Ogni tanto è giusto concedersi un po’ di svago, staccare la spina e vivere anche solo una giornata diversa. Il Piemonte è pieno di luoghi e iniziative che aspettano di essere scoperti, come, ad esempio, il gusto in quota proposto a Sestriere da alcuni ristoranti che promuovono i sapori locali e i prodotti del territorio.
Ho scoperto questa iniziativa grazie a Turismo Torino, i cui uffici sono sempre pronti a consigliare sulle iniziative della provincia e dare dritte per itinerari studiati in base alle personali preferenze.
Gusto in Quota è uno di questi itinerari, nato dalla consapevolezza che il territorio va conosciuto non soltanto per le sue bellezze naturali, ma anche per un insieme di altri aspetti. Come la cultura, le tradizioni e ovviamente la cucina.
Il piccolo paese di Sestriere è un paese giovane. È nato poco più di 80 anni fa tra i monti della Val di Susa come alternativa turistica per sfruttare la bellezza che queste cime regalano in tutte e quattro le stagioni dell’anno. Questo i paesi dei dintorni lo sanno. E per questo, il Consorzio Sestriere Montagne Olimpiche, i comuni di Cavour, Pragelato e il Museo del Gusto, hanno promosso degli itinerari di gusto legati all’enogastronomia locale per offrire un’alternativa allo sport a chi viene in visita a Sestriere.

L’alta quota e la presenza della neve per gran parte dell’inverno, in annate normali, ha sempre orientato il turismo di Sestriere verso gli sport ad essa legati, e in particolar modo verso lo sci.
Durante i primi anni dopo la nascita del comune, molti residenti in città hanno poi acquistato qui una seconda casa. Una base per le vacanze da poter utilizzare all’occorrenza. Questo rende Sestriere una località spesso molto popolata nei periodi di alta stagione turistica, ma ha anche permesso alla località di mantenere un aspetto da paese montano. Ci sono botteghe e negozi nei quali trovare non solo souvenirs, ma anche i beni di necessità quotidiana.
Una gita in giornata permette già di apprezzare il paese. Ma per vivere Sestriere a fondo sarebbe meglio almeno un fine settimana. Il weekend ti proietterà in un’ambientazione ricca di fascino, dove la magia dei monti e la modernità degli ambienti hanno un sapore di esclusività eccezionale. Una realtà fatta di luci, sport e tramonti indimenticabili.
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Sestriere tutto l’anno
Visitare Sestriere non è piacevole solo d’inverno, ma lo è per tutti i dodici mesi dell’anno. Quando la neve lascia spazio all’erba, gli sci e le ciaspole lasciano spazio alle biciclette e alle escursioni di trekking e nordic walking. Ma questa è solo parte di ciò che si può godere qui a oltre 2.000 metri di altezza.
Un detto dice ‘siamo quello che mangiamo’ e questo detto è, secondo me, l’essenza del messaggio che gli abitanti delle valli del torinese vogliono farci capire. Non si può vivere un luogo solo di passaggio, ma occorre gustarlo a fondo, sia nelle atmosfere che nella cucina locale.
Gusto in quota
Abbiamo così raggiunto Sestriere con questo intento, pronti a vivere un’esperienza indimenticabile e raggiungere con il gatto delle nevi l’Hotel Aquila Nera. Qui il ristorante propone un gusto in quota d’eccezione, abbinato alla straordinaria ambientazione che in inverno è immersa nel bianco e al panorama elevato che regala una vista da mozzare il fiato.
Purtroppo per noi, però, questo gennaio 2015 sembra essere un po’ pazzerello e, con una temperatura eccezionale di oltre 20°C, la tanto desiderata neve se n’è andata (non tutta tutta eh). Così il povero gatto non ha potuto darci uno strappo fino a questa strabiliante location.
Da bravi avventurieri non ci lasciamo scoraggiare e cerchiamo di goderci al massimo la bella Sestriere. La località non ha moltissimo da offrire a livello architettonico, ma si rivela una cittadina animata e vivace, dove coppie, gruppetti di amici e famiglie passeggiano per il centro osservando le vetrine brillanti.
La Punta Rognosa è la che ci osserva. È la vetta più alta che domina Sestriere e si trova proprio a fianco al Monte Sises, sensibilmente più basso. Su di esso si trovano le piste da sci dove nel 2006 si sono disputate le discese dello slalom gigante dei XX Giochi Olimpici Invernali.

Due passi tra le vie finché cala il sole ci convincono a riparare al caldo aspettando la cena. Un ottima scelta può essere un aperitivo da Barabba, che si trova sotto i portici della piazzetta principale. Uno spriz e taglieri e stuzzichini ci ritemprano mentre tra risate e chiacchierate attendiamo l’ora di recarci al ristorante.
Non è l’Aquila Nera, ma questo non è il solo posto a proporre gusto in quota. Vi sono altri ristoranti dove il territorio regna in tavola. Ci basta quindi scegliere e ci spostiamo al Lago Losetta, un hotel ristorante che propone un servizio dedicato ai disabili, con tecniche e istruttori che permettono anche a chi ha difficoltà motorie di imparare a vivere la neve e divertirsi.
Mi permetto di lanciare subito un ‘hurrà allo chef‘. Se consideri che non era prevista una tavolata di oltre venti persone a cena, il fatto di aver accettato all’ultimo secondo la sfida di sfamare tutto il nostro gruppo gli rende onore. Anche perché la sfida è stata affrontata con estrema bravura.

I gusti del territorio a Sestriere
Tuffarsi su una tavolata di prodotti locali fa sempre piacere. I frutti del luogo sono freschi, di stagione e non dovendo affrontare lunghi viaggi arrivano alla tavola conservando il massimo del sapore. Se poi ci mettiamo che a gusto in quota si trovano solo prodotti coltivati o allevati con tecniche bio, allora possiamo star certi che la buona tavola è anche sinonimo di salute.
Il banchetto è stato ricco e delizioso, ma ovviamente alcune cose sono state notevolmente al top. Questo è merito della grande qualità degli ingredienti, così ci spiega Ezio Giaj, direttore del Museo del Gusto, che conosce alla perfezione e personalmente tutti i produttori del territorio e tutte le eccellenze frutto del loro lavoro.

Ottimi gli antipasti, assortiti e serviti in tre portate differenti. Il salame delle valli, il salame cotto affiancato alla composta di cipolle e il delizioso roudoun hanno aperto la cena. Davvero squisita la tartare di carne piemontese di Cavour condita con olio di Pinerolo, mentre più tradizionali sono stati il cotechino classico e il cotechino con patate accompagnati da purè di patate di Pragelato. Ottimi accostamenti di sapore in un connubio di gusto che va ad esaltare diverse parti del territorio della Valsusa.
Una piccola nota: lo sai qual è la particolarità della carne piemontese di Cavour? I bovini di questa razza sono leggermente diversi dagli altri. Questa differenza è dovuta (fatto accertato) a una piccola mutazione genetica che ha modificato il metabolismo di queste mucche. Tutto il cibo da loro ingerito viene trasformato in fibra muscolare, solo una parte quasi nulla diventa grasso, fattore che rende la carne piemontese di Cavour estremamente magra e quasi paragonabile al pesce.

Sempre di patate di Pragelato sono i gnocchi alla toma d’alpeggio della Alta Val di Susa. Mentre, come secondo, ritorna la carne piemontese di Cavour proposta, con due diversi tagli, sia come arrosto (molto saporito) che come tagliata (soluzione che ho preferito).
A chiudere la cena troviamo un assortimento di formaggi e i dolci locali tra cui risaltano la torta di mele e ben due panettoni, prodotti della tradizione piemontese.
Insomma Sestriere ci vizia, a tal punto che quasi dispiace alla fine dover tornare a casa. Ma siamo ora consapevoli che in questo angolo di Piemonte ci attende sempre, oltre alla lussureggiante natura, una tavola imbandita dei gusti del territorio.
Di certo il ringraziamento per aver reso possibile tutto questo va al Consorzio Sestriere Montange Olimpiche, ma sopratutto ai tanti produttori locali che si adoperano per tramandare le eccellenze del territorio.

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