Vivace, vibrante e carica di emozioni, Marrakech è una città da vivere a 360°, ricca di cultura e di storia e allo stesso tempo di luoghi simbolo di questo paese. Come la Djemaa el-Fna, la sensazionale piazza in cui culmina la vita cittadina.
Vacanze 2007 nella mia memoria vuol dire Marocco, un’avventura inaspettata, un viaggio on the road che, alla guida di un’auto noleggiata per 3000 Km, ci ha fatto scoprire e meravigliare di fronte alla popolazione e alle bellezze di questo paese.
Forse sembrerà incredibile, ma quando ti svegli dopo otto giorni di viaggio nomade, e riesci continuamente a stupirti di ciò che ti circonda, inizi a pensare di essere davvero nel luogo più pazzesco che ti potesse capitare.
Arrivo a Marrakech
Così dopo aver visto antiche città, foreste d’alta quota e deserti rocciosi e di sabbia, valicando l’Atlante verso nord arriviamo a Marrakech.
Distesa tra le pianure ai piedi dei monti, che si trovano a sud, la capitale commerciale marocchina è da sempre un punto di convergenza di culture e popoli, che ha comportato la creazione di una delle città più occidentalizzate del mondo arabo, cosmopolita e ricca di sorprese.
Arriviamo in prossimità del centro nel primo pomeriggio, la guida è parecchio difficoltosa e al caldo soffocante di luglio si aggiunge il caos tremendo delle auto che si districano dagli ingorghi con il clacson perennemente urlante e i gendarmi della ‘Police‘ che, spesso in modo subdolo, ci fermano cercando di attribuirci infrazioni che per fortuna riusciamo sempre a contestare.
Trovato parcheggio abbandoniamo letteralmente la macchina, l’immersione di tre giorni è iniziata, e ci ributteremo nella bolgia stradale solo al momento di andarcene.
La piazza, una delle più famose al mondo, è molto animata, superiamo la banche e alcuni ristoranti e cerchiamo una sistemazione. Con nostro grande stupore troviamo una stanza per quattro persone a un costo bassissimo, 4€ circa a notte a testa. La prendiamo al volo, sebbene non sia accogliente e le pareti e i soffitti siano un po’ scrostati, i letti ci sembrano puliti e il bagno non è male. Si trova nel retro della pensione, fuori dalla porta ci sono detriti e macerie, ma attraversando un cortile e qualche scalinata siamo proprio sulla Djemaa el-Fna, ci adatteremo.
Alla scoperta della Djemaa el-Fna
Dopo esserci rinfrescati usciamo a far due passi, il profumato mercato delle spezie ci colpisce, punteggiato dai grandi carretti coloratissimi, carichi di arance mature, che vendono spremuta al costo di soli 5 dirham al bicchiere. Il gran caldo e il piccolo prezzo, complici, ce ne fanno bere a litri.
Con l’avanzare della giornata il numero di persone è cresciuto e nella confusione non mancano coloro che cercano di fare i furbi. Due ragazze adescano Valentina e Paola e iniziano ad applicar loro dell’hennè sulle mani, con abilità ricreano disegni e ghirigori dallo stile magrebino, l’hennè asciugandosi dovrebbe lasciare impresso un tipico tatuaggio temporaneo.
Le ragazze cercano di allontanarle, ma le tatuatrici insistono dicendo che sarà per loro un regalo, in realtà, a lavoro finito, e nemmeno troppo bene, iniziano a richiedere un compenso scatenando un piccolo tafferuglio.
Ci allontaniamo, la piazza è grande, poco distante un fachiro si esibisce ingoiando lunghe lame e mentre cerco di capire come possa non farsi del male, sento gli altri allontanarsi attratti da un incantatore di serpenti. Stupore e meraviglia, è come quelli delle storie!
Accucciato e con un turbante sulla testa suona un piccolo flauto e, davanti a lui, quello che sembra un cobra segue come ipnotizzato i movimenti dello strumento.
Terminata la melodia ci fa cenno di avvicinarci e permette a chi lo voglia di toccare i serpenti spiegando che non sono velenosi, deduco quindi che quello fosse un finto cobra, ad ogni modo la mia repulsione per i rettili mi tiene a distanza, mi accontento di scattare qualche foto agli altri.
Intorno a noi la scena si anima ancora di più, senza che ce ne rendessimo conto la Djemaa el-Fna si è trasformata ulteriormente. Migliaia di persone passeggiano nella calda sera, chiacchierano e ridono, o si riuniscono in capannelli a osservare un saltimbanco, oppure un attore cantastorie, o forse una cartomante, un mangiafuoco, o un giocoliere.
Ce n’è per tutti i gusti insomma, quasi disorientati ci lasciamo pervadere dall’euforia che tutto qui intorno ci trasmette, siamo nell’ombelico del mondo e ci sentiamo straordinariamente vivi.
È quasi sera, decidiamo quindi di esplorare i souk il giorno seguente, anche perchè la piazza sta continuando a cambiare volto.
Ora di cena sulla Djemaa el-Fna
Nel giro di mezz’ora un gran numero di bancarelle si materializza, chi vende abbigliamento, chi spezie o alimenti e chi invece allestisce veri e propri ristoranti.
Iniziano così a propagarsi i profumi di carne cotta alla griglia, cercando di resistere alla tentazione ci aggiriamo per il mercato notturno per osservare meglio cosa offre e in assoluto la pietanza che ci ha sconvolti di più è la testa di pecora, credo bollita, presentata al bordo dei banchi come vera prelibatezza.
Questa la passiamo e ci addentriamo tra le lunghe tavolate talmente vicine da non farci capire chi sia l’effettivo gestore. Rapidamente ci vengono richieste le ordinazioni e di li a poco le prime portate iniziano ad arrivare.
Principalmente mangiamo carni alla griglia, ovviamente non di maiale, ma vitello e pollo, assaggiamo anche alcune verdure e nel complesso sappiate che qui sulla piazza si mangia davvero bene.
Aggiriamo nuovamente le bancarelle e questa volta sono io ad essere attirato da qualcosa, seduto in mezzo alla folla, con alcune bizzarre cose esposte su di un lenzuolo, c’è un alchimista.
Mi avvicino incuriosito e chiedo alcune informazioni, la maggior parte sono spezie da usare in cucina, ma ci sono anche presunti composti per filtri d’amore o per piccole magie. La cosa più insolita è una grande e strana lucertola essiccata, posta al centro di tutto il resto, domando a cosa serva un po’ disgustato e con stupore mi sento rispondere che, grattugiata, è un ottimo condimento per l’insalata.
Ci congediamo, l’ora è tarda e rientriamo alla pensione approfittando della terrazza panoramica per gustare un drink osservando il panorama notturno dall’alto. Luci multicolori, fumo e odori, cittadini e turisti che producono un assordante vociare, la voce del mondo!
La Djemaa el-Fna è in assoluto un posto unico e da non perdere.
bello davvero
Si ragazzi è un luogo davvero emozionante! 🙂
che bello e un posto da visitare!
Davvero un’esperienza invidiabile.
Solo in certi luoghi dove odori, colori, sapori si mescolano alla moltitudine, credo, si possaprovare simili esperienze.
Scusa il ritardo alla risposta, concordo pienamente con le tue parole! Il Marocco è stata una vera rivelazione in tutti i sensi… se poi penso che ero partito quasi contro voglia! 😉
Che meraviglia!!!
Un vero spettacolo! La perdizione dei 5 sensi! 😉