Val Varaita, un viaggio fra i borghi e le tradizioni occitane

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Visitare la Val Varaita è un viaggio tra le montagne del cuneese che poco ha a vedere con i consueti viaggi in montagna. Certo, anche qui in inverno tutto è ammantato di neve, sopra alcune cime si trovano delle piste da sci di tutto rispetto e tanti sono gli spunti escursionistici per una vacanza invernale, ma quello che di autentico la Val Varaita ha da offrire sono le tradizioni.

C’è qualcosa di affascinante nel modo in cui la cultura occitana è rimasta radicata in queste valli. Un sentimento arcaico e profondo che tramanda usanze originatesi 2000 anni addietro e che spesso molti ignorano, perché poco conosciute o perché poco pubblicizzate, ma ben concrete in questi comuni che a volte sembrano non ritenersi nemmeno appartenenti al Piemonte.

A farci scoprire la storia e gli aneddoti di questi luoghi è forse la memoria storica più attendibile dell’Occitania, così era chiamata questa regione che comprendeva parte del Piemonte (nello specifico della provincia di Cuneo) e un pezzetto della Francia sud orientale.

Dicevo appunto che solo chi ha vissuto ed è cresciuto con questa cultura può farti capire e vivere i luoghi e le tradizioni cogliendo lo spirito giusto e provando le stesse emozioni che gli occitani provano tramandandole. Questa persona è Alfredo Philip, che con cuore e passione è portavoce della cultura occitana.

Il borgo di Torrette di Casteldelfino, Val Varaita
Il borgo di Torrette di Casteldelfino

In Val Varaita tra i borghi dell’antica Occitania

Il nostro arrivo in Val Varaita è avvenuto col buio, durante un venerdì sera che ci ha visti percorrere la strada da Biella oltre Cuneo e risalire lungo le vallate. Una strada lunga, anche a causa dell’assenza di un’autostrada che colleghi Cuneo in modo rapido. Ma forse proprio per questo i comuni dell’antica Occitania hanno mantenuto quell’atmosfera di arcaica conservazione che, passeggiando tra le loro vie, ti catapulta in un altro tempo.

La porta di questo mondo parallelo ci aspettava a Melle, comune del fondovalle dove, esausti e affamati dal viaggio, ci concediamo una sosta al Birrificio Antagonisti, un locale giovane che mixa i sapori del territorio (i panini sono deliziosi e farciti di ingredienti della valle prodotti in modo genuino) con la più moderna usanza di aprire birrifici artigianali. I due giovani che hanno aperto l’Officina Antagonisti, hanno entrambi un passato da birrai in alcuni grandi stabilimenti industriali e hanno saputo applicare le conoscenze acquisite nella produzione di birra artigianale dal sapore più corposo e studiato per ben sposarsi con i piatti proposti dalla cucina.

Svizzera, delizioso hamburger del Birrificio Antagonisti di Melle, in Val Varaita
Svizzera, delizioso hamburger del Birrificio Antagonisti di Melle, in Val Varaita

Tra assaggi di birra e di specialità facciamo un viaggio di sapore, sia per la provenienza degli ingredienti che per i nomi delle portate. Il delizioso hamburger che ho ordinato si chiama infatti Svizzera ed è un perfetto connubio di gusto tra ottima carne bovina, pomodoro, cipolla di Tropea e il tipico tomino di Melle.

L’attesa, in realtà breve nonostante l’ora tarda, è invece impegnata degustando un assortito tagliere di sapori della Val Varaita: salamino di cinghiale, bresaola, il formaggio stravecchio di Becetto e il tomino di Melle. Tutto accompagnato dall’ottima Bulan, la birra chiara del Birrificio Antagonisti. Una pausa meritata prima di ripartire.

Superato Sampeyre, il più grande comune del fondovalle, proseguiamo per gli ultimi 8 Km circa fino a raggiungere Torrette, frazione di Casteldelfino. Qui ci attende Susanna Philip, la figlia di Alfredo, che gestisce il B&B La Toureto situato proprio nel cuore del borgo di Torrette.

La stanza è calda e accogliente e, nonostante sia inizio agosto è un piacere scoprire il piumone nel letto, il clima della valle è infatti molto fresco e la notte l’arietta è quasi pungente.

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Camera Rosso Boulevard al B&B La Toureto, Val Varaita
Camera Rosso Boulevard al B&B La Toureto, Val Varaita

Possiamo apprezzare la bellezza di La Toureto solo la mattina seguente, quando andiamo a colazione nella sala che si trova nell’edificio di fronte. Il B&B è infatti più una struttura diffusa, articolata in diversi edifici e su piani sfalsati che la rendono varia e molto caratteristica, affacciata da ambo i lati di una delle stradine più suggestive del centro del borgo.

Ad attenderci in sala colazioni c’è anche Alfredo, oltre a Carmelo (il compagno di Susanna), che comincia a parlarci del borgo di Torrette, a suo dire (ma posso confermarlo dopo averli visti di persona) il più caratteristico della vallata. Torrette è il luogo in cui Alfredo è cresciuto, un angolo di Occitania dove ancora alcuni anziani, nel momento di partire verso Cuneo, sono soliti dire: vado in Piemonte!

Un nucleo di case che sembrano uscire dal tempo, dove si incontrano alcuni personaggi che resteranno nei ricordo come parte integrante del luogo stesso, fatto di vicende storiche e tradizioni ancora molto sentite.

Susanna prepara la colazione al B&B La Toureto, Val Varaita
Susanna prepara la colazione al B&B La Toureto, Val Varaita

La Baìo della Val Varaita

Alfredo è chiaramente desideroso di raccontarci tutto di questo posto, e nel tentativo di fare chiarezza cerca di capire da dove partire finché nota che osserviamo curiosi un rocchetto di nastro ricamato che tiene in mano.

Notando la nostra curiosità Alfredo si illumina e comincia a parlarci del Bindel, tradizionale nastro di seta, molto prezioso, che veniva realizzato dalle donne per ornare gli abiti da cerimonia dei mariti. Il bindel era quindi un simbolo di ricchezza e di rango per chi lo portava e più alto era il numero dei bindel sulle vesti di un uomo, più grande era il potere che la famiglia dell’uomo esercitava sulla comunità.

La storia del bindel è molto legata a quella della Baìo, una sorta di carnevale alpino tradizionale che si celebra ogni 5 anni e che fa rivivere le tradizioni occitane. Durante la Baìo gli uomini sfilano sfoggiando gli abiti ornati dai bindel, è un evento importante, un tempo molto significativo per determinare chi avesse maggiore potere nell’ambito della comunità.

In Val Varaita oggi si trovano 4 Baìo, tra le quali quella più significativa è quella di Sampeyre, celebrata l’ultima volta nel 2012. Le affinità della Baìo con il carnevale a cui siamo più abituati sono molte, ma quello che cambia è il sentimento con cui gli occitani ancora oggi la vivono e la gioia con cui vi partecipano. Una di queste affinità è il Fantome, un grande pupazzo fatto di paglia di segale che viene incendiato al termine dei festeggiamenti, usanza per salutare l’inverno e augurare una primavera propizia.

Mi rendo conto che non sia facile capire il peso che la Baìo riveste per queste comunità. Solo sentendo l’enfasi e la passione con cui gli occitani ne parlano si può comprendere l’importanza che questa tradizione possiede, ma cercherò in futuro di tornare sull’argomento e spiegare meglio.

Alfredo ci mostra il bindel, Val Varaita
Alfredo ci mostra il bindel

Scoprire Casteldefino

Proseguiamo i nostri discorsi mettendoci in cammino, il borgo di Torrette regala scorci davvero preziosi ai quali mi rendo conto ben presto che le foto non diano giustizia. Alfredo ci racconta storie e leggende legate quasi a ogni casa del borgo e come passeggiando nel tempo oscilliamo tra l’epoca in cui venne eretta la chiesa e quella in cui sembra immobilizzata la scuola del paese, che ormai non ha più sede qui, ma della quale resta l’aula perfettamente arredata a rievocare i tempi in cui molti han seduto tra quei banchi.

Qua e la conosciamo anche alcuni personaggi dediti a lavori manuali ormai quasi dimenticati, ma che in un piccolo borgo montano tornano sempre utili.

Risalendo ancora la valle superiamo Casteldelfino, dove facciamo una sosta per visitare la Chiesa di Sant’Eusebio, un edificio romanico del XII secolo caratterizzato da un raro campanile a triplice vela, uno dei due esempi della Val Varaita. La chiesa non è più attiva, se non in particolari ricorrenze, e ospita al suo interno una mostra di santi del territorio.

Ancora oltre Casteldelfino restiamo ammaliati dai paesaggi del Vallone di Bellino, una vallata ampia e dolce che, nelle giornate del nostro viaggio, ci ha regalato un contrasto eccezionale con il blu del cielo terso, un eventualità non così certa in quanto in montagna il tempo è sempre un po’ ballerino.

Chiesa di Sant'Eusebio a Casteldelfino, Val Varaita
Chiesa di Sant’Eusebio a Casteldelfino

Quasi alla sommità del Vallone di Bellino arriviamo in frazione Chiazale, qui si trova Lou Saret, un agriturismo situato in un contesto in cui si parla ancora occitano, la sua particolarità è l’omonimia con un paese della Calabria dove si parla occitano, quindi originato da un gruppo di abitanti che si trasferì nel sud Italia anni addietro.

Frazione Celle è un altro piccolo borgo molto grazioso che si trova discendendo la valle lungo il Chemin Royal, il cammino seguito dal re quando arrivava dalla Francia, il centro è molto caratteristico e merita una passeggiata. Oltre agli scorci da cartolina, Celle conserva alcuni capolavori artistici di raro pregio, un esempio è costituito da alcuni affreschi antecedenti il Concilio di Trento come la crocifissione vista da dietro e la trintità triandrica e cristomorfa (che vidi già due volte, a Benna e a Castelletto Cervo, nel Biellese). Questi affreschi testimoniano sia l’età di questi edifici, sia la ricchezza delle famiglie che un tempo abitavano la valle, capaci di finanziare la realizzazione di simili capolavori.

Qua e la sui muri è possibile ammirare le onnipresenti meridiane, un tempo unico metodo per scandire il tempo durante il giorno, mentre osservando bene è possibile cogliere la particolare disposizione delle pietre che lastricano le strade, disposte in modo da assecondare il defluire delle acque piovane.

Panorama della Val Varaita
Panorama della Val Varaita

Insomma la Val Varaita è una valle che sembra quasi un mondo a sé, dove fino ai tempi recenti ha regnato un forte sentimento di appartenenza all’Occitania che ancora oggi si respira visitandone i borghi e conoscendone gli abitanti.

Tutte queste cose sono inoltre nel Vallone di Bellino, che è solo un ramo della Val Varaita, una zona tutta da scoprire.

La chicca in cucina

Se vi capitasse di visitare la Val Varaita non dimenticate di cercare le ravioles, questo primo piatto è tipico della valle e costituisce una vera tradizione culinaria. Vi sono molti ristoranti che le propongono nel menù, ma non tutti nella stessa versione. Una buona sfida potrebbe essere quella di ricercare chi le fa più buone: sono in pratica degli gnocchi di patate che hanno formaggio (esattamente toma) nell’impasto, vengono serviti con abbondante burro fuso e sono una vera delizia da non perdere.



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Scorcio di frazione Celle, Val Varaita
Scorcio di frazione Celle, Val Varaita

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Informazioni su Gian Luca Sgaggero 623 Articoli
Sono un narratore turistico, appassionato di viaggi fai da te, luoghi, tradizioni e culture lontane, racconto le mie esperienze sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, di autentico e di vero. Non importa dove, come o quando, l'importante è esserci e vivere fino in fondo! Contattami per collaborare con me, sono travel blogger di professione dal 2010, digital content creator, storyteller e social media strategist.

4 Commenti

  1. Abbiamo trovato questo articolo per caso ma ha fatto da sottofondo al nostro weekend in val Varaita! Spero di viaggiare presto di nuovo insieme ai tuoi articoli 🙂

  2. Ieri x la prima volta in val Varaita rifugio a 1800 cibo ottimo e pulito gestori cordiali Merita Granieri tornerò volentieri

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