detenuti qui da parte dei nazisti.
La seconda parte del museo si trova nell’antica Caserma Magdeburg, vecchia sede di un illusionistico governo ebreo che non ebbe mai reali poteri.
In quest’esposizione è possibile trovare varie opere realizzate durante il regime, capolavori musicali, teatrali, di belle arti e letteratura straordinariamente ricchi nonostante le drammatiche condizioni in cui la vita si svolgeva. Tra di esse sono degne di nota alcune copie della rivista Vedem.

Il cimitero ebraico
Parte dei cunicoli interni alle mura conserva un museo dedicato agli ebrei periti in questa località, un luogo suggestivo e triste, che ci fa pensare profondamente all’atroce storia di questi luoghi.
Ma il respiro ci si ferma raggiungendo il cimitero ebraico. In questo luogo decine di lapidi riposano vegliate da un grande candelabro a sette punte stilizzato e, poco distante, troviamo l’antico forno crematorio, oggi sede di un’esposizione.
Nonostante gli interessanti elementi della mostra, l’antico forno resta ben visibile, ma il solo pensiero delle salme incenerite al suo interno ci fa rabbrividire e preferiamo terminare la visita il prima possibile.
Ripercorriamo la strada a ritroso. Tutto qui pare forzatamente triste, come se la cittadina stesse cercando di svegliarsi da un torpore obbligato dal regime militare, ma ancora non riuscisse a trovare la giusta via per la liberazione.
Camminiamo lungo i silenziosi parchi alberati disseminati di statue realizzate in pietra molto scura e raggiungiamo la fermata dell’autobus, di certo l’atmosfera del luogo non ci invoglia a passare qui un’ora di più, anche se passarci la notte potrebbe essere interessante.
E tu hai mai visitato Terezin? Se hai altro da aggiungere a questa mia lista di cosa vedere a Terezin puoi scriverlo lasciando un commento al fondo di questa pagina.

Un luogo carico di passato, un passato forte e triste.
Un luogo che va visitato per la memoria e per quel che può rappresentare ai giorni nostri, un monito perchè tali orrori non ritornino mai più.
Si Luca hai ragione… non mi stancherò mai di ripetere che non possiamo dimenticare!
Una visita, per quanto dolorosa, è molto toccante e merita davvero!