L’ex comune di Quittengo è uno di quei comuni della Valle Cervo che spesso vengono ignorati da chi transita lungo la statale che, percorrendo il fondovalle, si dirige verso Rosazza e Piedicavallo. Io stesso, cresciuto nel Biellese, fino a qualche giorno fa non avrei saputo bene dove collocarlo, ma dopo un fine settimana trascorso alla scoperta di Campiglia Cervo ho finito per domandarmi come potessi ignorare tutto ciò che c’è da vedere a Quittengo.
Innanzi tutto facciamo una precisazione, ho cominciato dicendo l’ex comune di Quittengo perché dal 1 gennaio 2016 il comune a Quittengo ha cessato di esistere, a far data da quel giorno infatti, per mezzo di una fusione, i comuni di Quittengo e di San Paolo Cervo formano ora il comune unico di Campiglia Cervo, che oggi comprende un’ampia parte della vallata, per l’esattezza tutta la parte bassa dell’Alta Valle del Cervo, che, assieme ai comuni di Rosazza e Piedicavallo, è anche conosciuta come la Bürsch.
Se dobbiamo dare una collocazione approssimativa a Quittengo possiamo considerarlo la Banda Soulia della Valle Cervo, ovvero il versante della vallata maggiormente esposto al sole, quello dove i borghi godono di più luce e di calore durante il pomeriggio. Naturalmente è sbagliato dire che tutto quel versante faccia parte di Quittengo, perché verso il fondovalle si trova invece Campiglia Cervo, oggi capoluogo del comune, che è sempre stato il paese un po’ più conosciuto poiché vi passa attraverso la strada statale.
Alla scoperta di Quittengo
Praticamente ogni biellese conosce una parte di Quittengo, anche se forse lo ignora. Una delle frazioni più a valle è infatti quella della Balma, dove un ponte di pietra permette di attraversare il fiume verso il Parco delle Cave.
La frazione della Balma però non è conosciuta per le cave, bensì per i magnifici angoli di torrente, facilmente raggiungibili, dove si trovano delle ampie piscine naturali, dall’acqua forse un po’ fredda, meta di molti biellesi (e non solo) alla ricerca di un po’ di frescura durante gli afosi mesi estivi.
Le sette frazioni in cui era suddiviso il comune facevano capo alla frazione capoluogo che porta il nome Quittengo, le altre sei (oltre la Balma) sono: Bogna, Oriomosso, Rialmosso, Roreto, Sassaia e Tomati.
Ogni frazione ha le sue particolarità, tutte strutturate come piccoli borghi indipendenti. E così fu un tempo, quando la strada non esisteva e i paesini si raggiungevano tramite sentieri e mulattiere da percorrere a piedi. I tempi di viaggio in quel periodo erano molto dilatati e anche il trasporto delle merci era difficoltoso, cosicché ogni frazione doveva essere in grado a provvedere alle proprie necessità.
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Ancora oggi è possibile ripercorrere quei sentieri, il Banda Veja Banda Soulia è un cammino che collega tutte le frazioni di Campiglia Cervo (e quindi di Quittengo) in un percorso di circa sei ore o poco più che parte dal Parco delle Cave, vicino al ponte della Balma.
Ciò che ti aspetta è un cammino di scoperta, molte delle frazioni infatti non sono facilmente visibili dalla strada statale. La vegetazione e il profilo dei monti nascondono molti di questi borghi che si rivelano essere dei piccoli tesori, ricchi di affreschi, opere edili di notevole pregio (non dimentichiamo che gli uomini della valle erano quasi tutti scalpellini abili nella lavorazione della pietra) e vere e proprie terrazze panoramiche da cui osservare la valle sotto molteplici punti di vista.
Osservando con attenzione si può facilmente notare frazione Roreto che si evidenzia per la torre cilindrica di Villa Piatti, una delle numerose ville signorili che un tempo erano dimora di prestigiose famiglie di significativa importanza nel periodo dell’unità d’Italia. Tra i celebri nomi ad esempio Edmondo De Amicis, che proprio qui ebbe l’ispirazione per il libro ‘Cuore‘ e che scrisse delle persone residenti della valle, i Valit (come ancora sono appellati dagli abitanti della Bassa Valle del Cervo), e si dice anche Camillo Benso conte di Cavour, affezionato frequentatore della Valle Cervo.
Il panorama di Roreto è fortemente segnato dall’imponenza di Villa Piatti che, alle sue spalle, vanta un vasto giardino di terrazzamenti in pietra che un tempo doveva essere uno dei più belli della zona.
Saliamo nella parte alta di Quittengo
Percorrendo la strada che sale il pendio montuoso si passa proprio sotto Villa Piatti, le pareti rocciose del vasto giardino fiancheggiano la strada conferendo al luogo un aspetto suggestivo. Proseguendo oltre si sale in quota fino a trovare un bivio e la strada verso destra scende leggermente e conduce alla frazione Rialmosso, situata dietro il crinale della montagna. Percorrendo questo tratto di strada si possono trovare ottimi punti panoramici da cui apprezzare la bellezza della Valle Cervo dall’alto.
Proseguendo verso sinistra al bivio, si percorre un tratto di strada più ripido che, oltrepassati alcuni tornanti, conduce a Oriomosso, la frazione più alta in quota (circa 1000 metri). Un ottimo punto per una sosta è vicino al piccolo cimitero monumentale, solitamente chiuso a chiave, ma le cui architetture sono apprezzabili osservando attraverso le inferriate. Questo cimitero, visto dal lato opposto della valle (da Riabella di San Paolo Cervo) sembra quasi essere una fortezza costruita a dirupo sulla valle.
Dal piccolo parcheggio che si trova su una terrazza, è possibile osservare il panorama più sensazionale di tutta Campiglia Cervo. Davanti agli occhi si estende l’Alta Valle del Cervo, dietro le nostre spalle rimane solo Rialmosso, mentre tutte le frazioni di Quittengo sono davanti ai nostri occhi, tutte attorno al centro dell’antico capoluogo che ha la forma a ferro di cavallo. Più in basso si vede molto bene Campiglia Cervo e, dall’altra parte del torrente, si vede San Paolo Cervo quasi interamente. Osservando verso il fondo della valle si vede in lontananza Rosazza, di cui già parlai, e si intravede Piedicavallo, ultimo paese della Valle Cervo.
Questo è il panorama più bello si possa trovare in tutta la valle, una buona idea è quella di salire all’imbrunire, non tanto per la romanticità del tramonto, ma perché, col favore dell’oscurità, la valle si accende e tutti i paesini, sopratutto d’estate, cominciano a brillare regalando una vista molto suggestiva.
Sali inoltre lungo il sentiero del Monte Pila e raggiungi la croce che si trova sulla sua vetta, è un luogo spettacolare.
Anche il centro abitato di Oriomosso merita una visita, credo sia la borgata con il maggiore dislivello tra la casa più in basso e quella più in alto. Percorrendo la via centrale, che conduce verso la Panoramica Zegna, si passa dai 900 ai 1200 metri di altitudine, il tutto in un borgo di poche anime dove trovare spesso delle piazzette e dei cortili molto suggestivi.
L’ultimo uomo di Sassaia
Infine, secondo me, non può mancare una visita a Sassaia, raggiungibile imboccando la Panoramica a Valmosca fino al bivio indicato con il cartello. Una piccola discesa conduce a un parcheggio, il punto più vicino raggiungibile in automobile, da cui parte un sentiero che si dirige verso il piccolo borgo, silenzioso, affacciato sulla valle.
Sassaia è un luogo molto suggestivo, ricco di angoli caratteristici e di punti panoramici interessanti. La piazzetta del lavatoio è molto ben tenuta e scendendo verso la parte bassa del borgo, se sarai fortunato, porai trovare aperta La Crôta dla Bürsch, sopratutto in estate. Essa è una cantina privata, utilizzata dal proprietario per trascorrere il tempo con gli amici, ma la sua perticolarità è l’arredamento composto tutto da oggetti tipici della valle. Riuscire a dare una sbirciata potrebbe essere una vera sorpresa.
Il periodo estivo è quello in cui Sassaia si anima un po’ di più, ma per tutto il resto dell’anno, questo borgo è abitato da una sola persona. Il signor Pietro, ultra settantenne, vive qui in solitudine dal 2009, anno in cui, ci racconta, è mancata sua madre.
Essere l’ultimo abitante di un paese pervade l’animo di tristezza e gioia assieme, lo vediamo dai suoi occhi quando allegramente ci saluta, felice di vedere delle persone in visita in questo angolo quasi deserto di Quittengo. Allo stesso modo i suoi occhi si illuminano quando gli diciamo che tutta Campiglia Cervo lo conosce, che essere l’ultimo abitante di Sassaia lo ha reso una sorta di celebrità locale.
Lui annuisce e ci sorride e alla nostra domanda di come sia vivere qui da solo, egli ci risponde che non si litiga con nessuno. Che Sassaia è silenziosa e tranquilla e nessuno, solitamente, gli fa compagnia se non la sua capra e le sue galline.
Proprio per loro, qualche tempo addietro in occasione di una frana, Pietro ha rifiutato di essere portato via dalle forze dell’ordine venute in suo soccorso. Sassaia era isolata e irraggiungibile, ma lui è stato irremovibile: ‘O portate via anche loro, altrimenti io non vengo!’. E così è stato.
Ecco come, grazie anche alla semplicità rurale, Quittengo riesce a suggestionare e conquistare gli animi.
Molto bello,confermo le frazioni citate da Matteo,grazie per la diffusione del messaggio, io vivo a Roreto frazione che come tu affermi e’ molto ricca di storia, purtroppo gli amministratori del nascente nuovo comune denominato Campiglia Cervo hanno preferito un percorso che non tiene conto dei vari De Amicis e Cavour che sono meno importanti di un cane che abbaia, che si incontra talvota nelle frazioni precedenti.
Ciao Giuseppe, rispondo solo ora perché sono in viaggio. Il nostro articolo ad ogni modo è privo di appartenenza politica, non è nostro volere giudicare il lavoro passato o presente di chi guida attualmente il comune, ciò che ci importa rendere noto è che le frazioni dell’attuale Campiglia Cervo sono luoghi interessanti e ricchi di storia, starà poi ai curiosi e ai viaggiatori venire a scoprirle! 😀
ciao
in verità le “frazioni” sono molte di più e questo rende la geografia della zona di Quittengo estremamente articolata e affascinante, considerando che erano tutte collegate (e in parte lo sono tuttora) con una rete di sentieri e mulattiere:
Albertazzi, Ballada, Balma, Bogna col Cantone Molino Lace, Fucina con Cantone Zoè, Gruppo, Maciotta, Malpensà, Oriomosso, Quittengo “capoluogo”, Rialmosso con Cantone Tomati, Romani, Roreto, Sassaia.
Grazie Matteo per queste precisazioni, come dico nel post ho menzionato solo alcune frazioni, mentre altre sono considerate località (anche se io non comprendo bene la differenza). Comunque sono convinto che ogni angolo di Quittengo sia interessante da scoprire! 🙂