Giunti al terzo giorno di permanenza a Tarifa, tappa del nostro viaggio on the road in Spagna, dal momento che guardiamo incuriositi da due giorni lo stretto, decidiamo di scendere in porto e comprare due biglietti Tarifa Tangeri, attraversare lo stretto di Gibilterra e toccare l’Africa. Del resto il Marocco dista solo una quindicina di chilometri e ci vengono alla mente fantastici souk e pasti a base di cous cous e spezie in cui perdere i nostri sensi.
Attenzione: se raggiungi Tangeri da Tarifa (non sappiamo se lo stesso vale anche per i traghetti da Algeciras) sii sicuro di avere con te il passaporto!
Di fatto esso non è indispensabile per l’ingresso nel paese, ma se affronterai la traversata armato di sola carta d’identità ti verrà comunicato che il traghetto di ritorno è obbligatoriamente alle ore 13:00 marocchine (che equivalgono alle 15:00 spagnole e italiane). Così è successo a noi, il bigliettaio ci ha sbrigativamente mostrato la fotografia dell’imbarcazione chiedendo se era ok per noi e senza dilungarsi troppo in spiegazioni.
Hai già letto il mio articolo su Tarifa?
Tarifa Tangeri, attenzione alle fregature
Convinti che il problema fosse soltanto l’orario (e consapevoli di avere comunque 6 ore buone per visitare la città) accettiamo il compromesso e acquistiamo i biglietti (andata e ritorno) per la cifra esorbitante di 118,00€ ovvero 59,00€ a testa! Nonostante ciò non ci allarmiamo, all’ingresso c’è scritto che il biglietto costa 36,00€ e noi crediamo sia ‘one way‘.
Con mezz’ora buona di ritardo comincia l’attraversata, la durata dovrebbe essere di circa 35 minuti, ma partiamo alle 9,00 e attracchiamo a Tangeri alle 10,30 (ora spagnola).
Scesi dal traghetto e sbrigate le questioni burocratiche (durante la navigazione ricordate di far compilare il visto marocchino dalla polizia di dogana di bordo) tutti felici partiamo verso la città, ma… ecco che ci fermano.
Ci dicono che dobbiamo salire su un bus, ma noi non vogliamo il bus!
I due dipendenti portuali marocchini iniziano a discutere tra loro in arabo, non capiamo nulla, finché arriva un ragazzo che in spagnolo ci spiega che se vogliamo stare di li dobbiamo salire sul pullman, altrimenti ritorniamo a Tarifa!
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Ecco l’inizio dell’incubo! Analizzando a fondo il biglietto infatti si capisce che il viaggio di andata e ritorno ha un costo di €32,00. I soldi restanti sono una quota di partecipazione ad un tour organizzato che prevede varie tappe ed il pranzo.
Ora, io non sono affatto contrario ai tour organizzati, tutti li facciamo o li abbiamo fatti, ma pretendo di essere libero e consapevole di scegliere di farli! Se avessi saputo prima che l’unico modo di vedere Tangeri (senza passaporto) sarebbe stato questo, beh, presumo avrei cambiato programmi.
Con il passaporto avremmo potuto anche soggiornare in città e rientrare il giorno seguente.
In ogni caso ci ritroviamo catapultati in questa sorta di truffa legalizzata, agli antipodi del viaggio ecosostenibile e responsabile.
Il gregge (sembravamo delle pecore), viene fatto accomodare sul bus e percorre un percorso panoramico (dove non ho visto nulla se non palazzi) fino a giungere a una piazzola sterrata in collina dove alcuni loschi figuri attendono con dei cammelli e dei dromedari legati a delle funi.
Il luogo è insignificante e sporco, ma i turisti sembrano divertiti dai cammelli, così comincia un crudele teatrino nel quale il turista viene fatto accomodare su di un animale e poi lo si accompagna a fare il giro del parcheggio a dorso di cammello. E così uno dietro l’altro, felici e divertiti a scattate tante belle foto ricordo. Siamo senza parole…
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Tarifa Tangeri, la trappola per turisti
Il tempo stringe, i dieci minuti a disposizione per cavalcare le bestie da soma son finiti, e ci fanno rimontare sul bus.
Al microfono l’accompagnatore (se così si può chiamare) con scarso impegno intrattiene citando edifici o viali che non vediamo nemmeno di striscio poiché l’autobus sfreccia nelle vie con andatura troppo veloce.
Finalmente ci liberano, appena fuori dalla medina, spero a questo punto di avere libertà di visita e dover tornare ad un orario stabilito a un punto d’incontro… ma no!
Se solo ci si scosta leggermente dal gregge un ragazzone (o cane da pastore) premurosamente ti indica da che parte si sta dirigendo il resto della massa.
Ci rassegnamo a questo punto a seguire per vedere quale stupenda visita ci si voglia propinare.
Dopo aver percorso alcuni vicoli deserti, sporchi, spogli e insignificanti, veniamo guidati verso una porta e fatti entrare in uno stanzone con decine di tappeti appesi alle pareti. Tutti seduti a ferro di cavallo veniamo istruiti sui vari tipi di tappeti marocchini che ci vengono srotolati davanti nella speranza che qualcuno voglia acquistarli. La tortura dura venti minuti circa, ma non termina qui!
Scese le scale ci troviamo in un bazar dove sono esposte ceramiche, lampadari in metallo e articoli di pelle di cammello. Lungi da noi l’intenzione di acquistare alcunché qui dentro chiediamo dove sia l’uscita, ma ci rispondono che dobbiamo stare li ancora per 10 minuti! Mah… siamo prigionieri forse???
Finalmente aprono il portone, di nuovo all’aria aperta la mandria viene condotta dopo alcuni altri vicoli anonimi, fino all’ingresso (in verità invisibile) di un bellissimo (non l’avrei scelto nemmeno a occhi chiusi) ristorante marocchino.
Tutti seduti a delle tavolate siamo costretti ad ascoltare alcuni ‘cantori’ che strimpellano e urlano, ci chiedono cosa beviamo e poi in sequenza ci somministrano: una zuppa di verdure bollente (passato di verdure), due spiedini alla piastra dal sapore abominevole di carne indefinita (secondo me cammello, probabilmente quando si rifiutano di fare il giro del parcheggio fanno quella fine), cous cous di pollo e verdure (forse l’unica portata decente, anche se un po’ carente di sapore) e infine dei dolci fritti e glassati con miele accompagnati da the alla menta.
Io normalmente mangio qualsiasi cosa, ma giuro che l’unica portata che ho finito (a fatica) è stata la carne. Mentre contemplo i volti disgustati di ragazzi e bambini nostri compagni di sventura ci chiedono di pagare le bibite (2 coca cola + 1 acqua = 4,50€).
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Nella speranza che il supplizio sia finito usciamo dal ristorante, ma veniamo guidati ancora in una Farmacia Beri Beri (ovvero artigianale). Qui, seduti come sui banchi di scuola, tramite una presentazione che pare una televendita di Vanna Marchi, veniamo indottrinati sulle tecniche omeopatiche di cura naturale utilizzate in Marocco: zafferano, argan, rosa canina, arnica e altri che onestamente non ricordo.
Alla fine della spiegazione, distribuzione di sacchetti e può iniziare lo shopping!!! Il ‘farmacista’ ripresenta i prodotti uno ad uno e si possono acquistare… che tristezza!
Tutto questo dura altri 40 minuti, e sono già le 12:15, di fretta dobbiamo tornare al porto, alla dogana devono registrare la nostra uscita (ma chi ci vuole restare!) e alle 13:00 il traghetto riparte per Tarifa (finalmente una buona notizia)!
Finalmente torniamo in Spagna
Rientriamo quindi in Spagna, delusi e amareggiati di questa giornata Tarifa Tangeri (ce lo hanno ripetuto allo sfinimento) e convinti di esserci presi la fregatura più clamorosa dell’estate 2012!
ASSOLUTAMENTE DA NON FARE!
Ricordati, se vuoi andare a Tangeri, di portate con te il passaporto e visitala per conto tuo.
Partecipare a simili visite guidate serve solo ad arricchire chi sta dietro e non i veri artigiani del luogo, e inoltre serve a perpetrare la tortura di poveri e impotenti cammelli e dromedari trattati alla stregua di giocattoli.
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Rimettendo piede in terra spagnola il primo pensiero è volto alle tapas calde che ci attendono in uno dei tanti locali di Tarifa.
Ciao, la comunicazione in merito alla tua trasferta da Tarifa a Tangeri mi ha allarmato; poiché vorrei fare Genova Tangeri med e, senza uscire dalla dogana, prendere il traghetto per Tarifa, lo stesso per il tragitto di ritorno, pensi che ci possano essere problemi?
Grazie per qualsiasi risposta
Aldo
Ciao Aldo e grazie per il commento. Se fai solamente scalo credo non vi siano problemi, il problema sussiste se sbarchi e esci dal porto, in quel caso devi avere il passaporto per non essere aggregato a questi tour acchiappa turisti. Facendo solo scalo e non uscendo dal porto non dovresti avere intoppi. Nel caso prova a chiedere bene alla autorità portuali, se vuoi stare tranquillo.
Fammi sapere com’è andato il viaggio e salutaci Tarifa!!! 🙂
Gian Luca
Mi dispiace per la vostra brutta esperienza! Per fortuna a noi è andata diversamente. Abbiamo avuto solo la scocciatura, appena scesi dal traghetto, di un insolente sedicente guida che ha voluto a tutti i costi scortarci per un’ora ma che un bel momento si è reso conto che non avrebbe guadagnato nulla ed è sparito dalla circolazione. Per quello che ti posso dire abbiamo pagato il biglietto A/R 67 euro a testa, e a noi avevano proposto per soli 69 euro a testa, quindi 2 euro in più del biglietto ciascuno, di inserirci in un tour, ma ci siamo rifiutati. Va detto che avevamo il passaporto, non so se sia stato questo ad essere dirimente oppure no.
A me Tangeri ha lasciato impressioni contrastanti: il bello dell’esotismo (mai stata in Marocco, per me è stato il primo impatto) e la stranezza della sporcizia, degli odori, del grandissimo casino. L’impressione anzi che ho avuto io è stata di una città ancora poco snaturata dal turismo. Evidentemente però ci sono realtà come quelle dei gruppi organizzati (a discapito dei turisti) che fanno tantissimo danno.
Ciao Marina e grazie per il tuo commento, penso proprio che a voi sia andata meglio perché il passaporto garantisce di poter girare in autonomia, sono lieto che nel tuo caso Tangeri abbia suscitato anche impressioni positive. Io non escludo di tornarci, ma di certo mi assicurerò di essere ben attrezzato! 🙂
Ciao, mi spiace informarti che l’unico modo per entrare in marocco con carta di identita’ e’ appunto quello di fare un tour organizzato con un numero minimo di partecipanti che trascorrono tutti assieme la giornata. Proprio per questo siete riusciti ad entrare, in caso contrario, se foste stati soli, non avreste potuto visitare la citta’ e antrare in Marocco in quanto non e’ paese membro della comunita’ europea…
Almeno lo sapete per la prossima volta.. 🙂
Ciao Vale! Ma io lo sapevo, infatti avevo il passaporto 😉 questo post serve proprio per mettere in guardia chi vuole aggregarsi a questi gruppi perché la visita è tutto fuorché un’esperienza piacevole!
Hehe… sono i rischi del mestiere! Ma speriamo che questa nostra disavventura possa esser di monito a coloro che desiderano vedere una Tangeri autentica e non artefatta, costruita in modo fasullo a misura di turista! 🙂
No Alpituors??? Aiaiaiaiiii… ^ __ ^