Ratafià, come nasce il liquore di ciliegie, eccellenza andornese

Il Ratafià e un rinomato liquore famoso per la sua formula originale alla ciliegia, una ricetta che porta con se una storia, uno spaccato biellese che, sfidando i decenni, oggi delizia i palati di sempre più paesi in giro per il mondo.

In questo video Nicoletta Cullaz ci guida nello stabilimento del Liquorificio Rapa Giovanni in cui si produce e si imbottiglia il Ratafià. Dalla sua voce trapelano le passioni e gli aneddoti della vita di Giovanni Rapa che stanno alla base della nascita di questo oro biellese.

La storia del Ratafià

In ben pochi sanno ormai la storia della nascita del Ratafià, una storia, forse leggenda, le cui trame giungono dal Medioevo. Un’epoca in cui Biella non aveva ancora affermato la propria superiorità e Andorno Micca si distingueva come città rivale che in quei tempi occupava l’intera Valle del Cervo.

Un’epoca difficile per le condizioni igienico sanitarie, periodo in cui la fede era il rimedio spesso consigliato e nel quale il popolo, per sopravvivere, doveva basarsi sulle risorse che la natura offriva, creando talvolta, come primitiva medicina, intrugli e decotti portentosi che il popolo stesso, ignorante, additava poi come riti di stregoneria.

In questo contesto una donna residente ad Andorno Micca, sia per talento personale che per poter sbarcare il lunario, cominciò la propria attività di erborista, traendo dalle erbe montane combinate con l’alcool e altre sostanze, dei decotti utili ad aiutare i compaesani in difficoltà.

Ma proprio questa sua dote le valse quasi la vita, quando gli inquisitori, insospettiti da tanta magica capacità di guarire e alleviare le pene altrui, la denunciarono per stregoneria. Il processo fu presto risolto e per la strega venne decisa la condanna a morte, ma proprio in quei giorni, in un tempo flagellato da peste e epidemie, un male cominciò a dilagare, mietendo vite e debilitando chi lo contraeva.

A quel punto, la povera condannata desiderosa di un ultimo atto d’amore per i suoi concittadini, disse loro di raccogliere le ciliegie e spiegò come lavorarle per creare uno sciroppo dolce e molto energetico. Grazie a esso i malati ripresero forza riuscendo a sopravvivere e questo atto di grande bontà venne visto come atto di riscatto della strega verso il popolo, ragion per cui le venne salvata la vita. Questo è l’antenato del Ratafià.

In epoca molto più recente, intorno al 1880, Giovanni Rapa, a quei tempi ebanista e rientrato da lunghi viaggi per lavoro in terre lontane, decise di fermarsi al paese natio e, ricevendo la ricetta del Ratafià da un’anziana signora del paese, diede vita a quello che oggi è un prodotto biellese conosciuto in tutto il mondo.

Ricorda quindi che in ogni bottiglia di Ratafià è contenuta un po’ di leggenda!

Il liquorificio è visitabile e può essere una tappa durante un weekend biellese, in quest’altro articolo puoi scoprire cosa vedere a Andorno Micca.



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Informazioni su Emanuele Lattarulo 182 Articoli
Lelelatta (alias Emanuele Lattarulo): tendenzialmente più tranquillo e amante della vita più comoda, nel tempo libero sempre impegnato in iniziative umanitarie o al servizio del prossimo, amante dell'esplorazione predilige i luoghi dal fascino misterioso e le mete a corto raggio. Mansione: Videomaker cameraman e redattore blog, scopritore specializzato di luoghi e curiosità locali.

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