Gli insetti sIl Touring Club di Biella nel giorno 5 ottobre scorso ha partecipato alla periodica gita sul territorio che programma due volte all’anno. In questa occasione protagonista è stato il paese di Guardabosone, collocato tra la Valsessera e la Valsesia. Questo borgo si è rivelato ai partecipanti come ricco di storia e di angoli suggestivi.
La visita si è svolta con la guida preziosa di Cesare Locca, studioso appassionato della storia e dell’arte locale. Egli ci ha guidato durante la mattinata. Ad accompagnarci c’era anche il sindaco Claudio Zaninetti, che fino alla chiusura della gita ha illustrato nel dettaglio quanto il territorio può offrire.
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Guardabosone, cosa vedere in questo piccolo borgo
Nonostante le sue modeste dimensioni il borgo di Guardabosone si è rivelato ricco di sorprese e luoghi d’interesse.
Il paese è piccolo e visitabile comodamente a piedi. Inoltre la sua atmosfera merita di essere goduta a fondo, tanto che non è strano pensare di trascorrere qui qualche giorno. In questo caso la soluzione più vicina è quella di soggiornare a La Burla. La struttura è anche un agriturismo molto conosciuto e dove si mangia molto bene.
Guardabosone, Chiesa della Madonna del Carretto
La prima tappa è stata la Chiesa della Madonna del Carretto. L’edificio è collocato alle porte del paese, in una posizione strategica di comunicazione tra il Biellese e la Valsesia. Si trova sulla via che, attraverso il Bocchetto, nei secoli, fu percorsa da traffici commerciali e dagli eserciti.
Come ci illustra Cesare Locca, la prima cappella è sorta qui proprio per protezione dei viandanti nel secondo Quattrocento. Di essa ci resta ancora un prezioso affresco, attribuito alla mano del pittore itinerante Tommaso Cagnola, originario del Novarese. È visibile nella cappella davanti all’edificio principale.
Il nome stesso di Madonna del Carretto (in realtà la chiesa è intitolata all’Annunziata) è motivato dalla presenza di un luogo di sosta per i passanti. I viandanti potevano ricevere anche un’assistenza di base. I documenti, infatti, ci ricordano la presenza di un eremita, che viveva qui e svolgeva tale funzione.
La traccia delle vicende belliche che hanno interessato questi luoghi è costituita dal guscio esterno della cappella. Essa si presenta in forme barocche spagnoleggianti, con profili mistilinei e vivaci figure in stucco.
Tale fase costruttiva risale al 1617 circa. In questo periodo, qui trovò la morte Don Sancho de Luna, luogotenente spagnolo al servizio del Governatore di Milano. Egli venne inviato a combattere contro le truppe sabaude. Caduto in un’imboscata proprio nei pressi di Guardabosone, egli viene commemorato dalla famiglia attraverso il rifacimento della cappella della Madonna del Carretto, nello stile che viene definito “del Gongora”.

L’interno della chiesa
La chiesa più ampia invece è posteriore, poiché realizzata nel periodo 1660-79. L’opera fu voluta dal parroco Giovan Antonio Traversino che decise di creare un’opera di più ampio respiro. Si realizza così un edificio a navata unica con due cappelle laterali. All’interno si trova un ampio presbiterio in cui viene collocato un altare ligneo policromo vivacizzato da numerose statuine.
Le cappelle e la volta sono arricchite da stucchi e affreschi in un ricchissimo apparato decorativo, degno dei più celebri oratori del Barocco alpino. Ciò è opera di Claudio Antonio Gilardi di Campertogno, che progetta interamente l’apparato architettonico, scultoreo e pittorico.
Purtroppo nel tempo la chiesa è stata vittima di furti che hanno impoverito l’altare di sculture e decori. La parrocchia è stata costretta a togliere la statua barocca dell’altare maggiore e a chiudere le porte dell’oratorio. Oggi, comunque, è possibile visitarlo contattando direttamente l’amministrazione comunale o la casa parrocchiale.

Guardabosone, Chiesa e Museo Parrocchiale
Dal santuario il gruppo si incammina verso il centro del paese per visitare la chiesa parrocchiale. Oggi si mostra in forme maestose realizzate tra il 1724 e il 1790, sul sito della precedente chiesa cinquecentesca. È dedicata a Sant’Agata insieme alla co-patrona Santa Lucia. Le statue delle due sante sono visibili ai lati del presbiterio, mentre i quadroni laterali nello stesso raccontano storie della santa principale.
L’interno dell’edificio è davvero sorprendente per la cromia dell’apparato pittorico nonché la ricchezza degli arredi lignei. Il pulpito, il fonte battesimale e i confessionali sono frutto di maestranze locali, così come gli altari laterali e la cantoria d’organo.
All’esterno, sulla parete laterale, inoltre si può ammirare una grande meridiana dipinta. Venne restaurata alcuni anni fa grazie al contributo del DocBi.
A pochi passi dalla chiesa si accede al Museo Parrocchiale. Fu realizzato alcuni anni fa grazie all’attività e al sostegno di don Rigazio. All’esterno sono collocati alcuni resti lapidei, tra cui un frammento proveniente proprio dalla tomba di Don Sancho de Luna con lo stemma ancora leggibile.

All’interno del museo, l’occhio è catturato subito dal grandioso altare ligneo che decorava la chiesa parrocchiale prima della ricostruzione settecentesca. Venne rimosso all’epoca e, nonostante l’abbandono, è miracolosamente scampato all’esportazione dall’Italia a inizio Novecento. Dopo rocambolesche avventure, la preziosa opera ritorna in paese e, pochi anni fa, qui ricoverata.
Avvicinandoci a essa, possiamo vedere la finezza dei decori e la vitalità delle figurine che animano i rilievi.
Tra i molti oggetti conservati nel museo troviamo: le porte lignee della chiesa vecchia intagliate finemente, il meccanismo dell’orologio campanario, più diverse opere pittoriche e paramenti finemente decorati.
Alle pareti troviamo immagini delle altre piccole chiese che costellano i dintorni di Guardabosone. Esse meritano un itinerario di visita dedicato!

Guardabosone, due passi nel centro storico
Procediamo per le vie del paese alla scoperta di altri tesori nel nucleo medioevale di Guardabosone. Il borgo si presenta ricco di scorci suggestivi, di recente valorizzati dalle scelte urbanistiche e di recupero degli edifici d’epoca. In un angolo troviamo una cappella quattrocentesca dedicata alla Vergine e ai Santi Sebastiano e Rocco, protettori della peste. Fu affrescata dalla bottega di Tommaso Cagnola, già attivo alla Madonna del Carretto e in altri luoghi tra Biellese e Valsesia.
Curioso è anche il nucleo storico del paese. È un vero e proprio “ricetto” che in epoca medievale veniva chiuso da portoni di protezione.
Interventi di recupero hanno permesso di ricavare un passaggio pedonale lastricato tra cortili e sotto un porticato. Camminare tra queste vie ci rende protagonisti di una vera e propria immersione nel passato.
Passeggiamo ancora tra le strade per ammirare l’armonia architettonica delle case. Il sindaco ci ricorda che il paese vive un’atmosfera particolare durante la Sera dei Lumi nell’ultimo sabato di agosto. Il borgo viene illuminato dalla sola luce di candele e fiaccole e vivacizzato da artisti che danzano e ballano. Si crea così una grande festa diffusa.

I muri del paese ci accolgono, mentre passiamo, con pitture sia del passato che di artisti contemporanei. Percepiamo così la vita del piccolo borgo.
Alla fine di una strada vi è la sede della Società Operaia, qui sorta nel 1883. Ora è divenuta la sede della biblioteca civica, aperta al pubblico e dotata di un patrimonio di oltre 5.000 testi.
Il gruppo si concede una pausa piacevole presso l’Osteria La Barrique, proprio all’inizio del centro storico. L’ambiente è caldo e la cucina originale e curata. Trascorriamo qui un bel tempo e ne usciamo soddisfatti e rallegrati. Dopo la sosta ristoratrice partiamo alla volta della seconda parte dell’escursione, dedicata ai Musei di Guardabosone.
I musei di Guardabosone

Il primo sito che andiamo a visitare è il Museo di scienze naturali. Ci lascia a bocca aperta, e tale sarà la reazione anche per i successivi luoghi che incontreremo nel pomeriggio. I musei di Guardabosone sono tante tessere di un originale e ricchissimo museo diffuso.
Ad accoglierci troviamo il cav. Locca, appassionato studioso che negli anni ha raccolto una serie di collezioni tematiche notevolissime. Oggi il frutto delle sue ricerche è messo a disposizione per la visita.
Egli ci conduce attraverso la storia della Terra e dell’uomo con i tanti reperti esposti. Troviamo dai fossili ai reperti preistorici. Un ampio locale è riservato alla collezione tasso dermica di oltre 3.000 animali.
Spostandoci da questo museo sorprendente ci rechiamo in una casa antica a tre piani. È caratterizzata da balconi ariosi, come necessitava in passato, per la ricezione del sole e l’esposizione dei cereali all’aria.
Qui troviamo la collezione di oggetti relativi alle attività tradizionali sui primi due piani. I locali al terzo piano ci stupiscono con la infinita collezione di insetti, che il cav. Locca ha accresciuto nel tempo fino agli oltre 300mila esemplari. Gli insetti sono stati tutti raccolti con meticolosità e catalogati con precisione, e costituiscono un’esposizione davvero affascinante.
Il nostro Cicerone ci guida ancora per le vie di Guardabosone. Il borgo continua a scoprirsi al nostro occhio con sempre nuovi tesori. Vediamo così un’antica cantina ancora conservata, oggi esposizione illustrativa della produzione vinicola tradizionale. Una seconda cantina, invece, raccoglie una quantità incredibile di ceramiche Bielline originarie, in forme e dimensioni diverse. Esse testimoniano l’importanza che aveva in passato tale produzione locale, e la sua diffusione in tutta la pianura padana e nell’arco alpino.
Il Museo Diffuso tra le vie del borgo
Infine il Museo diffuso si chiude con la cellula dedicata alla canapa e alle noci, due produzioni fondamentali per il passato di questi luoghi.
Le noci venivano qui usate per la produzione dell’olio, scambiato coi cereali sui mercati della ‘Bassa’. Oggi possiamo vedere la macina e il torchio con cui si lavoravano le noci, ma anche le mele per farne aceto.
La canapa per secoli fu la fibra tessile più diffusa e lavorata nel Biellese. Il procedimento di produzione era laborioso e complesso e veniva svolto soprattutto dalle anziane del paese. Il museo conserva due telai, di cui il più antico risalente al 1803. Era attivo presso il primo opificio degli Zegna di Trivero.
Ancora stupiti da quanta ricchezza conserva il paese di Guardabosone, salutiamo il Cav. Locca e il nipote Cesare. Insieme al sindaco ci rechiamo all’Agriturismo la Burla per vedere un interessante luogo in cui è possibile fare diverse attività.
La struttura offre ristorazione e una serie di camere per l’accoglienza. Vi è inoltre uno spaccio dei prodotti frutto dell’allevamento degli animali, dalla carne ai formaggi, oltre a una serie di prodotti locali tipici.
Per chi lo desidera, l’agriturismo mette a disposizione un’ampia area attrezzata per pic-nic e soprattutto barbecues. I clienti possono comprare la carne allo spaccio e poi impiegare direttamente le griglie dell’area.
Il gruppo Touring Club di Biella chiude in bellezza la propria escursione, che ha davvero stupito con le meraviglie e le curiosità incontrate.
Ringraziamo le nostre guide e soprattutto Claudio Zaninetti che ci ha accompagnato, con il suo entusiasmo, alla scoperta del comune di Guardabosone.
Foto e testi di questo articolo sono realizzati da Elena Serrani.

Non conoscevo l’esistenza di questo paese, sono rimasto affascinato.
Ciao Antonio e grazie per il tuo commento, Guardabosone è uno di quei paesini che stupisce, piccolo gioiello del Piemonte meno noto. Se ci andrai facci sapere le tue impressioni! Gian Luca
Buongiorno, la settimana prossima vorremmo venire a visitare Guardabosone, Vorremmo sapere se c’è la possibilità di sostare con il nostro camper ma soprattutto se il paese è accessibile ad un grosso camper da 7 metri o a quanti km. è permesso posteggiare.
Grazie delle informazioni. Cristina
Salve Cristina, grazie per la domanda. Purtroppo non so se vi sia un’area camper a Guardabosone, forse Elena (che ha scritto questo articolo) ha qualche informazione in più, ma secondo me la cosa migliore sarebbe chiamare direttamente in comune, loro sapranno di certo darvi informazioni precise.
Buona visita e fateci sapere cosa ve ne pare di questo gioiellino del Piemonte! 🙂
Abbiamo partecipato alla sera dei lumi pochi giorni fa e, con grande sorpresa, scoperto un bellissimo borgo carico di storia, abitato da una comunità molto unita ed attiva! Complimenti a tutti e grazie all’amico Giorgio Orsolano che ci ha fatto conoscere questa splendida realtà piemontese!
Di certo è bello quando le comunità, per quanto piccole, continuano a mantenere vivi borghi come questo. Grazie per la tua testimonianza 🙂
Confesso che, pur essendo piemontese, non conoscevo questo paesino!
Sembra davvero un piccolo gioiello nascosto. Grazie per avermelo fatto scoprire!
Grazie Serena per il tuo commento, hai ragione, il Piemonte è pieno di luoghi da scoprire che sembrano fermi nel tempo come Guardabosone, felice di averti ispirata! 🙂
Salve, se vuole scoprirlo può venire il 19 o il 20 che ci sarà il progetto fai e ci saranno ragazzi ben istruiti a rappresentare e parlare di tutte le bellezze di Guardabosone che ha diverse chiese poco conosciute 🙂
Grazie dell’invito, in quelle date purtroppo sarò impegnato in un altro viaggio, ma vi seguirò volentieri se posterete qualcosa sui social 🙂