Sotto la pioggia fine che accarezza le colline biellesi, il nostro cammino ci conduce verso un piccolo paese immerso nel verde: Ronco Biellese. Arroccato sul versante del Brich che guarda verso Biella, questo tranquillo borgo custodisce un tesoro di memoria e tradizione: l’Ecomuseo della Terracotta.
Un luogo in cui la terra prende forma e racconta secoli di storia, arte e vita quotidiana.
Un paese, otto frazioni e una storia fatta d’argilla
Ronco Biellese è un piccolo comune piemontese che custodisce una sorprendente ricchezza urbanistica e culturale. Con poco più di 1500 abitanti, si distingue per una struttura composta da ben otto frazioni: Ceresa, Masserano, Regis, Riviera, San Carlo, San Grato, Veggio e il Centro, che rappresenta il fulcro amministrativo, storico e sociale del paese.

Passeggiando tra queste frazioni si respira un’atmosfera d’altri tempi. Le vie strette, spesso acciottolate, svelano angoli autentici dove il passato è ancora vivo. Le case in pietra conservano elementi architettonici originari: travi a vista, tetti in lose, portoni in legno e balconi robusti che raccontano di un tempo in cui ogni dettaglio era fatto a mano, con cura e sapienza artigiana.
Molti di questi edifici un tempo ospitavano laboratori familiari dove si lavorava la terracotta, attività che ha segnato profondamente la storia del paese. Ancora oggi si possono scorgere resti di antiche fornaci o ingressi murati che nascondono vecchi ambienti di lavoro, rendendo il borgo un museo a cielo aperto.
Ogni frazione ha una propria identità e piccole peculiarità: una cappella votiva, una fontana in pietra, un forno comune, testimonianze di un’organizzazione comunitaria fondata sulla collaborazione e sul rispetto delle tradizioni. La vita si svolgeva attorno al lavoro artigianale, ai ritmi delle stagioni e alla devozione religiosa, evidente anche nella presenza di piccole chiese e piloni votivi disseminati nel territorio.
Questa distribuzione frazionale, così insolita per un centro di dimensioni ridotte, racconta una storia di autosufficienza, legami familiari forti e radicamento nel territorio. Ronco Biellese è un insieme di microcosmi che insieme formano un’identità collettiva, ancora oggi viva e profondamente sentita.
Le bielline: terracotta e identità di Ronco
Il legame tra Ronco Biellese e la terracotta è profondo, radicato nel tempo e nell’identità stessa del paese. Le celebri “bielline“, così sono chiamate le tipiche stoviglie in terracotta prodotte in zona, erano note per la loro resistenza, la bellezza rustica e l’elevata qualità della lavorazione. Esportate in tutta Italia e persino all’estero, rappresentavano un vanto per il territorio, simbolo di una tradizione artigianale tanto umile quanto straordinaria.
Questo successo non era frutto del caso: la presenza di un’argilla rossa di qualità eccellente, facilmente modellabile e ideale per la cottura ad alte temperature, si univa alla maestria di artigiani che tramandavano i segreti del mestiere di generazione in generazione. Le tecniche affinate nel corso dei secoli permettevano di realizzare stoviglie funzionali e durevoli, pensate per l’uso quotidiano ma con una dignità estetica che oggi le rende veri e propri pezzi da collezione.
Nel periodo di massimo splendore, l’intero paese viveva in funzione di questa attività. Si contavano oltre quaranta fornaci attive, numerosi laboratori domestici e un commercio fiorente che animava le vie del borgo. Famiglie intere erano coinvolte nella produzione: c’era chi foggiava l’argilla, chi si occupava della decorazione, chi curava la cottura nei forni e chi infine gestiva la vendita.
Ancora oggi, utensili, attrezzi e manufatti sopravvissuti al tempo, insieme a documentazioni d’archivio, restituiscono un’immagine vivida di quella stagione produttiva. Visitare Ronco Biellese significa entrare in contatto con questo patrimonio tangibile, toccare con mano una tradizione che continua a raccontarsi attraverso gli oggetti, i luoghi e le persone che ne custodiscono il ricordo.

L’Ecomuseo della Terracotta: una visita tra memoria e passione
Giunti nel cuore di Ronco Biellese, nella piazza principale dominata dalla chiesa di San Michele Arcangelo, si viene accolti in un luogo dove il tempo sembra essersi fermato: l’Ecomuseo della Terracotta. Questo spazio, semplice e autentico, custodisce l’anima artigiana del paese e ne racconta, attraverso oggetti e storie, un passato fatto di lavoro, ingegno e identità.
A guidarci è Giorgio Rey, presidente e fondatore dell’ecomuseo, figura centrale nella salvaguardia della memoria ronchese. La sua passione traspare in ogni racconto, mentre ci accompagna tra gli ambienti del museo, ciascuno dedicato a un aspetto della vita artigiana legata alla terracotta.
La collezione è sorprendente per varietà e valore storico: piatti decorati, bicchieri, casseruole, vasetti, lucerne, fischietti per bambini, ma anche strumenti da lavoro e utensili agricoli. Alcuni pezzi colpiscono per la loro originalità, come le trappole per calabroni, piccoli recipienti che venivano riempiti con acqua zuccherata per attirare e intrappolare gli insetti.

Ogni oggetto è un frammento di vita quotidiana, ma anche testimonianza di un sapere antico, tramandato di generazione in generazione. Le forme sono semplici, ma funzionali, spesso arricchite da decorazioni essenziali che riflettono il gusto popolare dell’epoca. Alcuni manufatti sono firmati o contrassegnati da segni distintivi, come marchi o iniziali, che permettono di risalire alla famiglia o alla fornace di provenienza.
L’ecomuseo è un luogo vivo, in continua evoluzione, grazie anche alle donazioni spontanee degli abitanti che contribuiscono a ricostruire il mosaico della memoria locale. Più che un’esposizione statica, è un percorso emozionante dentro la quotidianità di un tempo, dove ogni oggetto racconta storie vere, fatte di mani operose e orgoglio comunitario.
Il Museo dall’Emilio e la Fornace didattica
Uno degli ambienti più intimi e toccanti dell’Ecomuseo della Terracotta è il Museo dall’Emilio, ricavato dall’ex negozio di alimentari che per anni fu gestito da Emilio, figura amatissima nel paese. Dopo la sua scomparsa, i locali rimasero inutilizzati, finché il Comune, in collaborazione con l’ecomuseo, decise di restituire vita e dignità a quello spazio quotidiano. Gli scaffali originali in legno, testimoni di decenni di relazioni di vicinato, furono trasformati in espositori di manufatti in terracotta, creando un dialogo tra la memoria domestica e la tradizione artigiana. L’atmosfera che si respira è quella di un tempo sospeso: semplice, autentica, profondamente umana.
A pochi minuti di passeggiata dal centro si raggiunge un altro punto cardine del percorso museale: la fornace didattica, costruita secondo il modello delle antiche fornaci ronchesi. Questa struttura è stata pensata per far rivivere in modo pratico e diretto il processo di cottura della terracotta, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva e concreta.
Giorgio Rey, guida appassionata e competente, accompagna i visitatori nella scoperta delle diverse fasi del processo. I manufatti, una volta foggiati, vengono inseriti nel forno a temperatura già elevata. Per garantire una cottura uniforme, l’apertura della fornace viene murata lasciando solo un piccolo foro di ispezione. La seconda cottura, che può arrivare fino a 1000°C, è fondamentale: permette la vetrificazione dei minerali come ferro, rame e piombo presenti nell’impasto, rendendo la terracotta più resistente, impermeabile e durevole.
Questa fornace non è solo una ricostruzione fedele: è uno strumento educativo prezioso, utilizzato anche durante eventi e laboratori per tramandare tecniche e saperi che rischierebbero altrimenti di andare perduti.

Una tradizione che vive: la Sagra del Pailet
Ogni anno, tra i colori caldi dell’autunno biellese, Ronco Biellese si anima per la Sagra del Pailet, una festa che non è solo un evento gastronomico, ma un vero e proprio omaggio alla sua identità più profonda: quella artigiana e comunitaria. Il nome stesso della manifestazione prende spunto dal pailet, la tradizionale stoviglia in terracotta con due manici, simbolo della produzione locale, ancora oggi usata per servire i piatti tipici durante la sagra.
Durante questo atteso appuntamento, le strade del paese si popolano di bancarelle, profumi di cucina contadina, esposizioni artigianali e sorrisi sinceri. È il momento in cui la comunità si riunisce per celebrare la propria storia, con uno spirito festoso che coinvolge abitanti e visitatori.
Uno degli elementi più suggestivi della sagra è l’accensione pubblica delle fornaci, che rievoca in modo spettacolare le antiche modalità di cottura della terracotta. Il fuoco, il calore e la terra si fondono in un rituale che affascina adulti e bambini, riportando alla luce gesti e pratiche di un tempo.
Nel corso della giornata si susseguono dimostrazioni pratiche di lavorazione della creta, tenute da artigiani locali che, con mani esperte, modellano l’argilla trasformandola in oggetti d’uso quotidiano. I visitatori possono assistere, apprendere e persino partecipare grazie ai laboratori didattici, pensati anche per i più piccoli, che hanno così l’opportunità di “mettere le mani in creta” e vivere un’esperienza diretta.
La Sagra del Pailet è un’espressione viva della memoria collettiva e dell’amore di un paese per le proprie radici. Un’occasione perfetta per scoprire Ronco Biellese nel suo volto più autentico.

Un itinerario tra le frazioni e i ricordi
L’Ecomuseo della Terracotta non è confinato tra le mura di un solo edificio, ma si articola come un percorso diffuso che abbraccia l’intero territorio di Ronco Biellese. È un vero e proprio museo a cielo aperto, che invita il visitatore a scoprire passo dopo passo luoghi autentici dove storia, natura e cultura si fondono in modo armonico.
Il percorso itinerante si snoda tra le otto frazioni del paese, seguendo le tracce dell’antica produzione artigiana. Si cammina tra strette viuzze di pietra, si attraversano cortili silenziosi e si incontrano le vestigia delle vecchie fornaci, talvolta inglobate in abitazioni private o trasformate in spazi espositivi. Alcuni edifici mostrano ancora le scalinate in legno e i balconi costruiti con travi grezze, memoria visibile della loro funzione originaria come laboratori domestici per la lavorazione dell’argilla.
Durante la nostra visita, realizzata nell’ambito del blog tour #biellastoria, abbiamo avuto la possibilità di esplorare questi angoli nascosti con le guide locali. Ogni tappa si è rivelata una scoperta: una piccola chiesetta votiva dedicata alla Madonna nera, simbolo di devozione popolare; scorci che raccontano una quotidianità semplice ma ricca di significato; e abitazioni dove la terracotta non era solo lavoro, ma parte integrante della vita di famiglia.
Il cammino diventa così un’esperienza immersiva che va oltre la visita museale classica. È un dialogo continuo tra passato e presente, tra paesaggio e tradizione. Attraverso questo itinerario si coglie l’anima profonda di Ronco Biellese, dove ogni pietra e ogni oggetto raccontano una storia e ogni angolo conserva il sapore autentico della memoria collettiva.
Incontri, emozioni e comunità
L’esperienza si è conclusa nel verde e nella quiete dell’Area Verde di Ronco Biellese, un ampio spazio pubblico immerso nella natura, che rappresenta oggi un punto di ritrovo importante per la comunità locale. Il parco, recentemente intitolato a Giuseppe Angelico, industriale biellese e grande benefattore del territorio, è anche sede della società sportiva Fulgor Ronco Valdengo. La Fulgor è nota per il suo impegno verso i diritti dell’infanzia e per la promozione di uno sport sano, inclusivo e rispettoso.
Ad accoglierci sotto i portici del bar, gestito con passione dai volontari della società, c’erano Paolo Zanone e alcuni membri di Ars Teatrando, compagnia teatrale locale che ci ha deliziato con un breve ma emozionante aperitivo teatrale, pensato appositamente per il nostro arrivo.
Tra una bibita e qualche stuzzichino, abbiamo avuto modo di riflettere sull’esperienza vissuta e sull’energia positiva di questo paese. È stato un momento di autentica condivisione, fatto di sorrisi, racconti e sguardi fieri, che ci ha fatto comprendere quanto Ronco Biellese sia un luogo dove il senso di comunità, il valore della memoria e la cura delle tradizioni siano ancora oggi vivi e profondamente sentiti.
Informazioni utili per la visita dell’Ecomuseo della Terracotta
- Dove: Ronco Biellese (BI), Piemonte
- Orari: visitabile tutto l’anno su prenotazione
- Contatti:
Telefono: 015 461085
e-mail: ronco@ptb.provincia.biella.it - Info e aggiornamenti: Comune di Ronco Biellese
Perché visitare l’Ecomuseo della Terracotta
Visitare Ronco Biellese e il suo ecomuseo non è solo un’occasione per scoprire un’antica arte artigiana, ma anche per lasciarsi coinvolgere da un territorio autentico, dove ogni pietra, ogni oggetto e ogni racconto parla di identità, passione e amore per la propria terra.
Una tappa imperdibile per chi desidera esplorare il Biellese in modo profondo e partecipato.

ciao, complimenti per il blog, mi piace molto! vi seguo e tornerò qui molto spesso 😉