La città di Vercelli, tra gli edifici più moderni della periferia, che spesso, unitamente al profilo piatto conferito dalla pianura su cui sorge, le conferiscono un aspetto freddo e poco significante, racchiude tesori d’architettura pregni di storia e segnati dagli avvenimenti della società passata. Scopriamo insieme cosa vedere a Vercelli.
Guidati da Luca Sorvillo, preparatissimo cicerone dell’Associazione VCguido, siamo andati alla scoperta del centro storico, dei suoi palazzi e anche di uno dei più prestigiosi edifici sacri di Vercelli, la Basilica di Sant’Andrea. Da questa visita ne sono uscite 4 esperienze che devi fare per conoscere meglio la città di Vercelli.
Cosa vedere a Vercelli, 4 esperienze in centro
1. Piazza dei Pesci e l’Antico Broletto
Nel cuore antico della città, la nostra visita comincia in Piazza Palazzo Vecchio, anche conosciuta come ‘Piazza dei Pesci‘ per il mercato ittico che un tempo vi si teneva.
Opere di restauro recenti ne hanno un po’ nascosto i caratteri antichi che la distinguevano, e la piazza, dalla pianta trapezoidale, presenta oggi eleganti palazzi che un tempo ne segnarono il decorso storico. Primo tra tutti è l’Antico Broletto, edificio in cui ebbe sede il Comune fin dal 1200 e che oggi conserva ancora interessanti decorazioni barocche.
Tutta la piazza si sviluppa intorno a una fontana circolare a livello del terreno e, volgendo lo sguardo verso l’alto, si scorge la Torre del Broletto, anche chiamata Torre di Città, che è la più antica delle torri di Vercelli e sulla quale si narra una bizzarra leggenda.
Pare infatti che attorno a essa si radunino a volteggiare le anime, sotto forma di fiammelle, dei personaggi che nella storia vercellese si sono prodigati per la crescita e la prosperità della città, meritevoli quindi di non essere dimenticati e degni di far parte di questa cerchia di nobili eletti.
La tradizione vuole anche che le persone illustri di Vercelli, talvolta la notte, vedano una fila di fiammelle blu volteggiare attorno alla torre. Chi di illustre, osservando, vedesse tra di esse uno spazio libero, saprà che questo è un richiamo volto alla sua stessa anima per unirsi a loro, e quindi saprà di dover morire nel giro di pochi giorni.
Molti vercellesi, attraversando la piazza, soprattutto la notte, schermano il viso con la mano in modo da non osservare la torre onde incorrere in questo funesto richiamo.
La Torre di Città inoltre, in passato, era molto più alta, di circa 20 metri, e era ottagonale. La sommità venne colpita e distrutta da un fulmine, essa ospitava le campane che venivano utilizzate per la convoca del parlamento o del popolo, o per segnalare momenti di festa o di lutto.
2. Due passi in Piazza Cavour, il centro storico di Vercelli
Attraverso alcune vie racchiuse tra gli edifici, raggiungiamo Piazza Cavour, forse la piazza più conosciuta e principale di tutta Vercelli, antico foro romano che oggi si mostra con eleganza e armonia.
Intorno a essa sorgono alcuni degli edifici più antichi della città e Luca ci racconta alcuni interessanti aneddoti riguardanti le varie zone della piazza.
Verso est, ovvero verso il Broletto, si trovano i Portici dei Brentatori, originari del 1300, con soffitti in legno a cassettoni e sotto ai quali in passato avveniva il commercio del vino.
Il lato a sud della piazza invece è occupato da alcuni caffè e da una banca, attualmente. Un tempo pare che qui sorgessero ben tre chiese, una a ridosso dell’altra, che pacificamente si contendevano il riconoscimento di chiesa più importante tra le tre.
Questa contesa ebbe fine quando si pensò che fosse meglio realizzare una chiesa unica e più grande, anziché tenerne tre più piccole. Venne così mantenuta e ampliata la Chiesa di San Tommaso, che attualmente non esiste più ed è stata tramutata in una banca.
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Il lato nord, a quanto pare, era quello dedicato alla nobiltà vercellese. Lo testimoniano le coperture che collegano le varie sezioni del portico che scorre su questo versante, in questo modo i nobili potevano passeggiare senza rischiare di bagnarsi nei giorni di pioggia.
Osservando questo lato dall’estremità opposta della piazza si può vedere la Torre dell’Angelo, alta struttura che domina Piazza Cavour. Essa sorge su un’originaria struttura trecentesca, a base quadrata, sormontata da un prolungamento ottagonale, sopra ad esso, di epoca più recente, si trova un’ulteriore costruzione in stile neogotico.
Il lato ovest della piazza è occupato da un austero edificio sulla cui facciata scolorita e scrostata è possibile vedere le ombre di antichi affreschi raffiguranti importanti personaggi del passato.
Il monumento centrale di Piazza Cavour, decorata da un pavimento arabescato in ciottoli, è dedicato al personaggio che più diede prestigio al vercellese durante la storia, Camillo Benso Conte di Cavour, grazie al quale furono realizzate ingenti opere di costruzione. Tra di esse le più importanti sono quelle a livello agricolo con la realizzazione del Canale Cavour che ha permesso una migliore coltivazione del riso nelle pianure di tutto in nord Italia.
3. Visitare la maestosa Basilica di Sant’Andrea
Allontanandoci dal centro ci rechiamo a uno dei gioielli dell’architettura sacra in Vercelli, la Basilica di Sant’Andrea.
Edificata tra il 1219 e il 1227, in un lasso di tempo molto breve, la basilica rappresenta un grande capolavoro architettonico vercellese, fusione di stili lombardi, emiliani, romanici e gotici. In essa si possono trovare elementi significativi di tutte queste correnti architettoniche ben amalgamati. Questo la rende uno degli esempi più significativi a livello mondiale di fusione di stile romanico e gotico.
Di grande suggestione sono gli archi rampanti ciechi, che si vedono lungo le fiancate esterne, e anche i decori a doppio arco, che ne percorrono l’intero perimetro appena sotto al tetto.
La maestosa facciata si evidenzia sulla struttura per il colore verde delle sue pietre. Le decorazioni bianche spiccano per la maestria con cui furono realizzate utilizzando la pietra proveniente da Pralungo, nella vicina provincia di Biella.
Sopra a tutto svettano le imponenti torri laterali, cromaticamente contrastanti con i mattoni rossi che le rivestono, ma che nell’insieme creano una perfetta armonia di colori che arricchisce la vista dell’edificio.
Varcando la soglia si viene accolti da una vasta navata illuminata dalle vetrate colorate, quelle del lato destro sono differenti da quelle del lato sinistro, fattore che spezza la simmetria tipica delle grandi cattedrali, ma che ha un fondamento nelle superstizioni che vogliono che la perfezione eccessiva sia un qualcosa di diabolico.
Passeggiamo assorti nella contemplazione della maestosità architettonica del Sant’Andrea, le parole di Luca si fanno via via più lontane mentre osserviamo i giochi di luce riflessi nell’acqua santa del bacile in pietra che si trova poco oltre l’ingresso.
Ammiriamo la grandezza di questa costruzione a croce latina e delle numerose componenti decorative che adornano le tre navate, i pilastri e il tiburio, molte delle quali sono di origine antelamica.
Concentrandosi sull’altare è possibile notare il coro ligneo risalente al ‘500, realizzato con notevole abilità. Esso presenta particolari composizioni di intarsi di legno capaci di riprodurre la tridimensionalità delle figure rappresentate.
Nelle cappelle laterali del transetto, due sono gli elementi degni di nota: il monumento funerario dell’Abate Tommaso Gallo, che si trova in quella posta all’estrema destra, e un crocifisso policromo in legno datato al ‘400.
Ultimo angolo ricco di fascino è il chiostro, a cui si accede tramite un’uscita laterale della Basilica, che presenta un piacevole giardino contornato da porticati. Gli archi sono sorretti da colonnine disposte a gruppi di quattro e, passeggiando dietro a esse, si possono godere splendidi scorci sulle torri e la fiancata del complesso abbaziale.
Una meraviglia tutta da scoprire, credimi, perché ciò che sinteticamente ho detto è solo una piccola parte di quanto può svelarti una visita guidata al suo interno.
4. Aspettare la sera nei caffè storici del centro
Una lunga passeggiata per fare il pieno di architettura e arte infine necessita di una sosta. Torniamo quindi in Piazza Cavour, sotto i portici a nord, dove si trova la storica Taverna Tarnuzzer, caffetteria tra le più antiche di Vercelli. Qui ci raduniamo con i nostri compagni di visita discutendo di quanto poco sia conosciuta questa cittadina.
Caffè, cioccolata, cappuccino o bevanda dissetante, tutto ben si sposa con i deliziosi pasticcini artigianali offerti dal titolare, amaretti morbidi a cui nessuno riesce a resistere e i tradizionali bicciolani, che qui possiamo degustare osservando l’avvicinarsi della sera vercellese.
Molti altri luoghi di vecchia data saranno capaci di deliziarti con le prelibatezze artigianali di produzione propria. I bicciolani, per esempio, sono molto buoni alla Pasticceria Follis di Corso Libertà, per questo ti invito a esplorare e scoprire il meglio del vercellese.
Vercelli è dunque ricca di risvolti interessanti, di gusto e culturali. Per scoprire cosa vedere a Vercelli basta solo guardare oltre il profilo piatto della pianura e il panorama della laguna a quadretti delle risaie, che in ogni caso si erge a simbolo di questa città costituendo una delle principali caratteristiche tipiche delle Terreriflesse.
Dove dormire a Vercelli
Storica pasticceria Taverna Tarnuzzer, cosa vedere a Vercelli
Ci sono stata solo in un’occasione ma ero davvero molto piccola. L’Italia è zeppa di città, paesi, contrade…tutte una più bella dell’altra. Vercelli merita senza dubbio
Si Lara hai ragione, merita davvero! E pensare che io l’ho riscoperta solo adesso dopo più di 30 anni che le vivo accanto! 🙂