Tra le località toccate durante il viaggio in Sicilia, Aci Trezza è di certo quella in cui abbiamo trascorso meno tempo. Giusto qualche ora per rilassarci lungomare dopo la salita all’Etna, ma poche ore bastate a lasciare un ricordo indelebile.
A contribuire ad arricchire il fascino di questo tratto di costa, oltre alla bellezza donata dalla natura, sono senza dubbio la storia e la mitologia, che riempiono di maestosa grandezza ogni singola pietra di questo tratto del litorale.
Cosa vedere a Aci Trezza
Caratterizzato da un’architettura piuttosto semplice e di poco interesse, il lungomare di Aci Trezza deve la sua notorietà a una serie di suggestivi faraglioni. Gigantesche rocce che si innalzano dal mare a pochi metri dalla costa, che sono anche protagonisti di uno dei passi più famosi di una grande opera di letteratura classica, l’Odissea.
Il mito racconta infatti che l’astuto Ulisse, riuscito a sfuggire alla cattura da parte del ciclope, scatenò la sua ira, furiosa a tal punto che Polifemo scagliarò enormi macigni al largo nel tentativo di affondare l’imbarcazione su cui gli uomini di Ulisse si allontanavano dall’isola.
Questi proiettili di roccia lanciati da Polifemo, conficcandosi nel fondale, diedero origine ai faraglioni che oggi attirano migliaia di turisti ad ammirarli.
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Aci Trezza, due passi lungomare
Questa è la storia che sta dietro a questo tratto costiero. Un racconto che rende ancor più misterioso un luogo dove la natura sfoggia appieno la propria bellezza e imponenza, e dove, in condizioni di burrasca, si assiste alla forza del mare frangersi su queste rocce millenarie sagomate dalle correnti.
Ogni angolo della camminata offre una prospettiva differente sulla scogliera e sui faraglioni, ogni tratto sembra essere più bello del precedente e meritare almeno tre o quattro fotografie per immortalarne il fascino. A condire questo spettacolo, c’è la barchetta che rientra dalla pesca, un gabbiano in volo girato in una buffa angolatura, gli anziani che chiacchierano seduti sulle panchine mentre il cielo volge al tramonto, una piccola macchia biancha tra le rocce lassù, sull’Isola dei Ciclopi, che alla fine si rivela essere una madonnina a cui i marinai rendono omaggio prima di partire per il mare.
Ogni piccola variazione porta con se una storia che merita di essere fissata con uno scatto.
Di fronte a tanta bellezza si comprende perché gli edifici che si affacciano al mare siano un tantino trasandati, sarebbe impossibile competere col fascino della potenza della natura.
Nella zona vicina al porticciolo dei pescatori, dove si trova la vecchia marina, notiamo poi che la roccia ha una strana conformazione, è consumata e arrotondata dal tempo, ma distinguo chiaramente le sagome dei cristalli rocciosi dei basalti colonnari.
Li vidi in Sardegna per la prima volta e spesse volte immortalati sulle coste atlantiche dell’Irlanda. Non c’è dubbio, sono proprio basalti colonnari, indizio e testimonianza dell’antica origine vulcanica di questo tratto di costa.
Aci Trezza, siesta in centro con granita
Giunti al fondo del lungomare ci si trova su una piazzetta sulla quale arrivano diverse vie che portano al centro del paese. Qui ci attende Fabrizio, la nostra guida di Enjoy Sicily, pronto a farci provare un must della merenda siciliana.
Direi che, più che merenda, si tratta di uno spuntino da consumare a qualsiasi ora, che dona frescura, ma anche sostanziose calorie che, con il grande caldo, non fanno certo male: è la brioche con la granita.
I locali che propongono questa specialità sono numerosi, ti basterà poco sforzo per trovarne uno pochi metri dentro a una via e la scelta di gusti è davvero assortita.
Personalmente non sono un grande amante della granita, ma non posso rifiutare di assaggiare una specialità locale. Mi tuffo quindi in questa soffice pagnottella dolce accompagnandola con cucchiaiate di granita, che può essere utilizzata anche per farcirla, assaporando tutto l’intenso e dolce sapore.
Dopo alcune cucchiaiate rinuncio alla granita, ma finisco volentieri la brioche, dal sapore simile a un krapfen, ma molto più leggera. Questo è il mio vero ricordo culinario di Aci Trezza.
In assoluto, la brioche con granita è da provare, in qualsiasi zona della Sicilia ti trovi.
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La storia di Aci
Forse di poca importanza per chi già la conosce, la storia di Aci mi ha chiarito principalmente il perché tre paesi molto vicini tra loro abbiano questo prefisso comune nel nome.
Il mito di Aci racconta la storia di un giovane pastorello che amava, ricambiato, la bellissima ninfa del mare Galatea. Il crudele Polifemo, geloso di questo sentimento, uccise senza pietà il povero Aci scatenando il dolore di Galatea che pianse il suo amato proprio sulle rive del mare.
Gli dei, commossi dalla triste sorte del pastorello, tramutarono Aci in un fiume, in questo modo, ogni giorno, lui e Galatea poterono incontrarsi in mare. Da questa leggenda traggono il proprio nome vari comuni, tra cui Aci Trezza, Aci Castello e Acireale.
Storia, leggenda, natura e buona cucina sono quindi ciò che ti attende se visiterai Aci Trezza, e se l’hai già visitata, cosa ne pensi? Anche tu la vedi allo stesso modo?
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