Un altro Viaggio d’Autore proposto da Elena Serrani, questa volta in visita al comune di Cavaglià in compagnia del Touring Club Italiano Biella e Associazione Biellainmente. Appuntamento ricco di spunti presentato in due parti, in questa prima parte Elena ci racconta la storia di Cavaglià.
La Via Francigena che collega il Nord e il Sud dell’Europa percorre un tratto anche nella parte meridionale del Biellese, sulle morbide colline tra Roppolo e Viverone, includendo pertanto il nostro territorio in uno dei percorsi più importanti del cammino dell’uomo.
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Il Biellese nel passato non è stato terra isolata come oggi si è portati a credere, ma secoli fa questi luoghi erano percorsi da miriadi di pellegrini, ma non solo. La via del pellegrinaggio medievale in realtà ricalcava percorsi già definiti dall’uomo fin dall’alba dei tempi, da quelle civiltà preistoriche che hanno lasciato anche alcune tracce sul territorio, come la cultura palafitticola del Lago di Viverone.
Per ricordare oggi la storia ricca di eventi di questa area e per valorizzare le testimonianze artistiche che sono state il risultato di questo passato, l’Associazione culturale Biellainmente ha organizzato una serie di iniziative per la promozione e la valorizzazione della Via Francigena biellese.
In questo programma si è inserita l’escursione di sabato 7 settembre a Cavaglià, realizzata in collaborazione con il Club di territorio TCI di Biella, caratterizzata da un percorso storico guidato attraverso la visita di tre chiese cittadine.
Storia di Cavaglià
L’itinerario è partito alle porte del paese di Cavaglià, che ci ha permesso di fare un breve excursus sulle origini e la storia del luogo. La posizione di Cavaglià, se ci pensiamo, è strategica poiché posta tra i centri di Biella, Vercelli e Ivrea, proprio sulle vie di comunicazione che uniscono questi luoghi e che soprattutto li collegano con la Valle d’Aosta, la Svizzera e la Francia da una parte, e dall’altra con la Pianura Padana sulla direttrice che da Torino la attraversa trasversalmente.
Fin dalla preistoria i collegamenti col mondo d’Oltralpe sono comprovati dalla presenza di insediamenti palafitticoli in tutto l’arco alpino e svizzero. I reperti archeologici poi mostrano anche contatti con gli Etruschi, quindi con il Centro Italia che avvenivano attraverso la Liguria.
Da Oltralpe sono scese le popolazioni di stirpe gallica che hanno abitato queste zone fino alla conquista da parte dei Romani, che nel I sec. a C. scoprono l’importante miniera della Bessa e ne intensificano l’attività estrattiva. In età romana qui passano la strada fondamentale sia per i commerci che per le imprese militari, che salendo da Vercelli passava da Cavaglià verso Ivrea, per attraversare la Valle d’Aosta e condurre nelle terre dei Galli.
Il nome stesso di Cavaglià parrebbe risalire all’epoca romana, quando qui era forse presente una stazione per il cambio e la sosta dei vettori che percorrevano la via per le Gallie. Oggi lo stemma del paese porta infatti un cavallo rampante bianco, a ricordo di tale tradizione.
Quella stessa traccia rimane nel corso del Medio Evo come la direttrice principale degli spostamenti tra Nord e Sud dell’Impero, all’epoca percorsa sempre più da pellegrini diretti a Roma, il centro della religiosità cristiana. Possiamo qui riconoscere quindi il luogo di passaggio della Via Francisca o Francigena, così chiamata poiché partendo dal limite settentrionale dell’Impero di allora, le terre anglosassoni, scendeva poi lungo tutta la Francia per entrare nella penisola italiana attraverso le Alpi dirigendosi a Roma.
La Via Francigena era in effetti un fascio di vie, di possibilità che attraversava l’Europa verticalmente, e l’itinerario che oggi viene adottato come esempio è quello steso da Sigerico, vescovo di Canterbury che nel 990 lascia la sua cattedrale per compiere il viaggio verso Roma: egli compila un vero e proprio diario di viaggio segnando le soste effettuate e i luoghi incontrati nel percorso, tra cui proprio il tratto tra Roppolo e Viverone in territorio biellese.
Il villaggio di Cavaglià prima dell’anno Mille si configurava probabilmente come un agglomerato di case, anche distante tra di loro, e dall’età carolingia l’area costituiva un fondo di pertinenza del Monastero di S. Stefano di Vercelli. I rapporti con questa città si stringono anche con l’Impero Ottoniano poiché Cavaglià viene donato a un feudatario imperiale che, nel corso del XI e XII secolo, consoliderà i possedimenti fino a divenire una contea a tutti gli effetti.
I Conti di Cavaglià sono legati nel primo Duecento alla potente famiglia vercellese dei Bicchieri, sono ghibellini e simpatizzanti imperiali. La prima metà del ‘200 segna l’epoca di massimo splendore per i Conti, che avrà però una breve durata. Il Comune di Vercelli infatti subentrerà al vescovo nel controllo dell’area e nel 1257 verrà fondato il borgo franco: il centro civico quindi viene definito ex novo rispetto a quanto esistito finora: viene scelto il colle su cui creare una concentrazione fortificata di abitazioni.
Con tale scelta alcuni luoghi cardine della vita cittadina si trovano isolati e fuori dalle nuove mura, come la primitiva parrocchiale di S. Pietro, o l’Ospedale di S. Tommaso, e la medievale Chiesa di S.Maria del Babilone.
Il borgo franco di Cavaglià doveva svilupparsi attorno a una fortificazione centrale, un castello di cui oggi non possiamo veder traccia. Il maniero che caratterizza oggi il centro del paese è il frutto di un progetto Ottocentesco secondo un gusto storicistico neomedievale tipico dell’epoca. Esso fu voluto dall’avvocato Rondolino, autore della Cronistoria di Cavaglià tramite cui ci ha tramandato molte delle vicende passate del paese.
Nel corso dei secoli successivi questa zona viene interessata da eventi drammatici come le guerre tra le grandi casate per il controllo del Piemonte: Visconti, Savoia. Marchesi del Monferrato prima, e successivamente Spagnoli e Francesi, mettono a ferro e fuoco Cavaglià e dintorni.
Tra 1500 e 1600 anche le pestilenze contribuiscono alla crisi che attraversa queste zone. Dalla metà del Seicento in poi una certa stabilità si ripristina, e proprio ai secoli Sei e Settecento risalgono gli interventi architettonici più importanti presso le chiese che sono oggetto della visita.
Questa è in breve la storia di Cavaglià nelle epoche antiche, continua la lettura scoprendo che cosa vedere a Cavaglià.
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