Se stai visitando il nord della Sardegna avrai l’imbarazzo della scelta tra mare, borghi e siti archeologici. Ma lo sai che a Sassari si trova l’unico ziqqurat di Sardegna? E lo sai che questo sito è unico in Europa per le sue caratteristiche? Sto parlando di Monte d’Accoddi, stimolante meta per un’escursione breve.
Monte d’Accoddi si trova a Sassari, al centro della Nurra, lungo il vecchio tracciato della SS131, la Carlo Felice, che collega a Porto Torres. Noi l’abbiamo visitato proprio poco dopo essere sbarcati, mentre ci preparavamo a fare la grande traversata verso sud (e se non sai dove ti consiglio di leggere il mio articolo su Porto Pino).
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Come e quando andare a Monte d’Accoddi
Il sito è facilmente raggiungibile e ben indicato dai cartelli stradali. Ti consiglio di fare affidamento a quelli, perché il navigatore delle mappe ci ha fatto andare fuori strada e ci siamo trovati in una proprietà privata. In ogni caso il sito è ben segnalato come luogo d’interesse, quindi non dovresti avere problemi.
L’orario di apertura di Monte d’Accoddi va dalle 10 alle 18. Cerca di arrivare dopo l’apertura perché prima della biglietteria non vi è alcun parcheggio per lasciare la macchina.
Il sito è controllato e il biglietto d’accesso costa 4€, un prezzo che ritengo adeguato e necessario alla preservazione di un tale patrimonio storico.
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Visitare Monte d’Accoddi
Dopo esser stati accolti in biglietteria si viene invitati a guardare un video di presentazione di Monte d’Accoddi spesso indicato anche come Akkoddi.
Solitamente poco apprezzo questo tipo di ‘visita virtuale’, sono un tipo pratico e preferisco visitare direttamente il sito. Tuttavia ho trovato molto interessante questo intermezzo, il video è molto completo e ti fornisce importanti informazioni temporali, oltre a dare alcune spiegazioni di ciò che si sta per visitare.
Trascorrono così i primi 10-15 minuti e, molto più informati, siamo pronti a gustarci ogni singola pietra di questo luogo.
Per raggiungere le rovine di Monte d’Accoddi occorre percorrere un cammino breve al termine del quale vedrai, inconfondibile, la sagoma di questa antica piramide.
Chiamarla piramide non è proprio corretto, di fatto ci si trova davanti a uno ziqqurat, caratterizzato dai tipici strati orizzontali e concentrici che diventano più piccoli salendo verso la cima.
Pur non avendo correlazioni dirette con altri siti coevi è immediato constatare quanto sia identico ad essi. Il sito incarna pienamente il credo orientaleggiante di unione tra cielo e terra e sulla sua cima, in passato, si doveva trovare un altare, o un edificio (probabilmente ligneo) adibito al culto sacro.
Scopriamo le rovine tra storia e leggenda
Gli scavi di rilevamento furono avviati a metà del XX secolo a seguito di alcuni lavori svolti su quella che si era sempre pensato essere una collina. La sommità di Monte d’Accoddi subì dei danni durante la Seconda Guerra Mondiale, periodo in cui la collina venne usata per posizionare artiglieria contraerea.
In realtà Monte d’Accoddi è un altare piramidale alto circa 10 metri, era solo coperto di terra e ha subito importanti interventi di scavo e di restauro. Si ritiene fosse dedicato a una divinità femminile. Questo si è dedotto osservando le incisioni rinvenute su una stele granitica ritrovata accanto al monumento.
Qui nella zona, le credenze popolari narrano che venne costruito da un principe-sacerdote in fuga dal Medio Oriente. La differenza è che in Medio Oriente gli ziqqurat venivano eretti in onore del Sole, lui invece lo costruì in omaggio alla Luna.
Quello che è certo è che questo monumento prenuragico aveva un ruolo centrale nella società di allora e definiva il culmine di un complesso sviluppatosi dalla seconda metà del IV millennio a.C.
L’altare evidenzia la sovrapposizione di due fasi: quella del ‘tempio rosso’ nel Neolitico finale (3.500-2.900 a.C.) e quella del ‘tempio a gradoni’ nell’Eneolitico (2.700 a.C. circa) e che ingloba la precedente.
Punti d’interesse a Monte d’Accoddi
Girando attorno al monumento è possibile notare alcuni elementi significativi e ancora in buono stato di conservazione.
Alla destra della gradinata si trova una grande pietra piatta. Avvicinandosi è possibile notare lungo i suoi bordi la presenza di buchi passanti, erano delle asole di ancoraggio per le funi. Questo lastrone aveva infatti una funzione sacrificale, le bestie da sacrificare venivano legate saldamente prima di essere dissanguate. La roccia, inoltre, è posizionata sopra una cavità naturale del terreno, luogo utilizzato come colatoio per i liquidi.
Alla sinistra della scalinata si trova invece un menhir alto 4,40 metri e dal profilo squadrato. Molto particolari sono anche le rocce sferiche che si pensa rappresentassero il sole e la luna.
Continuando ad aggirare l’altare, nella parte a nord, si trovano due stele di cui una incisa con la sagoma della Dea Madre. Questo tipo di simbologia era comune anche in altri siti coevi, seppur con qualche differenza.
Completando il giro si possono osservare le rovine di quella che era una capanna. È stata battezzata la capanna dello sciamano per via dei reperti in essa ritrovati: vasellame e oggetti probabilmente utilizzati per mescere bevande rituali. Tra la capanna dello sciamano e il lastrone rituale sono stati ritrovati molti resti di ossa animali, evidente segnale di sacrifici o di banchetti sacrificali.
Altre informazioni sul sito
Gli scavi e le ricerche hanno tenuto conto di vari fattori geologici e naturali che sono accaduti nel corso di questi millenni.
Osservare le mappe stellari e considerare la processione degli equinozi ha permesso di stabilire che 5.000 anni fa, da qui, si poteva vedere la costellazione della Croce del Sud, oggi non più visibile. Questo spiegherebbe l’allineamento del sito e di numerosi altri ritrovamenti effettuati nell’area ricollegabili alla cultura Albealzu-Filigosa. La stessa raffigurazione della Dea Madre potrebbe essere, in realtà, uno schema astrale raffigurante la Croce del Sud.
Altri siti archeologici d’interesse a poca distanza da Monte d’Accoddi sono:
- Necropoli Su Crucifissu Mannu;
- Ponte Secco;
- Li Lioni;
- Sant’Ambrogio;
- Su Jaiu;
- Spina Santa;
- Marinaru;
- i menhir Frade Muros;
- e una decina di nuraghi.
Non mancano quindi gli elementi per una giornata piena e all’insegna dell’esplorazione. Un itinerario nella Sardegna nord occidentale che sarà indimenticabile e che ti permetterà di visitare Monte d’Accoddi, monumento unico nel suo genere in tutta l’area del Mediterraneo.
Tu conoscevi già Monte d’Accoddi? Sai quanta storia nuragica e prenuragica c’è ancora da scoprire in Sardegna? Trovi alcune informazioni in più sul sito di Sardegna Turismo.
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