La Repubblica Ceca di certo conserva luoghi e città magnifiche al di fuori della capitale, ma, oltre agli stupendi paesaggi, le grandi cattedrali e gli sfarzosi castelli medievali, cercando bene, è possibile trovare dei posti insoliti e forse anche un po’ macabri. Un esempio è l’Ossario di Sedlec.
A poco più di un’ora di viaggio da Praga si trova la piccola cittadina di Kutná Hora, pittoresca località circondata da campagne e colline e facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, sia con il bus che con il treno.
La stazione ferroviaria tuttavia si trova in una posizione piuttosto decentrata rispetto al centro, anche se non lontana dalle abitazioni in quanto la città si estende anche oltre i confini del comune grazie a dei piccoli quartieri satelliti, delle frazioni insomma che dipendono dalla stessa municipalità.
Lungo la strada, che dalla stazione dei treni conduce al paese principale, si trova l’agglomerato urbano di Sedlec, un piccolo insieme di case che sorge in corrispondenza di un crocevia stradale. Sedlec è di per se poco significativo, se non per il piccolo ossario di Sedlec, visibile dalla statale, che si erge tra le lapidi del cimitero locale della Chiesa di tutti i Santi.
Ossario di Sedlec a Kutná Hora
La storia di questa cappella è molto particolare. L’abate cistercense Enrico, rettore verso la fine del 1200, venne mandato in Terra Santa dal re di Bohemia e, al ritorno, portò con se una giara colma di terra raccolta dal suolo di Golgota che sparse all’interno del cimitero.
Da allora molte persone provenienti da tutta Europa fecero seppellire i propri defunti in questo terreno, fiduciosi che avrebbe loro garantito la salvezza eterna.
Oltre alle già numerose salme accumulate, si andarono poi ad aggiungere i morti causati da due grandi cataclismi in epoche successive: la Peste Nera del XIV secolo e la Crociata Hussita nel XV.
Fu nel 1400 che i frati, trovandosi nella necessità di fare spazio per nuovi corpi, iniziarono a riesumare gli scheletri delle tombe più vecchie accatastandone le ossa all’interno di un ossario edificato all’occorrenza. Così nacque l’Ossario di Seclec, anche se non ancora come lo conosciamo oggi.
Nei secoli quello che inizialmente era un semplice magazzino, venne modificato e abbellito con elementi di architettura barocca e prese, nel 1700, le fattezze dell’attuale chiesetta per mano dell’architetto di origini italiane Giovanni Santini.
Fu poi nel 1870 che un tale, František Rint, intagliatore di professione a servizio del Duca di Schwarzenberg, ebbe la folle idea di riutilizzare le ossa accumulate per creare delle decorazioni alquanto macabre per la cripta.
Arrivando a Sedlec si rimane subito colpiti dal cimitero che costeggia la strada, dalle sue grigie lapidi separate da viottoli ricoperti di ghiaia e dalla piccola chiesa dall’aspetto slanciato che si innalza sovrastata da scuri tetti ed alti pennoni.
La chiesa di ossa umane
Attraversando il camposanto, tra i mazzi colorati di fiori, si raggiunge l’ingresso alla cappella, ma quello che più attrae è la scala che scende alla cripta.
L’ingresso costa 60 CZK (corone) per gli adulti, circa 2.35€, e 40 CZK per gli studenti, la biglietteria si trova in cima alla scalinata d’accesso ed annesso vi è anche un piccolo negozietto che vende rosari e piccoli souvenir del luogo.
L’oscura arte dell’artigiano intagliatore è ben manifesta già dalla soglia dell’Ossario di Sedlec. In entrambi i lati della scala si trovano, all’interno di due nicchie, due grandi calici ossei nei quali si evidenziano i lunghi femori che ne compongono le coppe. Inoltre a dare il benvenuto c’è anche un grande crocefisso appeso al muro sopra i gradini, con tanto di festoni abbinati.
Scendendo fino alla sala è possibile notare come le decorazioni non siano semplici ossa umane applicate alle pareti, ma come siano invece organizzate e disposte a creare vere e proprie sculture tanto affascinanti quanto sinistre.
Al centro della sala si trovano quattro candelabri adornati con dei teschi che stringono altre ossa tra le mascelle e, proprio sopra di essi, un enorme lampadario a candele che occupa gran parte del soffitto. È uno spettacolo incredibile e agghiacciante allo stesso tempo.
Il piccolo altare è addobbato con crocefissi e suppellettili a tema mentre, voltandosi verso l’uscita, che è anche l’entrata, da ambo i lati, protette da una rete, si trovano due cataste di ossa simili a piramidi in cui le facciate sono composte dalle sferiche epifisi, le teste ossee, ordinatamente disposte.
Dei gruppetti di teschi fanno capolino in piccole nicchie sui lati delle cataste ed è a questo punto che notiamo, alla destra rispetto all’uscita, una composizione fenomenale, ma che ritengo forse la più macabra dell’insieme: lo stemma del casato Schwarzenberg è stato totalmente ricostruito assemblando resti umani.
Si distinguono alla perfezione le quattro aree del simbolo araldico, le piccole ossicine disposte in file verticali o orizzontali riproducono le striature delle fantasie cromatiche. Alla base troviamo invece a destra un lugubre scettro e a sinistra il capo di un uomo con un corvo che sembra beccarlo, la testa del volatile è ottenuta con un osso spezzato.
A sormontare la composizione c’è un’elaborata corona simbolo di potere e sovranità.
Non c’è che dire, se ti trovi a Kutná Hora, l’Ossario di Sedlec una visita la merita assolutamente, starà a te decidere se lo spettacolo ti colpirà in senso positivo oppure negativo. A me? È piaciuto!
Scopri qui i miei articoli sulla Repubblica Ceca.
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per quanto macabra possa essere una cosa simile…ritengo l’idea di Rint di creare simili decorazioni davvero incredibile e nel complesso molto spettacolare!!
come al solito Gian sei riuscito a regalarci una piccola perla di un luogo che altrimenti ben pochi conoscono!!!