Nel cuore del Lazio, incastonata tra i dolci rilievi della Ciociaria, si trova una cittadina che custodisce un’eredità millenaria: Anagni, la Città dei Papi. Passeggiare tra le sue antiche mura è come sfogliare un libro di storia medievale, ricco di eventi, personaggi e meraviglie artistiche. Conosciuta per essere stata la residenza di ben quattro papi, Anagni conserva un’aura di maestosità che affascina chiunque la visiti. In questo articolo ti porto con me a scoprire cosa vedere ad Anagni, una delle tappe più emozionanti del mio viaggio nel Lazio. Un borgo sospeso tra passato e presente, che merita di essere vissuto con calma, assaporando ogni pietra, ogni angolo, ogni racconto.
Un viaggio nel Lazio che sorprende: perché visitare Anagni
Spesso oscurato dalla grandezza di Roma, il Lazio nasconde perle che meritano di essere esplorate. Anagni è una di queste. L’ho inserita nel mio itinerario tra borghi e città d’arte e si è rivelata una scoperta sorprendente.
Anagni è una via di mezzo tra borgo e città, con un centro storico raccolto ma ricco di testimonianze monumentali. Un tempo contava molti più abitanti e la sua importanza storica era seconda solo alla capitale.
Camminando per le sue vie ho respirato un’atmosfera autentica, d’altri tempi, resa ancora più affascinante dal fatto che qui si sono intrecciate alcune delle vicende più emblematiche della storia papale.
Consiglio di viaggio: viaggia sereno
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Cosa vedere ad Anagni
Il centro storico di Anagni: un intreccio di vicoli e memorie
Il cuore pulsante della città è il suo centro storico, un dedalo di viuzze acciottolate, archi medievali e scorci panoramici che conservano intatta l’anima medievale del borgo. Qui ogni passo è un incontro con la storia.
Anagni era un tempo circondata da possenti mura difensive, di cui restano importanti testimonianze. Le cinque porte di accesso – Porta Cerere, Porta Santa Maria, Porta San Francesco, Porta Tufoli e Porta San Nicola – scandiscono ancora oggi i confini del centro e danno accesso a un mondo tutto da scoprire.
Consiglio: prenditi almeno due o tre giorni per visitare Anagni, per apprezzarne i ritmi, le luci della sera e la spiritualità che la pervade. Far coincidere il soggiorno con il giorno di mercato in Piazza Papa Innocenzo III è un’esperienza da non perdere: un vortice di suoni, colori, profumi e voci ciociare che ti catapulteranno nell’autenticità della vita locale.
Dove dormire ad Anagni: il fascino di una notte nel borgo
Per vivere appieno Anagni anche di sera, ti consiglio di soggiornare nel centro storico. Io ho scelto Le Stanze del Duomo, una struttura accogliente e moderna, perfettamente integrata in un edificio storico vicino a Porta Santa Maria, all’inizio di Via Vittorio Emanuele.
Le camere sono ampie, luminose, e arredate con gusto, offrendo il comfort ideale per rilassarsi dopo una giornata di esplorazioni. Online troverai diverse opzioni per tutte le tasche: prenota in anticipo per assicurarti la migliore sistemazione nel cuore della città.

Palazzo della Ragione: tra architettura e potere
Tra le cose da vedere ad Anagni, uno dei luoghi simbolo è il Palazzo della Ragione, oggi sede del municipio. La sua imponente facciata porticata colpisce per l’asimmetria degli archi, dovuta alla fusione di due edifici preesistenti nel XII secolo.
Costruito nel 1163 dall’architetto Jacopo da Iseo, il palazzo riflette lo stile longobardo e lombardo, con elementi che raccontano di un’epoca in cui Anagni era centro di potere e alleanze. Al piano superiore si trova la Sala della Ragione, uno spazio monumentale oggi usato per eventi e mostre.
All’esterno, la loggetta del banditore conserva gli stemmi delle famiglie Caetani e Orsini, protagoniste della storia cittadina. Qui sembra ancora di udire le voci degli antichi annunciatori che proclamavano le decisioni del potere.

Palazzo di Bonifacio VIII: dove la storia divenne leggenda
Poco distante si trova uno dei luoghi più iconici di Anagni: il Palazzo di Bonifacio VIII. Dimora del più controverso tra i papi medievali, è qui che si consumò uno degli episodi più drammatici della storia del papato: lo Schiaffo di Anagni.
Nel 1303, Giacomo Sciarra Colonna, con l’appoggio del re di Francia, irruppe nel palazzo con oltre 1000 armati e schiaffeggiò il papa, reo di opporsi al potere francese. Questo gesto segnò l’inizio del declino dell’autorità papale nel mondo occidentale.
Visitare il palazzo è un’esperienza intensa: la Sala delle Oche e soprattutto la Sala dello Schiaffo conservano affreschi e decorazioni che rievocano quei momenti carichi di tensione e dramma.
Consiglio: prenota la visita guidata online per evitare le code, soprattutto nei weekend.

La Cattedrale di Anagni: un capolavoro di arte romanica e gotica
Sulla cima dell’antica acropoli sorge la Cattedrale di Santa Maria, uno degli edifici religiosi più affascinanti del Lazio. Costruita tra il 1072 e il 1104, la chiesa mescola lo stile romanico originario con elementi gotici aggiunti nel XIII secolo.
All’esterno colpisce la scalinata monumentale, il sagrato ampio e la torre campanaria, separata dal corpo principale. All’interno si viene accolti da un’atmosfera solenne: la navata custodisce un pavimento cosmatesco meravigliosamente conservato, un tripudio di intarsi marmorei e geometrie simboliche.
Tra le cappelle, spicca la Cappella Caetani, che accoglie il sepolcro di alcuni membri illustri della famiglia di Bonifacio VIII.
Il Museo del Tesoro: custode di arte sacra
La visita alla Cattedrale inizia dal Museo del Tesoro, ospitato in alcune sale adiacenti. Qui sono conservati manufatti ecclesiastici di pregio, tra cui paramenti liturgici, icone, codici miniati e croci reliquiario, alcuni dei quali risalenti all’epoca in cui la sede papale si trovava ancora ad Anagni.
La biblioteca lignea è un gioiello nascosto, un luogo di silenzio e contemplazione che racconta la lunga tradizione culturale della città.

La Cripta: la Cappella Sistina del Medioevo
Ma il vero tesoro della Cattedrale si trova al piano inferiore: è la Cripta di San Magno, uno degli ambienti affrescati più straordinari d’Europa. Definita spesso la Cappella Sistina del Medioevo, la cripta è interamente ricoperta da 540 metri quadrati di affreschi realizzati tra il 1100 e il 1250.
Qui si susseguono scene bibliche, figure di santi, medici dell’antichità come Ippocrate e Galeno, e rappresentazioni allegoriche che rivelano la visione cosmica e spirituale dell’uomo medievale. L’atmosfera è mistica, quasi irreale, e invita alla riflessione profonda.
L’accesso è regolato e distanziato per garantire la conservazione degli affreschi. Ti consiglio di acquistare online il biglietto del Museo della Cattedrale per essere sicuro di visitarla.
I sapori di Anagni: tra vino e tradizione
Un viaggio ad Anagni non è completo senza una sosta enogastronomica. I ristoranti del centro propongono piatti tipici della cucina ciociara, tra cui il Timballo alla Bonifacio, la pasta fatta in casa con sughi rustici e dolci della tradizione come il panpepato.
Da non perdere un calice di Cesanese del Piglio DOCG, vino rosso corposo e profumato, perfetto per accompagnare i sapori forti della cucina locale.
Vale la pena visitare Anagni?
Anagni non è solo una città da vedere, ma da vivere. È un luogo che emoziona, che educa, che ispira. È perfetta per un weekend culturale, per una gita fuori porta o per chi vuole immergersi in una storia potente e reale.
Qui ogni pietra racconta un frammento del nostro passato. Lasciati guidare dalla curiosità, lasciati sorprendere dalla bellezza.
Prenota il tuo soggiorno ad Anagni, esplora le sue meraviglie, assapora i suoi sapori e porta a casa un’esperienza che ti arricchirà nel profondo. E se hai già visitato questa meraviglia del Lazio, raccontami com’è stata la tua esperienza nei commenti!
Questo post è scritto in collaborazione con VisitLazio e Promotuscia-Gardentour

Che paxxe ma leggete il post invece di fare le professoresse!
Non vi basta Facebook?
Eh beh dai, almeno ho trovato alcuni refusi che a volte possono scappare 🙂
Informativo, ma la invito a curare di più l’ortografia: fu’ con l’accento, un’interessante borgo con l’apostrofo, sopratutto con una t sola…..
Salve Manuela e grazie per il suo commento. La ringrazio e chiedo venia, purtroppo scrivendo a volte si commettono refusi e rileggendo non si notano in quanto si ha già in mente il senso delle frasi. Un occhio esterno è spesso molto utile in tal senso.
Ho corretto alcuni errori, tranne sopratutto che è corretto anche con una sola T. Per il resto, se ne trovasse altri, sono sempre lieto di poter migliorare i contenuti del sito e, seppur cerchi di controllare e correggere minuziosamente, talvolta può capitare che, per fretta o stanchezza, qualcosa sfugga involontariamente.
Torni ancora a leggerci,
Gian Luca
Verissimo, soprattutto si può scrivere anche con una t. Forse sarebbe meglio: se avessi, invece di: se avresti. In ogni caso, grazie per le preziose indicazioni ed informazioni.
Perbacco, siete attentissimi! Grazie ancora per avermi fatto notare un’altra svista. Buona giornata 🙂