Tra le molte attrazioni che la Cina ci riserva, alcune sono note in tutto il mondo per la propria imponenza e per il mistero che le avvolge, l’esercito di terracotta è una di esse. Un’opera senza eguali che si trova alle periferie della città di Xi’an.
L’esercito di terracotta è un’opera archeologica scoperta per caso nelle campagne in periferia di Xi’an. Un contadino che decise di scavare un pozzo nei propri campi, durante i lavori di scavo, si accorse che il sottosuolo cedevole conduceva a una cavità che non aveva l’aspetto di una grotta. Al suo interno, infatti, attendevano immobili dei guerrieri di terracotta, armati e disposti in formazione.
Le statue, un totale che si calcola possa variare tra i 6.000 e gli 8.000 guerrieri, fanno parte di una delle più grandi opere funerarie del pianeta. Esse, suddivise in avanguardia, esercito e retroguardia, compongono l’esercito posto a difesa della tomba del primo imperatore cinese Qin Shi Huang, vissuto tra il 260 a.C. e il 210 a.C.
Quest’opera mastodontica fu realizzata dal lavoro di circa 700.000 schiavi. L’abilità dei lavoratori plasmò le statue a grandezza reale differenziandone i tratti somatici e gli armamenti in modo tale che è impossibile, fino a prova contraria, trovarne due uguali.
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Esercito di Terracotta
Per visitare l’esercito di terracotta è necessario acquistare un biglietto. Il costo non è eccessivo. Alle biglietterie è necessario lasciare borse e zaini, una precauzione logica per tutelarsi da eventuali vandali che possano danneggiare le statue.
I padiglioni di visita sono principalmente tre. Vi è inoltre l’area museale in cui sono esposti alcuni guerrieri e i reperti più significativi rinvenuti in loco durante gli scavi: armi, utensili e oggetti personali usati come accessori per rendere le statue ancora più realistiche.
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In una teca molto grande si trova una particolare riproduzione di un carretto carico di provviste, uno dei mezzi che marciavano con l’esercito assieme alla retroguardia. Questo è un elemento ulteriore che lascia intendere quanto reale sarebbe l’intero schieramento, se fosse già stato riportato alla luce. I due conducenti del carretto presentano lineamenti e abbigliamento estremamente accurati. I cavalli, inoltre, sfoggiano bardature di tutto punto facendo comprendere che non solo le sculture umane furono realizzate con artistica maestria.
Oggi solo poco più di 500 guerrieri sono stati portati alla luce. Gli scavi sono ancora aperti, anche se si trovano in una situazione di pausa.
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Le statue di terracotta
Una curiosità importante che riguarda le statue riguarda il modo in cui sono decorate. Nel momento in cui vengono ritrovate, le loro armature, la pelle e i vestiti sono colorati e decorati finemente. Purtroppo i pigmenti sono fotosensibili e i colori sbiadiscono fino a quasi svanire a contatto con l’ossigeno e la luce.
Sono in fase di ricerca dei prodotti che possano essere applicati sulla terracotta per mantenerne inalterate le proprietà al fine di preservare l’esercito nel modo migliore possibile. Tuttavia ad oggi nulla pare essere abbastanza efficace e, per questo motivo, si attende a proseguire le ricerche.
Non si può non essere affascinati di fronte allo schieramento immobile, che ha richiesto 10 anni di lavoro per la sua realizzazione. Alle sue spalle si trova il mausoleo dove riposa la salma di Qin Shi Huang Di. Secondo le testimonianze il sepolcro è in una sala non ancora riportata alla luce che si trova a notevole profondità, al di sotto di ben tre falde acquifere, ed è rivestita da pareti di bronzo e fiumi di cinabro (solfuro di mercurio che secondo il Taoismo sarebbe un attivatore energetico per l’immortalità).
L’esercito di terracotta, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 1987, merita di per se un viaggio fino a Xi’an, grande città situata in centro Cina nella quale si possono trovare anche altre importanti attrattive di visita.
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