Di Guilin ti ho parlato, di quanto romantica sia e di quanto affascinante possa essere trovarsi in mezzo ai picchi montuosi e ricoperti di foresta tra i quali il fiume Li si snoda, ma quello che non ti ho raccontato è che alla sera questa città riserva insolite sorprese, sopratutto a cena: la cucina cinese!
Di rientro dalla crociera sul fiume ci attende, da programma, un’impersonale cena internazionale presso le sale dell’hotel, ma questo fatto non riesco proprio a digerirlo, tanto per stare in tema. Sono mica venuto fino in Cina per non assaggiare le specialità locali? Io poi, del resto, ho sempre adorato la cucina cinese, quindi perché privarmene?
Per quanto strano e rischioso possa sembrare decidiamo di chiedere alla nostra guida, un simpatico ragazzo che vive in città, di accompagnarci in un ristorante locale che sia famoso per la cucina cinese tipica della regione del Guangxi Zhuang.

Il mio primo vero ristorante cinese
Onestamente non ricordo il nome del ristorante, troppo complicato e sopratutto, appena varcata la soglia, tutto ho in mente fuorché ricordarmi in che locale mi trovo.
La prima sensazione provata è legata all’olfatto, l’ingresso del ristorante odora di stalla e stagno, un impatto che istantaneamente mi stringe la bocca dello stomaco facendomi pensare che mai potrei mangiare nulla qui, con questa puzza.
Ben presto realizzo che la sala da pranzo si trova in un ambiente successivo, qui all’ingresso, come in un piccolo mercato, si trovano esposti vari animali vivi in attesa che i clienti li scelgano.
Pensandoci bene il tutto sembra molto macabro, osservo gli acquari con ogni tipo di pesce d’acqua dolce, le vasche con le tartarughe e poi le numerose gabbie con dentro galline, anatre, conigli, topi, serpenti e quant’altro.
Stai già pensando alle scene crudeli viste in TV? Nulla di tutto questo. Le gabbie sono spaziose e gli animali sembrano quasi ignari del loro destino. In ogni caso ormai ci siamo, sembra quasi scortese, nonostante la situazione, tirarsi indietro… e, del resto, stiamo vivendo una tradizione secolare di questo popolo, la cucina cinese è anche questo.

Ordinare serpente, piatto tipico della cucina cinese?
Una ragazza gentilmente ci accoglie parlando cinese, la nostra guida ci fa da interprete, e ci domanda cosa gradiremmo mangiare.
Per anni ho sentito parlare del sapore del serpente, della sua carne fine e prelibata, quale migliore occasione per provarla? Con poca esitazione indico i serpenti, nonostante la mia repulsione per i rettili. Un addetto, aiutandosi con una lunga pinza, prende così un esemplare dalla gabbia e lo estrae chiedendoci se vada bene.
Ovviamente ignoro quali siano i parametri di giudizio e ci affidiamo al consiglio della guida che, dopo attenta osservazione, annuisce approvando la scelta.
Il seguito per me è sempre stato leggenda, solo ora posso dirti che è reale…
L’addetto sostiene con la pinza il serpente, mentre un collega prepara un bicchiere versandovi dell’alcool o comunque un liquore incolore molto alcoolico. A questo punto colui che regge l’animale, per mezzo di grandi forbici, gli recide la testa decapitandolo e lascia colare il sangue all’interno del bicchiere.
Direi che sono piuttosto disgustato, e sempre cercando di stare distante dai rettili, quasi faccio un balzo indietro quando mi viene porto il bicchiere offrendomelo come aperitivo. Non avrei mai potuto, quel bicchiere sanguinolento, mai!
Rifiuto nonostante cerchino di convincermi spacciandomi l’intruglio per Viagra cinese e, all’ennesimo tentativo, un po’ delusi se non offesi, i camerieri desistono.
E continuare con il topo
Dal momento che un serpente solo non può bastare ci viene chiesto cos’altro vorremmo mangiare. In realtà ho in mente ancora la decapitazione, non è facile scegliere, ma l’odore di acqua stagnante distoglie la mia attenzione dal pesce, le tartarughe poi mi farebbero troppa pena, temo di assistere ad un altro assassinio.
Vedendoci indecisi ci propongono di assaggiare il topo, non un topo normale, è una varietà di ratto del bambù, più grosso e dall’aspetto più paffuto rispetto ai ratti a cui siamo abituati. A quanto dicono è una vera specialità della cucina cinese locale.
Acconsentiamo. L’ignaro essere viene prelevato e pesato, un chilo e mezzo, davvero notevole. Per nostra fortuna viene portato direttamente in cucina e non dobbiamo assistere all’uccisione, ma del resto anche le nostre bistecche al supermercato, prima di finire in confezione, vanno incontro alla stessa sorte.

La cena, cucina cinese
Ignorando se le pietanze saranno di nostro gradimento, chiediamo anche un piatto di cozze e vongole al pomodoro, una riserva che sicuramente ci possa piacere.
Finita la scelta veniamo accompagnati al tavolo. La sala è grande e luminosa, sopratutto molti tavoli sono occupati e questo di solito è un buon segno.
Qui non c’è odore di stalla, anzi, di tanto in tanto ci passa sotto il naso il profumo di qualche piatto dei tavoli accanto. Lo stomaco inizia a risvegliarsi, la cucina cinese non sembra più così terribile.
Ci servono stuzzichini accompagnati da salse per iniziare, così cominciamo ad assaggiare sapori insoliti ma squisiti, a volte un po’ troppo acri per le nostre abitudini.
Dopo una mezz’ora circa ecco arrivare la prima portata, il serpente fritto. Il corpo, pulito, è stato tagliato a tranci e poi cotto, il profumo è invitantissimo, mentre al centro del piatto ci sono delle strane patatine colorate, non impieghiamo molto a capire che in realtà è la pelle del serpente tagliata a strisce che friggendo si è arricciata.
Ci viene spiegato di addentare la carne dalla spina dorsale verso l’esterno, il tutto è più saporito se lo si condisce con un sale speziato che accompagna il piatto.
Come spesso si sente dire, la carne di serpente risulta filosa, molto simile al petto di pollo alla griglia, mentre il sapore non ha nulla a che vedere col pollo, è un gusto delicato, saporito e, a mio parere, più buono di qualsiasi altra carne io abbia mai mangiato.
La pelle poi, croccante e friabile come le patatine, è davvero gradevole. Non avrei mai pensato che potesse piacermi tanto, infatti in pochi minuti divoriamo l’intera portata.

Mentre sbocconcelliamo qualche cozza ecco arrivare il secondo piatto. I commensali non sembrano convinti, lo osservano con disgusto e sospetto, ma a ben guardare ha tutta l’aria di essere una terrina di spezzatino con le patate e i funghi, impressione tradita dalle coscette e dalla codina che emergono quando dò una mescolata.
Pare io sia l’unico a voler assaggiare il ratto del bambù, mi faccio coraggio quindi e, litigando con le bacchette, ne pinzo un pezzetto e lo avvicino al naso, il profumo è molto invitante.
Bisogna dire che la carne di questo animale è rimasta piuttosto grassa, la parte consistente è davvero poca e la maggior parte della pietanza è costituita da grasso e cotenna, un mix che da l’impressione di addentare un cotechino.
Lo assaggio cercando di coglierne il sapore ed evitando la ciccia, ma le mie papille sono stregate dal serpente fritto, la sua bontà non ha eguali. Sciacquo la bocca con un po’ di the, bevanda tipica durante i pasti, e decido di mangiare i funghi e le patate, del resto sono quasi sazio e rischio di esagerare.
Discutiamo tra noi di quest’esperienza, chiedendoci se avranno il caffè, ma purtroppo non c’è, al suo posto ci viene offerto del saké tiepido, tipica grappa di riso che funge anche da digestivo.
Spero di non averti disgustato, quest’esperienza è stata per me degna della serie ‘Orrori da gustare‘, ma vivere un luogo è anche coglierne sapori e tradizioni ed è ciò che ho fatto in quest’occasione in Cina e la cucina cinese mi ha piacevolmente sbalordito.
LEGGI ANCHE ‘ Cosa vedera a Guilin, la crociera sul fiume Li, Cina’

Finché non sarai scelto tu come animale da uccidere ed esser servito al primo turista deviato tutto regolare, giusto?
Aggiungo che non vedo niente di minoritario o accettabile nel mangiare altri tipi di animali.
Ciao Alberto, il tuo commento mi coglie in un periodo cruciale della mia vita alimentare, da quasi un anno faticavo a mangiare carne e da un mese sono vegetariano. Il mio racconto di questa esperienza in Cina risale al lontano 2006, quando ancora non mi facevo problemi etici sull’alimentazione. Per fortuna le cose cambiano, direi. Oggi non potrei più mangiare una cena del genere, ma non posso dire di rimpiangere di averla sperimentata, anche se il pensiero oggi mi da tristezza. A volte siamo schiavi di una cultura che ci viene imposta, non sempre questo comporta crudeltà, piuttosto parlerei di consapevolezza, ma questa si matura sopratutto con l’esperienza. Cosa ne pensi?
Ciao, complimenti per il coraggio di mangiare animali come serpenti e ratti. Io non ce la farei, sono sincera. Sono arrivata al tuo blog (bellissimo per la varietà di luoghi ed esperienze descritte) perché curiosa di vedere il ratto del bambù indicato nel libro che sto leggendo Spillover. In verità a leggere il libro che parla di zoonosi, malattie trasmesse dagli animali sll uomo, un po’ come il covid, passa la voglia anche solo di provare carni di animali usati nella cucina cinese.
Un abbraccio e buon lavoro.
Ciao Enza e grazie per il tuo commento. Certamente mangiare cibi insoliti può sembrare strano, tuttavia se sono cotti credo non vi siano problemi, se gli ingredienti sono freschi. Ovviamente occorre fare attenzione, ma il bello di viaggiare è anche immergersi nelle usanze culinarie dei luoghi che si visitano. 🙂
Quale cultura giustificherebbe nel 2020, in una nazione che è una potenza economica mondiale e vanta primati in innovazioni tecnologiche, tanta mancanza di igiene?
Franci, hai ragione, la Cina è una potenza economica e vanta progressi tecnologici, come lo sono anche il Giappone o l’India, ad esempio. Il fatto è che una nazione è ben più grande di ciò che vediamo nelle foto o in TV, la Cina poi è immensa e vi sono aree rurali che sono ancora legate alla vita di campagna, a salari miseri e a tradizioni antichissime. Quando sono stato in Cina io un abitante di Shanghai giadagnava l’equivalente di 1300€ di stipendio, la città è carissima rispetto alle campagne e la vita è rapportata al costo che ne consegue. Ma se esci da Shanghai incontri risaie, campi, fattorie, allevamenti e questi lavoratori guadagnano spesso meno di 300€ di stipendio. Il salario è ovviamente rapportato alla vita in periferia, non potrebbero permettersi di vivere in centro. Tra la città e le campagne, che sono vastissime, c’è un divario enorme sia economicamente, sia come stile di vita.
Detto questo non deve stupire se in Cina si trovano ancora situazioni che possiamo ritenere scarsamente igieniche, le abbiamo anche noi in Italia a ben guardare, magari un po’ meno frequenti ma ci sono.
Spero possiate rifletterci.
La gola non giustifica nessun aberrante uccisione di animale, ma al di là di questo pensiero non condiviso l’igiene alimentare in quel luogo è una cosa sconosciuta. Orrore.
Rispettiamo ogni punto di vista, ma prima di criticare occorrerebbe conoscere da vicino la storia e la cultura di tali popolazioni.
Io sono un vegano occidentale.
Sono giunto a questo articolo mentre cercavo degli approfondimenti sulla discussa cucina tradizionale di talune regioni cinesi.
Penso che gli occidentali, italiani inclusi, abbiano un modo incoerente e cialtronesco, direi grottesco, per commentare determinati piatti asiatici. Perché il maiale è buono ed il serpente fa schifo?
Se si volesse essere coerenti con sé stessi, bisognerebbe stigmatizzare e bandire tutte le carni (come faccio io tutti i giorni), non solo alcune. Fermo restando che in Cina è in netta e continua crescita il consumo di carne suina, che piace tanto ad italiani ed austriaci. Ciò detto, da parte mia nessuna simpatia per le cosiddette tradizioni culinarie cinesi (che io definisco a dir poco vergognose). Le trovo abominevoli, roba da far vomitare. Ammetto che mi è salito qualche conato di vomito mentre leggevo questo articolo. Quei maledetti mercati di fauna selvatica, dove delle povere creature vengono macellate in modo brutale per delle stupide e perfide superstizioni, poi non bisogna sorprendersi se così tanti virus provengono proprio dalla R.P.C e da paesi confinanti tipo il Vietnam. Che in certi posti della Cina mangino topi vivi e pipistrelli in zuppa non è una notizia falsa, purtroppo, ed infatti il risultato è sotto gli occhi di tutti…
Per non parlare, poi, della bile di orso (altra perfida tradizione cinese), che loro, i cinesi, stanno utilizzando per curare quel virus che hanno forzato ad emergere mangiandosi pipistrelli e pangolini come se nulla fosse. Uno schifo abnorme. Sfortunatamente, tanti cinesi sono allergici ai concetti di ‘benessere animale’ e ‘tutela ecologica’. Sarà anche un paese proiettato nel futuro, ma quella cinese tradizionale è una gastronomia amorale e primitiva.
Ciao Blue e grazie per il tuo punto di vista. Come tu dici spesso gli italiani hanno una visione superficiale delle cose, di certo prima di giudicare occorrerebbe conoscere e magari capire la cultura e le tradizioni di un paese lontano come la Cina. Senza dubbio alcune cose possono sembrare disgustose, ma so per esperienza che anche molte usanze italiane risultano incomprensibili e disgustose per chi è cresciuto all’estero.
Di certo possiamo avere opinioni discordanti, tuttavia credo sia difficile e ingiusto condannare un popolo per delle usanze che provengono da millenni di storia, anche se noi possiamo ritenerle disgustose.
Questo è il mio pensiero. 🙂
Che schifo!!
Ciao Piernico, mi fa molto sorridere questo tuo commento privo di argomentazioni, penso che dire ‘che schifo’ sia solo una manifestazione di odio priva di fondamento. Conosci la cultura cinese? Sei mai stato in Cina? Oppure parli per visto e sentito dire dai molti video (molti dei quali fake) che fomentano odio verso la Cina?
Se hai letto il mio articolo avrai anche capito che la cena descritta non è stata poi così schifosa, anzi… solo in Italia non siamo abituati a certe pietanze, ma sai a quanti popoli fanno schifo alcune cose che in Italia mangiamo?
Se sarai disposto ad argomentare la tua risposta in modo intelligente saremo lieti di ascoltare il tuo punto di vista.
A presto,
Gian Luca
Ciao! Senza andare troppo lontano mi piacerebbe vedere la tua espressione davanti ad una scatoletta di Surströmming (aringa marcia), qui in Svezia!
Saluti Max
Ciao Max, inorridisco al solo ricordo, me le propinarono qualche anno fa durante un viaggio a Enkoping, ma mamma mia, non ho avuto il coraggio di avvicinarle alla bocca! 🙂
Molto interessante. Probabilmente io sarei svenuta alla vista di un serpente decapitato, per non parlare del sangue che poi ti è stato offerto in un bicchiere.
Comunque sono incappata in questo tuo resoconto perché sto leggendo alcuni racconti cinesi (“La trilogia dei re”, Acheng), in uno dei quali il personaggio protagonista cucina un serpente.
Ciao Stefania, che bello poter dare risposta a curiosità che giungono da attività diverse dalla mia, ora mi hai incuriosito e andrò a vedere di cosa parla il libro che hai citato. Di certo questa nostra cena è stata un’esperienza forte, ma sono tradizioni locali e viverle fa parte del conoscere un luogo. 🙂
Ecco un post che volevo leggere da tempo!
Io ho la fissa di assaggiare la carne di serpente, ed ecco che tu mi hai reso la cosa ancora più interessante.
Ormai da un pezzo io non mangio più carne, ma forse un piccolo strappo potrei anche farlo (solo per amore di curiosità)
Complimenti per il blog, essendo appassionata di fotografia alle prime armi, ho tutto da imparare.
Ciao. Spirulina
Grazie Spirulina per il tuo commento, sono lieto di aver stimolato la tua curiosità!
Certamente per noi il serpente è un cibo un po’ insolito, ma vedrai che non resterai delusa, è davvero squisito!
Hai già letto il mio post sullo Street Food thailandese? Anche gli insetti non sono poi male! 🙂
https://www.viaggiaescopri.it/street-food-in-thailandia/
Sono a Guilin. Nessuno mi sa dire nulla. Ti ricordi più o meno la zona del ristorante?
Ciao, è passato molto tempo e non saprei nemmeno se sia ancora aperto. Io chiesi un ristorante tipico locale, non per turisti occidentali, prova a chiedere ancora, se hai una guida chiedi a lei, oppure in reception se dormi in hotel. Fammi sapere!!!