Un viaggio a Manfredonia è un viaggio pieno di sorprese, un’avventura che lascia il segno, fin dal percorso da affrontare per raggiungere la città. Di questo ho già parlato nel post ‘Manfredonia, un fine settimana alla scoperta della città‘, ma quello che ancora non ho detto è che i dintorni di Manfredonia sono ricchi di itinerari e percorsi immersi nella natura adatti a chi, amante dell’attività fisica, desidera alternare il mare all’entroterra. Parliamo di escursioni a Manfredonia.
La nostra due giorni manfredoniana, organizzata dai ragazzi del GAL DaunoFantino, è partita proprio dalla scoperta di ciò che circonda Manfredonia. Un valore aggiunto sensazionale per chi decide di soggiornare in questa località del Gargano.
Trekking, bike e cavallo: escursioni a Manfredonia
Appena fuori dal perimetro cittadino non è difficile capire che le campagne manfredoniane sono ricche di sentieri. Tuttavia, sollevando lo sguardo, noterai di fronte a te, proprio alle spalle della città rispetto al mare, il massiccio profilo della montagna, antica e smussata. Essa rappresenta la meta escursionistica per eccellenza per quanti desiderano scoprire la natura di questa parte della Daunia.
Percorrendo la strada panoramica e risalendo il massiccio montuoso si entra nel Parco Nazionale del Gargano, una riserva protetta in cui è la natura a dettare le regole.
Proprio qui si arriva a San Salvatore, una frazione montana dalla quale è possibile lasciare la strada asfaltata e incamminarsi lungo l’antica mulattiera utilizzata dai pastori per spostare il bestiame.
L’intero percorso che segue è adatto a passeggiate, trekking, escursioni in bicicletta o, per gli amanti del genere, escursioni a cavallo.
La prima parte della strada si snoda tra le periferie di San Salvatore e la vicina frazione di Ruggiano in un percorso che segue le stradine carrabili più isolate e immerse nel verde. Lungo il cammino non è raro imbattersi in punti panoramici e suggestivi che permettono di contemplare dall’alto l’intero golfo di Manfredonia, uno spettacolo assicurato.
Proseguendo in bicicletta (noleggiata all’Hotel Menta e Rosmarino di Ruggiano) abbiamo poi raggiunto Tomaiuolo, un altro piccolo centro abitato. Da qui lasciamo la strada per addentrarci lungo un sentiero che attraversa il Bosco Quarto, così chiamato in quanto ammanta 1/4 dell’antica foresta del Gargano.
Percorriamo questo tratto a cavallo di stupendi destrieri neri curati da Gargano a cavallo. I ragazzi di Posta Ruggiano ci aspettano dove ci si addentra maggiormente nella natura, lungo la via percorsa dai pellegrini che si spostavano da San Giovanni Rotondo a Monte Sant’Angelo. L’escursione a cavallo permette di percepire a fondo il contatto con la natura. Non solo per tutto ciò che ci circonda, ma anche e sopratutto per l’armonia che è necessario raggiungere con il proprio destriero. Un contatto fisico che pian piano porta il fantino ad assecondare le movenze del cavallo in un moto sincrono e ritmato, un’empatia che si vive da dentro.
Di certo, in tutto questo, il panorama aiuta. Percorriamo un canyon boscoso che si alza per decine di metri sopra di noi, con la compagnia dei cavalli ne risaliamo la fiancata più orientale fino a raggiungerne la cima. Da qui lo spettacolo è sensazionale. Si vede un panorama che arriva fino a Bari in condizioni di buona visibilità e qualcuno dice anche che si riesca a vedere Casteldelmonte nelle giornate propizie.
L’Abbazia di Pulsano
Ridendo e scherzando abbiamo percorso parecchi chilometri. Durante le escursioni a Manfredonia può capitare di sconfinare, e siamo giunti in località Pulsano, una frazione di Monte Sant’Angelo.
Se non lo sai, la città di Monte Sant’Angelo è famosa per la Cattedrale di San Michele Arcangelo, un luogo di culto singolare e caratterizzato da storie che hanno dell’occulto, oltre che dall’essere realizzato all’interno di una grotta naturale le cui pareti sono state scolpite dall’uomo a foggia di tempio.
Questo luogo non è tuttavia l’unico degno di nota. In località Pulsano si trova infatti l’Abbazia di Pulsano, oggi edificio tutelato dal FAI.
Quest’antica abbazia fu un tempo un punto di riferimento per molti fedeli. Era caratterizzata da ben 24 eremi (oggi restano i resti di soltanto 6 di essi) che sorgevano letteralmente aggrappati alle pareti rocciose di quella che è conosciuta come la Valle del Silenzio.
Sporgersi dal piano che affaccia dallo strapiombo è un’emozione che lascia a bocca aperta. Attaccati alle pareti rocciose del canyon si vedono chiaramente le rovine degli eremi ancora esistenti, parte dei quali non più raggiungibili a seguito di vari crolli che nei decenni hanno causato la scomparsa dei sentieri.
Più lontano, verso il mare, vi è ancora lo scorcio del golfo, che da qui appare meno idilliaco (seppur suggestivo) a causa di imponenti sbarramenti che si notano nel fondo valle.
La vicinanza di Manfredonia ad alture così importanti, ha comportato nel corso degli anni, il manifestarsi di alluvioni nel caso di forti piogge. Le amministrazioni locali hanno realizzato questi muraglioni per limitare la dirompenza delle acque, originando così delle vasche di laminazione che frenano la discesa della mole d’acqua a valle e aiutano a convogliarla dentro dei canali che la deviano verso il mare per permetterle di scaricare senza creare danni.
Ma torniamo in quota, dietro le nostre spalle si affaccia, dalla terrazza naturale del monte, l’Abbazia di Pulsano, un luogo di quiete e silenzio, come avvertono numerosi cartelli che si trovano lungo il viale d’accesso.
Lasciata per lungo tempo in stato di semi abbandono questa grande chiesa è stata recuperata e in parte restaurata solo negli ultimi anni. In questo periodo ha riscoperto il proprio fascino e parte del lustro che un tempo la rendeva una sosta quasi obbligata lungo il cammino verso la Cattedrale di San Michele.
L’interno dei locali presenta ancora poche tracce degli antichi affreschi e rivela come la montagna sia parte integrante dell’abbazia stessa, le cui pareti in alcune zone sono di viva roccia.
L’altare è l’attrazione più importante. Finemente scolpito nella pietra è un vero esempio di fattura locale. La semplicità dell’interno dell’abbazia è rotta solamente da alcune trifore che si affacciano su spazi interni della grotta e dalle numerose raffigurazioni sacre che si trovano esposte.
Usciamo all’aria aperta cercando di immaginare questo luogo nei tempi di piena attività. L’Abbazia di Santa Maria di Pulsano doveva essere un luogo dove respirare la fede, un luogo che, anche grazie alle straordinarie viste che si godono dalle finestre e dalle arcate verso il mare, voleva trasmettere la grandezza del creato, per far capire che tutto questo non poteva essere un semplice caso.
Tante volte, durante il mio viaggio a Manfredonia, mi ha colto questo quesito. Non può essere tutto un caso.
Come durante l’ultima delle escursioni a Manfredonia, la visita prima di tornare a casa, quando ho scoperto la bellezza delle Saline Margherita di Savoia. Ma questa è un’altra storia.
Che tu sia alla ricerca del mare, della montagna, del divertimento o di un ritiro di fede, Manfredonia è il posto che fa per te!
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