L’Africa suscita un’attrazione primordiale. I suoi colori, i suoi odori e le culture che vi si trovano sprigionano un fascino spesso irresistibile e il safari è una delle esperienze più belle e sensazionali. Ma attenzione a non trovarti di fronte a Mama facocero, com’è successo a Claudio in Kenya.
Il safari era stato lungo e faticoso, i ragazzi erano distrutti e io guidavo lentamente un grande Land Rover, seguito dal secondo su cui si trovavano Simon e Joseph. Arrivati all’altezza del marine park, superammo la casa della baronessa e finalmente ci ritrovammo sullo sterrato che portava a Nyumba Ya Jayo. Home sweet home.
A casa mi aspettava il fruscio del mare, la luna piena che illuminava la sabbia bianchissima, disseminata di lunghe rughe create dalla bassissima marea. Una vita da sogno immerso tra i colori e gli odori dell’Africa.
Maimuna si alzò stancamente dalla dormeuse e mi abbracciò guardando la ferita sul mio braccio. Il sangue si intravedeva dal bendaggio improvvisato da Simon, la pelle strappata pungeva. Inconvenienti del mestiere.
I ragazzi intanto erano già scesi verso la guest house. Dopo esserci scambiati un silenzioso lala salama, Joseph si allontanò con la sua immancabile bottiglia di Kenya Cane e Simon, caracollante dal sonno accumulato durante il safari, si diresse alla ricerca del letto. Erano loro che facevano il grosso del lavoro durante i camping-walking safari.
La mia giovane cerbiatta d’ebano brillava sotto la luce della veranda, con dolcezza mi prese la mano e ci avviammo verso i verdi giardini di Allah.
Vivere in Africa tra i safari in Kenya
Lavoravo in Africa in quegli anni, tanti da permettermi di conoscere questa terra e la savana molto bene. Mi occupavo di organizzare e accompagnare i turisti a fare i safari e la mattina del giorno di cui vi racconto avevamo caricato 8 clienti a Nairobi.
L’itinerario prevedeva il nord, con tappa a Samburu, poi nel Masai Mara. Poi ci saremmo spostati in direzione Naivasha a Nakuru, un luogo in cui si trovano dei paesaggi da mozzare il fiato, dove l’eterno volo dei fenicotteri è uno spettacolo della natura incessante che non stanca mai. E poi ci saremmo addentrati nell’Anboseli, dove avemmo la fortuna di trovare molti animali. Al contrario di come accade molte altre volte, forse perché avevo fatto qualche fuori pista in più.
Ricordo con piacere quell’avventura. Un’uscita di lavoro dai risvolti maliziosi grazie ai sorrisi e alle occhiate furtive di una splendida francesina il cui marito si era fatto notare per il fatto di avere sempre mal di testa. Il poveretto aveva la brutta abitudine di dormire troppo.
Un predestinato, come aveva intuito Simon, d’altronde chi dorme non piglia moglie. E la giovane, desiderosa di emozioni, si dimostrò molto disponibile a viverle nella savana.
La natura scandisce il ritmo laggiù e vivere in quell’habitat selvaggio è tutt’altro che facile. Occorre prudenza, istinto e molta attenzione. Perché basta una svista e tutto può cambiare drasticamente.
L’incontro con Mama facocero
Fu durante l’esplorazione dello Tsavo che accadde lo sfortunato incontro con Mama facocero. Il facocero è uno degli animali relativamente più piccoli, ma sicuramente fra i più pericolosi al contatto con gli umani.
Eravamo arrivati a Tsavo e, approfittando di un punto panoramico, ci fermammo nei pressi di un laghetto seminascosto dai cespugli. Un posto che solo pochi, avventurandosi fuoripista, conoscevano.
C’era come al solito un silenzio surreale in quel posto magico, quasi un’atmosfera di rarefatto misticismo, e notai qualcosa muoversi a solo qualche passo lontano da me.
Mi avvicinai lentamente e trovai un cucciolo di facocero con gli occhi ancora socchiusi. Era nato probabilmente un paio di giorni prima così a occhio.
Mi guardai intorno, con molta circospezione, nessuna traccia di madre o fratellini. Era stranissimo. Pensai che la madre avesse fatto una brutta fine perché in quella zona latitavano spesso leoni e leonesse. Così mi avvicinai molto lentamente al piccolo quando sentii inequivocabilmente il rumore della corsa di un animale alle mie spalle.
Non ebbi nemmeno il tempo di voltarmi. Sentii un dolore lancinante e improvviso al braccio sinistro, era Mama facocero accorsa per allontanare il pericolo e allontanarmi dal suo cucciolo. Mi aveva strusciato con una zanna, rapida e violenta. In mezzo secondo si era presa il piccolo ed era scomparsa improvvisamente nel bush rigoglioso vicino al laghetto lasciandomi in ricordo una ferita profonda che sanguinava copiosamente sulle prime.
Simon prese una bottiglia di Kenya Cane e lo versò sul taglio per disinfettarmi. Poi tagliò una camicia e mi fasciò. I clienti sulle jeep erano un po’ spaventati, diedi un occhiata alla mia francesina, inviandole un sorriso rassicurante.
Proprio una bella figura, pensai dentro di me. Ma la natura selvaggia esige il suo equilibrio, ogni animale è al suo posto e devi farti rispettare se vuoi sopravvivere.
Tornammo verso Voi, dove uscimmo dal parco mentre la luce dell’ultimo sole scompariva lentamente. Quello con Mama facocero è stato un incontro che non scorderò per il resto della mia vita.
Le fotografie di questo post sono state scattate da Claudio durante i safari e la sua permanenza in Africa.
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