Il mio primo viaggio a Sansepolcro fu per me una sorpresa. Ho già parlato del Palio della Balestra a cui ho assistito per due anni consecutivi e del quale ho raccontato tradizioni, storie e festeggiamenti. Una delle domande che mi stuzzicò la mente fin da subito fu legata a Piazza Torre di Berta, la piazza dove si disputa il palio, della quale mi sono sempre domandato: ma qual è la Torre di Berta?
Solo successivamente ho scoperto che quella piazza porta quel nome in onore della torre che un tempo vi sorgeva. Un edificio del 1200 tanto amato dai biturgensi da essere divenuto il simbolo di Sansepolcro, un emblema che, grazie alla sua funzione di torre campanaria, ha scandito e dato i ritmi alle vite di molte generazioni passate, come ancora alcuni anziani in paese oggi ricordano.
La storia della Torre di Berta
C’era una volta al Borgo, condotto da Michele Rossi Flenghi, ci racconta l’affascinante storia della Torre di Berta. Spiegandoci, ove possibile, alcune curiosità come l’origine di questo nome o il modo in cui venne distrutta.
Cosa rimane oggi alla città di Sansepolcro di quel passato nemmeno troppo lontano? E come è possibile ricordarla? In questo video andiamo alla scoperta di quel 31 Luglio del 1944, la data che cambiò la storia della città.
I biturgensi e i libri di storia la ricordano come ‘la neve di luglio‘, quel momento in cui, in un solo istante, la Torre di Berta cessò di esistere, per lasciare soltanto il ricordo di chi la vide, le storie raccontate ai giovani che non l’hanno mai vista e il forte sentimento che forse la Torre di Berta dovrebbe tornare.
Come sempre, i ricordi sono più forti anche della storia, lo si capisce dalle parole delle persone intervistate, sopratutto dalle parole di chi è nato dopo quel 31 luglio 1944 e conosce la Torre di Berta, come se l’avesse sempre vista, grazie ai racconti di chi la ricorda.
Caro Michele, sono onorato di vedere una mia immagine della mia azione del 31 luglio 2009 nel tuo blog. Ti chiederei, se possibile, di correggere il mio cognome, da Baldicci a Baldicchi. Grazie mille, Marco
Buongiorno Marco, sono Gian Luca e ho curato io la stesura dell’articolo. Mi scuso per l’errore che ho già provveduto a correggere, la ringrazio per la segnalazione e la invito a tornare a leggerci. A presto.