Dagli Stati Uniti d’America, Marco continua a raccontarci le sue avventure. Dopo tanto girovagare si può ormai dire che sia un esperto di questo paese e, per noi, è un piacere ospitare i suoi racconti. Come questo che viene dal cuore d’America. Prossima fermata la foresta pietrificata in Arizona.
Percorrendo la Interstate 40 da Albuquerque, Nuovo Messico, a Page, Arizona, si incontra uno dei siti più stupefacenti d’America, il Petrified Forest National Park.
Il Petrified Forest National Park in Arizona
Come rivela il nome, l’attrattiva principale del parco sono gli alberi fossili che, sottoposti processo di silicizzazione reso possibile dalle particolari condizioni climatiche della zona, hanno mantenuto la loro forma originaria, ma sono stati racchiusi in un involucro roccioso dai colori vivissimi. Il risultato è bizzarro ma allo stesso tempo incredibilmente affascinante.
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Il fenomeno non è appannaggio esclusivo di questa zona del mondo, visto che alberi fossili si ritrovano anche in Namibia e addirittura in Sardegna, ma la vastità dell’area e il numero di fossili visibili non hanno equivalenti nel resto del mondo.
Le zone con i tronchi pietrificati sono tante, tutte diverse, fra loro. Si parcheggia vicino e si cammina fra di essi osservandoli uno per uno e scoprendoli tutti diversi, ognuno con il suo fascino e ognuno meritevole del massimo rispetto. Quei tronchi sono testimoni dell’alternarsi del giorno e della notte da almeno 225 milioni di anni, e chissà per quanto altro tempo essi saranno le sentinelle silenziose del tempo. Non si può rimanere insensibili di fronte a simili creature, non si può non sognarle e immaginarle come mostri silenziosi o come vecchi esperti e pronti a offrirti i loro consigli e la loro esperienza senza fine.
Il tempo si ferma, nel momento in ci ci si trova al loro cospetto. Non ha più senso, diventa relativo, tanto è l’intervallo che separa l’osservatore e l’osservato. Ci si trova al suo tempo, o al nostro tempo? Quali segreti nascondono le pieghe della corteccia rocciosa della foresta pietrificata?
Ma il visitatore può anche riflettere su un’altra cosa. Egli si trova ad attraversare una zona secca e arida d’estate, con temperature ben oltre i 30° e dove l’acqua è un miraggio illusorio, e fredda d’inverno con le sue nevicate: una zona che tutti definiscono inospitale e inadatta alla vita, dove abitano animali straordinari che si sono adattati meravigliosamente a queste condizioni estreme.
Eppure, se si potesse attraversare quella stessa zona milioni di anni fa, ci si troverebbe immersi in una foresta fitta e rigogliosa abitata dagli antenati dei coccodrilli. Il panorama è cambiato totalmente nel corso del tempo e, forse proprio per questo, quello odierno è di una bellezza assoluta.
Le altre bellezze della foresta pietrificata
Ma il parco offre anche ben altre attrattive a chi decide di scoprirne i segreti. La zona a nord fu chiamata il Deserto Dipinto (Painted Desert) dai primi visitatori che ebbero la fortuna di ammirarlo, e mai nome fu più azzeccato.
Dai punti di osservazione sopraelevati del parco si ammira un panorama sconfinato sulla foresta pietrificata, con la vista che si perde all’infinito fino a quando non incontra il cielo che fa da sfondo ai 1000 colori delle rocce, mutevoli nel giorno. Nessuna immagine riuscirà mai a trasmettere la sensazione che si prova ad ammirare quello spettacolo.
Gli stessi colori si ritrovano nella zona dei Teepes, che si attraversa percorrendo l’unica strada aperta al traffico del parco. Anche in questo caso mai nome fu più azzeccato, vista la somiglianza di queste dune alle tende indiane da cui prendono il nome. Osservandole risultano evidenti i diversi strati temporali e i diversi minerali predominanti, ognuno caratterizzato dal suo colore inconfondibile.
E come non citare le pitture rupestri che si ammirano al Newspaper Rock. Sono tracce indelebili del passaggio dell’uomo: sono semplici, possono apparire banali ma non lo sono perché testimoniano una vita dura, una lotta continua contro le giornaliere insidie della natura che in questa zona sottopone ogni creatura a ogni forma di pressione che essa conosce. Quei disegni possono parlare a chi li sa ascoltare, e raccontare tante storie che si perdono nella notte dei tempi.
L’elenco è ancora lungo. Il parco della foresta pietrificata in Arizona mi ha fatto assaporare il concetto di eternità.
Testi e fotografie di questo post sono realizzati da Marco Scandali.
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