Non c’è dubbio, l’Italia è un paese ricco di bellezze e di cultura in tutti i campi e ciò che ancor di più caratterizza ogni borgo e ogni regione sono le tradizioni radicate nella storia dei secoli, rievocazioni di usanze o avvenimenti del passato, come il Palio della Balestra di Sansepolcro.
Riuscite a immaginare le emozioni che un tale evento suscita? Ogni partecipante si alza da tavola conscio di aver partecipato attivamente, se non altro almeno con la forchetta, a un evento che costituisce la storia di Sansepolcro.
Le prove dei balestrieri, Palio della Balestra di Sansepolcro
Per tutto il pomeriggio di sabato poi, è possibile assistere alle prove di tiro dei balestrieri di Sansepolcro, gli sfidanti si addestrano in terra ‘nemica’ nella vicina città di Gubbio.
Stefano Tarducci è la nostra guida nella scoperta di questa antica tradizione, un culto si potrebbe dire, per un’arma, la balestra appunto, che fu bandita dallo Stato della Chiesa in quanto capace di causare la morte anche in coloro che indossavano armature pesanti, sopratutto i nobili (che strano!), vista la grande capacità perforante delle punte metalliche (le verrette) di cui i dardi erano e sono tutt’ora dotati.
Nonostante i secoli, grande è la devozione che ogni balestriere rivolge alla propria arma, la cui struttura in legno è riccamente intagliata secondo il gusto personale del proprietario e riporta variegate opere di arte manuale, volti di indiani pellirosse, dragoni cinesi, aggraziate donzelle o persino bassorilievi raffiguranti i dipinti di Piero della Francesca, artista che qui ebbe i natali e le quali opere sono l’orgoglio degli attuali conterranei.
Qui Stefano infonde in noi la passione per questo evento, un duello pacifico che riporta i presenti ai tempi in cui la balestra era orgoglio dei combattenti, con passione ci spiega le tecniche di tiro, momenti che richiedono grande pazienza, e alcuni trucchi, come ad esempio le piume di tacchino applicate in coda al dardo che servono per mantenere una rotta lineare.
A pochi passi da Piazza Torre di Berta, dove si svolgerà il palio, si trova la sede dei Balestrieri di Sansepolcro e qui termina la nostra visita, con la contemplazione dei colorati stendardi che testimoniano le vittorie di questa squadra, dei riconoscimenti conferiti decenni or sono da re Vittorio Emanuele e del corniolo, la struttura lignea che il giorno successivo avrà funzione di bersaglio.
Dopo la cena Rionale di Porta Romana, un convivio molto più popolare di quello della sera precedente dove, seduti a grandi tavolate, si gozzoviglia in allegra compagnia della popolazione, la giornata si chiude con uno spettacolo che ci accompagnerà anche durante la giornata successiva: danzatori con i trampoli, ballerine che si esibiscono in una voluttuosa danza del ventre infuocata e infine gli sbandieratori, gruppo storico di Sansepolcro rinomato per le spettacolari evoluzioni di cui i suoi membri sono capaci.
Il Mercato di Sant’Egidio a Sansepolcro
Sempre durante la giornata di sabato si svolge un altro evento molto suggestivo e ricco di sentimento e partecipazione, il Mercato di Sant’Egidio.
Molte delle bancarelle presenti al mercato offrono ai visitatori, prodotti e articoli unici e rari, oggetti lavorati a mano che rimandano la memoria ai vecchi mestieri e incuriosiscono i visitatori che ne osservano interessati i processi di realizzazione.
Un po’ tetri forse i pochi banchetti con gli animali, perlopiù pennuti, impagliati, ma molto curiose tutte le bancarelle di articoli realizzati a mano, che siano di tessuto, di legno o di metallo.
L’atmosfera è resa ancora più piacevole dai numerosi figuranti in costume medievale che popolano le vie, un insieme di elementi che trasportano il visitatore indietro nei secoli nell’attesa che il corteo delle magistrature composto da dame e cavalieri, personaggi in alta uniforme e popolani, dopo aver sfilato tra i viali, giunga in Piazza Torre di Berta e poi, poco distante, in Duomo dove ha luogo, durante la funzione religiosa, l’offerta della cera, donata in antichità dalle corporazioni per fabbricare le candele, che verrà utilizzata dai balestrieri per lubrificare la propria balestra e permettere al dardo di scorrere meglio.
Sfida a suon di verrette
È la domenica che il palio raggiunge l’apoteosi dei festeggiamenti, ed è dalla mattina presto che si vedono per le strade le dame in abito tipico formare capannelli e sussurrare tra loro scambiandosi sguardi divertiti.
I musici, trombettieri seguiti dai pifferi e i tamburi, sfilano a intervalli regolari nel centro storico scandendo il tempo che passa mentre il torneo si avvicina.
Nel primo pomeriggio una gran folla si raduna sulle tribune che circondano la piazza, i balestrieri di Gubbio stanno arrivando e mentre gli sfidanti si preparano il pubblico viene allietato ancora un po’ dai giochi di bandiere.
La cerimonialità con cui tutto si svolge è molto articolata e dura per gran parte dello spettacolo, i balestrieri di Sansepolcro entrano in piazza schierati, a seguire gli sfidanti provenienti da Gubbio e dopo le presentazioni del banditore, alla presenza della Giustizia (una ragazza che porta una simbolica bilancia) ha inizio la sfida.
A tirare per primo sarà il vincitore dell’anno precedente, seguito dal secondo e dal terzo qualificato, tutti gli altri vengono estratti casualmente da un’urna di vetro che viene fatta girare per mischiare i bigliettini all’interno.
La tenzone non ha una lunga durata, il corniolo, affisso all’altro lato della piazza, a 36 metri di distanza dalla posizione di tiro, ben presto inizia a essere poco distinguibile e i dardi, uno dopo l’altro, vengono scagliati verso di esso spesso spingendo via i precedenti o distruggendone il gambo legnoso lasciando solo le verrette conficcate nel bersaglio.
La tensione aumenta tiro dopo tiro, impossibile capire con il solo sguardo chi possa essere il vincitore… e quando l’ultimo dardo ha raggiunto il bersaglio la piazza sussulta, il corniolo viene rimosso e trasportato tra la folla per fare il giro della piazza cosi da essere visibile a tutti prima di essere sottoposto alla giuria.
Ma come si decide chi ha vinto?
I giurati rimuovono una ad una le verrette partendo dalla più esterna e stilando la classifica partendo dal basso, l’ultima verretta da estrarre sarà quella più vicina al centro, colei che designerà il vincitore.
Sono attimi di suspence, entrambe le fazioni desiderano la vittoria, e quest’anno 2013 il balestriere vincente appartiene alla fazione di Gubbio.
Vincono i rivali quindi e dopo appena pochi minuti di vaga delusione la musica riparte e tra altri giochi di bandiera si proclama il vincitore e i visitatori si allontanano.
Il palio è giunto al termine, anche se in verità la festa non finisce, per molti è in programma una cena in grande compagnia, con i balestrieri, gli organizzatori e le personalità comunali.
Così si chiudono i tre giorni del Palio della Balestra, tre giorni ricchi di divertimento, di aggregazione e di amore per le proprie tradizioni, tre giorni che meritano di essere vissuti fino in fondo perchè la balestra possa essere negli anni futuri ancora un simbolo per la città di Sansepolcro.
Hai proprio ragione, l’Italia è ricca di tante cose ma anche di tradizioni che vanno preservate. Questa ad esempio non la conoscevo, mio marito è amante della balestra gli sarebbe piaciuta ed io adoro le rievocazioni storiche!
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