Ho avuto modo di visitare i monasteri del Monte Athos durante il mio viaggio nella Grecia continentale. L’esperienza è particolare e, a prescindere dalle proprie convinzioni religiose, mi sento di consigliarla. Specie a chi ama camminare in quasi assoluta solitudine circondato solo dalla natura, anche se spesso si tratta di sentieri impervi. Ma, soprattutto, a chi desidera conoscere più a fondo sè stesso. Non a caso, c’è chi ha ribattezzato la Repubblica – già, perché di repubblica si tratta – dell’Agion Oros (montagna sacra), “repubblica dello spirito”.
Ricorda che questo viaggio è un’avventura e come tale può riservare imprevisti. Parti serenamente e proteggiti con un’assicurazione di viaggio. Io solitamente uso le assicurazioni viaggio Heymondo, dagli uno sguardo, per i nostri lettori è previsto uno sconto del 10%.
Come fare per accedere al Monte Athos
Intanto due cose vanno precisate: l’accesso è riservato solo agli uomini e il permesso (diamonitirion) va richiesto con qualche mese di anticipo (almeno 6 per chi non è di religione ortodossa) al Dirigente del Monte Athos – Ufficio dei Pellegrini. Questo perché l’accesso è consentito a cento ospiti al giorno e solo una minima percentuale a quelli di religione non ortodossa. Infatti, al momento della richiesta, occorre specificare anche la religione. Il diamoritinion verrà poi ritirato dall’interessato presso l’ufficio dei pellegrini nelle due città di accesso, Ouranopolis o Ierissos.
Il numero massimo di notti che si possono trascorrere è di tre ma si può chiedere l’estensione per ulteriori due notti presso la Sacra Epistassia di Karyes, centro – in realtà, nulla più che un borgo – principale della penisola.
Altro passo da compiere al momento della prenotazione è contattare i monasteri presso i quali si desidera soggiornare per avere certezza vi sia disponibilità di posti.
NOTA: per praticità puoi prenotare il tuo pellegrinaggio anche online, dai uno sguardo a questo pellegrinaggio di 4 giorni tra i monasteri del Monte Athos, sicuramente più costoso di un viaggio in autonomia, ma può essere una buona scelta se non hai modo di organizzarti da solo.
Come arrivare al Monte Athos
Il bus che collega Salonicco (Halkidiki Station, non lontano dall’aeroporto) con la penisola Calcidica, impiega circa 2 ore e mezza per arrivare ad Ouranopolis. Questa città è anche l’ultima tappa prima di accedere al Monte Athos e molti la scelgono come base per una o due notti prima di iniziare l’avventura. Cerca gli hotel di Ouranopolis se vuoi valutare questa possibilità.
Da Ouranopolis il traghetto impiega altre 2 ore per giungere al porticciolo di Daphne. Il traghetto prosegue per gli altri scali della costa occidentale e può perciò usufruirne chi volesse soggiornare in uno dei monasteri qui situati.
A Daphne si trovano i pullmini che in 30-45 minuti portano a Karyes. Da qui in avanti, le alternative sono il pullmino, che alcuni monasteri, specie quelli più distanti, mettono a disposizione degli ospiti, oppure affidarsi alle proprie gambe. Solo in estate è attivo un servizio traghetti anche da Ierissos.
Arrivo e vita ai monasteri del Monte Athos
I venti monasteri del Monte Athos ospitano oltre 1.500 monaci, la maggior parte greci, ad eccezione di quelli del monastero serbo di Chilandari, di quello bulgaro di Zografou e di quello russo di Sveti Panteleimon.
All’arrivo al monastero, si viene accolti da un monaco (arkontariki) che offre a seconda dei casi caffè greco, i tipici lokumi, ouzo o semplice acqua. Dopo di che, controllato il diamonitirion e un documento, accompagna nella foresteria, dove si viene alloggiati in camerate con servizi comuni.
All’interno del monastero vigono regole abbastanza rigide alle quali occorre attenersi, con orari stabiliti per le funzioni religiose e i pranzi. Ai non ortodossi, non è consentito accedere all’area principale in cui viene celebrata la funzione, ma devono restare in quella più esterna e in alcuni monasteri devono recarsi a mangiare quando hanno terminato i pellegrini di culto ortodosso.
La vita nei monasteri è scandita dalle funzioni religiose
La celebrazione della funzione dura circa un’ora. È un rituale che si basa soprattutto su letture sacre salmodiate in cui i monaci si alternano. Al termine, i monaci con i pellegrini/ospiti al seguito, si infilano nel refettorio.
Anche per i pasti è prevista una procedura consolidata: il monaco responsabile recita una breve preghiera e poi con un colpetto sul bicchiere dà il via al pasto. Il cibo viene consumato in non più di un quarto d’ora, in quanto considerato nulla più che una perdita di tempo, in assoluto silenzio e mentre un monaco legge le sacre scritture.
Il cibo è uno dei punti più dolenti della permanenza nei monasteri dell’Athos: scarso, poco invitante e in uno solo dei monasteri in cui sono stato ospite accompagnato da un bicchiere di vino. È probabilmente il momento in cui la propria fede (o anche semplice curiosità da viaggiatore) viene messa alla prova.
I quattro monasteri dove sono stato ospitato
I quattro monasteri dove ho potuto soggiornare sono Pantokratoros, Sveti Panteleimon, Philoteou e Simonos Petra. Negli spostamenti tra un monastero e l’altro, ho visitato anche quelli di Stavronikita, Xeropotamou, Koutoumousion, Iviron, Gregoriou.
La maggior parte degli spostamenti tra i monasteri del Monte Athos è consistita in camminate di due o anche più ore per sentieri pietrosi, spesso in salita, ma pure discese altrettanto impegnative (per questo sono consigliabili un bagaglio ridotto all’indispensabile e scarpe da trekking e magari anche racchette da trekking o un bastone). Unico lato positivo: quasi tutti in mezzo a boschi o radure costeggianti il mare.
In altri casi invece, data la collocazione dei monasteri dove avevo prenotato l’ospitalità su entrambi i lati della penisola, sono dovuto tornare a Karyes o a Daphni, come nell’ultimo caso, per prendere il traghetto che proseguiva per lo scalo in corrispondenza del monastero.
Dei monasteri in cui ho soggiornato, quello che per dimensioni più colpisce, è Sveti Panteleimon, posizionato proprio sul mare. Ma è anche quello in cui ho trovato meno il senso di tranquillità e lontananza dal mondo, invece provati in altri. Soprattutto, dagli enormi casamenti emana un senso di freddezza e poca spiritualità. È il monastero russo e pare che Mosca sia intervenuta con cospicui finanziamenti. L’atmosfera da “Cremlino” è palpabile e le regole richiamate con maggior continuità.
I monasteri minori sono i migliori per meditare
Nel monastero di Philoteou, invece, ho davvero percepito un senso di pace, con orti e giardini molto curati in cui trascorrere momenti di tranquillità e riflessione all’ombra di un tiglio, con lo spettacolo del mare giù in basso.
Dal punto di vista spettacolare, Simonos Petra è senz’altro imbattibile. Vi si giunge dopo una salita che mette a dura prova, ma l’arrivo in questa sorta di “nido d’aquila” vale davvero. Oltretutto, offre una vista privilegiata proprio del Monte Athos.
Quando mi sono imbarcato a Daphne sul traghetto (stipato) per Ouranopolis, ultimo passo di questo viaggio che mi sento di definire avventura, tra i tanti volti ne ho scorto alcuni già incontrati nei monasteri o lungo i cammini.
Uno dietro l’altro, scorrono i monasteri della parte settentrionale della penisola affacciati sul mare: lassù, ecco Xeropotamou, poi le cupole tipicamente a bulbo di Panteleimonos. E ancora Xenophontos, Dochiarion e, ultimo, l’arsanas (molo) da cui si sale a Zographou. In ogni tappa non mancano altri pellegrini/visitatori che si imbarcano, giunti alla fine dell’esperienza.
Idee alternative per vedere il Monte Athos
Se sei in viaggio in Grecia ma non hai riservato il tuo accesso al Monte Athos puoi valutare alcune escursioni da Ouranopolis per vedere i monasteri dal mare. Di seguito ne propongo alcune che sembrano molto buone:
- da Ouranopolis: tour di 3 ore, crociera della penisola del Monte Athos;
- da Ouranopolis: crociera sul Monte Athos con visita all’isola di Ammouliani, durata 5 ore;
- da Ouranopolis: tour panoramico del Monte Athos con barca dal fondo di vetro, durata 3 ore.
Un viaggio nei monasteri del Monte Athos necessita quindi di pianificazione e grande preparazione, sia fisica che spirituale. Sembra un viaggio folle, ma al rientro, se si è ‘sopravvissuti’ resta una grande forza d’animo temprata da questa avventura.
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