27 Giugno 2015. Una data che porto nel cuore, perché segna la mia prima partecipazione al Pride Torino, la manifestazione che ogni anno accende il cuore del capoluogo piemontese con i colori dell’orgoglio LGBTQIA+. Sono qui con Viaggia e Scopri per documentare un evento che non è solo festa, ma anche e soprattutto una richiesta corale e pacifica di diritti, uguaglianza e rispetto.
Quella di oggi è una Torino splendida, abbracciata da un sole caldo e da un entusiasmo contagioso. Una città che scende in piazza per affermare che l’amore è amore, senza se e senza ma.
Orgoglio e pregiudizi: il tema del Pride Torino
Il tema scelto per il Pride Torino 2015 è tanto potente quanto simbolico: “Orgoglio e pregiudizi“. Uno slogan che richiama volutamente il titolo del celebre romanzo di Jane Austen, ma che qui assume un significato nuovo, incisivo e profondamente attuale.
In un contesto sociale in cui stereotipi e discriminazioni ancora oggi limitano la libertà e i diritti di molte persone LGBTQIA+, il Pride Torino ha scelto di affrontare con coraggio il nodo centrale della questione: l’orgoglio di esistere contro ogni forma di pregiudizio. Questo tema non è solo una provocazione intellettuale, ma una dichiarazione politica e culturale.
L’immagine che accompagna lo slogan è eloquente: un filo spinato che si apre in un arcobaleno. Un simbolo visivo potente che racconta il passaggio dalla chiusura all’apertura, dalla paura all’accoglienza. Dove un tempo c’erano barriere e silenzi, ora ci sono spiragli di luce, di colore, di speranza.
Il messaggio del Pride Torino 2015, dunque, è chiaro: abbattere ogni muro dell’intolleranza, trasformare le catene del giudizio in ponti di comprensione. Perché l’orgoglio non è arroganza, ma affermazione dell’identità. E il pregiudizio non va ignorato, ma affrontato, smantellato, superato.
In questo cammino, il Pride Torino si conferma un faro di visibilità e una voce potente per chi ogni giorno combatte per il diritto di essere semplicemente se stesso.

La politica risponde: istituzioni in piazza per il Pride Torino
Per la prima volta, la partecipazione delle istituzioni al Pride Torino è ampia e significativa. La città si mostra aperta e attenta ai cambiamenti sociali, schierando al fianco della manifestazione le più alte cariche comunali e regionali, in un gesto che va ben oltre la mera presenza simbolica.
A guidare il corteo è Piero Fassino, allora Sindaco di Torino, seguito da una delegazione comunale composta dagli assessori Ilda Curti, Domenico Mangone e Giovanna Tedesco. Insieme a loro, la Regione Piemonte è rappresentata dal Presidente del Consiglio Mauro Laus e dall’assessora alle Pari Opportunità Monica Cerutti, entrambi da tempo impegnati su tematiche legate ai diritti civili e all’inclusione. Presente anche il Sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna, affiancato da numerosi altri rappresentanti istituzionali provenienti da comuni della provincia e da enti pubblici.
Questa partecipazione corale rappresenta un momento storico per il Pride Torino. Non si tratta solo di aderire a un evento pubblico, ma di compiere un atto politico chiaro e necessario: riconoscere pubblicamente il valore della diversità e la necessità di un cambiamento culturale. Le istituzioni si fanno corpo con i cittadini e scendono in strada per sostenere un messaggio di uguaglianza, dignità e libertà.
In un Paese in cui il dibattito sui diritti LGBTQIA+ è ancora spesso oggetto di polemiche e lentezze legislative, la presenza delle autorità locali al Pride Torino assume il valore di una presa di posizione netta e coraggiosa. Una testimonianza concreta che i diritti non sono opinabili, ma fondamenta di una società giusta.

Un corteo di colori, musica e speranza
Il Pride Torino 2015 prende il via da Via Cibrario, una delle arterie pulsanti della città, che oggi si trasforma in un fiume colorato di bandiere arcobaleno, musica e volti sorridenti. Intorno a me c’è fermento, un’energia vibrante che cresce a ogni minuto. Gruppi di persone si radunano, alcuni si abbracciano, altri si dipingono il viso o indossano abiti simbolici. In pochi istanti, quello che era un ritrovo sparso diventa una folla allegra e determinata, unita dal desiderio comune di affermare la propria presenza.
A dare il ritmo e aprire il corteo è la banda della Polizia municipale. Le note marciate si fondono con gli applausi del pubblico, creando un’atmosfera di festa e orgoglio. Alcuni carri sfilano accompagnati da DJ, altri da cori e slogan. Le strade si riempiono di suoni, striscioni e sorrisi. Ma soprattutto di volti diversi: giovani e meno giovani, coppie, singoli, famiglie intere, persone con disabilità, studenti, attivisti.
Qui, oggi, non ci sono distinzioni. Non importa da dove vieni, chi ami o come ti identifichi. Il Pride Torino accoglie tutti. È questa la sua forza: essere inclusivo, trasversale, umano. Accanto alle persone LGBTQIA+ ci sono amici, genitori, colleghi, vicini. C’è chi marcia per se stesso, chi per un figlio, chi per un amico che non c’è più. Ognuno ha una ragione, tutti hanno un sogno: vivere in una società dove l’amore e l’identità non debbano più essere nascosti o giustificati.

Le voci del Pride Torino: storie che toccano il cuore
Durante la marcia verso Piazza Vittorio Veneto, parlo con tante persone. Ognuna ha una storia, un motivo per essere qui. Alcuni sono divertiti, altri emozionati, alcuni ancora cauti, guardinghi, ma presenti. E tutte queste voci raccontano un’unica grande verità: i diritti civili non sono una concessione, sono un diritto di nascita.
In quel mare umano, ogni volto rappresenta una battaglia, una conquista, una speranza. C’è chi marcia per sé, chi per un amico che ha subito discriminazioni o che non c’è più, chi per un figlio che ha bisogno di sentirsi accolto. La potenza di questo corteo sta nel suo essere specchio della società: non un’élite, ma una moltitudine che si riconosce nei valori dell’uguaglianza.
Una nonna e la sua nipote
Incontro una signora in sedia a rotelle, accompagnata da una giovane ragazza. Stringe tra le mani un cartello che recita: “La nipote è sempre Mia, Gay o Lesbica che sia!”. Mi commuove. In una frase c’è un universo di amore incondizionato. Questo gesto racconta molto più di mille discorsi: la forza delle relazioni familiari che superano ogni barriera.
Una donna tra il pubblico
A una spettatrice chiedo cosa pensa del Pride Torino. Mi risponde con semplicità:
“Oramai i tempi sono maturi. La società lo chiede. È giusto che due persone che si amano possano sposarsi, anche se sono dello stesso sesso. Non vedo perché no.”
Quando le chiedo se non teme che questi diritti possano “intaccare” la famiglia tradizionale, mi guarda e dice con serenità:
“I cambiamenti fanno paura solo agli ignoranti. Le diversità ci arricchiscono, non ci minacciano.”
Parole semplici, ma cariche di verità. In quel momento ho capito che il Pride Torino non era solo una manifestazione, ma un dialogo collettivo, un’apertura tra generazioni e sensibilità.

Giovani voci in lotta
Davanti a Palazzo Madama, simbolo storico della città e teatro di tante svolte nella storia italiana, parlo con una coppia di ragazzi. Sono giovani, determinati, e nei loro occhi brilla qualcosa che va oltre la semplice partecipazione: è la forza della speranza.
“In America ora si possono sposare. Perché noi no? Dovremmo espatriare per essere riconosciuti come coppia? Non esiste. Siamo cittadini italiani. Lottiamo per avere quello che ci spetta.”
Le loro parole arrivano dirette, senza filtri, come un appello che scuote le coscienze. Parlano non solo per loro, ma per tutti quelli che ogni giorno si confrontano con leggi che non li tutelano, con sguardi che giudicano, con un sistema che troppo spesso li esclude.
Il loro tono è fermo, ma non aggressivo. È il tono della dignità, di chi sa di essere nel giusto anche quando il riconoscimento tarda ad arrivare.
“Un giorno anche noi saremo una famiglia riconosciuta. I diritti, come i doveri, devono essere uguali per tutti. Non è una richiesta straordinaria: è giustizia.”
Queste parole riecheggiano nel cuore della città, davanti a un edificio che incarna la storia delle istituzioni. E proprio qui, nel luogo della memoria civica, i due ragazzi reclamano il diritto a costruire un futuro. Un futuro dove l’amore non debba più chiedere permesso per essere riconosciuto.

La paura che ancora esiste
Ma il corteo è anche l’occasione per toccare con mano le contraddizioni del presente. Poco più avanti, un ragazzo mi chiede con gentilezza di non essere fotografato. È vestito con discrezione, cammina in disparte, sempre con lo sguardo attento a chi lo circonda. È gentile, ma cauto, quasi timoroso di farsi notare.
“Non voglio che sul lavoro mi notino. Non vorrei problemi. Sai… oggi pare sia di moda essere gay. Ma io preferisco non farmi troppo vedere.”
Queste parole mi colpiscono più di quanto immaginassi. Non per il contenuto in sé, ma per la sincerità con cui sono pronunciate. In un giorno in cui si celebra la libertà di essere se stessi, esiste ancora chi, pur presente, sente di dover restare nell’ombra. Per paura. Per difesa. Per sopravvivenza.
Questo ragazzo non è solo. Rappresenta tanti altri che vivono nella discrezione forzata, in un’Italia che, nonostante i progressi, resta divisa tra accettazione e discriminazione, visibilità e stigma. Una società che a parole si dice inclusiva, ma che spesso non garantisce sicurezza sul posto di lavoro, nella scuola, in famiglia.
Non è una moda essere gay. È una condizione umana, naturale, reale. Ed è una realtà che merita rispetto, protezione, voce. Perché finché anche una sola persona si sentirà costretta a nascondersi, allora il Pride Torino – e tutti i Pride – resteranno necessari, vitali, insostituibili.

Perché il Pride Torino è necessario, ancora oggi
Il Pride Torino non è solo una parata. È un grido corale che attraversa le strade e arriva al cuore della città. È la voce forte e chiara di chi chiede diritti, di chi rivendica l’amore, di chi rifiuta di vivere ancora all’ombra, invisibile. È una marcia, sì, ma anche una dichiarazione di esistenza, di presenza, di resistenza.
Ed è anche una celebrazione della libertà e della diversità. Una festa travolgente, piena di musica, colori, glitter e felicità condivisa. I sorrisi si intrecciano ai canti, le mani si uniscono in segni di pace e solidarietà. Perché la gioia è anch’essa un atto rivoluzionario, quando è vissuta da chi, troppo a lungo, è stato costretto al silenzio o alla vergogna.
In ogni passo, in ogni ballo, in ogni abbraccio c’è un messaggio: esisto, amo, merito. Il Pride Torino è questo: un giorno in cui la città si trasforma in un luogo sicuro, accogliente, dove le persone possono finalmente essere se stesse, senza paura. Un giorno di orgoglio, ma anche un invito a riflettere, a cambiare, a migliorare. Perché finché c’è chi non si sente libero, allora la parata deve continuare.

Coordinamento Torino Pride e le edizioni future
Il Coordinamento Torino Pride, nato nel 2009, è il cuore pulsante dell’organizzazione del Pride nella città sabauda. Composto da una rete di associazioni e realtà impegnate nella tutela dei diritti LGBTQIA+, ha l’obiettivo di costruire ogni anno una manifestazione partecipata, inclusiva e rappresentativa di tutte le voci della comunità.
Con il passare del tempo, il Pride Torino è cresciuto non solo nei numeri, ma anche nella consapevolezza politica e sociale. Da semplice sfilata, si è evoluto in una piattaforma di riflessione, lotta e proposta. Ogni edizione affronta tematiche attuali, lanciando messaggi che toccano il cuore della società: parità, inclusione, visibilità, autodeterminazione.
Ogni anno viene scelto un tema centrale che ne definisce il carattere e ne guida il percorso comunicativo. L’edizione 2025, ad esempio, si terrà il 7 giugno e porterà in piazza lo slogan “Senza esclusione di corpi”, una presa di posizione netta contro ogni forma di discriminazione legata a genere, etnia, abilità, orientamento o espressione corporea. Un invito a riconoscere e accogliere tutte le identità, senza filtri o barriere.
Il Pride Torino non è solo un evento: è un movimento vivo, in ascolto, in continua evoluzione. Per conoscere le attività, partecipare come volontari o rimanere aggiornati su programmi ed eventi collaterali, visita il sito ufficiale: torinopride.it
Consigli pratici per partecipare al Pride Torino
Se vuoi vivere anche tu l’emozione del Pride Torino, ecco alcune dritte utili:
- Quando: ogni anno tra giugno e luglio, consulta il sito per la data esatta;
- Dove: partenza da Corso Principe Eugenio o Via Cibrario, arrivo a Piazza Vittorio Veneto;
- Come arrivare: Torino è facilmente raggiungibile in treno, aereo e auto;
- Dove dormire: prenota per tempo un hotel a Torino;
- Eventi collaterali: party ufficiali, conferenze, performance artistiche e il Lovers Film Festival, dedicato al cinema LGBTQIA+.

Scopri anche Torino: arte, cultura e sorprese
Se partecipi al Pride Torino, approfittane per scoprire la città. Torino è una destinazione affascinante, ricca di storia, cultura e gastronomia.
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Pride Torino è un messaggio: non arrendersi mai
A distanza di anni da quel Pride Torino 2015, conservo ancora le emozioni, le voci e le immagini di quella giornata. Ricordo la speranza negli occhi della gente, la fierezza dei cartelli, la consapevolezza crescente che il cambiamento è possibile.
Sì, oggi alcune cose sono cambiate. Ma la battaglia per i diritti, l’inclusione e la libertà di amare chi si vuole non è ancora finita.
Il Pride Torino continua ad essere uno strumento essenziale di visibilità, cultura, rivoluzione gentile.
“Orgoglio & Pregiudizio“. Due parole che convivono, ma che oggi – grazie anche al Pride – stanno trovando finalmente un nuovo equilibrio.

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