Dakar, capitale del Senegal pulsante di vita caotica

Promo: Disponibile su Amazon il nostro libro sul carnevale di Ivrea

_______________________________________________________________

La nostra ultima tappa del viaggio è Dakar, la capitale e principale città del Senegal. Il nostro obiettivo è mostrare il contrasto tra la tranquilla cittadina di Joal-Fadiouth e la caotica Dakar.

Per il nostro soggiorno di tre giorni abbiamo scelto il quartiere di Almadies, uno dei più ricchi della città, meta di surfisti e sede di numerose ambasciate. Come ci ha raccontato un tassista, la vita a Dakar è dura: lo smog raggiunge livelli altissimi, l’inquinamento acustico è notevole, la povertà estrema coesiste con una ricchezza sfacciata.

Tutto sembra in continuo fermento: ovunque ci sono cantieri, palazzi in costruzione e molti edifici abbandonati. Nel quartiere vicino ad Almadies si trova la vecchia pista dell’aeroporto, ormai in disuso e occupata abusivamente dagli abitanti locali.

Filo spinato a Dakar, la sicurezza non è mai troppa
Filo spinato a Dakar, la sicurezza non è mai troppa

Prepararsi per un viaggio a Dakar

Per prepararmi a questo viaggio mi ero iscritto a Preply, una piattaforma online per studiare il francese, e avevo scelto come insegnante Mariam, una giovane di 26 anni nativa di Dakar. Grazie a lei sono riuscito a cavarmela in Senegal. Quale occasione migliore, quindi, per incontrarla di persona!

Quartieri cittadini e edifici in costruzione a Dakar
Quartieri cittadini e edifici in costruzione a Dakar

Ci diamo appuntamento in un piccolo locale chiamato “Epicerie Fine Africaine & son Café Dakarois“. Il posto è davvero carino e ben curato, un mix tra la cultura africana e la modernità occidentale. Propone moltissimi prodotti tipici rivisitati: cous cous al mango, caffè Touba in cialde da espresso, e vari tipi di confetture. Io, Matteo e Mariam optiamo per dei sandwich: eccezionali, enormi e, per noi, economici, 5000 CFA (circa 7,50 euro). Il mio era davvero spettacolare: pane alle olive, mango a cubetti, gamberi grigliati e salsa all’avocado.

Con Mariam abbiamo passato cinque ore a parlare, ed è stato davvero interessante! È l’unica persona che abbiamo incontrato durante il viaggio con un livello di istruzione elevato. Come ci ha raccontato lei stessa, a Dakar viene spesso chiamata “Toubab“, un termine che significa “uomo bianco”, ma con una connotazione leggermente negativa. Anche a Joal-Fadiouth, io e Matteo siamo stati chiamati “Toubab” dalla gente del posto, e di solito, subito dopo, ci veniva chiesto del denaro.

I contrasti di una città divisa tra povertà e lusso, Dakar
I contrasti di una città divisa tra povertà e lusso, Dakar

I giovani senegalesi sognano un mondo nuovo

Mariam ci ha raccontato i suoi sogni e le sue aspirazioni. Si definisce femminista e lotta per avere maggiore libertà. È musulmana, ma non integralista: non porta il velo, desidera una relazione monogama, è indipendente e non vuole un marito da “crescere” come un bambino. Cerca il romanticismo, un sentimento ancora nuovo in Senegal ma che sta prendendo piede tra i giovani della sua generazione.

Carlo, Matteo e Mariam in compagnia di amici senegalesi
Carlo, Matteo e Mariam in compagnia di amici senegalesi

Il sogno più grande di Mariam è viaggiare, e forse il prossimo anno riuscirà a venire in Italia per il matrimonio di un’amica. Dico “forse” perché il passaporto senegalese ha molte restrizioni. Per visitare la maggior parte dei paesi è necessario richiedere un visto a pagamento, e solo il 10% delle domande viene accettato. Inoltre, se la domanda viene rifiutata, i soldi non vengono rimborsati. Con uno stipendio medio a Dakar di 400.000 CFA (circa 600 euro), per molti è una spesa enorme! Questa situazione ci ha fatto riflettere su quanto noi europei siamo liberi e su come tendiamo a dare tutto per scontato.

Il nostro soggiorno nella capitale continua con una visita alle strade del mercato di Sandaga, al ponte alla statua del Rinascimento Africano, costruita nel 2010. Ma questo lo racconterò in un prossimo articolo con qualche dritta utile ad organizzare il tuo viaggio a Dakar.

Statua del Rinascimento Africano a Dakar
Statua del Rinascimento Africano a Dakar

Promo: Disponibile su Amazon il nostro libro sul carnevale di Ivrea

_______________________________________________________________
Informazioni su Carlo Loglisci 4 Articoli
Carlo Loglisci, nato a Biella nel 1985, è un artista poliedrico che ha trasformato la propria vita in un’opera d’arte, esplorando con passione e dedizione una vasta gamma di discipline. Videomaker, fotografo e dronista, cattura il mondo attraverso il suo obiettivo, creando immagini evocative e vibranti. Il suo talento si estende alla regia di documentari, dove porta alla luce storie profonde e autentiche, nascoste tra le pieghe della società contemporanea. Oltre all'arte visiva, Carlo ha un profondo legame con la musica. Cantante e polistrumentista, ha sperimentato generi che spaziano dal rock, metal e punk al jazz, elettronico e musica acustica, creando un suono unico che riflette la sua diversità artistica. Come produttore musicale e vocal coach, ha guidato molti nella scoperta della propria voce e del proprio percorso artistico. La sua curiosità lo ha portato anche verso l'arte del massaggio olistico, una pratica che unisce corpo e mente, promuovendo il benessere attraverso il tocco. Questa passione per l’armonia interiore lo ha avvicinato alla spiritualità, come dimostra un ritiro in silenzio di dieci giorni in un monastero toscano, dove ha praticato la meditazione Vipassana, arricchendo la sua visione della vita.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*