Graceland è un piccolo, anonimo sobborgo di Memphis. Un luogo che non ispira voglia di viverci, vista la sensazione di povertà che trasmette ad attraversarlo. Ma si dà il caso che Graceland ospiti la dimora e la tomba di Elvis Presley, visitate ogni anno da centinaia di migliaia di turisti. Questo lo rende un luogo comunque famoso in tutto il mondo: conosco più di una persona che è volata dall’Italia a Memphis, solo per passare un paio d’ore a Graceland.
Io ci sono andato principalmente per curiosità: Elvis è morto quando avevo 6 anni, ho visto alcuni dei suoi film quando ero piccolo, ma di sicuro non è uno dei ricordi più toccanti della mia infanzia.
Eppure il mito di Elvis, a quanto pare, è ancor oggi più vivo che mai. Almeno negli Stati Uniti, a giudicare dalla fila che ho dovuto affrontare per entrare. Tante signore di mezza età, tanti mariti calvi e appesantiti, ma anche tanti giovani curiosi.
Perché Elvis Presley è ancora un’icona nell’immaginario collettivo americano? Prima di scrivere questo articolo ho letto un po’ sull’argomento e, a quanto pare, la sua importanza nella cultura popolare degli anni ’60 americani è monumentale. Ma questo non basta a giustificare le scene di idolatria collettiva che ancora oggi si celebrano ogni anno nell’anniversario della sua morte, o le centinaia di imitatori che vanta in giro per il mondo.
Forse questa nazione priva di santi e condottieri antichi ha un bisogno disperato di eroi da celebrare e una persona come Elvis, nato povero e diventato famoso, incarna in pieno il mito americano. Non ho una risposta definitiva, e anche dopo avere visitato la casa le mie domande rimangono.
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Graceland e la casa di Elvis
La casa è l’elemento centrale della visita, e colpisce subito il visitatore per le sue relative, piccole dimensioni. Chi si aspetta stanze grandi quanto campi di calcio, lusso sfrenato e fontane con zampilli di champagne rimane deluso.
È una dimora dove vivere, non un balocco da ostentare, e gli ambienti sono estremamente personali, tutti diversi fra loro. Chiaramente non è la dimora di una persona povera (si capisce da tanti piccoli dettagli ben difficilmente riscontrabili nelle case degli anni’70, quali il forno a microonde e gli innumerevoli televisori), dopotutto stiamo parlando di uno dei più grandi cantanti di tutti i tempi, ma a percorrere le stanze dove Elvis ha vissuto non si ha l’impressione di una persona ribelle o eccentrica, anzi.
Il giardino, la piccola piscina e l’ufficio delle assistenti, spartano all’inverosimile, confermano l’impressione espressa prima.
La Hall of Fame, invece, è scioccante: la collezione di trofei esposta è quasi infinita, un corridoio lunghissimo senza spazi vuoti sulle pareti, e rende bene l’idea della potenza della “industria” Elvis.
Altri esempi della sua dimensione commerciale sono la collezione di automobili, che vanta vere fuoriserie, e i due aerei personali: il più grande è diviso in tre stanze (sala da pranzo, salotto e camera da letto) e ha i rubinetti dei bagni in oro massiccio.
Tantissimi anche i memorabili: dai vestiti usati nei concerti, vero marchio di fabbrica, alla divisa utilizzata durante il servizio militare, alla vastissima collezione di cospicui assegni devoluti in beneficenza.
Nessuno si sottrae alla visita della tomba, posta accanto a quelle dei suoi avi, in religioso silenzio.
Infine merita una visita il basso muretto che divide la villa dal marciapiede di fronte: un lunghissimo murales, dove le frasi di devozione e di ammirazione non si contano.
Ecco, alla fine della visita a Graceland ho cambiato radicalmente la mia opinione su Elvis: forse l’uomo era ben diverso dal personaggio che incarnava e che mandava in visibilio le ragazzine di tutto il mondo. Tolta la maschera di scena, rimane l’immagine di una persona comune, normale fino all’inverosimile.
Testi e foto di questo post sono realizzati da Marco Scandali, ‘Un italiano negli USA‘.
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