La punta alta del Piemonte, otre ad essere una zona dai favolosi panorami montani, è anche molto famosa per i suoi grandi laghi. Luoghi le cui ambientazioni riescono a suggestionare ogni visitatore, angoli dal fascino spesso carico di storia o intrecciato con le leggende, come accade a Orta San Giulio.
Il comune di Orta San Giulio è diviso in due nuclei abitativi ben distinti: il borgo di Orta, che si trova adagiato lungo la sponda orientale del Lago d’Orta, e l’Isola di San Giulio, che emerge al centro del lago proprio di fronte al centro del paese.
Come si può bene immaginare il paese ‘a riva’, Orta, è decisamente più esteso rispetto alla frazione che si trova sull’isola e, con gli anni, si sta sviluppando verso le colline dove sorgono alcune frazioni periferiche.
Orta San Giulio
Arrivare a Orta San Giulio non è difficile, le indicazioni si trovano già a Borgomanero, ed è facilmente raggiungibile tramite la A26. Da qui è sufficiente seguire la strada verso nord fino a incontrare il lago e, dopo qualche chilometro, trovare la freccia che indica il centro di Orta.
Giusto alla periferia del borgo si trovano alcune aree parcheggio dove lasciare l’auto. Il centro del paese è, infatti, solo percorribile dai residenti, ma scoprirai presto che quello che può sembrare un disagio, diventa invece la particolarità che rende Orta un borgo tanto tranquillo e piacevole da visitare.
Prima di scendere lungo le vie, sosta qualche minuto più in alto dei tetti e osserva in direzione del lago. L’Isola di San Giulio è li, bella e suggestiva con ogni condizione di tempo, anche quando ad avvolgerla è la nebbia. Come nella giornata in cui ci sono tornato in visita, invitato dalle guide turistiche dell’ATL di Novara in occasione di #ScopriOrta.
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Visitare il borgo di Orta
Scendi le gradinate che si trovano vicino ai parcheggi per immergiti direttamente nel cuore di Orta. Purtroppo nulla è più visibile dell’originario nucleo fondato dai celti in epoca preromanica lungo le sponde dell’allora Lago Cusio. Ma, nonostante il centro abitato sia stato riedificato sulle rovine di quell’antico villaggio, tra le sue strade si può ancora cogliere la struttura che gli fu data in periodo medievale, periodo del quale resta ancora qualche edificio.
Uno dei palazzi che più merita una visita è l’attuale sede del municipio, Villa Bossi. È accessibile da un portoncino in ferro battuto che affaccia sulla via centrale del paese. Questa grande residenza è il frutto di numerosi lavori di restauro e ampliamento effettuati nei secoli dalle diverse famiglie prestigiose che l’hanno posseduta. Attualmente la parte più antica ancora visibile risale al 1600, dovrebbe essere quella del portico all’ingresso, ma la villa non è sempre stata così. Una volta era suddivisa in diverse palazzine costruite molto vicine tra loro, ma appartenenti a famiglie differenti, solo col tempo Villa Bossi assume la struttura attuale.
Purtroppo non è possibile visitare le sale interne, oggi adibite a uffici comunali. Ma la vera perla di questa villa è il suggestivo giardino che si sviluppa verso il lago diventando una terrazza dalla vista sensazionale. Un panorama che ha stregato scrittori e artisti, come dimostra la statua bronzea intitolata ‘Il quadro perfetto‘ realizzata dal tedesco Carl Heinz Schroth. In questa location tanto richiesta si celebrano sempre più frequentemente cerimonie nuziali.
Proseguendo fino alla piazza si arriva a quello che un tempo era il cuore della vita di Orta. Qui si svolgevano i commerci e gli edifici che vi si affacciano, godendo della vista sul lago, furono in passato tra i più importanti.
Ma prima di volgere le attenzioni al lago è bene voltargli le spalle e salire la lunga gradinata che conduce alla Chiesa dell’Assunta, la parrocchiale di Orta. Il sagrato di questa chiesa è costituito dall’intera piazza e la vista, sorvolando i tetti, giunge fino al lago.
Varcando la soglia si resta incantati dai decori interni realizzati in stile rococò e dai quadri e gli affreschi, opere di artisti locali di grande talento. Da non perdere è anche la Cappella del Rosario che si distingue per la bellezza dei suoi fregi. Lo stile piuttosto recente è dovuto al fatto che, per lungo tempo, la parrocchiale fu la chiesa vicina al cimitero, che però si trova fuori paese. Solo in epoca più recente la Chiesa dell’Assunta, originariamente dedicata alla Madonna, venne scelta come parrocchiale.
Altro scrigno custodito dal borgo di Orta è Palazzo Penotti Ubertini, il cui ingresso è proprio sulla piazza della chiesa. È un edificio privato solitamente chiuso alla visita del pubblico.
Abbiamo potuto accedere in via eccezionale e speriamo vivamente che i proprietari valutino l’idea di renderlo visitabile. Al suo interno si trovano sale i cui affreschi, i soffitti a cassettoni e gli arredi sono di estrema bellezza e sopratutto originali e ben tenuti dalla famiglia, che ancora oggi è costituita dai discendenti del ceppo originario.
Orta San Giulio, due passi sull’isola del silenzio
Tornati in piazza è giunto il momento di imbarcarsi per raggiungere l’Isola di San Giulio. Trovare il molo non è difficile e i barcaioli capiranno che hai bisogno di loro e ti chiameranno verso la barca giusta. La navigazione dura pochi minuti, ma avvicinarsi all’isola ha qualcosa di molto suggestivo.
Una piccola isola ricoperta di case e oggi abitata solo più da una donna e 74 monache di clausura. Un luogo molto conosciuto anche per il silenzio che vi regna, oltre che per le leggende che vi trovano dimora.
Sbarchiamo sulle gradinate di pietra e, risalendole, varchiamo il portale che da accesso alla cerchia di case. Le abitazioni si affacciano sull’acqua e vi è una sola via all’interno del piccolo borgo. È una strada ad anello che rappresenta due percorsi: se percorsa in un senso viene chiamata la via del silenzio, mentre nel senso opposto viene chiamata la via della meditazione.
Tenendo la destra, lungo la via del silenzio, si arriva al Ristorante San Giulio. Questo luogo è molto grazioso e possiede un giardino sul lago e anche il servizio motoscafo per i clienti. È un’ottima scelta per una cena romantica, sopratutto in estate, quando si può mangiare all’aperto e osservando la luna riflessa sull’acqua.
Il grande tesoro dell’isola è la Basilica di San Giulio, abbracciata dalle case tutte intorno. Essa racchiude sulle proprie pareti un tesoro inestimabile di affreschi. Le opere sono realizzate intorno al 1300 e 1400, dai colori vividi e dallo stile che mi ricorda quello bizantino. Trascorrerei ore a contemplare queste pareti e a leggere i nomi e i messaggi incisi dai visitatori nel corso dei secoli, perché una volta lasciare la propria firma era un’usanza, non vandalismo.
Osservando l’altare maggiore lo sguardo è attirato dal pulpito. Scolpito nella pietra scura è incredibilmente massiccio, sopratutto se si pensa che non proviene dall’isola, ma è stato sicuramente portato qui per mezzo di una barca.
Scendendo le gradinate sotto all’altare si accede alla cripta. Qui si trova la salma di San Giulio racchiusa in una bara di cristallo. Mentre in una saletta adiacente si trovano alcuni reperti ritrovati nella basilica e particolari delle pavimentazioni originali che oggi sono state sostituite a causa dell’usura.
La leggenda di San Giulio
La leggenda legata a questo luogo è pregna di mistero. Si racconta che Giulio e Giuliano, fratelli, giunsero Gozzano e fossero originari delle isole greche. Stabilitisi a Gozzano erano soliti andare al lago e dalle sponde osservavano lo scoglio roccioso e inospitale che fuoriusciva dalle acque.
Pare che esso fosse la tana di un drago, una creatura che abitualmente saziava la propria fame attaccando il bestiame, distruggendo case e raccolti e, talvolta, divorando anche qualche persona.
Giulio, mosso a compassione per le persone vittime di questi attacchi, decise di provare a porre fine a questa situazione. Stese il proprio mantello sull’acqua utilizzandolo come zattera e, brandendo la propria spada (perché un tempo occorreva difendersi), raggiunse l’isola dove affrontò e sconfisse il drago.
A raccontarci questa storia, che lascia sempre tutti a bocca aperta, è anche Suor Maria Raphaela, unica tra le sorelle che vivono qui nel convento che ha il permesso di avere contatti con l’esterno.
Lei si prende cura della foresteria e accoglie anche le visite guidate. Ma nel retro dell’altare accompagna solo le scolaresche di bambini, perché li è custodito qualcosa di incredibile. La prova materiale che la leggenda sia vera: una vertebra di drago.
Ho visto personalmente la vertebra, è sospesa al centro della sacrestia e le sue dimensioni sono decisamente notevoli. Effettivamente si tratta di un osso ritrovato nei pressi dell’isola, nulla ci può assicurare che sia appartenuta a un drago, ma potrebbe essere un residuo dello scheletro di qualche dinosauro acquatico che è riuscito a conservarsi fino ai giorni nostri. In ogni caso, grazie alla vertebra, la storia di San Giulio acquista ancora maggiore credibilità e affascina chiunque ne venga a conoscenza.
Il nostro consiglio, prima di lasciare l’isola, è di venire e chiedere di vederla tu stesso.
Consigli per mangiare
Un breve consiglio su dove mangiare a Orta San Giulio. Come già detto in precedenza sull’isola c’è il Ristorante San Giulio, ma a Orta si trova un altro ristorante molto consigliato.
Si chiama Albergo Ristorante Leon d’Oro e si trova sul lato destro della piazza guardando verso il lago.
L’ambiente è molto elegante e ricercato. Qui ci si sente coccolati e pieni di attenzioni. Il menù propone piatti della cucina del territorio, sopratutto utilizzando ingredienti di grande qualità.
Abbiamo pranzato qui durante la giornata trascorsa a Orta e il menù (tortino di carne bianca e culaccia, cinghiale del Mottarone con polenta e bavarese alla vaniglia con salsa di amarene) era una vera squisitezza. Lo consiglio!
Letture consigliate per Orta San Giulio? Daniele Ramella, scrittore contemporaneo, ha pubblicato un racconto in stile fantasy che parla della storia di San Giulio. Lo trovi su Amazon con il titolo ‘L’Isola del Drago‘.
Ti ringrazio molto per questo resoconto coinvolgente e ispirante. Andrò a Orta a breve, in effetti ci abito piuttosto vicino, ma non ci sono ancora stata. Ora ci andrò con ancora più attenzione a dettagli e storie che non conoscevo e per cui ho una grande passione. Grazie ancora! 🙂
Ciao Laura e grazie del commento, mi fa piacere che il mio racconto ti abbia ispirata, se ti servono altre informazioni chiedi pure! Goditi Orta, è un vero gioiellino!
Gian
Un peccato la giornata uggiosa. forse conviene ritornare il 6 ottobre quando nella frazione Legro, il ‘paese dipinto, si inaugureranno nuovi murale dedicati al cinema e alla TV. info 335 6509294
Salve Fabrizio, il Lago d’Orta è meraviglioso anche con la pioggia, trovo. Grazie del consiglio, se ripasseremo faremo un salto in frazione Legro! 🙂
Sono una stimatrice del lago d’orta e dono soddisfatta del suo articolo pieno di dettagli intetressanti
Grazie Maria Teresa, il Lago d’Orta è davvero un gioiellino! 🙂