Torna, tra le pagine del nostro blog, un autore che per qualche mese è stato latitante. Assente giustificato dal momento che Michele Rossi ha grandi progetti in mente e, pian piano, con grande impegno, sta riuscendo a realizzarli tutti. Di questo non possiamo che complimentarci con lui. Nel video proposto in questo articolo ci parla del Lago di Montedoglio e della Madonnuccia, il borgo sommerso.
Il racconto del Lago di Montedoglio fa parte del progetto ‘C’era una volta al Borgo‘, un viaggio nella storia tra le memorie della popolazione della Valtiberina e in particolare di chi si ricorda come un tempo era la Madonnuccia, frazione di Pieve Santo Stefano. Una serie di documentari che raccontano un territorio cambiato con gli anni e del quale molte cose non restano che nei ricordi.
Cerca un hotel a Pieve Santo Stefano
Lago di Montedoglio, la Madonnuccia
Cosa rimane oggi nella memoria delle persone della frazione Madonnuccia? Il percorso di questa puntata ci accompagna alla scoperta delle memorie sommerse all’interno del Lago di Montedoglio, specchio d’acqua che ha sconvolto una comunità di oltre 300 persone.
Qui un tempo la gente viveva. Era una realtà rurale importante per questo territorio, ma ormai cancellata dall’innalzarsi delle acque del Tevere. Il processo che ha creato il lago è stato pianificato negli anni ’70. È uno sbarramento artificiale che oggi permette di distribuire l’acqua ai comuni circostanti, di gestire le risorse idriche per irrigare le coltivazioni e regolare il flusso del corso d’acqua per evitare alluvioni o periodi di secca nelle località più a valle.
Oggi la strada finisce nel Lago di Montedoglio, si interrompe dove comincia l’acqua. E, dove un tempo c’erano case, colline e campi coltivati, oggi c’è un fondale che abbraccia una frazione ormai dimenticata, la Madonnuccia.
Località che gli abitanti ricordano con nostalgia, raccontando nel video le proprie storie d’infanzia, quando ancora nelle vie della Madonnuccia si passeggiava, si lavorava e si viveva.
Osservare il lago artificiale oggi è motivo di nostalgici pensieri, perché sotto il pelo dell’acqua si celano i tetti, le case e le strade. Realtà di una vita passata della quale resta soltanto il ricordo.
Dalle immagini fotografiche sembra che abbiano distrutto le case prima che l’acqua abbi sommerso tutto. Qualcuno mi può dire se ci sono ancora edifici interni la sotto ?
Buongiorno Leny, che io sappia gli edifici non furono abbattuti, sicuramente l’acqua nel corso degli anni avrà creato danni e crolli. Quando il livello del lago scende affiorano ancora dei tetti, quindi qualche edificio è ancora più integro anche se dubito sia intero totalmente.
Salve siamo qui nei pressi del lago Monte d’Oglio, dove è possibile acquistare il libro di Dario dini? Grazie mille
Ciao Barbara, perdonami per la tarda risposta, purtroppo non avrei saputo aiutarti sai? Avete poi trovato?
Gian
Finalmente si conoscono tanti paesi cancellati, togliendo il monopolio del lutto a Consonno.
Grazie per il tuo commento, non conoscevo Consonno e andrò a documentarmi 🙂
Documentario interessante e storicamente importante!
Grazie Maria Pia per il tuo commento, il nostro Michele ha proprio fatto un bel lavoro! Siamo lieti che possa essere di contributo storico e culturale! 🙂