Hai mai sentito parlare di un altare sacro a gradoni nel cuore della Sardegna? No, non sei in Mesopotamia. Sei in piena Nurra, a pochi chilometri da Sassari, dove si erge un monumento tanto misterioso quanto affascinante: Monte d’Accoddi, l’unico ziqqurat d’Europa. Un luogo che vibra di storia e di simbolismo, dove il tempo sembra essersi fermato per raccontarti i riti, i misteri e le credenze di una civiltà millenaria.
Visitare Monte d’Accoddi è un viaggio nel tempo. L’emozione cresce passo dopo passo, quando ti trovi davanti a questa costruzione unica, risalente a oltre 5.000 anni fa. Una struttura monumentale che unisce elementi architettonici mesopotamici con il culto prenuragico sardo. E non è solo una suggestione: salire sulla sua rampa è come scalare la storia, sentire il respiro degli antichi, dominare la piana circostante e lasciarsi attraversare da un senso di sacralità.
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Come arrivare e quando visitare Monte d’Accoddi
Monte d’Accoddi si trova lungo l’ex tracciato della SS131 Carlo Felice, tra Sassari e Porto Torres, immerso in una piana che accentua il fascino isolato del sito. L’accesso è ben segnalato da cartelli turistici marroni, ma fai attenzione: molti navigatori GPS indicano ancora vie secondarie o private che possono trarre in inganno. Il mio consiglio? Segui con fiducia la segnaletica stradale ufficiale.
Una volta giunto sul posto, troverai un piccolo parcheggio proprio nei pressi dell’ingresso. Lì inizia la tua esperienza, con una biglietteria gestita con cortesia e passione. L’orario di apertura va dalle 10:00 alle 18:00, ma se desideri goderti il sito con più tranquillità, meglio arrivare al mattino o verso l’orario di chiusura, quando l’afflusso di visitatori è più contenuto.
Il costo del biglietto è di soli 4€, una cifra simbolica per accedere a uno dei luoghi più suggestivi della Sardegna. Inclusa nel prezzo c’è anche una proiezione video introduttiva di circa 10 minuti, chiara e ben realizzata, che ripercorre la storia, le ipotesi archeologiche e i misteri del sito. Anche se solitamente preferisco andare subito all’esplorazione, in questo caso ti consiglio di non perderla: offre chiavi di lettura preziose per apprezzare appieno quello che vedrai di lì a poco.

La magia dello ziqqurat
Dopo il video introduttivo, si percorre un breve sentiero sterrato che sembra voler preparare il visitatore all’incontro con qualcosa di antico e solenne. All’improvviso, tra l’erba alta e il profilo piatto della campagna, appare lui: l’inconfondibile profilo di Monte d’Accoddi. Non si tratta di una piramide egizia, ma di un autentico ziqqurat, una struttura a piattaforme sovrapposte, ciascuna più piccola della precedente, che si innalza verso il cielo come una scala sacra. Questa forma, così simbolica, rappresentava per le antiche civiltà il ponte tra mondo terreno e divinità celesti.
Sulla sommità, secondo gli archeologi, si trovava probabilmente un altare ligneo, o una piccola struttura di culto dedicata a una divinità femminile legata alla fertilità e alla Luna. Questo santuario era forse il cuore pulsante di rituali comunitari, osservazioni astronomiche e sacrifici votivi.
La salita lungo la rampa è breve ma densa di significato: è come camminare su una linea del tempo che ci separa di cinquemila anni. Una volta in cima, lo sguardo abbraccia la piana della Nurra, silenziosa e carica di mistero. È il momento perfetto per fermarsi, respirare profondamente e ascoltare il richiamo arcaico di un luogo che ha attraversato i millenni custodendo i segreti della sua gente.

Archeologia e leggenda
Monte d’Accoddi fu riscoperto a metà del Novecento durante lavori agricoli che interessavano la zona. Quella che per secoli era sembrata solo una collina, si rivelò essere un altare cerimoniale alto circa 10 metri, coperto da terra e vegetazione. Gli scavi, avviati nel 1954 e proseguiti per decenni, portarono alla luce una struttura unica nel panorama archeologico europeo.
Le indagini hanno identificato due fasi costruttive principali:
- Il “tempio rosso“, risalente al Neolitico finale (circa 3500–2900 a.C.), così chiamato per le tracce di ocra rossa che ne decoravano le superfici. Probabilmente era un altare destinato a culti agrari e rituali stagionali legati alla fertilità.
- Il tempio a gradoni, costruito nell’Eneolitico (2700–2400 a.C.), che inglobava e sovrastava la fase precedente. La nuova struttura presenta caratteristiche simili agli ziqqurat mesopotamici, suggerendo possibili contatti culturali o influenze simboliche comuni.
Secondo una leggenda tramandata nella zona, Monte d’Accoddi fu costruito da un principe-sacerdote in fuga dal Medio Oriente. A differenza dei suoi pari, che erigevano templi al Sole, egli dedicò il suo altare alla Luna, legando così il sito a una divinità femminile e notturna. Mito o realtà, questa narrazione contribuisce a rafforzare il fascino del sito, sospeso tra archeologia e simbolismo, tra scienza e spiritualità.

Cosa vedere a Monte d’Accoddi: punti di interesse
Attorno allo ziqqurat si trovano testimonianze archeologiche di grande rilievo, ognuna con una propria storia da raccontare, che contribuisce a restituire il significato sacro e rituale di questo luogo straordinario:
- Il lastrone sacrificale, imponente e dalla forma regolare, presenta fori passanti lungo i bordi: venivano utilizzati per legare gli animali destinati ai sacrifici. La sua posizione sopra una cavità naturale ne rafforza la funzione rituale: i liquidi del sacrificio potevano defluire direttamente nella terra, in un gesto di offerta alla divinità.
- Il menhir, alto 4,40 metri e di forma squadrata, si erge solitario alla sinistra della rampa di accesso. La sua presenza ha probabilmente un significato simbolico legato al culto solare o alla delimitazione del perimetro sacro. Potrebbe anche aver avuto una funzione astronomica o totemica.
- Le pietre sferiche, disposte nei pressi del monumento, sono tra gli elementi più enigmatici. La loro forma perfettamente tondeggiante ha portato molti studiosi a identificarle come simboli cosmici: il Sole e la Luna, in un dualismo che riflette l’alternanza tra luce e oscurità, maschile e femminile.
- Le stele antropomorfe, incise con la figura della Dea Madre, rafforzano l’ipotesi di un culto legato alla fertilità e alla rigenerazione. La simbologia è condivisa con altri siti prenuragici del Mediterraneo.
- La capanna dello sciamano, identificata grazie al ritrovamento di vasellame, utensili cerimoniali e ossa animali, era probabilmente un luogo di preparazione ai riti. La disposizione dei reperti suggerisce pratiche di mescita e offerte rituali, rendendola uno dei punti più affascinanti e misteriosi dell’intero complesso.

Astronomia e orientamento
Monte d’Accoddi non è solo un sito religioso, ma anche un vero e proprio osservatorio primitivo. Studi archeoastronomici hanno evidenziato come la struttura sia perfettamente allineata con i quattro punti cardinali, suggerendo un’intenzionalità nel suo orientamento. Questo dato apre interessanti scenari sull’uso del sito per l’osservazione celeste e il calcolo dei cicli stagionali.
In epoca antica, da Monte d’Accoddi era visibile la Croce del Sud, una costellazione che oggi non può più essere osservata da queste latitudini a causa della precessione degli equinozi. La sua posizione all’epoca, però, ne faceva un importante punto di riferimento per le osservazioni notturne e, probabilmente, per i riti religiosi legati al cielo.
Questo legame tra architettura e astronomia è un elemento ricorrente nelle culture megalitiche e neolitiche. Anche le pietre sferiche e il menhir potrebbero avere avuto una funzione in questo contesto, segnando allineamenti con eventi solari o lunari particolari.
Tutto ciò rafforza l’idea che Monte d’Accoddi fosse un luogo sacro non solo per ciò che accadeva sulla terra, ma anche per ciò che si osservava nel cielo: un ponte simbolico tra il mondo umano e l’universo, tra il quotidiano e il cosmico.

Cosa vedere nei dintorni
Monte d’Accoddi è solo l’inizio di un viaggio archeologico tra le meraviglie della Sardegna nord-occidentale. A breve distanza potrai visitare:
- La Necropoli di Su Crucifissu Mannu;
- Il Ponte Secco e i nuraghi Frade Muros;
- Le aree archeologiche di Li Lioni, Spina Santa e Sant’Ambrogio;
- Il misterioso complesso di Su Jaiu;
- E ancora Marinaru e altri piccoli siti nuragici sparsi nel territorio.
Consigli per il viaggio
Se stai pianificando un viaggio in Sardegna, considera di visitare Monte d’Accoddi all’inizio del tuo itinerario, magari subito dopo essere sbarcato a Porto Torres. È una tappa ideale per iniziare il viaggio con uno sguardo profondo alle radici più antiche dell’isola. Per viaggiare in totale serenità, ti consiglio una polizza viaggio Heymondo: flessibile, conveniente e con uno sconto del 10% riservato ai nostri lettori.
Infine, per quanto riguarda il pernottamento, Sassari è una base strategica perfetta. La città dista solo 15 minuti di auto dal sito archeologico e offre una vasta gamma di soluzioni per dormire: dagli hotel moderni nel centro storico alle strutture rurali immerse nel verde, ideali se cerchi un soggiorno più tranquillo. Tra le opzioni consigliate ci sono piccoli B&B a gestione familiare, agriturismi con cucina tipica sarda e alloggi boutique per chi desidera un tocco di charme. Da Sassari potrai anche raggiungere facilmente altre mete turistiche come Alghero, Stintino o Castelsardo, rendendo la tua visita a Monte d’Accoddi parte di un itinerario più ampio tra storia, natura e bellezze costiere.

Monte d’Accoddi: un luogo fuori dal tempo
Monte d’Accoddi è uno di quei luoghi che ti entrano dentro senza fare rumore. Un monumento che non grida la sua importanza, ma la sussurra al cuore di chi sa ascoltare. Le sue pietre antiche raccontano di un tempo lontano, di popoli e rituali perduti, di un legame profondo tra l’uomo, la terra e il cielo.
Camminare sulla sua rampa non è solo un gesto fisico, è un percorso interiore. È immaginare il volto di chi, migliaia di anni fa, saliva lassù per pregare, osservare le stelle o compiere gesti sacri. È sentire la vibrazione di un’energia arcaica che ancora oggi aleggia tra i blocchi calcarei e le colline della Nurra.
Monte d’Accoddi ti invita a rallentare, a osservare, a lasciarti stupire. E quando riprenderai il tuo viaggio, porterai con te molto più di una semplice visita: porterai un’emozione antica, un tassello in più nel puzzle meraviglioso della Sardegna.
Hai già vissuto questa esperienza? Raccontacelo nei commenti e continua a seguirci: la Sardegna autentica ha ancora tanti segreti da svelarti.
Per approfondire puoi trovare un articolo su Monte d’Accoddi nel sito di Sardegna Turismo.

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