Immagina di trovarti a guardare il mare dall’alto di una costa rocciosa, immagina di intravedere Lerici e, alle tue spalle poco distante, uno dei borghi più belli d’Italia, Montemarcello. E adesso immagina un sentiero ripido che scende fino a una spiaggia che pare incantata: questa è Punta Corvo.
Ho scoperto questa località grazie a un fine settimana trascorso con un gruppo di amici a Bocca di Magra, posto del quale ti ho già parlato, situato praticamente al confine tra due regioni, la Liguria e la Toscana, sulla propaggine più orientale della costa ligure.

Ammetto che, senza una guida locale, avrei faticato non poco a trovare Punta Corvo, ma con noi, per accompagnarci in questa escursione, è venuto Giorgio Turrini, giovane gestore di alcuni graziosi appartamenti turistici, A Ca da Tirde, situati in una posizione fantastica sul lungofiume di Bocca di Magra, poco prima della foce.
Durante i tre giorni trascorsi qui, Giorgio ci ha più volte parlato della bellezza di Punta Corvo, una spiaggia che sembra indimenticabile e questo è quanto traspare dalle sue parole, quando la descrive con sguardo quasi sognante, quasi che i suoi occhi la vedano soltanto a parlarne.
Non c’è da stupirsi se, quando Giorgio ci propone di accompagnarci la, tutti quanti siamo incuriositi e impazienti di scoprire che cosa vi sia di speciale in questa spiaggia così isolata.

Punta Corvo, in cammino verso il mare

Per raggiungere Punta Corvo è necessario un buon paio di scarponcini, non pensare male, è un consiglio, io del resto indossavo scarpe da ginnastica comuni e ci sono arrivato senza problemi. Sappia comunque che dal parcheggio di Montemarcello bisogna affrontare una camminata che può non risultare facile a tutti.
Dopo un primo tratto panoramico, il percorso comincia infatti una ripida discesa tra le rocce. L’intera area è ricoperta da vegetazione e le radici e alcuni gradini di legno realizzati artificialmente rendono più facile il camino fornendo una scalinata irregolare e non sempre provvista di corrimano.
Desideroso di immortalare con una fotografia ogni dettaglio, mi rendo conto di essere stato decisamente sciocco a portarmi a spalle lo zainetto che spesso mi intralcia i movimenti. Procedendo, inoltre, con la macchina fotografica appesa al collo lascio passare avanti i miei compagni chiudendo la fila e affrontando la discesa con estrema calma.
Ogni svolta è buona per vedere la costa, o il sentiero, secondo una nuova angolatura e, dopo varie soste ad ammirare il panorama, incontro una coppia non più giovanissima risalire il cammino.
Curioso di sapere quanto manchi, domando se mi occorre scendere ancora per molto e i due, gentilmente, mi rispondono che ho già superato la metà della strada da fare.
Penso beh, che già è qualcosa… ma la signora, osservando il mio sguardo forse un po’ scoraggiato, mi rassicura dicendomi che non farò mai nella mia vita una camminata più ripagante.
Le sue parole mi fanno sorridere, ripenso alle parole di Giorgio la mattina, e in quel momento il marito interviene aggiungendo che loro scendono a Punta Corvo da oltre 30 anni, ogni volta che possono, perché quella spiaggia ha qualcosa di speciale. Tra quei granelli di sabbia, 30 anni addietro, è nato qualcosa, perché qui lui e sua moglie si sono conosciuti.

Le loro parole mi colpiscono e mi commuovono, e penso: va bene l’amore, il sentimento, il ricordo di qualcosa di indiscutibilmente bello, ma per legarsi così tanto a un luogo, esso deve per forza avere qualcosa di speciale.
Saluto la coppia che, dopo questa chiacchierata, riprende la salita stringendosi per mano con espressione radiosa. È bello vedere due persone tanto affiatate e unite.
Ricomincio la discesa, la curiosità a questo punto è alle stelle e spesso evito qualche sosta ripetendomi che al limite le fotografie le farò al ritorno. Manca ancora un poco ma inizio a sentire il fragore delle onde, le risate degli altri e intravedo la sabbia scura in fondo al cammino.
L’ultimo tratto credo di aver saltato totalmente i ‘gradini’, la meraviglia di Punta Corvo mi si è presentata dinnanzi dirompente e affascinante. In pochi istanti non avevo più lo zaino e nemmeno le scarpe, solo la calda sabbia tra i piedi mi teneva in contatto col presente.
Punta Corvo
Spiegare in modo semplice la bellezza di questa spiaggia non è semplice, la lingua di sabbia scura è abbastanza ampia da permettere ai bagnanti di stare in completo relax anche quando la marea è alta. Il vento ora pare non soffiare più, ma questo è l’effetto dovuto al riparo che la scogliera ci offre.

Per certi versi Punta Corvo mi fa pensare a uno scrigno, così soffice e accogliente, abbracciata dalle alte pareti rocciose che la riparano dalle correnti d’aria, immersa nei suoni fragorosi e rilassanti della natura: l’aria tra le fronde e le onde sugli scogli.
Ci dedichiamo al relax, ai giochi sulla spiaggia e alle risate. Pochi hanno l’ardore di fare il bagno tra le onde che oggi si consumano sulla battigia e decidiamo quindi di risalire le rocce a destra della spiaggia per vedere un po’ meglio il panorama.

Se decidi di fare altrettanto è consigliabile fare molta attenzione, gli scogli sono scivolosi e in alcuni tratti spezzati e taglienti, ma ti assicuro che lo spettacolo, se riuscirai a raggiungere la cresta della scogliera, è da mozzare il fiato.
Seduti con le gambe a penzoloni sul mare, a parecchi metri dall’acqua, sentiamo le onde scontrarsi con la terra a piena potenza, una forza impressionante che pare far vibrare la pietra fino a noi.
Proseguendo con lo sguardo lungo la costa vediamo Tellaro, il cui promontorio ci copre la vista di Lerici, di fronte a noi il mare blu intenso e due grandi imbarcazioni dirette al porto di La Spezia.

Giorgio ci parla col cuore di questo luogo e di tante avventure a esso legate. Ripenso all’incontro durante la discesa e forse inizio a comprendere, c’è qualcosa oltre la spiaggia, oltre la sabbia e oltre al mare, è qualcosa di profondo che solo chi qui è nato può capire fino in fondo.
Punta Corvo ti resta impressa nella memoria e, inconsciamente, ogni tanto, col pensiero ci torni, per sentire vibrare tutto intorno a te, per sentire la forza della natura e sentirti vivo con essa.
Poche ore sono bastate a farmi innamorare di questo posto, qualche decina di minuti mi hanno fatto capire come possa la gente del posto amare così tanto una spiaggia.
Ripartiamo per la salita, ripida, da affrontare con calma, fiduciosi che a Montemarcello, al Bar Il Giardino, una bibita ci attende. Pensando a come raccontare quest’esperienza qui, su queste pagine, e convincendomi che l’unico modo per capire cosa intendo è vedere Punta Corvo con i tuoi occhi.

Commento che arriva molto in ritardo rispetto alla data di pubblicazione della pagina, ma… che ci vuoi fare?
Per precisione, Punta Corvo non è una spiaggia: cioè c’è la Spiaggia di Punta Corvo, ovviamente giù al mare, e c’è Punta Corvo su al monte. Tutta la zona compresa tra Punta Corvo e la Spiaggia di Punta Corvo si chiama Corvo. La toponomastica dialettale al proposito è molto precisa: “en zima ar Croo”, “a spiaza der Croo”, “en ter Croo” rispettivamente. Cioè se una persona mi da appuntamento a Punta Corvo io mi reco al punto panoramico, mentre magari quella persona mi aspetta alla Spiaggia.
Inoltre, il nome Corvo non deriva dal colore nero della ghiaia. Infatti tutta zona si chiama “Croo” da molto prima che la spiaggia si formasse.
Grazie Giorgio per i tuoi preziosi chiarimenti, in effetti ignoravo che l’intera area si chiamasse Corvo. Ah che bei ricordi e che vista dalla sommità del promontorio! Prima o poi ci voglio tornare!
ci veniamo da più di 20 anni, e solo rigorosamente a piedi. incantevole, abbiamo visto invecchiare anche il colorito salvatore.
(CAFFE-CAFFE,PANINI -PANINI ecc.) peccato per le frane continue, se continua così in meno di 5 anni rimarrà lo spazio di un francobollo.
Un posto magico, la zona è un po’ impervia è un peccato che le frane siano così frequenti.
Che un articolo incredibile, le immagini sono davvero mozzafiato !
Grazie mille, sono lieto che il post vi sia piaciuto, Punta Corvo è un luogo che non si scorda facilmente! 🙂