Viaggi di gusto e itinerari che hanno come filo conduttore il cibo, è così che ho scoperto la zona del Gruyère, in Svizzera, una regione inaspettata che davvero mi ha stupito. Ma andiamo con ordine.
Se ti dico Svizzera… a cosa pensi?
Non so te, ma a me sono venuti subito in mente questi luoghi comuni:
- la cioccolata;
- le montagne;
- i verdi prati;
- i coltellini svizzeri;
- il formaggio Emmental, da molti erroneamente chiamato “gruviera”, il vero “gruviera” non è caratterizzato dall’occhiatura (presenza di buchi).
Riassumendo: cioccolata ne ho (lavoro in pasticceria), prati e montagne anche (perché vivo a ridosso delle Prealpi Biellesi), il coltellino svizzero c’è (può sempre servire, non si sa mai…).
Gruviera? No, questa mi manca…
Ecco come ho scoperto il Gruyère
Come ho deciso di partire per la Svizzera
Un po’ per gioco, un po’ seriamente, sono andato alla ricerca di informazioni su questo formaggio e indovinate un po’? Ho scoperto, che cosi come lo chiamiamo noi in Italia, è errato: il nome esatto è Gruyère.
Durante questa ricerca, inaspettatamente, ho trovato, per usare una metafora montana, una valanga di informazioni. Qui la mia curiosità di viaggiatore sboccia e mi chiedo, se c’è qualcos’altro da sapere, vedere, visitare.
Intanto, per dirne una, questo formaggio viene prodotto nel distretto di Gruyère dove si parla il francese per via della vicina Francia e per la passata storia.
Prima di far parte del Cantone di Friburgo e di esserne un distretto assunse già nel medioevo una sua indipendenza divenendo contea. I sovrani locali dovettero destreggiarsi con i vicini regni dei Savoia, degli Asburgo e dalla antica e influente famiglia nobile tedesca degli Zähringen.
Tour del borgo di Gruyere con degustazione cioccolato e formaggio
Nel frattempo, dopo varie lotte tra e con queste grandi casate, la storia fece si che la sorte della contea si fondesse con quelle del famoso Canton Friburgo.
Medioevo, sovrani, conti, duchi, re e regine? Quindi qui c’è un castello? Io amo i castelli!
Scopro che non vi è solo il castello medievale St. Germain, ma anche un grazioso borgo in stile rinascimentale con tanto di negozietti e ristoranti rinomati e che qui ha sede uno dei musei più curiosi e particolari di cui io abbia mai avuto notizia.
Esso è la casa/museo dedicata all’artista Hans Ruedi Giger, conosciuto con il nome d’arte di “Hans Rudolf Giger (più brevemente HR Giger). Egli fu pittore, scultore, designer d’ispirazione surrealista e simbolica.
Le sue opere dal forte impatto emotivo, per l’originalità di cui erano portatrici, fecero si che divenne un artista anche nel campo degli effetti cinematografici svizzeri. La sua fama lo portò alla collaborazione con Carlo Rambaldi per la raffigurazione dell’ambientazione e della creatura protagonista del film Alien.
Sua è l’invenzione dei “biomeccanoidi“, creature, sorta di macchine “organiche” o organismi futuribili, in cui metallo e carne si fondono. Pensate che negli anni ’80 questo gli valse l’oscar per gli effetti speciali.
Ancora adesso è un must tra i film di fantascienza e horror, tanto da esser preso a riferimento per ambientazioni e creature aliene in recenti film e anche per altri artisti di vario genere: dai gruppi rock ai narratori di fantascienza finanche ai tatuatori.
Che ne dici? Ce n’è a sufficienza per un viaggio on the road in Svizzera alla scoperta del distretto di Gruyère? Per me si!
On the road in Svizzera
Convinco un amico, Davide, esperto e amante di treni e di tram, a seguirmi in questo viaggio dallo stile “mordi e fuggi”. 250 km più o meno di strade di montagna da farsi in auto da dove viviamo. Dormiremo fuori solo una notte, dobbiamo tenere conto dei chilometri da percorrere e ovviamente del tempo a disposizione. Bisogna ottimizzare e visitare il più possibile, solo così facendo, il nostro breve soggiorno diventerà un ricordo indelebile nella memoria.
Il percorso scelto, anche per motivi economici, ci porta ad attraversare le Alpi salendo fin sul colle del Gran San Bernardo a 2473 metri di altitudine.
Questo passo montano, raggiungibile da una ampia e comoda strada, sale dalla Valle d’Aosta e conduce al più conosciuto e omonimo tunnel. Traforo che permette ai mezzi pesanti di varcare il confine tra Italia e Svizzera in qualsiasi condizione atmosferica, in quanto riparato da paravalanghe. La strada poi si divide divenendo più stretta e si snoda per una quindicina di chilometri fino ad arrivare al valico di confine.
Noi fortunatamente abbiamo trovato due giornate stupende e il panorama di cui si gode salendo è già ripagante del viaggio.
Arrivati al colle troviamo un grazioso laghetto montano, un piacere per gli occhi. Qui si può trovare ristoro e alloggio presso l’Hotel Italia e in un grazioso bar sulla riva destra del piccolo lago.
Per circa tre quarti il laghetto è già facente parte del territorio Svizzero. Per contro posso dire che qua, al ritorno, ci siamo fermati a cenare al Bar du Lac e mai scelta fu più azzeccata. L’aria fresca e frizzante invitava a rifugiarsi all’interno del locale e un profumo di libagioni appena cucinate ci avvolgeva e invogliandoci alla sosta. Ora posso garantire che qui si mangia veramente bene.
Prodotti tipici della Valle d’Aosta, salumi, formaggi, il famoso lardo di Arnad, gnocchi alla fonduta, il classico spezzatino di cervo o daino, non ricordo bene, per arrivare alla mitica polenta concia. Per chi non sapesse cos’è questo piatto tipico delle zone montane alpine, si tratta di una polenta dalla consistenza cremosa dovuta all’aggiunta di formaggi d’alpeggio, se la macinatura della farina è grossolana vi assicuro che è una vera bontà.
Raccomando di accompagnare il tutto con una buona bottiglia di vino rosso.
Il prezzo della cena infine è davvero onesto e le ragazze a servizio sono simpatiche e gentili, cosa che non guasta mai.
Credetemi quest’esperienza culinaria vi resterà nel cuore e vi porterà, sicuramente, a ricercarla.
Tornando a noi, sulla sommità del colle vi è un imponente statua dedicata a San Bernardo, da là sopra si gode di un panorama mozzafiato sull’intera valle, il laghetto e il vicino ospizio edificato per volontà dello stesso Bernardo nel 1050 tra la Valle d’Aosta e il Vallese.
Apro una parentesi: ricordo ai viaggiatori che vogliono recarsi in Svizzera con auto, moto o camper, di munirsi di bollino autostradale. È chiamato “vignette” e là lo si trova nelle tabaccherie, dai benzinai o agli uffici postali locali, in Italia presso gli uffici dell’ACI.
Il suo costo e di € 38,00 e da il diritto di viaggiare per l’intero anno lungo tutta la tratta autostradale svizzera. Se l’hai scordato ti consiglio di fermarti al primo paese e di reperirlo.
Fai attenzione perché le multe sono di circa 200 CHF (Franchi svizzeri) che equivalgono a € 182,00 e, in Svizzera, se ti ferma la polizia locale non c’è scampo.
Il viaggio di andata è veramente piacevole. Noi siamo partiti al mattino di buonora per non incontrare la mole di turisti o frontalieri che usano il valico e, giunti agevolmente alla sommità, abbiamo scollinato in territorio svizzero entrando nel Canton Vaud.
La Svizzera ci aspetta!
Percorrendo il fondo valle resto stupito dalla moltitudine di terreni adibiti alla coltivazione delle albicocche, mai avrei immaginato tali coltivazioni, mi aspettavo i vigneti e li ho visti, ma gli albicoccheti proprio no.
All’uscita della valle, imboccando l’autostrada, raggiungiamo e costeggiamo la bella città di Montreux, un gioiello del Canton Vaud che si affaccia sullo splendido lago di Léman, più conosciuto come lago di Ginevra.
La città per quel poco che so è celebre per i suoi festival legati al mondo dello spettacolo. Pensa che qui visse per un certo periodo il celebre cantante Freddie Mercury dei Queen.
Oggi si può ammirare una splendida statua bronzea che lo raffigura nella piazza in prossimità della riva del lago. Il panorama che si vede percorrendo l’autostrada che, in una sorta di “abbraccio”, cinge la città vi stupirà. Il lago, il cui bacino è veramente ampio, ti restituirà l’impressione di esserti affacciato su una costa marittima e l’idea di aver sbagliato percorso farà capolino nella tua mente.
Ecco svelato il motivo per cui questa zona è conosciuta come la “riviera svizzera“, è una vera meraviglia e vanto di questo cantone.
Proseguendo per la nostra meta un bivio autostradale ci separa dal lago per condurci alla nostra destinazione, qui il paesaggio muta completamente, ovunque prati, prati verdi così ben curati da sembrare finti. Stiamo arrivando nel Canton Friburgo.
Lungo la strada sfilano le tipiche fattorie svizzere, anche queste tutte in ordine, nulla a che fare con il caos agricolo industriale della Pianura Padana italiana. Il colpo d’occhio gradevole e rilassante e la giornata limpida non fa altro che aumentare il nostro buon umore.
Adesso è l’ora di godersi il Gruyère!
Organizza qui il tuo viaggio
La Svizzera è facilmente raggiungibile per via stradale se abiti in nord Italia, dalla Valle d’Aosta e dal Piemonte ci sono diversi valichi e trafori che collegano con le vallate svizzere.
In alternativa puoi prendere un volo considerando che Berna è l’aeroporto più vicino.
Se vai in Canton Friburgo e vuoi visitare la regione del Gruyère puoi fare base a Bulle per il soggiorno.
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