Sono gli ultimi giorni dell’anno, anche questo è ormai agli sgoccioli, e approfittando di un pomeriggio luminoso e dal cielo terso decidiamo di salire fino ad Oropa. Sono ormai diversi mesi che non salgo al santuario, non per spirito di fede, ma è comunque un luogo che mi ispira meditazione, che trasporta la mia mente ad una sorta di introspezione alla ricerca di me stesso.
Siccome il sole tramonta presto, capiamo subito che avremo solo un paio d’ore di luce, peccato non esser saliti alla mattina, ma cercheremo di farcele bastare per una breve visita.
Arrivati al Prato delle Oche, il grande prato che si trova davanti al santuario, fermiamo la macchina per godere del paesaggio, da qui infatti si ha una vista molto suggestiva sulla città ai piedi della vallata.
Il Sacro Monte e il Santuario di Oropa
Faccio due passi e raggiungo il pendio erboso in cui sorgono le cappelle del Sacro Monte di Oropa, in questo punto siamo quasi al fondo, ma la vista della collina con queste chiesette disseminate quasi in ordine sparso è davvero imperdibile.
Non mancheremo di tornare per esplorare meglio le 19 cappelle, esterne al santuario, che costituiscono il complesso religioso, per oggi ci dedichiamo all’attrattiva maggiore che attira migliaia di visitatori, tra cui molti pellegrini che affrontano la dura salita, se non addirittura l’intero percorso, fino alla basilica.
L’ingresso al primo piazzale dal grande cancello è sempre un’emozione, da entrambi i lati si sviluppa l’edificio del santuario, le facciate presentano due arcate, una al piano terra e l’altra al primo. Sotto ai portici si trovano vari ingressi, di molti dei quali ignoro la funzione, ma ci sono anche diverse vetrine illuminate, sono bar e piccoli negozi colmi di souvenirs ed oggetti sacri.
Salita la prima gradinata si attraversa la Porta Regia e si accede al secondo cortile. L’erba, ricoperta di neve gelata, è divisa in forme geometriche dai sentieri ghiaiosi che convergono verso la fontana, il Burnell, che durante la bella stagione, zampilla acqua fresca che può essere sorseggiata grazie ai grandi mestoli appesi alla vasca superiore della colonnina centrale.
Qui accanto sorge la Basilica Antica, la chiesa originaria di modeste dimensioni in cui è custodita la Madonna Nera, tipica di questo luogo.
Stazione Meteosismica di Oropa
Approfittando della presenza di Don Cuffolo, responsabile della Stazione Meteosismica del santuario, saliamo al secondo piano per fargli visita.
L’osservatorio si trova nel mezzo del complesso, nella torretta centrale tra il primo cortile più a valle e il secondo, per raggiungerlo si sale al corridoio delle grazie ricevute, la Galleria degli Ex Voto, esposti come ringraziamento alla Madonna, e si sale ancora di un piano.
Ovviamente è meglio verificare prima che Don Silvano ci possa accogliere, basta una telefonata al santuario per prendere appuntamento.
Da un corridoio ‘mansardato’ si raggiunge la ripida scala alla torretta e proprio in questa stanza si trova il cuore di rilevamento, in pochi metri quadrati troviamo sismografi, pluviometri, misuratori del vento, barometri, insomma tutti gli strumenti necessari ad un monitoraggio completo della situazione meteo locale e sismica mondiale.
Proprio quest’ultimo argomento ci preme, visti gli avvenimenti recenti in Italia, e preghiamo Don Cuffolo di illustrarci alcune particolarità della rilevazione sismografica.
Come puoi vedere anche nel nostro video post gli strumenti in dotazione, i cui sensori sono appoggiati alla roccia della montagna, sono molto sensibili, ma come Don Silvano ci spiega, essi si limitano a registrare il movimento del terreno, presente anche se a noi risulta impercettibile, e trascriverlo in linee dalla differente ondulazione in base all’intensità.
Il fenomeno che sicuramente ci ha più sbalordito è quello per cui i movimenti del mare fanno registrare ai sismografi una continua ondulazione, il Mar Mediterraneo, di dimensioni minori, produce oscillazioni più piccole, mentre i mari di più estesi, come il Mar del Nord, producono curve sensibilmente più grandi nel grafico.
Al termine della spiegazione, Don Cuffolo ci invita a seguirlo all’esterno, sopra i tetti, dove si trova una piccola balconata di osservazione.
Qui siamo circondati da antenne, rilevatori di temperatura, bidoncini per misurare il livello della pioggia o della neve, eliche che misurano la forza e la velocità del vento.
Il tutto può sembrare molto artigianale, ma negli ultimi anni internet ha rivoluzionato molti di questi sistemi, o per lo meno il metodo di trasmissione dei dati. Quasi simultaneamente, un’avanzatissima centralina raccoglie e trasmette in rete tutte le rilevazioni, rendendole fruibili da chiunque e comunicandole velocemente ai laboratori di raccolta del resto del mondo.
Lasciamo l’osservatorio che fuori fa già buio, riusciamo a fare un salto fino alla basilica maggiore, ma è chiusa e fa molto freddo.
Riattraversiamo il santuario illuminato dalle calde luci artificiali, tornando alla macchina contempliamo Biella che brilla ai piedi del monte, uno spettacolo impagabile a cui fa compagnia la luna, veramente grande stasera, che sorge alla nostra sinistra.
Proseguiremo la visita di Oropa in altre occasioni, c’è così tanto da vedere!
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Collegamenti utili:
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- Osservatorio di Oropa;
- Sito web di Oropa.it
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