La Valle Cervo è, per molti, la vallata più bella del Biellese, ma oltre ai borghi e ai paesaggi vi si trovano luoghi in cui è possibile conoscere più a fondo la storia e le tradizioni locali. Sto parlando dei musei della Valle Cervo, vari e interessanti, ideali per un itinerario culturale alla scoperta sia dell’Alta che della Bassa valle.
Nei miei articoli ho più volte parlato della Casa Museo di Rosazza, museo che racconta la vita valligiana, ambientato all’interno di una tipica casa montana situata al centro del borgo in pietra. Esso non è l’unico sito della Rete Museale Biellese presente in Valle Cervo, ve ne sono numerosi e in questo articolo ti porterò a scoprire alcuni di essi.
Musei della Valle Cervo
Per comodità siamo partiti dall’alta valle e siamo scesi verso Biella lungo un percorso tra sacro e laico che ci ha piacevolmente colpiti. Tutti questi siti sono visitabili ogni domenica pomeriggio fino alla metà di ottobre.
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1) Santuario di San Giovanni d’Andorno
Situato a Campiglia Cervo si trova uno dei santuari maggiori delle Alpi biellesi. È il Santuario di San Giovanni d’Andorno, luogo di fede di cui si hanno le prime testimonianze nei documenti risalenti agli inizi del 1600, sorto attorno a una grotta in cui si trova la statua lignea del santo.
Il complesso venne ampliato e modificato nel corso degli anni, come la stessa chiesa, ma la grotta si trova ancora allo stesso posto ed è luogo di pellegrinaggio frequentato da molti fedeli. Al suo interno ci sono alcune opere degne di nota realizzate da artisti e scalpellini biellesi, esse ben si inseriscono nello stile barocco che pervade la navata.
Alla sinistra del portale d’accesso, in stile rinascimentale, si accede all’area visitabile solo tramite visita guidata. Qui si trova la Biblioteca Ecclesiastica in cui sono raccolti numerosi volumi molto antichi (alcuni risalgono al 1500) e la guida sarà lieta di mostrarti alcuni dei più prestigiosi e particolari.
Nella restante parte del santuario, oltre ad un bar ristornate, si trovano le sale adibite alle esposizioni temporanee. Nel periodo della nostra visita abbiamo potuto visitare la mostra dedicata ad un mito della lirica italiana, sto parlando di Maria Callas, della quale abbiamo potuto conoscere la storia, i successi, i gossip e le strategie marketing che hanno caratterizzato il suo successo.
Una passeggiata sul piazzale ti permetterà di apprezzare il maestoso panorama della vallata. Dal burnel, la fontana tipica dei santuari locali, sgorga acqua fresca e potabile, mentre, se sei fortunato, potrai trovare delle bancarelle che vendono prodotti caseari e di apicoltura tipici locali.
Gli occhi più attenti noteranno che il santuario è privo del campanile, ma questo non è esatto. Il campanile di San Giovanni d’Andorno è conosciuto come Campanun e si trova sul poggio adiacente al santuario. Esso rintocca per il santuario, che è la sua chiesa, ma è anche la torre campanaria dell’intera valle. Per tradizione, in occasione di particolari ricorrenze, gli uomini dei borghi della Valle Cervo salgono al Campanun e fanno suonare la grande campana che riecheggia in ogni dove.
2) Casa natale di Pietro Micca
Scendendo lungo la valle arriviamo a Sagliano Micca, la cui piazza principale è caratterizzata da un alto monumento eretto il onore di Pietro Micca.
Questo personaggio, eroe nazionale per aver fermato l’invasione francese della cittadella di Torino il 30 agosto 1706, ebbe i natali in una casa a due piani nel centro storico di Sagliano Micca. Questo edificio è considerato monumento nazionale e ospita un piccolo museo suddiviso nelle due stanze.
Al piano terra è possibile conoscere meglio il personaggio di Pietro Micca, la sua storia, gli eventi che lo hanno reso tanto importante per la storia della nostra nazione (in quel tempo ancora frammentata) e la sua epoca. Il materiale informativo è disposto a parete, ma anche in una teca che contiene alcuni documenti storici di rilievo.
Al piano superiore si trova una cronistoria dei 30 anni in cui Pietro Micca visse, questo spiega il contesto storico che faceva da contorno agli eventi ed elenca gli avvenimenti che hanno segnato la storia d’Europa in quegli anni.
Di grande importanza sono anche le numerose lapidi affisse nel piccolo cortile e dentro le stanze. Queste dediche in pietra ci fanno capire la riconoscenza che il popolo italiano ha sempre dimostrato per questo inconsapevole eroe senza il quale la storia d’Italia sarebbe stata sicuramente differente. La Casa Natale di Pietro Micca è quasi un santuario a lui consacrato.
Un piccolo aneddoto riguardante Pietro Micca racconta che, dopo la sua morte, venne riconosciuta una sorta di pensione alla giovane vedova che consisteva in due grandi pagnotte di pane al giorno. La donna, priva di altre risorse, utilizzava una pagnotta per il proprio sostentamento e scambiava la seconda per acquistare beni di prima necessità o altri alimenti. Questo tipo di pagnotta, in Piemonte, è ancora oggi chiamato la micca di pane, in onore del povero Pietro.
3) Museo della Sacralità dell’Acqua e degli Acquasantini
Lasciando praticamente la Valle Cervo arriviamo a Pettinengo, comune situato in posizione intermedia tra il comune di Andorno Micca e la Valle di Mosso. In questo paese, noto per essere soprannominato il Balcone del Biellese, si trovano ben 3 musei differenti tra loro e estremamente interessanti.
Uno di essi è il Museo della Sacralità dell’Acqua e degli Acquasantini, situato nell’Oratorio di San Rocco, in frazione Livera, dove sono esposti circa 400 pezzi sugli oltre 800 provenienti dalla raccolta di Sergio Trivero, noto acculturato locale con la passione per le tradizioni e la cultura del territorio.
I pezzi esposti sono presentati su pannelli a parete e teche, suddivisi in base al materiale con cui sono realizzati e catalogati. È sorprendente vedere la varietà di esemplari collezionati, da quelli di cristallo a quelli di stoffa, quelli di ceramica e di metallo.
L’aspetto più profondo di questo museo è il fatto che tratti di un lato molto intimo della nostra società. Il possesso degli acquasantini è strettamente legato alla fede. Un tempo, questi oggetti erano molto diffusi nelle case della popolazione e appesi sopratutto nelle camere da letto, dove permettevano, soprattutto agli ammalati, di volgere uno sguardo a Dio.
L’intimità di questo aspetto della vita quotidiana diventa quindi il protagonista durante la visita, un’esperienza interessante e rivelatrice.
4) Museo dell’Infanzia
Poco distante dal museo precedente si trova il Museo dell’Infanzia, anche se definirlo museo credo sia decisamente riduttivo.
Gestito dall’Associazione Piccola Fata questo museo è anche un centro didattico dove oltre 50 bambini, provenienti da tutto il Biellese, partecipano a corsi di lavoretti pratici come il ricamo, i lavori di falegnameria o una moltitudine di altre attività di gruppo.
L’area adibita ai laboratori didattici si trova al piano terra, mentre al piano superiore si trova un’area espositiva che ripercorre l’infanzia fin dalla tenera età. Nelle sale sono realizzate ambientazioni che riproducono i momenti salienti della vita di gruppo dei ragazzi, come la mensa o la scuola.
Il Museo dell’Infanzia è vivo e i bambini ne fanno parte attivamente. Il venerdì è la giornata dedicata alle attività, che comprendono anche la ricerca e la catalogazione di oggetti, spesso donati, che facevano parte dell’infanzia dei bambini dei decenni passati.
Tutto questo materiale è consultabile, come se fosse una grande enciclopedia per non dimenticare come eravamo.
Una delle attività svolte dai bambini è anche la tessitura, le abilità acquisite in questa disciplina si sono concretizzate nelle realizzazione di un arazzo a telaio che riporta in rilievo la piantina del comune e i luoghi più importanti che lo caratterizzano.
A poca distanza si trova anche una sede distaccata, chiamata Casa Livia, dove ha sede il progetto Reis. È qui che si trova l’archivio costantemente in crescita alimentato dai bambini. Nella stessa sede si trova una piccola biblioteca anch’essa dedicata all’infanzia, con tanto di sussidiari e libri scolastici che ormai possiamo considerare d’epoca.
Insomma una visita al Museo dell’Infanzia è come un tuffo indietro nel tempo che ti farà tornare bambino.
5) Museo delle Migrazioni
L’ultimo museo che ti consiglio di visitare a Pettinengo è il Museo delle Migrazioni, situato in frazione Gurgo e gestito dall’associazione culturale sarda Su Nuraghe di Biella.
Questo sito museale, come si capisce dal nome, tratta delle migrazioni a 360°, sia dal punto di vista delle migrazioni di popoli, che dal punto di vista animale che, più ampiamente, delle migrazioni di culture.
La visita guidata comincia trattando delle migrazioni interregionali che hanno caratterizzato le regioni italiane nel 1900. Nello specifico si analizza la popolazione che migrò dalla Sardegna verso il Piemonte, e il Biellese, alla ricerca di lavoro.
Questo flusso di popolazione comportò anche la migrazione della cultura sarda verso il Piemonte e, con gli scambi che intercorrono tra i neoresidenti e le famiglie rimaste a casa, viceversa. In questo modo alcuni simboli utilizzati sulle Alpi per marchiare le forme di burro sono utilizzate in Sardegna per marchiare le forme di pane.
Nella prima sala del museo si trova una statua che è una sorta di simbolo, l’opera di Francesco Ciusa si chiama Sa Mama ‘e su Mottu (la mamma del morto) e rappresenta una madre che piange il figlio morto lontano da casa. La statua qui presente è una copia, non è l’originale, ma conserva la grande espressività del volto e i dettagli che lo scultore ha saputo plasmare.
Proseguendo nella visita si hanno sezioni dedicate alle migrazioni animali, soprattutto dei volatili che frequentano il Biellese. Un’altra parte approfondisce le migrazioni culturali, mentre l’ultima sala presenta un’esposizione di oggetti, documentazioni e testimonianze reali di persone migrate nel Biellese.
Una giornata tra i musei della Valle Cervo
Con questi 5 musei non solo approfondirai la conoscenza dei comuni della Valle Cervo, ma avrai modo di ideare un itinerario di visita ricco di elementi d’interesse.
Un consiglio di gusto se segui questo itinerario è quello di fare la pausa pranzo alla Caffetteria di Villa Piazzo, qui troverai un menù gustoso a tavola, ma anche un ambiente eccezionale per il panorama vastissimo che si vede dal giardino su cui affaccia la villa. Villa Piazzo dispone anche di una foresteria per chi volesse soggiornare.
Inoltre ci tengo a precisare che questi non sono tutti i musei della Valle Cervo e se li hai già visitati, o se vuoi segnalarne altri da non perdere, puoi farlo lasciando un commento al fondo di questa pagina.
Ciao, sono Daniela Casale, presidente della Casa Museo AVC a Rosazza, ci conosciamo.
Grazie per lo spazio ed il rilievo che date al nostro territorio, la scorsa stagione abbiamo iniziato un lavoro di “sinergia” tra le cellule del territorio della Unione Montana Valle del Cervo La Bursch: SAN GIOVANNI, ROSAZZA, SAGLIANO, MIAGLIANO, PRALUNGO, S.EUROSIA, RONCO B.SE. – è stato SPERIMENTALE.
L’anno prossimo contiamo di organizzare una giornata di aperture concordate e legate a qualche evento. Se vi fa piacere vi terro informati.
Un caro saluto. Daniela
Ciao Daniela e grazie per il tuo commento. Per noi è un piacere raccontare il territorio e farlo conoscere a chi ci legge, quest’anno abbiamo realizzato una serie di articoli in collaborazione con la Rete Museale Biellese, è stato un progetto che ha portato molto interesse verso i siti che abbiamo visitato.
Se vi può interessare noi siamo aperti a collaborare, sentiamoci via email e magari pensiamo a un progetto analogo.
A presto, Gian Luca