27 Giugno 2015, anche Viaggia e Scopri è al Gay Pride Torino! Siamo qui per documentare quest’evento pacifico che da anni richiede diritti mancanti ad una buona parte dei cittadini italiani (e non solo). Volutamente scrivo cittadini, proprio perché si tratta di non voler avere pregiudizi su queste richieste.
Quest’anno il filo conduttore, o meglio lo slogan, del Pride, parola inglese che significa “Orgoglio” è appunto “Orgoglio e pregiudizi” ed è rappresentato con una foto di un filo spinato che si apre in un arcobaleno di colori, simbolo delle associazioni LGBT.
L’amministrazione comunale e provinciale, avvertendo l’esigenza dei cittadini, per cui diritti e doveri devono essere uguali per tutti, che non vogliono più discriminazioni sessuali o di altro genere, ha voluto dare un segno tangibile partecipando con le più alte cariche.
Per la prima volta partecipo al Pride, subito mi sento coinvolto in un movimento pacifico e gioioso che rende allegra la splendida giornata soleggiata a Torino.
Qui a manifestare non ci sono solo gay, lesbiche o trans. Ci sono i cittadini, donne, uomini, bambini e famiglie.
Raggiungo la testa del corteo, una musica di banda mi attira, è la banda della Polizia municipale. Stanno facendo le prove e dalle persone che si stanno assiepando attorno parte spontaneo un applauso alla loro bravura.
Già da questo mi rendo conto di essere di fronte a un cambiamento forte nella società italiana e soprattutto nei cittadini torinesi: le persone comuni, le organizzazioni politiche sono insieme per farsi sentire in un’unica voce, per richiedere ciò che il legislatore in tempi passati non ha fatto.
Chiedo informazioni più precise. Mi dicono che quest’anno per la prima volta sarà presente il sindaco, Pietro Fassino, ci saranno gli assessori comunali Ilda Curti, Domenico Mangone, Giovanna Tedesco in rappresentanza del comune per l’impegno dato e che porterà avanti.
Presente anche la Regione Piemonte con il Presidente del consiglio Mauro Laus e Monica Cerutti assessore alle Pari Opportunità, Diritti Civili, Diritto allo Studio e Immigrazione. Il Sindaco di Moncalieri Paolo Montagna e molti altri.
Mi scuso se non cito tutti, l’elenco è nutrito ed il corteo ha iniziato a muoversi e così mi metto in marcia.
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Gay Pride Torino, assieme per i diritti dell’individuo
Da Via Cibrario parte il Gay Pride Torino, la manifestazione ha iniziato la marcia, ci dirigiamo verso Porta Susa.
Intorno a me, le persone che erano arrivate alla spicciolata o in piccoli gruppi ora sono una folla che aumenta ad ogni passo del corteo.
Incontro una signora disabile, spinta da una giovane ragazza su di una carrozzina. Regge un grande cartello e il suo slogan è chiaro: “La nipote è sempre Mia, Gay o Lesbica che sia!“.
La volontà di non esser giudicati e la voglia di uguaglianza è veramente forte. La sfilata, questa enorme #OndaRainbow come molti la chiamano, è diretta verso Piazza Vittorio Veneto. Attraversa tutto il centro di Torino.
Durante questo tragitto ho intervistato al volo manifestanti e spettatori fermi ai lati del lungo corteo. Le risposte ottenute sono molteplici e tutte comuni tra di loro.
Chiedendo ad una spettatrice cosa ne pensasse del Pride mi ha risposto così:
“Sa… oramai i tempi sono maturi, la società, la gente lo richiede! È giusto dare la possibilità alle persone omosessuali, che si amano, di sposarsi. Personalmente ho un marito che mi ama con cui ho creato due figli dal nostro amore, non vedo motivo per cui due persone dello stesso sesso che si amino non possano avere una loro vita riconosciuta davanti alla società e quindi il diritto di sposarsi”.
Le rivolgo ancora una domanda provocatoria: non ha timore che le loro richieste possano ledere i diritti delle famiglie?
La riposta che ho ottenuto mi ha sorpreso: “I cambiamenti hanno sempre fatto paura agli ignoranti, salvo scoprire in seguito che le diversità arricchiscono tutti quanti”.
Più avanti nel corteo, mentre si sfila davanti ad uno dei simboli della città di Torino, Palazzo Madama, rivolgo le stesse domande ad una giovane coppia gay.
Perché state sfilando?
Con cipiglio tipico della gioventù mi dicono: “Hai visto?! Hai visto in America? Ora lì si possono sposare… ( la Suprema Corte degli Stati Uniti ha approvato i matrimoni gay in ogni stato americano).
Secondo te noi dovremmo espatriare per sposarci ed aver riconosciuto il nostro matrimonio in Italia? Ma non esiste!
Noi lottiamo, lottiamo pacificamente, per avere questo diritto ed altri che non ci vengono riconosciuti. Siamo persone prima di tutto e cittadini italiani, perché non dobbiamo avere ciò che gli altri hanno?”
[…] “Un giorno anche noi saremo una famiglia riconosciuta dalla società. I diritti sono imprescindibili e, come i doveri, devono essere uguali per tutti, senza nessuna discriminazione, nel momento in cui fai parte di una comunità”.
Li rivendicano con fermezza, convinzione e soprattutto tanta voglia di essere felici.
Vado avanti, continuo a spostarmi nel corteo per cercare di non perdere nulla di questa bellissima manifestazione, la gioia e l’allegria che si respirano nell’aria sono indescrivibili.
Ormai sono convinto dal Pride, un’ultima domanda a un altro ragazzo che partecipa. Qui però le cose cambiano: gentilmente mi chiede di non esser fotografato, si guarda attorno con imbarazzo.
Chiedo se è tutto a posto e lui mi sussurra: “Si, si! Scusa sai, non voglio esser ripreso, ora è di “moda esser gay”. Preferisco non farmi troppo notare, non vorrei che sul lavoro colleghi o superiori mi notino. Per me poi la vita si farebbe difficile…”.
Comprendo e smetto di fare altre domande.
Rifletto su questa risposta: amara, portata avanti con timore e con un filo di speranza.
… “è di moda essere gay“…
Io dico NO! Non è una moda!
Ci penso e mi convinco sempre più che il Pride sia un movimento giusto.
Per fortuna ci sono associazioni LGBT e per i diritti, composte da persone che con il loro coraggio e impegno portano avanti con fierezza una battaglia che sarà ancora lunga.
Una gran parte di omosessuali ha ancora paura, a volte motivata e a volte no, di rivelarsi in una società che apparentemente è pronta ad accettare le diversità, ma che nei fatti deve fare ancora un grande cammino culturale.
Che dire se non ribadire lo slogan del Pride: “ORGOGLIO & PREGIUDIZIO” e NON arrendersi MAI…
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